mercoledì 22 ottobre 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Testimone d'accusa (ZCSC141)




           Il centoquarantunesimo numero, che troverete in edicol domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor sulla Lucky Mermaid, la storia completa "La terra dei Cherokee", nonché le prime pagine della storia "Il figlio perduto".
             
         
LA PAURA CORRE SUL FIUME
La Lucky Mermaid è una bisca galleggiante sul Mississippi, il paradiso dei giocatori d’azzardo. Qui , Zagor e Cico incontrano lo sfortunatissimo giocatore Tris di Sette, l’insondabile Colonnello (dal misterioso passato) accompagnato dall’indio Raphael, il simpatico chitarrista nero Fats e una loro vecchia conoscenza: l’affascinante Gambit!
Ma a bordo della Lucky Mermaid c’è uno spietato assassino che taglia la testa alle sue vittime e le rimpicciolisce, trasformandole in “tsantsas”, secondo l’usanza dei Jivaros.
Ma cosa ci fanno degli indios amazzonici in Nord-America? E qual è il drammatico segreto del Colonnello? In realtà, costui era un prete evangelico, missionario in Amazzonia, che è tornato negli Stati Uniti insieme all’indio Raphael per vendicarsi dell’uomo che aveva sterminato un intero villaggio Jivaros e che ora si cela sotto le spoglie di Andros, l’armatore della Lucky Mermaid.
Zagor riesce a catturare Raphael, il tagliatore di teste, e nello scontro a fuoco finale con i marinai il Colonnello, Raphael e Andros muoiono. Zagor, dopo una notte d’amore trascorsa insieme a Gambit, riprende il suo viaggio insieme a Cico...

       Storia di ambientazione fluviale disegnata da un ispirato Raffaele Della Monica, che vede l’esordio di Maurizio Colombo ai testi della serie regolare dello Spirito con la Scure, qui al suo debutto anche come unico autore di soggetto e sceneggiatura (in precedenza aveva scritto il solo soggetto dello Speciale n. 7 La leggenda di Wandering Fitzy, sceneggiato da Burattini, e la sola sceneggiatura dello Speciale n. 8 Anima nera, su soggetto di Boselli).
Nelle tematiche affrontate, l’autore si dimostra a mio parere molto vicino alla sensibilità di Nolitta: l’ambientazione fascinosa di una barca trasformata in sala da gioco galleggiante, il ritorno di un personaggio spumeggiante come la bella Gambit e la presenza di un comprimario di buon spessore come il Colonnello e il suo servitore Raphael, riesce ad essere nel contempo convincente e avvincente.
Buona l’idea di iniziare la narrazione con un flashback che svela qualcosa (ma non troppo) del passato dei co-protagonisti dell’albo e dà qualche indizio sulle loro motivazioni; la storia poi si sviluppa su tematiche misteriose e di retroscena da svelare, con elementi decisamente macabri, con indizi sapientemente sparsi qua e là e con il merito di tenere il lettore incollato alla storia fino alla fine. Bello il saluto finale di Gambit in lacrime e il modo in cui il rapporto fra lei e Zagor si evolve durante la storia.
           Da notare che Della Monica, in questa storia, ha raffigurato tra i giocatori che compaiono nella prima vignetta di pag. 65 del primo albo originale diversi autori della Casa Editrice: Sergio Bonelli, Decio Canzio, Mauro Boselli e Maurizio Colombo.

* * *


LA TERRA DEI CHEROKEE
        Georgia settentrionale. I Cherokee di Satko sono in pericolo: un affarista senza scrupoli, Lancaster, vuole impadronirsi delle loro terre. I Cherokee si sono organizzati come nazione indipendente, ma Lancaster asserisce di aver comprato le loro terre da un capotribù. Zagor, però, recupera le prove per mandare in fumo il suo diabolico piano.
Lancaster, allora, fa uccidere il capo cherokee Tahcee, facendo in modo che Satko venga accusato della sua morte. Satko si rifugia da Sequoya, il saggio leader morale della nazione Cherokee, e Zagor, aiutato dal giornalista Craig Turner, rintraccia il vero assassino di Tahcee e scagiona Satko da ogni accusa.
La terra dei Cherokee, almeno per ora, è salva!

