Il centonovataseiesimo numero in edicola oggi contiene la maggior parte dell’avventura di Zagor contro Mortimer a Caraibi.
ZAGOR CONTRO MORTIMER
Dopo l’avventura contro Stephan e Haggoth,
Zagor fa ritorno a Darkwood ma ecco riapparire un altro dei suoi più pericolosi
avversari: il diabolico Mortimer! Il criminale, da autentico genio del crimine,
ha tessuto una nuova, inesorabile trama: Cico è scomparso e sembra essersi
imbarcato, di sua volontà, su una nave diretta ai Tropici (in realtà è caduto vittima
dell’inganno di un complice di Mortimer, Jonathan Clark).
Zagor non accetta la scelta dell’amico e lo
raggiunge appena in tempo per ritrovarsi prigioniero con lui a bordo di una
nave in viaggio verso Haiti. Nel frattempo, sull’isola, il diabolico Mortimer,
sempre accompagnato dalla bellissima Sybil, ordendo un incredibile complotto in
cui è coinvolto anche l’egiziano Hammad (vecchia conoscenza dello Spirito con
la Scure) e con l’intento di portare a compimento una vendetta più volte
rimandata, è riuscito a far giungere Zagor e Cico ad Haiti, nel cuore dei
Caraibi, per renderli involontari complici di un suo clamoroso piano:
impossessarsi di 50 milioni di franchi, prima rata che il governo haitiano deve
pagare per il riconoscimento dell’indipendenza dalla Francia, e far ricadere la
colpa sui nostri due eroi!
Mortimer riesce a conquistare la fiducia di Hammad,
che è l’intermediario e il garante dei pagamenti tra il governo haitiano e i
soldati francesi, riuscendo così a conoscere tutti i particolari
dell’operazione; si assicura poi la complicità di Bertrand Duvalier,
stimato funzionario del governo, che permette a Mortimer di rubare l’oro e poi
afferma che le casse sono state portate via da due uomini in divisa francese
facilmente identificabili in Zagor e Cico (che vengono tenuti prigionieri in
una capanna e sono stati vestiti da soldati francesi con l’intenzione di “darli
in pasto” alle autorità haitiane).
Niente sembra poter ostacolare questo
implacabile meccanismo a orologeria messo in atto dal genio del crimine, tanto
che questi non resiste dal presentarsi a Zagor e Cico svelando loro di essere
il responsabile dell’intero complotto. Ma poco prima dell’arrivo dei soldati, entra
in scena Guedé
Danseur che penetra nella capanna e libera gli amici di vecchia
data.
Lo Spirito con la Scure, a questo punto,
intende a tutti i costi sventare l’infernale macchinazione del genio del
crimine riaprendo, così, una partita che sembrerebbe ormai chiusa. Così, il
giorno successivo, Zagor, Cico e Guedé Danseur penetrano nella villa di Hammad e gli
spiegano la situazione.
Grazie alle indicazioni di quest’ultimo, Zagor si getta alla caccia di
Mortimer e dopo alcune rocambolesche avventure raggiunge l’imbarcazione
approntata da Mortimer per la fuga con l’oro solo per scoprire che costui
(insieme a Sybil e Duvalier) ha fatto prigionieri Cico e Hammad!
Zagor viene legato e disarmato e
l’imbarcazione prende il largo: Mortimer vuole uccidere i tre avversari
gettandoli in pasto agli squali. Il primo ad essere buttato in acqua è Hammad,
ma Zagor riesce a liberarsi e getta a sua volta fuori bordo Mortimer, per poi
tuffarsi in aiuto dell’egiziano. Sybil, nel tentativo di salvare Mortimer,
precipita anche lei in acqua e viene divorata sotto gli occhi esterrefatti di
tutti, in particolare quelli di Mortimer che viene sommerso dai flutti,
scomparendo alla vista mentre Zagor e Hammad riescono a risalire a bordo.
Zagor e Cico vengono completamente
scagionati sia dalla testimonianza di Hammad che dalla confessione di Duvalier
ed i 50 milioni in oro vengono recuperati dal governo haitiano.
Su una spiaggia deserta, vediamo il
sopravvissuto Mortimer ora ancora più motivato nel suo odio contro Zagor...
