giovedì 6 luglio 2017

Zagor Collezione Storica a Colori: Mortimer! (ZCSC196)


         Il centonovataseiesimo numero in edicola oggi contiene la maggior parte dell’avventura di Zagor contro Mortimer a Caraibi.


ZAGOR CONTRO MORTIMER

Dopo l’avventura contro Stephan e Haggoth, Zagor fa ritorno a Darkwood ma ecco riapparire un altro dei suoi più pericolosi avversari: il diabolico Mortimer! Il criminale, da autentico genio del crimine, ha tessuto una nuova, inesorabile trama: Cico è scomparso e sembra essersi imbarcato, di sua volontà, su una nave diretta ai Tropici (in realtà è caduto vittima dell’inganno di un complice di Mortimer, Jonathan Clark).
Zagor non accetta la scelta dell’amico e lo raggiunge appena in tempo per ritrovarsi prigioniero con lui a bordo di una nave in viaggio verso Haiti. Nel frattempo, sull’isola, il diabolico Mortimer, sempre accompagnato dalla bellissima Sybil, ordendo un incredibile complotto in cui è coinvolto anche l’egiziano Hammad (vecchia conoscenza dello Spirito con la Scure) e con l’intento di portare a compimento una vendetta più volte rimandata, è riuscito a far giungere Zagor e Cico ad Haiti, nel cuore dei Caraibi, per renderli involontari complici di un suo clamoroso piano: impossessarsi di 50 milioni di franchi, prima rata che il governo haitiano deve pagare per il riconoscimento dell’indipendenza dalla Francia, e far ricadere la colpa sui nostri due eroi!
Mortimer riesce a conquistare la fiducia di Hammad, che è l’intermediario e il garante dei pagamenti tra il governo haitiano e i soldati francesi, riuscendo così a conoscere tutti i particolari dell’operazione; si assicura poi la complicità di Bertrand Duvalier, stimato funzionario del governo, che permette a Mortimer di rubare l’oro e poi afferma che le casse sono state portate via da due uomini in divisa francese facilmente identificabili in Zagor e Cico (che vengono tenuti prigionieri in una capanna e sono stati vestiti da soldati francesi con l’intenzione di “darli in pasto” alle autorità haitiane).
Niente sembra poter ostacolare questo implacabile meccanismo a orologeria messo in atto dal genio del crimine, tanto che questi non resiste dal presentarsi a Zagor e Cico svelando loro di essere il responsabile dell’intero complotto. Ma poco prima dell’arrivo dei soldati, entra in scena Guedé Danseur che penetra nella capanna e libera gli amici di vecchia data.
Lo Spirito con la Scure, a questo punto, intende a tutti i costi sventare l’infernale macchinazione del genio del crimine riaprendo, così, una partita che sembrerebbe ormai chiusa. Così, il giorno successivo, Zagor, Cico e Guedé Danseur penetrano nella villa di Hammad e gli spiegano la situazione.
Grazie alle indicazioni di quest’ultimo, Zagor si getta alla caccia di Mortimer e dopo alcune rocambolesche avventure raggiunge l’imbarcazione approntata da Mortimer per la fuga con l’oro solo per scoprire che costui (insieme a Sybil e Duvalier) ha fatto prigionieri Cico e Hammad!
Zagor viene legato e disarmato e l’imbarcazione prende il largo: Mortimer vuole uccidere i tre avversari gettandoli in pasto agli squali. Il primo ad essere buttato in acqua è Hammad, ma Zagor riesce a liberarsi e getta a sua volta fuori bordo Mortimer, per poi tuffarsi in aiuto dell’egiziano. Sybil, nel tentativo di salvare Mortimer, precipita anche lei in acqua e viene divorata sotto gli occhi esterrefatti di tutti, in particolare quelli di Mortimer che viene sommerso dai flutti, scomparendo alla vista mentre Zagor e Hammad riescono a risalire a bordo.
Zagor e Cico vengono completamente scagionati sia dalla testimonianza di Hammad che dalla confessione di Duvalier ed i 50 milioni in oro vengono recuperati dal governo haitiano.
Su una spiaggia deserta, vediamo il sopravvissuto Mortimer ora ancora più motivato nel suo odio contro Zagor...

