mercoledì 29 gennaio 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Gli abitatori degli abissi (ZCSC103)


            Il numero 103, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura con i predatori della valle del diavolo, nonché la storia completa “Inferno bianco”.




I PREDATORI DELLA VALLE DEL DIAVOLO

La Valle del Diavolo è uno strano carcere all’aperto, in cui i detenuti sono lasciati allo stato brado, prigionieri di una valle senza uscite. Zagor vi è finito a causa di Tom Goodbar, che vuole costringere lo Spirito con la Scure a trovare suo figlio Roy, rinchiuso nella Valle. E ha rapito Cico per obbligare Zagor a farlo.
Nelle Valle del Diavolo, si trovano tre gruppi di ergastolani: quelli comandati da Big George, che coltivano i campi e vivono in vere case; i predatori della Valle del Diavolo, che vivono confinati nella parte più selvaggia, al di fuori di ogni controllo delle autorità; e i bestiali mangia cadaveri, che vivono rintanati in caverne e si cibano di carne umana!
Non senza difficoltà, Zagor riesce a farsi accettare sia dagli uomini di Big George sia dai predatori della Valle del Diavolo e a raggiungere Roy nelle caverne dei mangia cadaveri, ormai totalmente impazzito. Roy. in realtà, non è il figlio di Tom Goodbar ma solo un uomo della sua banda che sa dove è nascosto il bottino di una rapina: Cico viene liberato e Roy uccide Goodbar per salvare Zagor.





La storia, che sembra ispirarsi al film di fantascienza “1997 Fuga da New York”, pur se non originalissima, si lascia leggere piacevolmente e introduce molti comprimari ben caratterizzati.
Zagor si trova immerso in un mondo surreale e primitivo, in cui sembrano riproporsi scenari da “alba dei tempi”. I gruppi dei reclusi nella valle sembra quasi che rappresentino tre diversi stadi di evoluzione dell’umanità: i cannibali, i cacciatori e gli agricoltori; la qual cosa può fornire al lettore molti spunti di riflessione sulla natura umana...

 

 

* * *

 


INFERNO BIANCO


Zagor e Cico passano da Elmore per andare al villaggio dei Kutenai: un giovane guerriero, Mano Nera, disapprova la politica di pace del capo Lancia Spezzata e vuole mettersi sul sentiero di guerra. A Elmore, i nostri eroi incontrano anche un vecchio amico, l’ingegner Robson, che offre loro un passaggio nel viaggio di inaugurazione di una linea ferroviaria. Ma due finti ufficiali, alleati con Mano Nera, si impadroniscono del treno.
         Zagor lotta disperatamente contro i Kutenai, raggiunge il treno, libera gli amici Robson e Cico, manda in fumo i piani dei dirottatori del treno e sconfigge gli uomini di Mano Nera. Ma l’irrequieto guerriero è ancora vivo e, pochi giorni dopo, quando i nostri si trovano nel villaggio di Lancia Spezzata, tende loro un agguato. Tuttavia, gli spari provocano una valanga che causa la morte di Mano Nera, salvando così Zagor e Cico.

          La storia è stata probabilmente ispirata a Toninelli da un film western del 1975 poco conosciuto: “Io non credo a nessuno” (Breakheart Pass) con Charles Bronson e Richard Crenna, in cui il protagonista si trova a dover sventare un complotto  teso a fornire agli indiani di Mano Bianca dei fucili nascosti in casse di medicinali e trasportati su un treno...
              Qui l’avventura presenta una buona dose di azione ed uno Zagor estremamente determinato e tenace, forse anche per via dei disegni di Pepe che, come sempre, fornisce un rappresentazione molto “decisa” dell’eroe di Darkwood.
           Gli avversari non sono certo memorabili, ma il personaggio di Mano Nera è piuttosto ben caratterizzato. L’ingegner Robson, invece, si rivela purtroppo essere poco più che un comprimario come tanti altri.

23 commenti:

  1. Conoscere l'esatta fonte di ispirazione di "Inferno bianco/La vendetta di Mano Nera" non è difficile: basta leggere il mio libro "Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood" (diciottesimo capitolo, Dove osano i Kutenai). :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, grande Marcello!!!
      Il tuo libro conto di acquistarlo a Cartoomics in occasione del Rendez-vous di Primavera del Forum SpiritoConLaScure.it; l'avevo cercato alla fiera di Reggio Emilia ma non l'avevo trovato....
      A presto !

