giovedì 7 giugno 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: L'avamposto senza nome (ZCSC17)


                
        Il diciassettesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione della lunga avventura di Zagor a Chicago nonché buona parte dell'avventura I disertori”.

* * *
 




I DISERTORI

           Nell’avamposto numero 11, si verifica un gran numero di diserzioni. Zagor e Cico si fingono soldati e scoprono che i militari in fuga si dirigono tutti verso un non meglio identificato “Avamposto senza Nome”. Anche lo Spirito con la Scure ci va. E scopre che, nell’Avamposto, c'è una miniera d’oro e un suo vecchio avversario: One Eyed Jack!
V’è da dire che l’avventura non è particolarmente memorabile per la trama, ma possiede alcuni spunti comunque interessanti: il mistero delle diserzioni, il recupero dell’interessante villain O.E.J., il riscatto finale dei disertori...
E come dimenticare l’esordio del grande disegnatore Franco Donatelli? Donatelli è stato una vera e propria colonna della serie, alla quale ha dedicato quasi trent’anni della sua carriera artistica connotandola con il suo tratto pulito e scattante.
La copertina di Ferri dell’albo gigante n. 38, poi, è bellissima!
Peccato non l’abbiano usata anche per questa edizione…


7 commenti:

  1. Per adesso, mi pare che Donatelli sia uno di quei disegnatori al quale il colore ha fatto più bene! Sarà per il suo tratto netto e semplice, non so. Quel che so, é che mi piace!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono perfettamente d'accordo con te, Fran!
      La prima impressione che ho avuto nel vedere le tavole di Frank colorate e' stata questa: hanno usato colori migliori, più brillanti!
      Invece, semplicemente, era il disegno che si prestava meglio....
      Questo mi fa ben sperare per il mio adorato Uomo Lupo....

      Elimina
  2. Purtroppo siamo innanzi ad un'altra magnifica copertina (quella de "L'Ultima Sfida") banalizzata nella sua drammaticità e nel suo quid "vintage".
    Eccolo lì quel maledetto cielo azzurrino ad annacquare l'antica forza espressiva.
    Vabbè...
    Le storie però sono indimenticabili.
    Grandiosa la drammaticità dello scontro finale con il Generale Blow nel quarto superclassico della prima maturità zagoriana (considerando i primi tre "L'Avvoltoio", "La Preda Umana" e "La Casa Del Terrore") e piacevole il western di "Prigioniero", che vede il debutto di Donatelli alle matite (qui ancora un po' naif), un western semplice ma struggente nel finale che ho sempre amato, così sempre ho adorato la copertina, meraviglioso esempio di equilibrio grafico e di espressività vintage.
    Almeno quella non ha avuto l'onda di una interpretazione "piatta"...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa tua ultima osservazione, Mario, getta una luce diversa sul mio rammarico circa il mancato uso della copertina con il condor/avvoltoio... Effettivamente, messa così come l'hai scritta tu, non so più se sperare per il futuro l'uso di una cover che mi piace oppure il contrario... :--))

      Elimina
    2. Infatti.
      Non oso pensare a come verrebbero ridotte le cover de "Il Mostro Della Laguna", quella di "Angoscia", di "Vudu" o quella di "Oceano" dopo il trattamento sciagurato che al momento ha fatto tutto sommato poche vittime proprio perchè spesso sono state scelte le copertine meno memorabili.
      "La Casa Del Terrore" ad esempio l'ha scampata...

      Elimina
  3. La copertina di "Prigioniero" é un capolavoro! Certo, chi sceglie la cover ogni settimana da mandare in edicola per la Repubblica ha una bella gatta da pelare! Non posso dire, però, che io mi trovi spesso d'accordo sulla scelta di quest'ultime...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per quel che riguarda questo aspetto, devo osservare che - nel caso di specie - essendo stato scelto un titolo come "L'avamposto senza nome", un' immagine con un forte come quella usata può anche avere un senso logico...

      Elimina