Bellissima storia burattiniana che sposta l’azione dalle foreste di Darkwood agli scenari tropicali dei Caraibi e che vede il ritorno di quattro importanti personaggi zagoriani: lo spietato trasformista, ladro e assassino Mortimer; la sua compagna Sybil; Hammad l’Egiziano (indimenticato e sventurato commerciante di Port-Au-Prince); e Guedé Danseur (simpatico stregone-ballerino). I primi due li avevamo lasciati alla fine della storia La trama del ragno (nn. 459/461) mentre si imbarcavano per i Caraibi dopo lo scontro vittorioso con il Tessitore; gli altri erano stati conosciuti da Zagor e Cico nelle avventure Vudù e Oceano (nn. 93/99).
Questo quarto scontro di Zagor con Mortimer, supportato da un soggetto stimolante, un’ambientazione suggestiva e una trama intricata ma lineare, rende di fatto questo avversario una vera e propria nuova nemesi dello Spirito con la Scure, al pari di personaggi del calibro di Hellingen e il vampiro Bela Rakosi.
L’estensione della storia, lunga 338 pagine, consente a Moreno Burattini di dividere la medesima in due parti: la prima, di ambientazione tipicamente “darkwoodiana”, incentrata sull’inseguimento di Zagor alla ricerca di Cico, la seconda, dopo il viaggio in nave, trova il suo palcoscenico nelle esotiche atmosfere di Haiti.
Nella prima parte lo sceneggiatore utilizza abilmente diversi elementi del passato di Zagor e Cico: il sombrero, il ricordo delle avventure con gli akkroniani, con il mostro del Dark Canal e con il vampiro, il flashback di Zagor racconta…, le citazioni di luoghi cari alla memoria degli zagoriani come Pleasant Point, Union Town, La Taverna del Gufo e Norkfolk.
Inoltre Burattini connota di forti elementi introspettivi il personaggio di Zagor che, nella relativa solitudine del suo viaggio, a causa della lettera lasciatagli da Cico è portato a riflettere sul loro rapporto, in una sorta di esame di coscienza nel quale - amaramente - deve anche riconoscere di non essere sempre stato all’altezza del suo “ruolo” di amico.
L’incontro chiarificatore con Cico fa da apripista alla seconda parte dell’avventura, ambientata su Haiti. Anche qui il concetto di amicizia, tratteggiato nelle sue diverse sfaccettature, la fa da padrone. Zagor infatti incrocia ancora la sua strada prima con Guedè Danseur e poi con Hammad, due grandi “alleati” del passato che si riconfermano tali.
C’è poi l’incontro/scontro con (il logorroico) Mortimer, che riconferma in pieno la natura di genio del crimine di costui (come in passato è particolarmente elaborato il piano delittuoso che ha concepito, teso questa volta ad impadronirsi dell’oro haitiano e nel contempo vendicarsi di Zagor e Cico facendo ricadere la colpa del misfatto su di loro) ma al quale lo Spirito con la Scure riesce ancora una volta a tenere testa sia con le sue capacità “deduttive” sia con la sua “fisicità”.
Si dice che l’amicizia e l’amore vincono sempre, ma in questa storia solo per la prima c’è un lieto fine: in un finale concitatissimo e carico di pathos e di tensione, Zagor si tuffa per salvare l’amico Hammad e riesce nel suo intento, mentre Sybil cerca disperatamente di aiutare l’amato Mortimer, ma il tentativo le risulta fatale.
Ciò renderà Mortimer ancora più assetato di vendetta nei confronti di Zagor, come ben sanno coloro che seguono le avventure più recenti… ma questa, come si suol dire, è un’altra storia!
Per quanto concerne i disegni, devo dire che siamo di fronte a un’ottima prova di Marco Verni, qui alla sua terza apparizione sulla serie regolare, che con il suo tratto chiaro e pulito conferisce linearità grafica a tutta la storia.