      Elimina
  2. Qui siamo nel periodo che incuriosito dalle due belle storie precedenti (Uomo di pietra e Notte del diluvio) tornai a seguire Zagor.
    La storia di Mano Nera però la ricordo vagamente come piuttosto ordinaria e anche i disegni di Pepe non gli ho mai amati.
    Gli ho sempre trovati assai sgraziati e simili a quelli di Pini Segna sebbene un po' migliori.

    RispondiElimina
  3. La storia del Dominatore dell'abisso è apprezzabile e ricca di spunti di riflessione. Quello che invece non apprezzo è il modo con cui Zagor è in estrema difficoltà anche con avversari che, sul pano della forza e dell'astuzia, non potrebbero competere sul piano fisico. Questo mi ha dato fastidio e continua a darmelo; a onor del vero, anche nel periodo nolittiano lo Zagor aveva momenti in cui si faceva maltrattare un po' troppo: penso al finale de Il buono e il cattivo (titolo leoniano, tra l'altro) dove, al termine dell'affascinante avventura, Zagor si fa malmenare da un avvocato sessantenne e con la pancia. Allora, a quindici anni, non facevo caso a questi particolari, ma oggi questi aspetti adolescenziali non riesco proprio a digerirli. ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Giampiero, a parte il fatto che di "notaio" trattavasi e non di avvocato (mi tocca difendere la categotia anche qui :-D ), per il resto sono d'accordo con te.
      Il fatto che Zagor si trovi in difficoltà è giusto (altrimenti che "vero" eroe sarebbe se risultasse sempre e totalmente invincibile?), ma non contro avversari di - chiamiamoli così - secondo piano...

      Elimina
    2. Già, un notaio... Di avvocati cattivi, soprattutto in Tex, ce ne sono stati fin troppi!
      In quanto a Robson, probabilmente Nolitta l'aveva ideato così e i successori si sono adeguati. È comunque una figura umana e rassicurante e fa sempre piacere rivederlo. Chissà, forse la sua figura potrebbe tornare alla ribalta puntando su eventuali trascorsi personali... Vedremo!

      Elimina
  4. Oggi, poi, ripensavo all'Ing. Robson.
    Qui l'ho definito un comprimario come tanti altri... Ma, ripensandoci, anche nelle altre storie in cui è comparso (persino quelle nolittiane, ad eccezione forse de "La strada di ferro") è sempre stato solo un "pretesto" per l'avventura, con il suo costruire tratti di ferrovia perennemente messi in pericolo da qualcuno... Sarebbe invece bello avere un avventura in cui lo si veda davvero protagonista al fianco di Zagor.

    RispondiElimina
  5. Due parole sulla storia Toninelli / Donatelli: son sempre stato un fan del mitico disegnatore, però qui secondo me toppa un pò. In fondo cos'é diventato il "penitenziario" alla New York di carpenter, come giustamente notato da Baltorr? un inferno brutale privo di ogni legge che non sia la violenza; ebbene, Frank dota gli abitanti di questo mondo di un tratto uguale alle precedenti storie, sembrano mercanti, coloni, trappers. A parer mio i vari comprimari andavano realizzati in maniera MOLTO più caratteristica rispetto all'ambiente in cui si trovano, invece zero appeal, a cominciare da quel "capo" di cui tutti parlano ad inizio vicenda. Vi immaginate come abbrutisce l'uomo uno scenario così?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, Fran!
      Non ci avevo pensato, ma effettivamente la caratterizzazione grafica sarebbe sicuramente stata più efficace così come l'hai prospettata tu. ;-)

      Elimina
  6. Si, Robson è sempre stato un personaggio assai sbiadito al punto da fare qualche sforzo per poterlo ricordare.
    Un "Mr. Jones" per dirla con Dylan.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, Mario, addirittura il fare fatica a ricordarlo mi sembra un po' eccessivo... :-D
      Per me Robson, comunque, al di là di tutto, è sempre stato un personaggio simpatico!

      Elimina
    2. Beh...io non ricordo cos'abbia fatto nelle storie dove appare. Proprio non lo ricordo.
      E se prima di frequentare il forum mi avessi chiesto di lui, ti avrei risposto che ne ho un ricordo vago.
      E' un po' il "Bimbo Sullivan" dei buoni.

