Il centonovantaquattresimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor e il ritorno di Robert Gray, la storia completa “Hawak, il crudele”, nonché le prime pagine della storia “Il segno del male”.
HAWAK, IL CRUDELE
Il crudele Hawak è il capo carismatico di
una bellicosa tribù di indiani Cayuga che vive in un villaggio protetto da una
impenetrabile palizzata. È a lui che due trappers senza scrupoli vendono come
schiave tre donne bianche, a cui si erano offerti di fare da guida nella
foresta.
Scoperto l’accaduto, Zagor raggiunge il
villaggio dei pellerossa e, dopo essere riuscito a liberare le prigioniere, deve
condurle in salvo attraversando con loro la foresta.
Impresa non facile, sia perché le fuggitive
sono deboli e spaventate, e rallentano lo Spirito con la Scure, sia perché il
feroce sakem Hawak ha scatenato i suoi guerrieri sulle tracce delle prigioniere
in fuga.
Anche i due trappers senza scrupoli che
hanno venduto le donne agli indiani cercano di intercettarle, prima che possano
denunciarli alle autorità, ma per loro non ci sarà scampo: Uno finirà ucciso
sul proprio coltello, l’altro ammazzato dallo stesso Hawak.
Quest’ultimo finisce infilzato su un ramo
appuntito in seguito ad un duello con Zagor ed i Cayuga rispettano i patti
lasciando liberi i fuggitivi.
Proprio una bella storia, questa, che si legge fino all’ultimo
respiro, ricca di inseguimenti, agguati, nascondimenti, il tutto nella natura
incontaminata delle foreste nordamericane, ottimamente rese dal punto di vista
grafico dagli esordienti Esposito Bros.
Le avventure ambientate nei boschi sono, come ho già avuto occasione
di dire altre volte, tra le mie preferite; quando poi, come in questo caso, la
storia ha il sapore di romanzi e film come L’ultimo
dei mohicani (in particolare mi è venuto in mente questo accostamento sia
leggendo la scena delle donne prigioniere degli indiani nella grotta, sia
vedendo le fattezze del viso di Hawak, rese molto somiglianti a quelle
dell’attore che interpretava il personaggio di Magua nel film di Michael Mann
del 1992) allora la storia mi “prende” ancora di più, ritorno bambino e comincio
anch’io a correre tra i boschi con Zagor…
Uno Zagor potente, che sa il fatto suo e che riesce a salvare
tutte le persone in pericolo a lui affidate... tranne il più indifeso
(Simon)... Ciò a riprova della “forza” ma non dell’ “onnipotenza” del
personaggio!
In particolare, mi sento di dover segnalare la bravura di Moreno Burattini nell’aver saputo
sapientemente caratterizzare le tre figure femminili co-protagoniste, che
emergono come personaggi non stereotipati ma veramente l’una diversa
dall’altra.
Anche le due guide rinnegate non sono personaggi di mero
contorno, ma hanno un peso determinante in tutta la vicenda.
Da ultimo, l’avversario principale, Hawak, non è semplicemente
il solito indiano cattivo e crudele: è un vero capo, che pensa innanzitutto al
bene dei suoi uomini e della sua tribù (vedi le scelte operate durante e dopo
l’incendio nell’accampamento); una tribù, quella dei Cayuga, che finalmente
torna nella saga di Zagor come avversaria di un certo spessore (come nei
lontanissimi tempi del capo Na-pa-wa dell’avventura Morte sul fiume).
Come già accennato, in questa storia abbiamo l’esordio
nell’universo zagoriano di Nando e Denisio Esposito, meglio conosciuti dai
lettori bonelliani come Esposito Bros.
Dopo anni di militanza nello staff di Martin Mystère, con
escursioni nel passato di Storie di Altrove, nel lontano futuro con alcuni albi
di Nathan Never e persino nei mondi fantastici di Zona X, eccoli affrontare una
nuova sfida e illustrare il West in cui si muovono il Signore di Darkwood e il
suo fido compagno d’avventure Cico.
Che dire dei loro disegni?
Si potrebbero definire di “stampo classico zagoriano”, non
pedissequamente “ferriani” ma conformi al canone del Maestro. I primi piani di
Zagor sono veramente azzeccati e alcune “pose” del personaggio sono tipicamente
ferriane.
A voler essere assolutamente pignoli, c’è da dire che i fratelli Esposito sono - a mio parere -
un po’ in difficoltà con il viso di Zagor nei campi lunghi e, più in generale,
con il personaggio di Cico: ma comunque nulla di invalidante per la resa
grafica globale della storia.
Mi preme segnalare che le chine creano dei chiaroscuri
bellissimi, soprattutto nelle scene notturne.
Come al
solito, penso sia interessante leggere alcune osservazioni sulla storia scritte
da Moreno Burattini sul Forum SCLS
nel 2008.