Bellissima storia
burattiniana che sposta l’azione dalle foreste di Darkwood agli scenari
tropicali dei Caraibi e che vede il ritorno di quattro importanti personaggi
zagoriani: lo spietato trasformista, ladro e assassino Mortimer; la sua
compagna Sybil;
Hammad
l’Egiziano (indimenticato e sventurato commerciante di Port-Au-Prince); e Guedé Danseur
(simpatico stregone-ballerino). I primi due li avevamo lasciati alla fine della
storia La trama del ragno (nn.
459/461) mentre si imbarcavano per i Caraibi dopo lo scontro vittorioso con il
Tessitore; gli altri erano stati conosciuti da Zagor e Cico nelle avventure Vudù e Oceano (nn. 93/99).
Questo quarto
scontro di Zagor con Mortimer, supportato da un soggetto stimolante,
un’ambientazione suggestiva e una trama intricata ma lineare, rende di fatto
questo avversario una vera e propria nuova nemesi dello Spirito con la Scure,
al pari di personaggi del calibro di Hellingen e il vampiro Bela Rakosi.
L’estensione della storia, lunga 338 pagine, consente a Moreno Burattini di dividere la
medesima in due parti: la prima, di ambientazione tipicamente “darkwoodiana”,
incentrata sull’inseguimento di Zagor alla ricerca di Cico, la seconda, dopo il
viaggio in nave, trova il suo palcoscenico nelle esotiche atmosfere di Haiti.
Nella prima parte lo sceneggiatore utilizza abilmente diversi
elementi del passato di Zagor e Cico: il sombrero, il ricordo delle avventure
con gli akkroniani, con il mostro del Dark Canal e con il vampiro, il flashback
di Zagor racconta…, le citazioni di
luoghi cari alla memoria degli zagoriani come Pleasant Point, Union Town, La
Taverna del Gufo e Norkfolk.
Inoltre Burattini
connota di forti elementi introspettivi il personaggio di Zagor che, nella
relativa solitudine del suo viaggio, a causa della lettera lasciatagli da Cico
è portato a riflettere sul loro rapporto, in una sorta di esame di coscienza
nel quale - amaramente - deve anche riconoscere di non essere sempre stato
all’altezza del suo “ruolo” di amico.
L’incontro chiarificatore con Cico fa da apripista alla seconda
parte dell’avventura, ambientata su Haiti. Anche qui il concetto di amicizia,
tratteggiato nelle sue diverse sfaccettature, la fa da padrone. Zagor infatti
incrocia ancora la sua strada prima con Guedè Danseur e poi con Hammad, due
grandi “alleati” del passato che si riconfermano tali.
C’è poi l’incontro/scontro con (il logorroico) Mortimer, che
riconferma in pieno la natura di genio del crimine di costui (come in passato è
particolarmente elaborato il piano delittuoso che ha concepito, teso questa
volta ad impadronirsi dell’oro haitiano e nel contempo vendicarsi di Zagor e
Cico facendo ricadere la colpa del misfatto su di loro) ma al quale lo Spirito
con la Scure riesce ancora una volta a tenere testa sia con le sue capacità
“deduttive” sia con la sua “fisicità”.
Si dice che l’amicizia e l’amore vincono sempre, ma in questa
storia solo per la prima c’è un lieto fine: in un finale concitatissimo e
carico di pathos e di tensione, Zagor
si tuffa per salvare l’amico Hammad e riesce nel suo intento, mentre Sybil
cerca disperatamente di aiutare l’amato Mortimer, ma il tentativo le risulta
fatale.
Ciò renderà Mortimer ancora più assetato di vendetta nei
confronti di Zagor, come ben sanno coloro che seguono le avventure più recenti…
ma questa, come si suol dire, è un’altra storia!
Per quanto concerne i disegni, devo dire che siamo di fronte a
un’ottima prova di Marco Verni, qui
alla sua terza apparizione sulla serie regolare, che con il suo tratto chiaro e
pulito conferisce linearità grafica a tutta la storia.
Concludo riportando come al solito
alcuni interventi di Moreno Burattini
postati sul Forum SCLS nel 2009, durante la pubblicazione della storia nelle
edicole.
