Il
quarto numero in edicola oggi contiene le storie complete “La leggenda di Wandering Fitzy” (Zagor Special n. 7 – aprile 1995)
e “Anima nera” (Zagor Special n. 8 –
aprile 1996).
LA LEGGENDA DI WANDERING FITZY
Zagor e Cico sono nel villaggio degli Hopi di
Masewi, quando lo Spirito con la Scure si fa assalire dall’onda dei ricordi e
racconta la sua vita al fianco del suo mentore, Wandering Fitzy... Scopriamo
che Fitzy era diventato un vagabondo anche perché si sentiva responsabile della
tragedia che aveva colpito una carovana di pionieri, anni prima. Ma, un giorno,
alcuni misteriosi individui emergono dal suo passato...
Il vecchio socio in affari di Firzy, Samuel
Crown, supportato da una banda di tagliagole, vuole che il trapper gli riveli
dove ha nascosto l’oro di una carovana dispersa anni prima sulle montagne che
essi derubarono a abbandonarono a sicura morte; per questo lo rapisce,
lasciando il giovane Patrick Wilding (questo il vero nome si Zagor) svenuto.
Patrick si getta all’inseguimento dei
malviventi, aiutato dall’anziano pellerossa Lupo Sdentato, e quando li
raggiunge solo tre di essi sono sopravvissuti ad uno scontro con gli indiani e
con un misterioso demone cannibale. Lupo Sdentato uccide uno dei banditi e
Patrick salva Fitzy che è stato torturato da Crown.
In realtà Fitzy aveva fatto di tutto per
opporsi a Crown ed aiutare gli uomini della carovana, purtroppo senza
riuscirci. L’oro era poi stato recuperato dall’unico superstite dei pionieri
(il “demone cannibale”) che lo aveva portato in una grotta prima di impazzire.
Proprio nella grotta dove è nascosto l’oro si
consuma il duello finale con Crown ed il bandito superstite, che perdono la
vita nello scontro, così come anche il demone cannibale. Patrick, Fitzy e Lupo
Sdentato se ne vanno lasciando l’oro a far compagnia ai cadaveri di chi non aveva
esitato ad uccidere per impossessarsene.
Nell’aprile
1995, mentre sulla serie regolare era in corso la “seconda odissea”, venne
pubblicato questo albo Speciale n. 7, disegnato da Gallieno Ferri su
soggetto dell’esordiente Maurizio Colombo e con sceneggiatura di Moreno
Burattini (una storia in flashback rievocata da Zagor, ospite degli
indiani Hopi, con protagonista se stesso giovane in compagnia del suo mentore
Wandering Fitzy).
È, a mio parere, una
storia appassionante. Il personaggio centrale è Fitzy, che svela un episodio
oscuro del suo passato (anche se alla fine scopriamo che non è lui il vero
colpevole della distruzione della carovana, semmai un complice involontario),
mentre Zagor funge da comprimario/narratore.
Ecco come, in un suo intervento sul Forum SCLS del
maggio 2004, Moreno Burattini ha commentato questa storia:
“...devo far notare che,
pur essendo il soggetto di Maurizio
Colombo (io fui solo chiamato a sceneggiarlo), è mia l’idea di dare
finalmente un nome a Zagor. È qui, in questo Speciale, che per la prima volta
Zagor viene chiamato Patrick”.
Inoltre, in risposta ad un forumista che dichiarava di essere rimasto
sorpreso negativamente dal fatto che all’inizio dell’episodio Zagor appare
estremamente turbato e restio a parlare, salvo poi raccontare una storia che
non ha nulla di più drammatico di altre avventure che gli sono capitate, Burattini
così scriveva:
“Fermo restando il
diritto di ciascuno di restare deluso di qualunque cosa, peraltro spesso con
piena ragione, mi permetto anch’io di dire la mia. Ricordo che all’epoca io
proposi una mia idea per raccontare il passato di Wandering Fitzy. La mia
proposta fu bocciata, però mi si disse che era buono il proposito di far
rivedere in flashback il mentore di Zagor, e che Colombo aveva lui un soggetto
migliore. Probabilmente il mio soggetto era davvero peggiore (mi pare che fosse
stato bocciato da Bonelli stesso, o che comunque fra la mia proposta e quella
di Maurizio, Sergio scelse l’altra).
Fatto sta che mi
chiesero di sceneggiare il soggetto giacché Colombo non aveva tempo essendo
impegnato in altro, o non voleva o non poteva, o ero più zagoriano io, non
ricordo più. Ricordo però che restai estremamente fedele al testo, abbastanza
dettagliato, di Colombo, al punto che alla fine gli chiesi se la mia
sceneggiatura lo soddisfaceva e lui disse che non avevo cambiato una virgola
perciò gli doveva piacere per forza.