Concludo riportando come al solito alcuni interventi di Moreno Burattini postati sul Forum SCLS nel 2009, durante la pubblicazione della storia nelle edicole.


Ad un forumista che gli chiedeva come mai non fosse stato utilizzato, per nessuno dei quattro albi in cui era originariamente comparsa la storia, il titolo “Caraibi” (apparso anche in un’illustrazione di Marco Verni distribuita nelle fiere del fumetto alla quale si era ispirato Gallieno Ferri per la cover del n. 523), Moreno Burattini rispondeva:

Caraibi era il titolo di lavorazione della storia. Ovviamente, dovendo poi dividere la storia su quattro albi, sono serviti quattro titoli. Uno avrebbe benissimo potuto essere quello. Io l’ho proposto, insieme ad altri, tra cui appunto Tropico del Nord e, se non ricordo male, Ritorno ad Haiti. Ha vinto (a giudizio di Canzio), Tropico del Nord, forse perché più evocativo e avventuroso (Caraibi magari poteva suggerire a qualcuno più l’idea di vacanze esotiche che di una storia di avventura). Io li trovo buoni tutti e tre”.

A chi gli domandava se, quando aveva sceneggiato il ritorno di Robert Gray non avesse, forse inconsciamente, dato a quest’ultimo qualche reminiscenza della personalità di Mortimer, Moreno rispondeva:

Ho pensato a questa eventualità solo a posteriori (alla possibilità di un confronto fra Mortimer e Robert Gray, cioè). In realtà, scrivendo il ritorno di Gray mi era sembrato solo di proseguire la caratterizzazione già ben delineata dal precedente sceneggiatore, e mi sembrava che l’elemento su cui giocare fossero i gadget tecnologici, cosa del tutto estranea a Mortimer (a meno di non voler considerare gadget tecnologico il bastone animato).
Riflettendoci a storia scritta, mi è parso di poter escludere un eccesso di sovrapponibilità dato che Gray è sostanzialmente un folle in cerca di vendetta, un sadico, quasi un nazista ante-litteram (l’incidente in cui perde le mani nasce, seppur non direttamente, dal suo intento di sperimentare delle armi innovative su cavie umane). La sua genialità è patologica come lo è il talento matematico di un autistico. Mortimer, direi, non ha punti in comune da questo punto di vista”.

Alla domanda se, quando aveva creato Mortimer, Burattini avesse voluto fare una specie di omaggio a Diabolik (guarda caso, il cognome di Sybil è lo stesso di Eva), rispondeva:

No, creando Mortimer in realtà non pensavo (ancora) a Diabolik. Il fatto di aver dato il cognome di Kant alla bella Sybil è, infatti, una strizzatina d’occhio inserita nella seconda o addirittura nella terza avventura (non ricordo più). Peraltro, con Diabolik ci sono più differenze che somiglianze: Mortimer non ha particolari doti atletiche, non si interessa di gioielli di famiglia, non usa particolari congegni tecnologici, non ha un modus operandi basato sulla sostituzione di particolari persone nel loro ambiente e sul fatto di farsi scambiare per loro avendone imitato l’aspetto alla perfezione, ha agito in città solo in un’occasione, non è un monomaniaco del crimine ma uno che usa il suo talento per fare la bella vita, è molto più machiavellico di Diabolik nella messa a punto dei suoi piani, la sua vita si "evolve" sulla base degli eventi che attraversa, eccetera.
Chiamando Sybil con il cognome di Kant ho fatto un ammiccamento a Diabolik, ma tutto lì, perché poi penso che Mortimer possa considerarsi un bel signore colto ed elegante, e Diabolik invece un funambolo o un trasformista e dunque qualcosa di diverso.
Mortimer, secondo me, è tutto sommato abbastanza originale nelle sue caratteristiche soprattutto in un contesto zagoriano, dato che i tradizionali avversari dello Spirito con la Scure sono del tutto diversi da lui.
Tuttavia, ci sono state delle fonti di ispirazione, sfruttate però per dare vita a un personaggio "altro" e differente. Si tratta dei personaggi del "Sordo" (il nemico ricorrente nei romanzi dell’87° Distretto di Ed McBain) e di Edward Pierce, criminale veramente esistito e protagonista del romanzo "La prima grande rapina al treno" di Michael Chricton (a entrambi va il mio ammirato ricordo). Ovviamente, si tratta di letture consigliatissime a tutti.
Vorrei anche aggiungere questa considerazione. Nell’ultima storia, ancora in corso di pubblicazione, Mortimer segna un ulteriore distacco da Diabolik. Infatti, mentre il criminale in calzamaglia nera vive e agisce in una dimensione geografica e temporale al di fuori della realtà e puramente convenzionale, Mortimer si trova perfettamente calato in un contesto storico reale e in un preciso ambito geografico, trovandosi anzi a interagire con avvenimenti realmente accaduti, come quello del pagamento dei centocinquanta milioni di franchi in oro versati da Haiti alla Francia in cambio del riconoscimento dell’indipendenza (prima repubblica nera della Storia). A questo proposito, resto di stucco nel leggere i commenti di chi si lamenta, incredibilmente, del fatto che, nell’avventura haitiana, Haiti non venga fuori, che tutto sommato l’avventura avrebbe potuto svolgersi dovunque, che non c’è il vudu, eccetera. Mah. Non vedo come in qualunque altro luogo Mortimer avrebbe potuto fare un colpo come quello messo a segno a Port-au-Prince. Addirittura, Haiti viene tanto fuori che, sfidando imperterrito e a testa alta ogni possibile accusa di spiegazionismo, mi sono persino dilungato nel raccontare la storia dell’indipendenza haitiana, mostrando i volti dei protagonisti, accennando agli addentellati storici con l’imperialismo e perfino tirando in ballo Simon Bolivar, trovando documentazione sulle divise dei soldati francesi e su quelle degli haitiani, accennando ai bucanieri e mettendo in scena preghiere agli dei del mare, gli squali, l’oceano e addirittura le onde anomale. Uno sforzo incredibile per contestualizzare un’avventura in un tempo e in un luogo preciso. Risultato: leggo che Haiti non c’è e che l’avventura avrebbe potuto svolgersi in "qualsiasi altro luogo". Certo, infatti a Darkwood è comune vedere soldati francesi e pescecani. Peraltro, davvero si può credere che parlare del vudu e degli zombi sia rendere più fedelmente Haiti che raccontare le vicende dell’indipendenza dell’isola? Posso dire che quando mi sono proposto di "haitianizzare" la mia storia, ho volutamente cercato di fuggire dalla banalità stereotipata degli zombi e del tesori dei pirati: cose senza dubbio affascinanti, ma già viste proprio su Zagor. Quando ho chiesto a Mortimer che cosa avesse in mente di fare nei Caraibi e lui mi ha sfidato a scoprirlo, io gli ho subito detto: sono sicuro che non pensi di trafugare l’oro di un galeone sommerso. E lui ha sorriso dicendo: già, proprio no”.

Alla domanda se Moreno Burattini avesse già previsto, all’epoca del finale di Zagor contro il Tessitore, che il successivo ritorno di Mortimer sarebbe avvenuto ad Haiti, con la partecipazione di Hammad e tutto il resto, così rispondeva:

Già a partire dalla metà del XIX secolo i Caraibi cominciarono a essere oggetto di viaggi di piacere, o per cura, o per residenze stagionali.
La nuova fase iniziò quando la classe abbiente nordamericana cominciò a cercare regioni dal clima piacevole dove rilassarsi con vacanze salutari. Alla fine del secolo, la Florida ebbe il suo momento di massima notorietà come meta turistica e le Bahamas ne godettero il successo di riflesso.
Lo stesso, del resto, potrebbe dirsi dei Mari del Sud, e uno dei più grandi scrittori dell’Ottocento, Robert Louis Stevenson non a caso è nato a Edimburgo ma è morto a Samoa, dove si era trasferito.
In ogni caso Mortimer non vuole andare "in vacanza", vuole momentaneamente cambiare aria (e soprattutto ne ha bisogno Sybil, reduce da mesi di prigione e varie settimane di sequestro da parte del Tessitore), e sicuramente Cuba e Nassau si prestano.
Una volta che ho appreso da Mortimer stesso (perché Mortimer è un personaggio, come ho detto altre volte, che si scrive i testi da solo) che si sarebbe trasferito nei Caraibi, ho subito pensato: uno come lui non sta certo tranquillo a prendere il sole. Ho immediatamente immaginato che Mortimer si sarebbe messo a cercare l’occasione per un colpo. Ho pensato che sarebbe stato troppo banale immaginare qualcosa di legato ai galeoni spagnoli (che del resto avevano già ispirato Capitan Serpente). Allora ho aspettato che il diabolico criminale mi rivelasse le sue intenzioni.
Quando ho chiuso la storia con il Tessitore e ho spedito Mortimer a Nassau sapevo già che nella storia successiva ci sarebbe stato un colpo ai Caraibi e che Zagor sarebbe stato attirato in l: era anche ora che gli scontri fra i due trovasseto nuovi scenari. Non sapevo ancora che il colpo avrebbe riguardato la storia di Haiti e una nave francese, non sapevo che sarebbe tornato Hammad. Ci ho pensato dopo
”.

Ad un forumista che gli domandava quanto “sofferta” fosse stata la decisione dell’eliminazione di Sybil e si fosse prospettato le eventuali reazioni dei lettori, Moreno rispondeva:

Lo scopo di ogni personaggio è quello di dare emozioni al lettore. Nessun personaggio, in teoria, nasce per far restare indifferente o annoiare i lettori.
Tutti devono, o dovrebbero, avere una funzione nel racconto e alla fine contribuire alla riuscita del medesimo. In questa ottica, se la morte di un personaggio serve al massimo successo di una storia, l’autore ha il dovere di farlo morire.
Quando mi è balzata agli occhi l’evidenza che la morte di Sybil avrebbe rinvigorito e reso più interessante Mortimer (il cui ritorno, secondo me, dovrebbe essere ogni volta più interessante e non un qualcosa di prevedibile e scontato), ho detto: va bene.
E per primo ho shockato Marco Verni che non se lo aspettava. Quanto alle reazioni dei lettori, almeno riguardo a questo sono state esattamente quello che mi auguravo”.

A chi si era lamentato del fatto che il personaggio di Guedè Danseur rivestiva il ruolo di una mera comparsa, la cui unica azione di rilievo era quella di liberare Zagor e Cico prigionieri di Mortimer, lo sceneggiatore chiariva:

Nella sua prima apparizione, nell’ambito di una storia TUTTA ambientata ad Haiti di ben 253 tavole, Guedè Danseur compare in circa 60 pagine.
In questa sua seconda apparizione, dove le tavole ambientate ad Haiti sono soltanto, più o meno, 180, Guedè Danseur compare in circa 40 pagine.
Mi pare che non ci sia poi tutta questa differenza.
Questo per quanto riguarda la quantità.
Circa la qualità, fermi restando il talento e il primato di Nolitta, nella mia storia Guedè è risolutivo perché, di sua iniziativa e per suo acume, interviene e libera Zagor in un momento crucialissimo, e poi lo guida fino a casa di Hammad attraverso un percorso irto di sentinelle: non mi pare che proprio si possa definire un elemento senza importanza.
Per non parlare dei suoi siparietti comici e dei botta e risposta con Cico.
Né si può dire che nella storia di Nolitta sia esattamente lui il protagonista, è un personaggio utile perché Zagor venga a capo della situazione, ma poi il cattivo è O’Keefe e l’eroe è lo Spirito con la Scure. Se nella memoria e nella nostalgia a tutti noi sembra che Guedè abbia fatto molto di più, è solo una sorta di illusione prospettica.
Aggiungo che nella nuova storia di Mortimer, tali e tanti sono gli elementi presenti (lo scontro fra titani del criminale con Zagor, la grande rapina, il ritorno di Hammad, la caccia all’uomo, il contesto storico) che secondo me fatalmente sembra ridimensionato il ruolo di Guedè”.

