Il settantacinquesimo
numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro l'uomo
eterno, nonché
la prima parte della storia “Una notte movimentata”.
UNA NOTTE MOVIMENTATA (I tagliatori di teste)
A Darkwood un
misterioso individuo chiamato Hakaram fa uccidere e decapitare diversi
pellerossa e ciò rischia di scatenare una guerra con i bianchi. Infatti il
nuovo sakem dei Wyandot, il fiero Akenat, concede a Zagor una settimana di
tempo per fermare le uccisioni; in caso contrario è pronto a disseppellire
l’ascia di guerra.
Zagor tenta di
risolvere il problema dapprima per vie “ufficiali”, cioè chiedendo l’intervento
delle autorità militari; ricevuto un rifiuto a causa delle conoscenze
altolocate di Hakaram, decide allora di intervenire personalmente.
Introdottosi
nel lugubre covo dell’avversario, Il Passo della Morte Rossa, Zagor viene
catturato da Hakaram, che gli rivela di odiare gli indiani per averne avuto la
famiglia massacrata ed essere stato scalpato vivo. Rifattosi una vita in
Amazzonia, Hakaram era poi tornato nel Nord America portando con sé due idios
Jivaros, abili nel tagliare e rimpicciolire le teste; fatto costruire un
mausoleo per la famiglia trucidata, Hakaram vi depone le teste rimpicciolite
dei pellerossa che fa uccidere per vendetta.
Zagor viene
salvato da Akenat e i suoi Wyandot, che attaccano il covo del nemico; Hakaram
fugge nella foresta ma viene fermato da Zagor con un trucco “soprannaturale” ed
ucciso da Akenat.
Seconda
avventura zagoriana scritta da Sclavi.
Qui troviamo
un macabro villain che riunisce in sé le caratteristiche e il destino di
due altri grandi avversari zagoriani: l’Avvoltoio e il Re delle Aquile. Ma ciò
non rende meno piacevole la lettura, che scorre ininterrotta fino alla fine.
Anche
l’inserimento di un capo indiano come Akenat, che riprende un po’ le
caratteristiche di Winter Snake (La marcia della disperazione), non
stona. Anzi, il “citazionismo sclaviano”, che tanta fortuna avrà nelle storie
di Dylan Dog, funziona a meraviglia anche qui. In un periodo di “sbandamento”
della serie dopo l’abbandono di Nolitta, il richiamo alla mente dei lettori di
tanti piacevoli ricordi e memorabili personaggi è una mossa azzeccatissima.
Un Donatelli
in ottima forma realizza delle bellissime tavole, ricche di chiaroscuri
(soprattutto nelle scene all’interno del mausoleo e nell’intrico della
foresta).
Già in questa storia avvertivo qualcosa che non andava. Difficile dire cosa: eppure sembrava proprio una storia nolittiana. Forse era l'ambiente macabro della storia: si parla di teste mozzate, teste parlanti, teste rimpicciolite, Hakaram ucciso con un colpo di scure in testa, Hakaram scalpato vivo, la gag finale basata sulla testa. Era qualcosa che sentivo estraneo ai contesti nolittiani. Zagor, poi, era presentato in modo strano: va tra le liane, con le didascalie che dicono che "il suo unico pensiero adesso è GIUSTIZIA!" Mai sentita una simile presentazione da Nolitta. Tra l'altro,anche Cico aveva qualcosa che non andava. Certo, faceva disastri e simili, ma era incredibile sentire Cico dire a uno dei cattivi appena pestato da Zagor: "Sentito, sacco di sporcizia? Torna lì dai tuoi!", con tanto di pistola in mano. Stranissimo. Cominciavo ad avvertire che non era Nolitta a sceneggiare...
RispondiEliminaFiuto nolittiano... :-D
EliminaPerò Cico un po' meno imbelle e un po' più "utile pard" io l'ho sempre desiderato.
EliminaL'unica nota un po' storta dello Zagor classico, quel Cico totale palla al piede.
Non troppo azzecato in un fumetto d'avventura realistico.
Beh, a dir la verità il Cico "palla al piede" è forse più "moderno" che "classico"... Il Cico "pasticcione", secondo me, invece, ci sta tutto, ma proprio tutto!
EliminaI tagliatori di teste fu il mio primo albo di Zagor comprato da me in edicola.In realtà avevo già letto qualche numero grazie ad un mio cugino. Ancora oggi a distanza di tempo ricordo la trepidazione che mi accompagno' in quell'acquisto e nell'acquisto dei numeri seguenti.
RispondiEliminaNun 70
Bello questo tuo ricordo di neofita zagoriano!
EliminaGrazie per averlo condiviso! :-)
Devo dire che ricordavo "peggio" le sceneggiature di Sclavi per lo Spirito con la Scure. A questo punto aspetto "Lupo solitario", di cui ho un brutto ricordo per via dell'eccessiva retorica presente.
RispondiEliminaNe riparliamo, Francesco... A me quell'avventura è sempre piaciuta...;-)
EliminaPiù che discreta avventura sclaviana dai contorni piuttosto macabri. Azzeccate sia la tragica figura di Hakaram che quella ambigua di Akenat. La prima parte forse va un po troppo per le lunghe mi pare, ma è comunque godibile.
RispondiElimina"eppure sembrava proprio una storia nolittiana"
In effetti si. Soprattutto per il raduno e per la figura di Akenat.
"Un Donatelli in ottima forma realizza delle bellissime tavole, ricche di chiaroscuri (soprattutto nelle scene all’interno del mausoleo e nell’intrico della foresta)."
RispondiEliminaSi, belli i disegni di Donatelli che da grandi prove sia qui che nella successiva "Il signore nero", anch' essa dai toni, almeno in parte cupi. Poi però le avventure cupe le hanno affidate quasi tutte a Ferri a parte "Le creature dlele acque morte" dove il mitico e compianto Frank da un' altra grande prova.