giovedì 3 gennaio 2013

Zagor Collezione Storica a Colori: Le furie gialle (ZCSC47)


Il quarantasettesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura contro Winter Snake nonché la prima parte della storia intitolata “L’uomo venuto dall’oriente”.

* * *

L’UOMO VENUTO DALL’ORIENTE

George Ferguson è un allevatore che ha subìto ripetuti furti di bestiame. Ha localizzato il covo dei ladri e vuole che Zagor vi conduca il suo esercito personale: un plotone di samurai, fatti giungere dal lontano Giappone, là dove lui ha vissuto per molti anni. Sono guidati dall’abile principe Okada Minamoto e massacrano facilmente i razziatori.
Ma Zagor intuisce che gli spietati guerrieri dagli occhi a mandorla hanno in mente progetti ben più sinistri... Infatti i samurai attaccano i villaggi e massacrano gli indiani. Obbediscono a Ferguson, che, in combutta con il maggiore Barry, vuole scacciare i pellerossa per impadronirsi di un ricco giacimento d’argento che si trova nella zona.
Zagor allora raduna un gruppo di indiani e li allena: dovranno cercare di sconfiggere i samurai, maestri del combattimento. Zagor li guida in un’incursione nel ranch dei nemici. Ne scaturisce la battaglia finale ed un duello tra la scure e la sciabola, dal quale la prima esce degnamente vincitrice!
            Ai tempi in cui ancora l’Oriente e le sue particolarità non pervadevano i fumetti tradizionali, Nolitta prende a spunto gli antichi e nobili guerrieri giapponesi per trasferirli a Darkwood e costruire un racconto fra i più memorabili.
Il primo pregio di questa storia sono proprio gli avversari di turno, i samurai, personaggi sicuramente innovativi per l’epoca in cui fu scritta. Solo Nolitta, nella sua immaginazione senza limiti, poteva pensare di poter trasferire i figli del sol levante a Darkwood e riuscire a costruirci sopra una trama avvincente e scorrevole.
Il titolo del secondo albo (La scure e la sciabola) racchiude in sé tutta la filosofia di questa storia: laddove la sciabola porta solo la morte fine e se stessa, la scure di Zagor porta giustizia (non a caso molto spesso quest’arma viene usata dallo Spirito con la Scure solo per tramortire l’avversario e non per ucciderlo). Così come il discorso fatto da Zagor a Minamoto rivela la diversità che esiste tra loro due: Se io combatto, se io uccido, è solo perché la situazione di questo meraviglioso ma selvaggio paese me lo impone...”; e quando non sarà più necessario, Zagor confessa che sarà ben lieto di buttare nel più profondo dei fiumi la sua scure che considera un mezzo sgradevole, ma indispensabile, per ottenere un po’ di giustizia.
I disegni di Bignotti, bravissimo a mio parere nel rappresentare i samurai e le loro paurose maschere da cerimonia, conferiscono ancora più atmosfera al racconto. Dopo questa storia, il disegnatore abbandonerà per diversi anni la collana di Zagor per andare a disegnare il nuovo personaggio creato da Guido Nolitta: Mister No. Lo ritroveremo solo sette anni dopo nell’avventura Uno strano fuorilegge.

11 commenti:

  1. "Il titolo del secondo albo (La scure e la sciabola) racchiude in sé tutta la filosofia di questa storia: laddove la sciabola porta solo la morte fine a se stessa, la scure di Zagor porta giustizia."

    Perfetto, Baltorr: con questa bellissima osservazione hai riassunto bene il senso della storia. ^^

    La copertina scelta dalla CSAC mi sembra la più adatta: inoltre, la considero una tra le più belle e drammatiche copertine di Zagor.

    La storia di Minamoto e dei suoi samurai mi aveva coinvolto a quei tempi, soprattutto nel duello finale. Nolitta già a quei tempi in quella storia aveva descritto benissimo la filosofia orientale: e te lo può dire uno che legge manga sin da quando sono venuti in Italia. ^^

    Dimenticavo: Buon Anno, Baltorr, e scusa il ritardo! ^^

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    1. Grazie del tuo intervento, Massimo, e Buon Anno anche a te!

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    2. Si, anche a me piace molto sin da ragazzino! ^^

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  2. Di quanto sbaglio affermando che questa storia é la migliore disegnata da Bignotti? C'é "Zombi", ok, ma qui é proprio Zagor ad apparirmi perfettamente caratterizzato...che ne dite?

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    1. A mio parere non sbagli per nulla. Qui Bignotti è alla sua miglior prova zagoriana... È quasi un peccato che sia passato su Mister No!

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  3. ottima storia Baltorr i samurai come hai detto tu ottimamente caratterizzati da Bignotti e trovo secondo me il colore adatto al suo stile una cosa che ho notato leggendo le storie della CSAC di Zagor; ti saluto e arrivederci alla prossima.

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    1. Sono d'accordo con te. I disegni di Bignotti mi sembrano particolarmente esaltati dal colore!

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  4. Bravo Baltorr, bella osservazione quella della scure e della sciabola.
    Con la convinzione, che è quella espressa da qualche parte dal nostro Zagor, che un giorno sia l'una che l'altra non abbiano più alcuna ragion d'essere.
    Sicuro che sarà così, sicuro però che sarà in un giorno lontano e che non vivremo.
    Ne godranno i figli dei figli dei nostri figli.
    (Indovinello: pizza e birra in palio a chi mi dice l'origine di questa citazione. Aiutino: è un album di un antico gruppo rock inglese).

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    1. To Our Children's Children's Children dei Moody Blues....

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    2. Ahhh!!!!Marco, hai vinto! Ogni promessa è debito, la prossima pizza te la pago io.
      ...adoro i Moody Blues...

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  5. Bell' avventura che all' epoca in cui la lessi mi colpì molto ovviamente per la presenza dei samurai e per la scelta di Minamoto nel finale! Oggi la trovo un pochino sotto altre avventure del periodo, ma sempre godibile e coinvolgente come scritto nell' articolo non priva di riflessioni.
    Unica pecca il modo con cui vengono sconfitti i samurai. Magari qualcosa di più epico avrebbe reso anche meglio la storia.
    Curioso notare come nonostante Tonka fosse riapparso, seppur brevemente, nella precedente storia, disegnato alla maniera classica, Bignotti abbia scelto invece di caratterizzarlo graficamente com' era apparso in origine in "Ora zero!"! Da ragazzino mi spiegavo il tutto come un semplice cambio di look del mitico personaggio! XD
    Altra cosa interessante come già scritto è che all' epoca non di rado sulla collana compariva un numero maggiore di pagine per albo! Accadrà ancora con "La fine di un tiranno" per poi mettere da parte questa bella eccezione.

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