giovedì 8 ottobre 2015

La leggenda di Wandering Fitzy (ZCSCSpec4)



Il quarto numero in edicola oggi contiene le storie complete “La leggenda di Wandering Fitzy” (Zagor Special n. 7 – aprile 1995) e “Anima nera” (Zagor Special n. 8 – aprile 1996).


LA LEGGENDA DI WANDERING FITZY

Zagor e Cico sono nel villaggio degli Hopi di Masewi, quando lo Spirito con la Scure si fa assalire dall’onda dei ricordi e racconta la sua vita al fianco del suo mentore, Wandering Fitzy... Scopriamo che Fitzy era diventato un vagabondo anche perché si sentiva responsabile della tragedia che aveva colpito una carovana di pionieri, anni prima. Ma, un giorno, alcuni misteriosi individui emergono dal suo passato...
Il vecchio socio in affari di Firzy, Samuel Crown, supportato da una banda di tagliagole, vuole che il trapper gli riveli dove ha nascosto l’oro di una carovana dispersa anni prima sulle montagne che essi derubarono a abbandonarono a sicura morte; per questo lo rapisce, lasciando il giovane Patrick Wilding (questo il vero nome si Zagor) svenuto.
Patrick si getta all’inseguimento dei malviventi, aiutato dall’anziano pellerossa Lupo Sdentato, e quando li raggiunge solo tre di essi sono sopravvissuti ad uno scontro con gli indiani e con un misterioso demone cannibale. Lupo Sdentato uccide uno dei banditi e Patrick salva Fitzy che è stato torturato da Crown.
In realtà Fitzy aveva fatto di tutto per opporsi a Crown ed aiutare gli uomini della carovana, purtroppo senza riuscirci. L’oro era poi stato recuperato dall’unico superstite dei pionieri (il “demone cannibale”) che lo aveva portato in una grotta prima di impazzire.
Proprio nella grotta dove è nascosto l’oro si consuma il duello finale con Crown ed il bandito superstite, che perdono la vita nello scontro, così come anche il demone cannibale. Patrick, Fitzy e Lupo Sdentato se ne vanno lasciando l’oro a far compagnia ai cadaveri di chi non aveva esitato ad uccidere per impossessarsene.

Nell’aprile 1995, mentre sulla serie regolare era in corso la “seconda odissea”, venne pubblicato questo albo Speciale n. 7, disegnato da Gallieno Ferri su soggetto dell’esordiente Maurizio Colombo e con sceneggiatura di Moreno Burattini (una storia in flashback rievocata da Zagor, ospite degli indiani Hopi, con protagonista se stesso giovane in compagnia del suo mentore Wandering Fitzy).
È, a mio parere, una storia appassionante. Il personaggio centrale è Fitzy, che svela un episodio oscuro del suo passato (anche se alla fine scopriamo che non è lui il vero colpevole della distruzione della carovana, semmai un complice involontario), mentre Zagor funge da comprimario/narratore.

        Ecco come, in un suo intervento sul Forum SCLS del maggio 2004, Moreno Burattini ha commentato questa storia:
...devo far notare che, pur essendo il soggetto di Maurizio Colombo (io fui solo chiamato a sceneggiarlo), è mia l’idea di dare finalmente un nome a Zagor. È qui, in questo Speciale, che per la prima volta Zagor viene chiamato Patrick”.

       Inoltre, in risposta ad un forumista che dichiarava di essere rimasto sorpreso negativamente dal fatto che all’inizio dell’episodio Zagor appare estremamente turbato e restio a parlare, salvo poi raccontare una storia che non ha nulla di più drammatico di altre avventure che gli sono capitate, Burattini così scriveva:
Fermo restando il diritto di ciascuno di restare deluso di qualunque cosa, peraltro spesso con piena ragione, mi permetto anch’io di dire la mia. Ricordo che all’epoca io proposi una mia idea per raccontare il passato di Wandering Fitzy. La mia proposta fu bocciata, però mi si disse che era buono il proposito di far rivedere in flashback il mentore di Zagor, e che Colombo aveva lui un soggetto migliore. Probabilmente il mio soggetto era davvero peggiore (mi pare che fosse stato bocciato da Bonelli stesso, o che comunque fra la mia proposta e quella di Maurizio, Sergio scelse l’altra).
Fatto sta che mi chiesero di sceneggiare il soggetto giacché Colombo non aveva tempo essendo impegnato in altro, o non voleva o non poteva, o ero più zagoriano io, non ricordo più. Ricordo però che restai estremamente fedele al testo, abbastanza dettagliato, di Colombo, al punto che alla fine gli chiesi se la mia sceneggiatura lo soddisfaceva e lui disse che non avevo cambiato una virgola perciò gli doveva piacere per forza.
L’idea della carovana perduta nella neve e del cannibalismo fra i superstiti è basata su un fatto storico (e anche Berardi ci si è ispirato per una storia di Ken Parker). A me, una cosa del genere pare molto drammatica. Ma davvero tanto. E Zagor, che racconta un episodio della sua gioventù, quando non ne aveva tutta l’esperienza di eventi tragici accumulata in seguito, racconta un qualcosa che lo ha segnato parecchio: un qualcosa, peraltro, accaduto ancora prima dell’attacco al campo Abenaki di Salomon Kinski, dunque la sua prima iniziazione al dramma. Ci possono essere eventi di gravità inferiore ad altri che però accadono quando non siamo “corazzati” dall’esperienza e dunque ci feriscono di più”.