Infine, un po’ di riflessioni a ruota libera di Moreno su varie critiche:

Ogni volta che leggo i commenti dei lettori mi torna in mente la canzone "Cara ti amo" di Elio e le Storie Tese:
Lui: Io sono come sono.
Lei: Cerca di cambiare.
Lui: Sono cambiato.
Lei: Non sei più quello di una volta.
Un piccolo esempio: mi viene contestato addirittura il pur breve passaggio in cui Zagor ricorda con Hammad l’episodio della lotta con Togo. Ora, sono sicuro che, se non lo avessi fatto, qualcuno avrebbe detto: "Ma come? Zagor torna nella villa di Hammad, la mitica villa della mitica storia di Nolitta & Ferri, e non dice nulla? Non gli tornano alla mente i drammatici avvenimenti di quella precedente avventura? Né lui né Hammad si scambiano due parole rievocando il passato?".
Gliel’ho fatto rievocare, ed ecco il risultato: uffa, quanti ricordi, che bisogno c’era di ricordare, che noia, che barba, che noia.
Qualcuno dice che è stata una bella trovata quella della scommessa che ha portato al rapimento di Cico, ma di contrappunto ecco quelli che dicono che no, è assurda, che Cico fa la figura dell’idiota (come se negli albi di Nolitta non venisse mai imbrogliato, non si comportasse mai incautamente, non finisse vittima di turlupinatori, fosse sempre accortissimo). Mah.
Io so di essere una persona di normale intelligenza, però mi rendo conto di dover stare molto ma molto attento a non essere imbrogliato, e vi assicuro che qualche volta è capitato anche a me di fare incauti acquisti o firmare contratti capestro; di recente mi hanno persino rubato sotto il naso il carrello del supermercato con dentro due euro. Ci sono imbroglioni in grado di fare truffe spettacolari ai danni di chiunque. Ma a Cico no, non la si deve fare. Non dico a Zagor, attenzione, ma a Cico. Deve essere più furbo e avveduto di tutti, se no fa brutta figura.
Non mi dilungo sull’effetto straniante e allibente che mi hanno fatto certe obiezioni sul cappello o sui soldati che avrebbero dovuto essere presenti all’interno del carro (sgrano gli occhi incredulo per aver letto di queste cose), ma una cosa molto divertente la voglio raccontare dato che si è parlato del cavallo.
Un lettore (non nell’ambito di questo forum) mi ha criticato trovando intollerabile il fatto che Zagor a cavallo sfondi una vetrata, perché l’ha gia visto fare a Zorro. Ora, si tratta di una obiezione esilarante per uno che legge Zagor: che cosa dirà allora vedendo che Zagor, spesso e volentieri, vola di ramo in ramo? Che l’ha già visto fare a Tarzan?
Ricapitolando: se io UNA VOLTA faccio sfondare una vetrata a un cavallo non va bene perché (non so dove) l’ha già fatto Zorro; però se Nolitta fa volare SEMPRE Zagor con la liana va bene anche se l’ha già fatto Tarzan.
Mi chiedo se sparare con la pistola non l’ha già fatto Tom Mix o fare a pugni non sia appannaggio di Tex.
Questo, dunque, il mio pane quotidiano. 
Poi è ovvio che ogni lettore è libero di apprezzare o non apprezzare una storia, di criticare o di lodare, di applaudire o di fischiare. Diciamo anche, però, che se uno argomenta una critica con considerazioni che mi sembrano un po’ balzane, sarà consentito anche a me di replicare, con tutto il fair play del caso e tutta la gentilezza di cui sono capace, in modo da poter dire anch’io il mio punto di vista. Tutto qui. Vorrei comunque che ognuno si sentisse libero di commentare come crede (e mi pare che tutti lo facciano, dato che non su può certo dire che godo di un consenso bulgaro). Però, è chiaro che se qualcuno non mi sopporta, non mi sopporta punto e basta e niente di quanto possa scrivere gli farà mai cambiare idea. Si può ragionevolmente pensare che se Mortimer è un personaggio a cui sono molto legato e se scrivo una storia con il ritorno di Hammad l’Egiziano, cercherò di dare il massimo e fare del mio meglio. Ebbene, se il mio meglio per qualcuno non arriva a dare neppure la sufficienza (giudizio più che legittimo), costui sta bocciando senza appello tutta la mia ventennale produzione e dunque io non sono il suo autore, come per me non lo sono gli sceneggiatori dei cartoni animati giapponesi che invece mandano in estasi mistica i miei figli. Ovviamente, non ci posso fare niente. Non posso neppure promettere di cercare di impegnarmi di più. Non si può cavar sangue dalle rape…”.


