Il centonovantaduesimo
numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro i Lupi del Fiume, nonché la prima parte della storia “L’orda infernale”.
L’ORDA INFERNALE
Uno sciamano dal volto tatuato, chiamato
Dark Moon, si impossessa di un misterioso oggetto, uccidendo lo stregone che lo
custodiva. È una pietra nera, frammento di un antico meteorite, che trasforma
in mostri dalla pelle invulnerabile uomini e animali che vengano in contatto
con le sue radiazioni. Grazie a questo potere, Dark Moon mette insieme un esercito
di inarrestabili giganti.
Decisi a fermare lo sciamano e i suoi
spaventosi guerrieri, Zagor e Tonka radunano un gruppo di pellerossa composto
da valorosi rappresentanti di varie tribù. Tra essi c'è anche il fiero Nakai,
capo dei Navajos delle Terre Calde, nel cui territorio era da secoli custodita
la pietra…
Zagor, Tonka e i loro valorosi alleati
indiani recuperano la pietra nera trafugata da Dark Moon e, per impedire che
serva a creare altri mostri, intendono distruggerla. L’unico modo per farlo sembra
essere quello di gettarla nel magma ribollente di un vulcano. Ma mentre lo
Spirito con la Scure si appresta a compiere l’impresa, il malvagio stregone dal
volto tatuato e i superstiti della sua orda cercano in tutti i modi di
fermarlo...
Storia gradevole e scorrevole, con un soggetto in sé abbastanza
originale, anche se a mio parere meno riuscita rispetto alle precedenti prove
di Luigi Mignacco.
L’introduzione del personaggio di Dark Moon, il gradito ritorno
di Nakai, Masewi e Shumavi lasciavano ben sperare ma poi il clima di mistero
creato all’inizio dell’avventura viene ben presto dissipato e i nemici da
affrontare si rivelano di gran lunga non all’altezza delle premesse…
Comunque, al di là dell’avventura in se stessa, data la mia
passione per il genere fantasy
personalmente ci tengo ad evidenziare una serie di elementi particolari: la
circostanza che la misteriosa pietra nera può essere distrutta gettandola in un
vulcano (a proposito, ho visto di buon occhio il richiamo alla continuity con
l’utilizzo del Saskatoon del Maxi n. 9 La
Montagna di Fuoco) mi ha richiamato alla mente l’Unico Anello del Il Signore degli Anelli.
A maggior ragione il romanzo di Tolkien mi è tornato alla mente
sia quando viene formata una “compagnia” eterogenea composta da rappresentanti
delle diverse tribù indiane (così come la Compagnia dell’Anello era composta da
membri delle diverse razze della Terra di Mezzo) sia quando viene presa la
decisione di affidare la “vera” pietra a Cico, il più improbabile degli eroi
(così come l’Anello era stato affidato a Frodo, un Hobbit, eroe altrettanto
improbabile).
Ed anche la fine che fa la pietra nera è significativa: cade nel
vulcano assieme a Dark Moon, il “mostro” che aveva dedicato a lei al sua
esistenza (assonanza con il Gollum tolkieniano).
A mio parere sono così tante le “assonanze” che mi sembra
impossibile che Mignacco non abbia
inteso palesemente ispirarsi a Il Signore
degli Anelli. O si tratta di un puro e semplice caso? Chissà...
I disegni puliti di Gianni
Sedioli, in costante miglioramento, supportano molto bene la linearità
della trama.
A leggere la trama sembra una variante de "La fiamma nera".
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