      Un storia di Burattini ben raccontata, bellissima, emozionante, piena di riferimenti storici reali che, tuttavia, non appesantiscono la narrazione.
      Gli avvenimenti e i personaggi rimangono davvero impressi nella mente del lettore: la discriminazione e il razzismo dei Georgiani ai danni dei Cherokee, attuati con leggi ingiuste e inique, il ritorno di Satko e Linda, la presenza di Sequoya, la descrizione della vita nei villaggi Cherokee, le positive figure del giudice Lewis e del giornalista Craig Turner, e infine l'abbietto e spietato Lancaster.
Molto bella la parte del primo processo, con l’incertezza di non sapere se Zagor è riuscito a svolgere il suo incarico, e molto bello anche il finale dove ogni personaggio mostra alla perfezione il proprio modo di pensare. Drammatico l’assalto della guardia georgiana alla capitale e splendide le parole di chiusura pronunciate dal giornalista Craig Turner.
Un racconto in linea con i grandi classici della narrazione zagoriana come Il Giorno della Giustizia o Spedizione punitiva, anche se il finale triste viene rimandato al drammatico sequel di questa avventura (il Maxi Zagor n. 2 La lunga marcia, sempre di Burattini/Chiarolla, pubblicato nel luglio del 2001).
            I disegni di Chiarolla sono come sempre dinamici e funzionali, perfetti nel ritrarre la realtà dei costumi dei pellerossa.
        Così Moreno Burattini ha commentato, in un suo intervento del febbraio 2004 sul Forum SCLS, questa sua sceneggiatura:
Riguardo a La terra dei Cherokee vorrei far notare come si tratti della prima storia zagoriana in cui la tribù di Satko viene mostrata in maniera antropologicamente corretta (almeno per quanto possibile in una ricostruzione fumettistica e avventurosa, o almeno per quanto possibile a me - altri avrebbero forse saputo fare di meglio). Nelle precedenti storie con Satko (soprattutto in quella scritta da Toninelli), invece, i Cherokee erano stati mostrati vivere nei tepee, come indiani delle praterie. Non solo io e Chiarolla abbiamo mostrato un quadro più realistico della loro condizione, dato che era un peccato non sfruttare la peculiarità dei Cherokee che era appunto il loro grado di civilizzazione (Nolitta aveva inserito questo elemento facendo di Satko un avvocato indiano, chiaramente avendo presente la figura storica di John Ross), ma abbiamo anche fornito una spiegazione plausibile del perché in precedenza si fossero visti accampamenti con le tende invece di case in pietra. Mi è piaciuto molto aver potuto inserire nella storia il grande Sequoya, personaggio storico. E anche Craig Turner, il giornalista, è ispirato a figure reali: l’articolo che scrive alla fine del racconto riporta le esatte parole di un vero articolo apparso su un giornale dell'epoca, riguardo alla questione Cherokee”.

2 commenti:

  1. Unica storia di Colombo per la NO, è una bel giallo d' ambientazione fluviale, che su Zagor difficilmente delude, come scritto nell' articolo, ben raccontato e con suspance con la nave-casa da gioco disegnata alla grande da Della Monica.
    Record dei record far tornare Gambit, perdipiù con un altro autore! Sempre ben caratterizzata la nostra. Ma un po tutti i personaggi lo sono. Mitico Tris che

    SPOILER purtroppo ci lascia a manco metà storia! FINE SPOILER

    "La terra dei Cherokee" secondo me è la miglior storia di Burattini. Ogni volta che reincontriamo Satko nelle storie di affrontano temi importanti: Nolitta aveva inserito quello dell' amore interraziale, Toninelli quello ecologico e ora Burattini quello civile.
    La storia è un giusto mix di riflessioni e azione con, come scritto, la parte del processo raccontata in maniera molto bella. Ottima scelta inserire anche il personaggio storico di Sequoyah!
    Anche in questo caso continuano i tocchi di folklore che contraddistinguono quest' odissea!
    Un po un peccato che ormai siamo giunti quasi alla fine, ma le belle storie comunque non mancheranno!

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  2. Sempre interessanti gli interventi di Burattini! ^^

    "l’articolo che scrive alla fine del racconto riporta le esatte parole di un vero articolo apparso su un giornale dell'epoca, riguardo alla questione Cherokee”."

    Ah, però!

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