Ad un forumista che gli chiedeva come mai non fosse stato
utilizzato, per nessuno dei quattro albi in cui era originariamente comparsa la
storia, il titolo “Caraibi” (apparso anche in un’illustrazione di Marco Verni distribuita nelle fiere del
fumetto alla quale si era ispirato Gallieno
Ferri per la cover del n. 523), Moreno
Burattini rispondeva:
“Caraibi era il titolo di
lavorazione della storia. Ovviamente, dovendo poi dividere la storia su quattro
albi, sono serviti quattro titoli. Uno avrebbe benissimo potuto essere quello.
Io l’ho proposto, insieme ad altri, tra cui appunto Tropico del Nord e, se non ricordo male, Ritorno ad
Haiti. Ha vinto (a giudizio di Canzio), Tropico
del Nord, forse perché più evocativo e
avventuroso (Caraibi magari poteva
suggerire a qualcuno più l’idea di vacanze esotiche che di una storia di
avventura). Io li trovo buoni tutti e tre”.
A chi gli domandava se, quando aveva sceneggiato il ritorno
di Robert Gray non avesse, forse inconsciamente, dato a quest’ultimo qualche
reminiscenza della personalità di Mortimer, Moreno rispondeva:
“Ho pensato a questa
eventualità solo a posteriori (alla possibilità di un confronto fra Mortimer e
Robert Gray, cioè). In realtà, scrivendo il ritorno di Gray mi era sembrato
solo di proseguire la caratterizzazione già ben delineata dal precedente
sceneggiatore, e mi sembrava che l’elemento su cui giocare fossero i gadget
tecnologici, cosa del tutto estranea a Mortimer (a meno di non voler
considerare gadget tecnologico il bastone animato).
Riflettendoci a storia
scritta, mi è parso di poter escludere un eccesso di sovrapponibilità dato che
Gray è sostanzialmente un folle in cerca di vendetta, un sadico, quasi un
nazista ante-litteram (l’incidente in cui perde le mani nasce, seppur non
direttamente, dal suo intento di sperimentare delle armi innovative su cavie
umane). La sua genialità è patologica come lo è il talento matematico di un
autistico. Mortimer, direi, non ha punti in comune da questo punto di vista”.
Alla domanda se, quando aveva creato Mortimer, Burattini avesse voluto fare una specie di omaggio a Diabolik
(guarda caso, il cognome di Sybil è lo stesso di Eva), rispondeva:
“No, creando Mortimer in
realtà non pensavo (ancora) a Diabolik. Il fatto di aver dato il cognome di
Kant alla bella Sybil è, infatti, una strizzatina d’occhio inserita nella
seconda o addirittura nella terza avventura (non ricordo più). Peraltro, con
Diabolik ci sono più differenze che somiglianze: Mortimer non ha particolari
doti atletiche, non si interessa di gioielli di famiglia, non usa particolari
congegni tecnologici, non ha un modus operandi basato sulla sostituzione di
particolari persone nel loro ambiente e sul fatto di farsi scambiare per loro
avendone imitato l’aspetto alla perfezione, ha agito in città solo in
un’occasione, non è un monomaniaco del crimine ma uno che usa il suo talento
per fare la bella vita, è molto più machiavellico di Diabolik nella messa a
punto dei suoi piani, la sua vita si "evolve" sulla base degli eventi
che attraversa, eccetera.
Chiamando Sybil con il cognome di Kant ho fatto un ammiccamento a Diabolik, ma tutto lì, perché poi penso che Mortimer possa considerarsi un bel signore colto ed elegante, e Diabolik invece un funambolo o un trasformista e dunque qualcosa di diverso.
Chiamando Sybil con il cognome di Kant ho fatto un ammiccamento a Diabolik, ma tutto lì, perché poi penso che Mortimer possa considerarsi un bel signore colto ed elegante, e Diabolik invece un funambolo o un trasformista e dunque qualcosa di diverso.
Mortimer, secondo me, è
tutto sommato abbastanza originale nelle sue caratteristiche soprattutto in un
contesto zagoriano, dato che i tradizionali avversari dello Spirito con la
Scure sono del tutto diversi da lui.