Nel Gennaio 2005, a chi voleva sapere come fosse nata l’esigenza di dare un nome allo spirito con la scure (Patrick) e come si era posto Sergio Bonelli in relazione a questa scelta, Burattini rispondeva:
A me era sempre sembrato strano che in "Zagor Racconta" si indicassero tutti i nomi tranne quello di Zagor, che veniva chiamato "il giovane Wilding". Sentivo che "mancava" qualcosa. So di fedeli zagoriani vivacemente contrari alla mia iniziativa non solo di dare un nome a Zagor ma anche di raccontare storie del suo passato come "La leggenda di Wandering Fitzy" o "Darkwood Anno Zero": secondo una scuola di pensiero, infatti, più misterioso è il passato di un personaggio, più fascino costui ne acquista. Può darsi, ma la mia scuola di pensiero è un’altra e io ho sempre apprezzato non molto ma moltissimo le storie in cui si narrano i retroscena e si spiegano i perché e i percome. Quindi, cerco di scriverne quante più possibile. Comunque sia, "Zagor Racconta" non l’avevo scritto io ma Nolitta, e dato che là si spiegava tutto, e si citavano nomi e cognomi, il fatto che di Zagor si venisse a sapere solo il patronimico ma non l’antroponimo mi sembrava un difetto di quella pur bellissima storia. Anche perché Zagor a Cico il suo nome lo deve pure avere detto, non è possibile che il pancione abbia ascoltato tutta la storia senza chiedere al "giovane Wilding" come si chiamasse all’anagrafe.
Tutto questo me lo portavo dentro, come semplice lettore, da sempre. Poi un giorno mi trovai a scrivere un (chiamiamolo così) libro su Zagor, lo "Speciale" di "Collezionare" dedicato allo Spirito con la Scure, un numero cioè di una fanzine tutto dedicato all’eroe di Darkwood. Fu il primo vero e proprio saggio approfondito sul personaggio, datato 1989. In questo libro, poi ristampato con variazioni anche dalla Glamour, inserii un capitoletto in cui facevo questa ipotesi: si dice, in "Zagor Racconta", che la mamma di Zagor era emigrata dall’Europa in America. Di quale nazione poteva essere originaria? Considerando il nome, l’aspetto, la lingua e tante altre circostanze come la percentuale di immigrati dai vari paesi europei, arrivai all’ipotesi più plausibile che era quella dell’origine irlandese. Se dunque Betty era irlandese, quale nome avrebbe potuto dare al suo unico figlio? Il nome che probabilmente era di suo padre o di suo nonno o di suo fratello, il nome che più di ogni altro le avrebbe ricordato la terra natia (gli emigranti cercano sempre di non recidere del tutto il cordone ombelicale con la madrepatria). Dunque, Patrick. San Patrizio è infatti il patrono d’Irlanda, a cui tutti gli irlandesi sono devoti.
Questo ragionamento, fatto così *pour parler* in quel libro, suscitò il plauso pressoché unanime di tutti gli acquirenti (almeno, in tanti mi dissero che si erano convinti). Così, quando ebbi da sceneggiare, anni dopo, "La leggenda di Wandering Fitzy", mi ricordai di quel discorso e ne approfittai per dare un nome a Zagor, dato che non avrei potuto scrivere una storia in flashback chiamando ancora lo Spirito con la Scure (che ancora non era Zagor) come "il giovane Wilding". Wandering Fitzy non è che avrebbe potuto rivolgersi al suo amico senza chiamarlo per nome. E se un nome ci doveva essere, per me era Patrick. Così lo scrissi. Sergio Bonelli ha letto la storia e avrebbe potuto intervenire in qualunque momento per correggerla, non ha cambiato il nome. Dunque ha approvato. Da lì in poi Patrick Wilding è diventato il nome di Zagor e io sono molto contento di aver "battezzato" il nostro eroe”.


