giovedì 15 ottobre 2015

L’angelo della morte (ZCSCSpec5)


         Il quinto numero in edicola oggi contiene le storie complete “L’angelo della morte” (Zagor Special n. 9 – aprile 1997) e “I cavalieri del Graal” (Zagor Special n. 10 – aprile 1998).


L’ANGELO DELLA MORTE

          Si fa chiamare Preacher. È un fanatico religioso che va in giro a sterminare tutti quelli che considera infedeli. E chi è più blasfemo di Tim Cuorepuro, il giovane amico di Zagor che asserisce di aver visto Kiki Manito, il dio degli indiani? Per Preacher, Tim è un servo di Satana e deve morire!
          Fortunatamente Tim Cuorepuro (che dall’ultima avventura è cresciuto in età ed esperienza) non morirà e Zagor, seguendo la scia di sangue lasciata dietro di sé dal folle predicatore, sconfiggerà Preacher in un duello all’ultimo sangue.

Non delude questo Speciale del 1997 scritto da Mauro Boselli, realistico e ricco di personaggi interessanti, in cui ha debuttato ai disegni zagoriani Maurizio Dotti, artista milanese molto dotato che, purtroppo, illustrerà solamente un’altra avventura della serie regolare per poi essere dirottato sulla collana Dampyr (aprile 2000).
Lo sviluppo della vicenda è scorrevole, avvincente ed accattivante. Ma ciò che spicca in questa avventura è l’atmosfera di autentica cattiveria e crudeltà che si respira fin dalle primissime pagine. È una storia torbida, adulta, cruda e cattiva, con larghe concessioni alla violenza. Il fanatismo e la crudeltà di Preacher non possono non rimanere impressi nella mente del lettore.
L’angelo della morte non ha nulla dello spirito umoristico-avventuroso della serie di Zagor, ma grazie ai disegni e al carisma dei personaggi è una valida testimonianza dell’aspetto epico della saga zagoriana.


I CAVALIERI DEL GRAAL

Sono arrivati da lontano, per trovare un rifugio al loro tesoro. Sono i cavalieri Templari che, perseguitati dalla Chiesa, sono salpati dal porto di La Rochelle nel 1307 e si sono rifugiati nelle terre dei Mandan. Il sedicente Gran Maestro Rosencrantz lo ha scoperto e rapisce lord Beau Whyndam e sua moglie Kee-Noah, della tribù dei Mandan, perché gli rivelino dove si trova il tesoro dei Templari. Ma, oltre all’oro e all’argento, c’è anche il leggendario Santo Graal...
Zagor, Cico e l’amico russo Bezukoff  partono all’inseguimento; affiancati dal trapper Percy, raggiungono Rosencrantz e i suoi uomini giusto in tempo per salvare Kee-Noah e Beau, mentre la rocca che custodisce il tesoro rovina addosso ai malvagi, seppellendoli per sempre.

Storia poetica di Moreno Burattini e Gallieno Ferri (pubblicata nell’aprile 1998 sullo Zagor Special n. 10), dal finale toccante ed enigmatico.
            Questo episodio vede i protagonisti inseriti in una classica avventura zagoriana, per struttura e tematiche, ma arricchita da Burattini con elementi originali ed inediti: una misteriosa setta di invasati che vorrebbero ereditare le tradizioni dei Templari, antiche e misteriose usanze indiane, la ricerca del mitico e leggendario Graal, riferimenti e notizie giunte da un mondo fantastico che si trova in quello strato sottile al confine tra la mitologia e la storia.
            L’avventura scorre veloce, interessante, senza pause; non mancano emozioni e fascino derivante dai continui flash-back nei miti del passato. L’unico difetto è forse la scarsa lunghezza della storia, delimitata dal numero ristretto delle pagine di uno speciale.
            Il finale, per nulla scontato, raggiunge vette di mistero e pathos notevoli, sia nelle scene dentro la fortezza, sia nei dialoghi fra Rosencranz e Percy, sia nelle riflessioni finali di Zagor riguardo al misterioso Percy...val (omaggio di Burattini ai Cavalieri della Tavola Rotonda e alle leggende che aleggiano attorno ai loro nomi).

Lascio ora la “parola” a Moreno Burattini che in un suo intervento del maggio 2004 sul Forum SCLS così commentava:
            Riguardo a questa storia vorrei soltanto precisare che tutte le notizie storiche riguardo i Mandan fornite dal pittore George Catlin (personaggio veramente esistito e che veramente ha esposto le sue opere raffiguranti gli indiani in una galleria d'arte di Londra - oltre che in molte altre città del mondo - e che ha scritto sul serio nel suo fondamentale saggio sul popolo dei pellerossa le cose che dice nel fumetto) sono autentiche. Catlin era convinto che i Mandan fossero bianchi giunti in America prima di Colombo, e per la precisione gallesi (notava corrispondenze singolari fra le loro lingua e il gallese). Purtroppo i Mandan scomparvero completamente pochi anni dopo l'incontro con Catlin, sterminati dal vaiolo. Mio è invece l'accostamento fra i Mandan e i templari (vera è la storia della partenza della flotta templare dal porto francese di La Rochelle il giorno dell'inizio delle persecuzioni da parte di Filippo il Bello: che fine abbia fatto quella flotta, nessuno lo sa)”.

3 commenti:

  1. Mah, direi due storie senza infamia e senza lode.
    La storia dei templari, per quanto incredibile, ha una sua ragionevolezza. E ciò mi ha colpito. Nel senso cioè che vedendo la copertina dello speciale ho pensato: ma che ci fanno i templari a darkwood? e sopratutto come vi possono essere giunti? non è possibile ....leggendo però mi sono ricreduto. Insuperabili, come sempre i disegni di Ferri... un abbraccio a tutti Giovanni21

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  2. "L' angelo della morte" mi manca. Invece bella "I cavalieri del Graal", il primo speciale che comprai ^^. Da appassionato del ciclo arturiano poi non poteva non interessarmi! XD Si, come scritto da Baltorr più lunga sarebbe stata meglio, ma anche così la storia è misteriosa ed affascinante con anche colpi di scena.
    Piacevole ritrovare vecchie conoscenze come Beau, sua moglie e Bezukov o come si scrive. ^^
    Bello il finale, ma anche inquietante e cupo quando

    SPOILER appare il baffometto che divora il cattivo (o almeno così sembra)! FINE SPOILER

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  3. La copertina l' avrò vista due, tre volte. Non avevo fatto caso che Zagor è disegnato come negli anni 60 come capelli! XD

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