Tuttavia, ci sono state
delle fonti di ispirazione, sfruttate però per dare vita a un personaggio
"altro" e differente. Si tratta dei personaggi del "Sordo"
(il nemico ricorrente nei romanzi dell’87° Distretto di Ed McBain) e di Edward
Pierce, criminale veramente esistito e protagonista del romanzo "La prima
grande rapina al treno" di Michael Chricton (a entrambi va il mio ammirato
ricordo). Ovviamente, si tratta di letture consigliatissime a tutti.
Vorrei anche aggiungere
questa considerazione. Nell’ultima storia, ancora in corso di pubblicazione,
Mortimer segna un ulteriore distacco da Diabolik. Infatti, mentre il criminale
in calzamaglia nera vive e agisce in una dimensione geografica e temporale al
di fuori della realtà e puramente convenzionale, Mortimer si trova
perfettamente calato in un contesto storico reale e in un preciso ambito
geografico, trovandosi anzi a interagire con avvenimenti realmente accaduti,
come quello del pagamento dei centocinquanta milioni di franchi in oro versati
da Haiti alla Francia in cambio del riconoscimento dell’indipendenza (prima
repubblica nera della Storia). A questo proposito, resto di stucco nel leggere
i commenti di chi si lamenta, incredibilmente, del fatto che, nell’avventura
haitiana, Haiti non venga fuori, che tutto sommato l’avventura avrebbe potuto
svolgersi dovunque, che non c’è il vudu, eccetera. Mah. Non vedo come in
qualunque altro luogo Mortimer avrebbe potuto fare un colpo come quello messo a
segno a Port-au-Prince. Addirittura, Haiti viene tanto fuori che, sfidando
imperterrito e a testa alta ogni possibile accusa di spiegazionismo, mi sono
persino dilungato nel raccontare la storia dell’indipendenza haitiana,
mostrando i volti dei protagonisti, accennando agli addentellati storici con
l’imperialismo e perfino tirando in ballo Simon Bolivar, trovando
documentazione sulle divise dei soldati francesi e su quelle degli haitiani,
accennando ai bucanieri e mettendo in scena preghiere agli dei del mare, gli
squali, l’oceano e addirittura le onde anomale. Uno sforzo incredibile per
contestualizzare un’avventura in un tempo e in un luogo preciso. Risultato:
leggo che Haiti non c’è e che l’avventura avrebbe potuto svolgersi in
"qualsiasi altro luogo". Certo, infatti a Darkwood è comune vedere
soldati francesi e pescecani. Peraltro, davvero si può credere che parlare del
vudu e degli zombi sia rendere più fedelmente Haiti che raccontare le vicende
dell’indipendenza dell’isola? Posso dire che quando mi sono proposto di
"haitianizzare" la mia storia, ho volutamente cercato di fuggire
dalla banalità stereotipata degli zombi e del tesori dei pirati: cose senza
dubbio affascinanti, ma già viste proprio su Zagor. Quando ho chiesto a
Mortimer che cosa avesse in mente di fare nei Caraibi e lui mi ha sfidato a
scoprirlo, io gli ho subito detto: sono sicuro che non pensi di trafugare l’oro
di un galeone sommerso. E lui ha sorriso dicendo: già, proprio no”.
Alla domanda se Moreno Burattini avesse già previsto, all’epoca del finale di Zagor contro il Tessitore, che il
successivo ritorno di Mortimer sarebbe avvenuto ad Haiti, con la partecipazione
di Hammad e tutto il resto, così rispondeva:
“Già a partire dalla metà
del XIX secolo i Caraibi cominciarono a essere oggetto di viaggi di piacere, o
per cura, o per residenze stagionali.
La nuova fase iniziò
quando la classe abbiente nordamericana cominciò a cercare regioni dal clima
piacevole dove rilassarsi con vacanze salutari. Alla fine del secolo, la
Florida ebbe il suo momento di massima notorietà come meta turistica e le
Bahamas ne godettero il successo di riflesso.
Lo stesso, del resto,
potrebbe dirsi dei Mari del Sud, e uno dei più grandi scrittori dell’Ottocento,
Robert Louis Stevenson non a caso è nato a Edimburgo ma è morto a Samoa, dove
si era trasferito.
In ogni caso Mortimer non
vuole andare "in vacanza", vuole momentaneamente cambiare aria (e
soprattutto ne ha bisogno Sybil, reduce da mesi di prigione e varie settimane
di sequestro da parte del Tessitore), e sicuramente Cuba e Nassau si prestano.