ANIMA NERA

C’è un luogo sacro nella foresta di Darkwood, un luogo nel quale all’alba dei tempi si scontrarono le forze del Bene (guidate dal valoroso Kaidan) e quelle del Male, capitanate dal demone Wendigo. Per inseguire alcuni criminali, Zagor viola quel luogo, rimane ferito e dal suo sangue nasce lo Zagor Nero, il suo doppio malvagio, che inizia a seminare la morte a Darkwood affiancato da una banda di morti viventi da lui stesso creati.
Con l’aiuto di Kiki Manito e di un ragazzo chiamato Tim Cuorepuro, Zagor riuscirà a sconfiggere il terribile avversario in un duello alla fine del tempo...

Nell’aprile 1996 venne pubblicato questo albo Speciale n. 8, sceneggiato da Maurizio Colombo su soggetto di Boselli, e disegnato da un ottimo Gallieno Ferri.
            Un’avventura dello Spirito con la Scure narrata con un’intonazione quasi leggendaria dallo stregone Molti Occhi e ambientata in un periodo anteriore alla “seconda odissea”, con la presenza di ottimi comprimari quali Tim Cuore Puro e il terribile Wendigo.
Zagor si confronta con un classico topos letterario: lo scontro dell’eroe con la propria metà oscura. E devo dire che fa una certa impressione vedere Zagor con la casacca nera e un’espressione crudele nello sguardo...
Una storia che sicuramente rimane impressa nella memoria del lettore per la violenza e la cupezza delle situazioni, sottolineate dai disegni di Ferri che, con le sue pennellate veloci ed il suo tratto cupo, ben si adattano a tutte le sequenze.

10 commenti:

  1. “La leggenda di Wandering Fitzy” Zagor Special n. 7 – aprile 1995
    Quindi uscì 2 anni dopo "La congiura degli dei" che è del '93. Ho sempre avuto questa curiosità: come mai nel 1994 non uscì lo speciale?

    Lorenzo

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    1. Caro Lorenzo, ritengo che la decisione di non pubblicare alcun albo speciale in quell'anno fu dettata dal fatto che la casa editrice volle soprattutto attirare l'attenzione dei lettori zagoriani sulla nuova trasferta, comunemente denominata "la seconda odissea", il cui primo albo, L'esploratore scomparso, uscì nell'aprile del 1994.
      Ciao e a presto!

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    2. Bella la storia di Fitzy. Una parentesi del Nostro che non conoscevamo. Zagor Nero invece ho fatto fatica a finirla....no horror fantasy dimensioni ultraterrene non fan x me...saluti a tutti giovanni21

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    3. Lo sappiamo, Giovanni... :-D :-D :-D

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    4. Ahahahaha sì è vero, lo dico sempre ... scusatemi .. dev'essere l'età che avanza inesorabilmente... Ciao Giovanni21

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    5. Si, è una cosa che incuriosì anche me quando lo scoprii qualche anno dopo e per un po di tempo ci sono rimasto "male". XD

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    6. E penso comunque che incuriosì tutti o quasi i lettori! XD

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  2. Sì, è un'ipotesi plausibile.
    Io mi ero fatto l'idea che Boselli e Burattini probabilmente non avevano avuto il tempo per scriverla, dato che erano da poco al "timone" di Zagor. Oppure era Ferri ad essere in ritardo, essendo l'unico a disegnare gli speciali in quegli anni.

    Grazie per la risposta Baltorr!
    Ciao.

    Lorenzo

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  3. LLDWW è uno di quegli speciali assieme a "L' angelo della morte" che ancora mi manca. L' idea della carovana e del cannibalismo si vede anche nella prima storia pezziana, "La piasta del west".
    Molto bella "Anima nera". Come giustamente ha scritto Baltorr, la storia ha toni leggendari ed è molto bello vedere uno Zagor che nonostante sia più vulnerabile che mai riesca comunque a trovare dentro di se la forza per provare a sconfiggere il suo doppio malvagio. Il ritmo è incalzante e i toni sono veramente cupi. Curiosa (e riuscita) la scrittura a quattro mani tra Bonelli e Colombo! E Ferri ci dimostra ancora una volta che con le storie tenebrose ci va a nozze come dimostrato in quelle degli anni 80!

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