Il centoquarantottesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell'avventura di Zagor con il ritorno di Nat Murdo, nonché la prima parte della storia “Il mistero dell’Unicorno”.
IL MISTERO DELL’UNICORNO
Dopo le avventure vissute nel Mar dei
Sargassi e in Scozia, Zagor e Cico approdano a Boston e si imbattono in Felix,
un simpatico ragazzino che ama borseggiare la gente, e in un misterioso
personaggio dotato di una mano artificiale. Scoprono, inoltre, che c’è un
sabotatore a bordo del Dragoon, il veliero del loro amico Honest Joe!
Sventato il sabotaggio, Zagor e Cico, a
bordo del Dragoon di Honest Joe, fanno vela per la Groenlandia! Lì si trova il
relitto dell’Unicorno, un veliero del Seicento a bordo del quale, nell’autunno
del 1681, una misteriosa epidemia aveva provocato la morte dell’intero
equipaggio e nella cui stiva sono conservate armi letali provenienti da un
leggendario continente perduto. È quanto racconta a Zagor, a bordo del Dragoon,
il professor Van Dicke, che spera di raggiungere l’Unicorno prima del suo
collega Weiss, che si è accordato con una potenza straniera!
Raggiunta la
Groenlandia, con l’aiuto di un pallone aerostatico Zagor e i suoi amici
raggiungono il relitto dell’Unicorno, incastonato fra i ghiacci. Lì vengono
fatti prigionieri dagli uomini del professor Weiss, il quale rivela che le armi
a bordo della nave sono il prodotto dell’antica civiltà di Mu. Fra lui e il
professor Van Dicke scoppia una colluttazione, in seguito alla quale azionano
involontariamente una delle armi e vengono irrimediabilmente infettati.
Zagor e Honest
Joe fanno esplodere la santa barbara, scongiurando così la minaccia delle
terribili armi batteriologiche.
Dopo essere
tornati in America, Zagor e Cico ripartono alla volta, addirittura, della
Groenlandia per una bella avventura di Burattini e Chiarolla,
piena di fascino e mistero, incentrata sui misteri di un oscuro passato che
vede coinvolta l’antica civiltà di Mu.
Notevole la versatilità e dinamicità
di questo racconto, che si snoda tra le strade di Boston, le tempeste marine
sulla nave Dragoon, ed i territori artici della Greonlandia. La storia riunisce
in sé diversi generi di avventura, in particolare quello marinaresco (con
epiche scene di tempesta e di inseguimento tra velieri), e quello archeologico,
insieme all'eterna contrapposizione tra bene e male. Il ritmo è ben modulato
sull'alternanza azione/investigazione, e la soluzione finale è tutt'altro che
intuitiva.
Il racconto, caratterizzato da un prologo
misterioso che lascia intravedere quale potrebbe essere la minaccia, annovera
tra i suoi co-protagonisti un orripilante e spietato nemico (lo
scienziato-archeologo Karl Weiss), un ingenuo, appassionato e disincantato
professore (Van Dicke), la sua solo apparentemente delicata assistente (Hanna)
ed il simpatico e determinato Honest Joe con la sua nave. Ma soprattutto
facciamo la conoscenza di un bambino pestifero ma audace e coraggioso, Felix,
un piccolo borseggiatore che richiama alla mente certe figure di dickensiana
memoria o anche, più semplicemente, il monello di Chaplin, ed è un personaggio
che è inevitabile trovare simpatico.
Molto belli i disegni di Chiarolla,
che rendono con grande efficacia il vento e le acque tempestose, e che con
minuziosità ricostruiscono lo squallore dei bassifondi di Boston.
Come successo già in precedenza Boselli cede con nochalance il testimone a Burattini senza che vi sia alcun calo qualitativo!
RispondiEliminaL' avventura come già scritto nell' articolo è densa di fascino e mistero e riesce a ben mescolare azione, archeologia e giallo senza annoiare il lettore così come lo spostamento della vicenda da Boston al mare per finire nei ghiacciai groelandesi avviene senza traumi narrativi.
Secondo capitolo della sottotrama mu-atlantidea (che sembra aver trovato la sua conclusione solo quest' anno! XD) iniziata con "Le sette città di Cibolla" che riesce a tener testa al predecessore. Come scritto da un utente sul forum spiritoconlascure, chissà se l' inserimento di queste tematiche spalmato su più storie era già in programma o è avvenuto man mano.
Weiss si dimostra un nemico astuto e spietato e il suo rapporto con Van Dicke è ben caratterizzato. Peccato che sia durato lo spazio di un' avventura.
Nel complesso una delle storie migliori di Burattini secondo me. Gli preferisco poi il suo stile anni 90, primi 2000 a quello di metà anni 00 più verboso.
Ah, fa piacere rivedere Hoest Joe, Noah e il loro equipaggio e Felix è proprio simpatico!
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