Una volta che ho appreso
da Mortimer stesso (perché Mortimer è un personaggio, come ho detto altre
volte, che si scrive i testi da solo) che si sarebbe trasferito nei Caraibi, ho
subito pensato: uno come lui non sta certo tranquillo a prendere il sole. Ho
immediatamente immaginato che Mortimer si sarebbe messo a cercare l’occasione
per un colpo. Ho pensato che sarebbe stato troppo banale immaginare qualcosa di
legato ai galeoni spagnoli (che del resto avevano già ispirato Capitan Serpente). Allora ho aspettato
che il diabolico criminale mi rivelasse le sue intenzioni.
Quando ho chiuso la storia con il Tessitore e ho spedito Mortimer a Nassau sapevo già che nella storia successiva ci sarebbe stato un colpo ai Caraibi e che Zagor sarebbe stato attirato in l: era anche ora che gli scontri fra i due trovasseto nuovi scenari. Non sapevo ancora che il colpo avrebbe riguardato la storia di Haiti e una nave francese, non sapevo che sarebbe tornato Hammad. Ci ho pensato dopo”.
Quando ho chiuso la storia con il Tessitore e ho spedito Mortimer a Nassau sapevo già che nella storia successiva ci sarebbe stato un colpo ai Caraibi e che Zagor sarebbe stato attirato in l: era anche ora che gli scontri fra i due trovasseto nuovi scenari. Non sapevo ancora che il colpo avrebbe riguardato la storia di Haiti e una nave francese, non sapevo che sarebbe tornato Hammad. Ci ho pensato dopo”.
Ad un forumista che gli domandava quanto “sofferta” fosse
stata la decisione dell’eliminazione di Sybil e si fosse prospettato le
eventuali reazioni dei lettori, Moreno
rispondeva:
“Lo scopo di ogni
personaggio è quello di dare emozioni al lettore. Nessun personaggio, in
teoria, nasce per far restare indifferente o annoiare i lettori.
Tutti devono, o
dovrebbero, avere una funzione nel racconto e alla fine contribuire alla
riuscita del medesimo. In questa ottica, se la morte di un personaggio serve al
massimo successo di una storia, l’autore ha il dovere di farlo morire.
Quando mi è balzata agli
occhi l’evidenza che la morte di Sybil avrebbe rinvigorito e reso più
interessante Mortimer (il cui ritorno, secondo me, dovrebbe essere ogni volta
più interessante e non un qualcosa di prevedibile e scontato), ho detto: va
bene.
E per primo ho shockato Marco Verni che non se lo aspettava. Quanto
alle reazioni dei lettori, almeno riguardo a questo sono state esattamente
quello che mi auguravo”.
A chi si era lamentato del fatto che il personaggio di Guedè
Danseur rivestiva il ruolo di una mera comparsa, la cui unica azione di rilievo
era quella di liberare Zagor e Cico prigionieri di Mortimer, lo sceneggiatore
chiariva:
“Nella sua prima
apparizione, nell’ambito di una storia TUTTA ambientata ad Haiti di ben 253
tavole, Guedè Danseur compare in circa 60 pagine.
In questa sua seconda
apparizione, dove le tavole ambientate ad Haiti sono soltanto, più o meno, 180,
Guedè Danseur compare in circa 40 pagine.
Mi pare che non ci sia poi
tutta questa differenza.
Questo per quanto riguarda
la quantità.
Circa la qualità, fermi
restando il talento e il primato di Nolitta, nella mia storia Guedè è
risolutivo perché, di sua iniziativa e per suo acume, interviene e libera Zagor
in un momento crucialissimo, e poi lo guida fino a casa di Hammad attraverso un
percorso irto di sentinelle: non mi pare che proprio si possa definire un
elemento senza importanza.
Per non parlare dei suoi
siparietti comici e dei botta e risposta con Cico.
Né si può dire che nella
storia di Nolitta sia esattamente lui il protagonista, è un personaggio utile
perché Zagor venga a capo della situazione, ma poi il cattivo è O’Keefe e
l’eroe è lo Spirito con la Scure. Se nella memoria e nella nostalgia a tutti
noi sembra che Guedè abbia fatto molto di più, è solo una sorta di illusione
prospettica.