A chi avanzava
delle riserve sul modo in cui termina il duello fra Zagor e Hawak, e sul fatto
che in questa avventura Zagor (per un motivo o per l’altro) non uccide nessuno
dei tre cattivi di turno, rispondeva:
“Grazie per i complimenti,
ma grazie anche a chi critica perché significa che c’è dell’interesse e che si
è stimolata una discussione.
In ogni caso spero che
nessuno detti mai un decalogo dei modi in Zagor "dovrebbe ammazzare"
gli avversari (ogni scontro è un caso a sé, e se ci fosse un elenco dei modi
consentiti codificati sarebbe una noia). Mi bastano tre regole su come Zagor
NON dovrebbe mai ammazzare gli avversari: 1) in modo ingiustificato
(l’uccisione deve essere sempre l’extrema ratio); 2) a tradimento; 3) con inutile
e/o compiaciuta crudeltà.
In realtà direi che Hawak
viene ucciso proprio da Zagor, che lo scaglia verso lo spuntone del tronco nel
contesto di uno scontro all’ultimo sangue. Altrimenti sarebbe come dire che se
A spara a B, B non è ucciso da A ma dalla pallottola.
Se Zagor lottando con uno
lo gettasse da un burrone, si potrebbe dire forse che costui sia morto in modo
accidentale?
Circa i due trappers,
direi che in generale la linea di condotta del nostro eroe (appunto perché un
eroe) dovrebbe essere quella di catturare, quando si può, i colpevoli vivi
perché siano affidati al giudizio di un tribunale (anche perché talvolta serve
anche che qualcuno possa parlare e svelare i retroscena delle losche trame e il
nome di altri complici). A volte prenderli vivi non si può, oppure è il destino
che provvede a fare giustizia.
Faccio notare che la
mancata uccisione di tutti i nemici da parte di Zagor non significa che il
nostro eroe si sia dimostrato un mollaccione nel corso della storia, avendo
fatto fuori in circostanze molto drammatiche un gran numero di Cayuga”.
A chi gli chiedeva se nella caratterizzazione del personaggio di
Zoe ci fosse un accenno o un omaggio al femminismo, Moreno rispondeva:
“Riguardo ad Hawak il crudele, lo spunto da cui sono
partito, in realtà non era quello di far scontrare Zagor con un capo cayuga
particolarmente feroce, ma quello di mettere lo Spirito con la Scure in
condizione di dover scortare nella foresta, braccato, alcune donne: cioè figure
particolarmente difficili da proteggere, essendo più deboli, non avvezze
all’uso delle armi, non abituate a cavarsi d’impiccio in condizioni estreme.
Nella mia idea originale, le donne dovevano essere di più, almeno una decina.
Poi ho optato per una semplificazione della trama, scegliendo tre diverse
caratterizzazioni per tre diversi tipi femminili. Ho voluto accennare al
femminismo? Non facendo riferimento a un ben preciso movimento di idee, questo
no. Ma certo ho pensato di caratterizzare una delle donne come una segnata
dalle esperienze della vita, resa cinica e disillusa, e in questo mi sono
sforzato, nei limiti della zagorianità e senza poter troppo “berardeggiare”, di
sfuggire al cliché della femminilità sdolcinata e romantica. Insomma, senza
aver fatto niente di clamoroso, ho cercato di creare un personaggio a tutto
tondo, un personaggio vero con un minimo di spessore”.
Caro Baltorr,
RispondiEliminala prossima volta lascia dire qualcosa anche a noi!
Hai detto tutto Tu!
Hai comunque ragione su tutta la linea.
Ciao
Giovanni21
Grazie Giovanni!
EliminaCe ne fossero di disegnatori come gli Esposito Bros! Non capisco,caro Baltorr,Come fai a "lamentarti"degli Esposito,e a sorvolare sui disegni per nulla "classici" di Chiarolla. Anch'io ho gradito parecchio quest'avventura,che,tra l'altro,è risultata tra quelle più gradite,scritte da Burattini,nella "Moreneide" organizzata dal forum SCLS qualche anno fa. Ricordi,Baltorr?
RispondiEliminaNon mi pare di essermi lamentato dei fratelli Esposito... ho solo scritto che, a voler esere vermanete pignoli, c'erano alcune piccole "pecche" in un lavoro complessivamente di alto livello!
EliminaDimenticavo: ho notato che hanno aumentato le pagine della storia: il volume ha ora, come i primi, 270 pagine complessive di cui ben 256 a colori contro le 240 dei primi numeri del maggio scorso.
RispondiEliminaChissà continuino così.. ne sapevi niente, Baltorr?
L'aumento delle pagine di questo volume mi risulta sia dovuto al fatto di poter arrivare al n. 212 con una storia che terminerà la sua corsa proprio in quel numero, qualora la serie si dovesse davvero fermare lì...
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