L’idea della
carovana perduta nella neve e del cannibalismo fra i superstiti è basata su un
fatto storico (e anche Berardi ci si è ispirato per una storia di Ken Parker).
A me, una cosa del genere pare molto drammatica. Ma davvero tanto. E Zagor, che
racconta un episodio della sua gioventù, quando non ne aveva tutta l’esperienza
di eventi tragici accumulata in seguito, racconta un qualcosa che lo ha segnato
parecchio: un qualcosa, peraltro, accaduto ancora prima dell’attacco al campo
Abenaki di Salomon Kinski, dunque la sua prima iniziazione al dramma. Ci
possono essere eventi di gravità inferiore ad altri che però accadono quando
non siamo “corazzati” dall’esperienza e dunque ci feriscono di più”.
Nel Gennaio 2005,
a chi voleva sapere come fosse nata l’esigenza di dare
un nome allo spirito con la scure (Patrick) e come si era posto Sergio Bonelli in relazione a questa
scelta, Burattini rispondeva:
“A me era sempre sembrato
strano che in "Zagor Racconta" si indicassero tutti i nomi tranne
quello di Zagor, che veniva chiamato "il giovane Wilding". Sentivo
che "mancava" qualcosa. So di fedeli zagoriani vivacemente contrari
alla mia iniziativa non solo di dare un nome a Zagor ma anche di raccontare
storie del suo passato come "La leggenda di Wandering Fitzy" o
"Darkwood Anno Zero": secondo una scuola di pensiero, infatti, più
misterioso è il passato di un personaggio, più fascino costui ne acquista. Può
darsi, ma la mia scuola di pensiero è un’altra e io ho sempre apprezzato non
molto ma moltissimo le storie in cui si narrano i retroscena e si spiegano i
perché e i percome. Quindi, cerco di scriverne quante più possibile. Comunque
sia, "Zagor Racconta" non l’avevo scritto io ma Nolitta, e dato che
là si spiegava tutto, e si citavano nomi e cognomi, il fatto che di Zagor si
venisse a sapere solo il patronimico ma non l’antroponimo mi sembrava un
difetto di quella pur bellissima storia. Anche perché Zagor a Cico il suo nome
lo deve pure avere detto, non è possibile che il pancione abbia ascoltato tutta
la storia senza chiedere al "giovane Wilding" come si chiamasse all’anagrafe.
Tutto questo me lo portavo
dentro, come semplice lettore, da sempre. Poi un giorno mi trovai a scrivere un
(chiamiamolo così) libro su Zagor, lo "Speciale" di
"Collezionare" dedicato allo Spirito con la Scure, un numero cioè di
una fanzine tutto dedicato all’eroe di Darkwood. Fu il primo vero e proprio
saggio approfondito sul personaggio, datato 1989. In questo libro, poi
ristampato con variazioni anche dalla Glamour, inserii un capitoletto in cui
facevo questa ipotesi: si dice, in "Zagor Racconta", che la mamma di
Zagor era emigrata dall’Europa in America. Di quale nazione poteva essere originaria?
Considerando il nome, l’aspetto, la lingua e tante altre circostanze come la
percentuale di immigrati dai vari paesi europei, arrivai all’ipotesi più
plausibile che era quella dell’origine irlandese. Se dunque Betty era
irlandese, quale nome avrebbe potuto dare al suo unico figlio? Il nome che
probabilmente era di suo padre o di suo nonno o di suo fratello, il nome che
più di ogni altro le avrebbe ricordato la terra natia (gli emigranti cercano
sempre di non recidere del tutto il cordone ombelicale con la madrepatria).
Dunque, Patrick. San Patrizio è infatti il patrono d’Irlanda, a cui tutti gli
irlandesi sono devoti.
Questo ragionamento, fatto
così *pour parler* in quel libro, suscitò il plauso pressoché unanime di tutti
gli acquirenti (almeno, in tanti mi dissero che si erano convinti). Così,
quando ebbi da sceneggiare, anni dopo, "La leggenda di Wandering
Fitzy", mi ricordai di quel discorso e ne approfittai per dare un nome a
Zagor, dato che non avrei potuto scrivere una storia in flashback chiamando
ancora lo Spirito con la Scure (che ancora non era Zagor) come "il giovane
Wilding". Wandering Fitzy non è che avrebbe potuto rivolgersi al suo amico
senza chiamarlo per nome. E se un nome ci doveva essere, per me era Patrick.