Aggiungo che nella nuova
storia di Mortimer, tali e tanti sono gli elementi presenti (lo scontro fra
titani del criminale con Zagor, la grande rapina, il ritorno di Hammad, la
caccia all’uomo, il contesto storico) che secondo me fatalmente sembra
ridimensionato il ruolo di Guedè”.
Infine, un po’ di riflessioni a ruota
libera di Moreno su varie critiche:
“Ogni volta che leggo i
commenti dei lettori mi torna in mente la canzone "Cara ti amo" di
Elio e le Storie Tese:
Lui: Io sono come sono.
Lei: Cerca di cambiare.
Lui: Sono cambiato.
Lei: Non sei più quello di
una volta.
Un piccolo esempio: mi
viene contestato addirittura il pur breve passaggio in cui Zagor ricorda con
Hammad l’episodio della lotta con Togo. Ora, sono sicuro che, se non lo avessi
fatto, qualcuno avrebbe detto: "Ma come? Zagor torna nella villa di
Hammad, la mitica villa della mitica storia di Nolitta & Ferri, e non dice
nulla? Non gli tornano alla mente i drammatici avvenimenti di quella precedente
avventura? Né lui né Hammad si scambiano due parole rievocando il
passato?".
Gliel’ho fatto rievocare,
ed ecco il risultato: uffa, quanti ricordi, che bisogno c’era di ricordare, che
noia, che barba, che noia.
Qualcuno dice che è
stata una bella trovata quella della scommessa che ha portato al rapimento di
Cico, ma di contrappunto ecco quelli che dicono che no, è assurda, che Cico fa
la figura dell’idiota (come se negli albi di Nolitta non venisse mai
imbrogliato, non si comportasse mai incautamente, non finisse vittima di
turlupinatori, fosse sempre accortissimo). Mah.
Io so di essere una
persona di normale intelligenza, però mi rendo conto di dover stare molto ma
molto attento a non essere imbrogliato, e vi assicuro che qualche volta è
capitato anche a me di fare incauti acquisti o firmare contratti capestro; di
recente mi hanno persino rubato sotto il naso il carrello del supermercato con
dentro due euro. Ci sono imbroglioni in grado di fare truffe spettacolari ai
danni di chiunque. Ma a Cico no, non la si deve fare. Non dico a Zagor,
attenzione, ma a Cico. Deve essere più furbo e avveduto di tutti, se no fa
brutta figura.
Non mi dilungo
sull’effetto straniante e allibente che mi hanno fatto certe obiezioni sul
cappello o sui soldati che avrebbero dovuto essere presenti all’interno del
carro (sgrano gli occhi incredulo per aver letto di queste cose), ma una cosa
molto divertente la voglio raccontare dato che si è parlato del cavallo.
Un lettore (non
nell’ambito di questo forum) mi ha criticato trovando intollerabile il fatto
che Zagor a cavallo sfondi una vetrata, perché l’ha gia visto fare a Zorro.
Ora, si tratta di una obiezione esilarante per uno che legge Zagor: che cosa
dirà allora vedendo che Zagor, spesso e volentieri, vola di ramo in ramo? Che
l’ha già visto fare a Tarzan?
Ricapitolando: se io UNA
VOLTA faccio sfondare una vetrata a un cavallo non va bene perché (non so dove)
l’ha già fatto Zorro; però se Nolitta fa volare SEMPRE Zagor con la liana va
bene anche se l’ha già fatto Tarzan.
Mi chiedo se sparare con
la pistola non l’ha già fatto Tom Mix o fare a pugni non sia appannaggio di
Tex.
Questo, dunque, il mio
pane quotidiano.