      Elimina
    3. Il paragone con "Bimbo" Sullivan direi che è azzeccato ;-)

      Elimina
    4. Si, anch' io, nonostante di solito lo vediamo, a parte che ne "Il ritorno di Supermike", giusto indaffarato con le costruzioni delle forrovie, lo ben ricordo e lo trovo anch' io simpatico ^^.

      Elimina
  7. Piu' che avere un'avventura che veda Robson protagonista di una storia tutta sua,sempre,ovviamente,al fianco di Zagor,lo vedrei meglio in una "storia contenitore" che esalti,insieme a lui,altri comprimari della saga.Piu' o meno come gia' visto in Zagor 400: un'avventura che mi e'particolarmente piaciuta...

    RispondiElimina
  8. Caro Baltor e cari amici,
    leggo con piacere le vostre opinioni, giustamente diverse tra loro.
    Ho interrotto la lettura (ma non l'acquisto) della CSC e ciò perchè ho potuto recentemente acquistare i numeri (da 2 al 59) che mi mancavano.
    Ora sto rileggendo quelli.
    DOMANDA PER BALTORR: notizie sulla prosecuzione della pubblicazione della CSC oltre il 123 (mi pare potessimo essere certi di arrivare sino a quel numero)?
    saluti a tutti
    Giovanni21

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giovanni.
      Notizie fresche sulla prosecuzione oltre il 123 non ne ho... bisognerà aspettare ancora qualche mesetto...

      Elimina
  9. Effettivamente l' ispirazione è "1997 fuga da New York", però è curioso notare come la storia abbia delle somiglianze anche con il successivo "Fuga da Absolom"!
    Comunque in generale un' altra buona prova di Toninelli che conferma che in mente non aveva solo mercanti d' armi e di whisky! XD Lo sviluppo è coinvolgente seppur lineare e i vari gruppi sono ben caratterizzati.

    SPOILER Proprio inquietante quello dei cannibali! FINE SPOILER

    Peccato che la vicenda abbia un già citato difetto:

    "Quello che invece non apprezzo è il modo con cui Zagor è in estrema difficoltà anche con avversari che, sul pano della forza e dell'astuzia, non potrebbero competere sul piano fisico. Questo mi ha dato fastidio e continua a darmelo"

    Effettivamente dopo che nel primo numero lo spirito con la scure si dimostra in forma, nel successivo lo vediamo, a parte che sulla mongolfiera, un po imbolsito! Passi magari che viene colto di sorpresa da quel colosso di
    Torval, ma con Big George e Tom Goodbar poteva andare un po diversamemente...
    rispetto a quanto ho letto sul forum spiritoconlascure in generale, rileggendo le storie, Toninelli presentava uno Zagor piuttosto in forma, a parte le immancabili botte in testa di nolittiana memoria XD, però nel numero 267 per la maggior parte sembra fuori forma. Questo abbassa un pochino il giudizio. Non è che voglio uno Zagor super-invincibile, però comunque tosto tosto come suo solito! Chissà perché era venuto in mente così al Toni per questa storia! Boh!
    Cico, sebbene assente di lusso per quasi tutta la vicenda, è protagonista di una gag delle sue all' inizio! ^^ Sebbene non sia il top, fa comunque piacere che l' autore recuperasse ogni tanto la simpatica figura del mitico Trampy (praticamente era, chissà perché, l' unico!) oltre a scrivere gag
    cichiane. Peccato che non ne abbia fatte di più.
    Belle entrambe le copertine. Soprattutto quella del 266.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "(praticamente era, chissà perché, l' unico!)"

      Pardon, lo fa tornare anche Burattini in "Tragedia a Silver town".

      Elimina
  10. Proprio bello l' epilogo ^^ che si contrappone un po alla

    SPOILER torbida sottotrama. Curioso notare come Mutt sia disegnato dai lineamenti un pochino malefici, però poi si riveli un personaggio positivo.FINE SPOILER

    Zagor per la terza volta si ritrova in carcere dopo "L' inferno dei vivi" e "Il grande inganno"!

    RispondiElimina
  11. Ho riletto "Inferno bianco". Storia godibile, tutt' azione e complotti. Niente di memorabile. Il difetto di alcune avventure del periodo è proprio questo. Risultano godibili, ma poco incisive nel ricordo dei lettori.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti... Era un po' la caratteristica dell'epoca...

      Elimina