6 commenti:

  1. Concordo pienamente:storia intrigante!Già,ma rivedremo ancora,sulla serie mensile,quella vecchia canaglia di Mortimer? Burattini lo farà resuscitare? Scommetto che Moreno sta già lavorando per un suo ritorno. È così Baltorr? A proposito,hai notizie fresche sul ritorno di Alexis? A presto...

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    1. Sono sicuro che Moreno ha già in mente come far "resuscitare" Mortimer...
      Per quanto riguarda il ritorno di Alexis, Mangiantini sta ultimando le ultime tavole, quindi la storia è in dirittura d'arrivo...

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  2. Caro Baltorr,dopo ogni tua incursione,presso la redazione bonelliana,hai pubblicato sul tuo blog almeno una tavola della futura storia,disegnata da Nuccio,che ha come protagonista Winter Snake. Sappiamo che sarà un color,ma quando la leggeremo? In molti,me compreso,speravano di leggerla con il color di dicembre. Hai notizie fresche a riguardo? A presto...

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    1. Dalle informazioni in mio possesso, il color di Joevito non dovrebbe vedere la luce almeno fino al 2019, salvo eventi eccezionali... Infatti, tra i due ipotetici color del 2018 (che non sono autorizzato a rivelare, anche perché passibili di cambiamento) ad oggi il suo non c'è...

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  3. La storia più discussa del decennio credo. XD Avrebbe tutto per essere memorabile, però... boh! Un pò tutti i fatti li trovo così veloci nonostante la vicenda duri oltre 300 pagine. La parte migliore è effettivamente quella riguardante la storia di Haiti ed il colpo. Peccato che Mortimer e co. stiano continuamente a rimarcare sul piano. Quando uno avrebbe voglia di leggere altro, ecco che si ritorna lì! XD Davvero tesa ed angosciante la sequenza finale. Peccato che il colpo di scena fu la prima e unica cosa che mi spoilerai su Zagor. XD
    Effettivamente certe osservazioni dei lettori ogni tanto sono "sconvolgenti" XD, però rivedere intere sequenze di cose già viste in altri albi... certo, era già accaduto ne "Il ritorno del vampiro", ma mi sembra fosse rimasto un unicum. Secondo me basta una vignetta e la citazione dell' albo.
    Come fatto notare da un utente del forum, vengono ricordate varie avventure, ma curiosamente non "Uno strano fuorilegge", che poteva dare a Zagor una validissima ragione per andare dietro al messicano visto che l' unica volta che si erano separati poi era finito nei guai XD
    Sull' ormai "defunta" ubc in quel periodo ancora al top (come cambiano in fretta a volte i tempi) venne fatto notare come un' avventura simile negli anni 80 ci se la poteva solo sognare. Beh, mica tanto. In quegli anni usciva "Il grande inganno". XD

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  4. cari Amici,
    ben trovati.
    Storia a dir poco eccezionale. Trama interessante, colpi di scena a non finire e non ultimi, disegni strepitosi, il cui effetto viene riverberato dal colore: bellissima la resa delle uniformi dei soldati, cui il b/n non si addiceva.
    Come gli ho detto di persona, Mortimer è uno dei villain che più è riuscito a Moreno Burattini e che lui ha saputo far recitare in avventure dal grande impatto.
    Cordiali saluti
    Giovanni21

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