Poi è ovvio
che ogni lettore è libero di apprezzare o non apprezzare una storia, di
criticare o di lodare, di applaudire o di fischiare. Diciamo anche, però, che
se uno argomenta una critica con considerazioni che mi sembrano un po’ balzane,
sarà consentito anche a me di replicare, con tutto il fair play del caso e
tutta la gentilezza di cui sono capace, in modo da poter dire anch’io il mio
punto di vista. Tutto qui. Vorrei comunque che ognuno si sentisse libero di
commentare come crede (e mi pare che tutti lo facciano, dato che non su può
certo dire che godo di un consenso bulgaro). Però, è chiaro che se qualcuno non
mi sopporta, non mi sopporta punto e basta e niente di quanto possa scrivere
gli farà mai cambiare idea. Si può ragionevolmente pensare che se Mortimer è un
personaggio a cui sono molto legato e se scrivo una storia con il ritorno di
Hammad l’Egiziano, cercherò di dare il massimo e fare del mio meglio. Ebbene,
se il mio meglio per qualcuno non arriva a dare neppure la sufficienza
(giudizio più che legittimo), costui sta bocciando senza appello tutta la mia
ventennale produzione e dunque io non sono il suo autore, come per me non lo
sono gli sceneggiatori dei cartoni animati giapponesi che invece mandano in
estasi mistica i miei figli. Ovviamente, non ci posso fare niente. Non posso
neppure promettere di cercare di impegnarmi di più. Non si può cavar sangue
dalle rape…”.
Concordo pienamente:storia intrigante!Già,ma rivedremo ancora,sulla serie mensile,quella vecchia canaglia di Mortimer? Burattini lo farà resuscitare? Scommetto che Moreno sta già lavorando per un suo ritorno. È così Baltorr? A proposito,hai notizie fresche sul ritorno di Alexis? A presto...
RispondiEliminaSono sicuro che Moreno ha già in mente come far "resuscitare" Mortimer...
EliminaPer quanto riguarda il ritorno di Alexis, Mangiantini sta ultimando le ultime tavole, quindi la storia è in dirittura d'arrivo...
Caro Baltorr,dopo ogni tua incursione,presso la redazione bonelliana,hai pubblicato sul tuo blog almeno una tavola della futura storia,disegnata da Nuccio,che ha come protagonista Winter Snake. Sappiamo che sarà un color,ma quando la leggeremo? In molti,me compreso,speravano di leggerla con il color di dicembre. Hai notizie fresche a riguardo? A presto...
RispondiEliminaDalle informazioni in mio possesso, il color di Joevito non dovrebbe vedere la luce almeno fino al 2019, salvo eventi eccezionali... Infatti, tra i due ipotetici color del 2018 (che non sono autorizzato a rivelare, anche perché passibili di cambiamento) ad oggi il suo non c'è...
EliminaLa storia più discussa del decennio credo. XD Avrebbe tutto per essere memorabile, però... boh! Un pò tutti i fatti li trovo così veloci nonostante la vicenda duri oltre 300 pagine. La parte migliore è effettivamente quella riguardante la storia di Haiti ed il colpo. Peccato che Mortimer e co. stiano continuamente a rimarcare sul piano. Quando uno avrebbe voglia di leggere altro, ecco che si ritorna lì! XD Davvero tesa ed angosciante la sequenza finale. Peccato che il colpo di scena fu la prima e unica cosa che mi spoilerai su Zagor. XD
RispondiEliminaEffettivamente certe osservazioni dei lettori ogni tanto sono "sconvolgenti" XD, però rivedere intere sequenze di cose già viste in altri albi... certo, era già accaduto ne "Il ritorno del vampiro", ma mi sembra fosse rimasto un unicum. Secondo me basta una vignetta e la citazione dell' albo.
Come fatto notare da un utente del forum, vengono ricordate varie avventure, ma curiosamente non "Uno strano fuorilegge", che poteva dare a Zagor una validissima ragione per andare dietro al messicano visto che l' unica volta che si erano separati poi era finito nei guai XD
Sull' ormai "defunta" ubc in quel periodo ancora al top (come cambiano in fretta a volte i tempi) venne fatto notare come un' avventura simile negli anni 80 ci se la poteva solo sognare. Beh, mica tanto. In quegli anni usciva "Il grande inganno". XD
cari Amici,
RispondiEliminaben trovati.
Storia a dir poco eccezionale. Trama interessante, colpi di scena a non finire e non ultimi, disegni strepitosi, il cui effetto viene riverberato dal colore: bellissima la resa delle uniformi dei soldati, cui il b/n non si addiceva.
Come gli ho detto di persona, Mortimer è uno dei villain che più è riuscito a Moreno Burattini e che lui ha saputo far recitare in avventure dal grande impatto.
Cordiali saluti
Giovanni21