Così lo scrissi. Sergio Bonelli ha letto la storia e avrebbe potuto intervenire
in qualunque momento per correggerla, non ha cambiato il nome. Dunque ha
approvato. Da lì in poi Patrick Wilding è diventato il nome di Zagor e io sono
molto contento di aver "battezzato" il nostro eroe”.
ANIMA NERA
C’è un luogo sacro nella foresta di Darkwood,
un luogo nel quale all’alba dei tempi si scontrarono le forze del Bene (guidate
dal valoroso Kaidan) e quelle del Male, capitanate dal demone Wendigo. Per
inseguire alcuni criminali, Zagor viola quel luogo, rimane ferito e dal suo
sangue nasce lo Zagor Nero, il suo doppio malvagio, che inizia a seminare la
morte a Darkwood affiancato da una banda di morti viventi da lui stesso creati.
Con l’aiuto di Kiki Manito e di un ragazzo
chiamato Tim Cuorepuro, Zagor riuscirà a sconfiggere il terribile avversario in
un duello alla fine del tempo...
Nell’aprile
1996 venne pubblicato questo albo Speciale n. 8, sceneggiato da Maurizio
Colombo su soggetto di Boselli, e disegnato da un ottimo Gallieno
Ferri.
Un’avventura dello Spirito con la Scure narrata con
un’intonazione quasi leggendaria dallo stregone Molti Occhi e ambientata in un
periodo anteriore alla “seconda odissea”, con la presenza di ottimi comprimari
quali Tim Cuore Puro e il terribile Wendigo.
Zagor si confronta con
un classico topos letterario: lo scontro dell’eroe con la propria metà
oscura. E devo dire che fa una certa impressione vedere Zagor con la casacca
nera e un’espressione crudele nello sguardo...
Una storia che
sicuramente rimane impressa nella memoria del lettore per la violenza e la
cupezza delle situazioni, sottolineate dai disegni di Ferri che, con le
sue pennellate veloci ed il suo tratto cupo, ben si adattano a tutte le
sequenze.
“La leggenda di Wandering Fitzy” Zagor Special n. 7 – aprile 1995
RispondiEliminaQuindi uscì 2 anni dopo "La congiura degli dei" che è del '93. Ho sempre avuto questa curiosità: come mai nel 1994 non uscì lo speciale?
Lorenzo
Caro Lorenzo, ritengo che la decisione di non pubblicare alcun albo speciale in quell'anno fu dettata dal fatto che la casa editrice volle soprattutto attirare l'attenzione dei lettori zagoriani sulla nuova trasferta, comunemente denominata "la seconda odissea", il cui primo albo, L'esploratore scomparso, uscì nell'aprile del 1994.
EliminaCiao e a presto!
Bella la storia di Fitzy. Una parentesi del Nostro che non conoscevamo. Zagor Nero invece ho fatto fatica a finirla....no horror fantasy dimensioni ultraterrene non fan x me...saluti a tutti giovanni21
EliminaLo sappiamo, Giovanni... :-D :-D :-D
EliminaAhahahaha sì è vero, lo dico sempre ... scusatemi .. dev'essere l'età che avanza inesorabilmente... Ciao Giovanni21
EliminaSi, è una cosa che incuriosì anche me quando lo scoprii qualche anno dopo e per un po di tempo ci sono rimasto "male". XD
EliminaE penso comunque che incuriosì tutti o quasi i lettori! XD
EliminaSì, è un'ipotesi plausibile.
RispondiEliminaIo mi ero fatto l'idea che Boselli e Burattini probabilmente non avevano avuto il tempo per scriverla, dato che erano da poco al "timone" di Zagor. Oppure era Ferri ad essere in ritardo, essendo l'unico a disegnare gli speciali in quegli anni.
Grazie per la risposta Baltorr!
Ciao.
Lorenzo
Grazie a te, Lorenzo! ;-)
EliminaLLDWW è uno di quegli speciali assieme a "L' angelo della morte" che ancora mi manca. L' idea della carovana e del cannibalismo si vede anche nella prima storia pezziana, "La piasta del west".
RispondiEliminaMolto bella "Anima nera". Come giustamente ha scritto Baltorr, la storia ha toni leggendari ed è molto bello vedere uno Zagor che nonostante sia più vulnerabile che mai riesca comunque a trovare dentro di se la forza per provare a sconfiggere il suo doppio malvagio. Il ritmo è incalzante e i toni sono veramente cupi. Curiosa (e riuscita) la scrittura a quattro mani tra Bonelli e Colombo! E Ferri ci dimostra ancora una volta che con le storie tenebrose ci va a nozze come dimostrato in quelle degli anni 80!