Il centosettantunesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro gli insetti assassini, nonché la prima parte della storia “L’avamposto dei trappers”.
INSETTI ASSASSINI
La tranquilla vallata del St. Clair, abitata
soprattutto da pacifici contadini, viene improvvisamente devastata dall’assalto
di feroci sciami di insetti (cavallette, termiti e scorpioni), mai visti prima
in quella regione. Da dove vengono questi insetti assassini? Chi manipola le
azioni di animali mai così letali ed aggressivi e, soprattutto, mai così
coordinati? E come possono essere fermati? In cerca di risposte, Zagor giunge a
Fort Jericho, dove fa qualche scoperta piuttosto interessante.
Dopo aver scoperto che il bieco colonnello
Truscott usa per esperimenti criminali sui civili la nuova invenzione del
professor Verybad (a cui è stato concesso di sperimentare i macchinari di
Hellingen entrati in possesso dall’esercito dopo l’avventura con gli
Akkroniani), Zagor fugge da Fort Jericho, deciso a raggiungere lo scienziato
per convincerlo a distruggere il micidiale apparecchio.
Ma Truscott non esita a usare contro lo
stesso Zagor la macchina, un casco cibernetico, che è in grado di comandare
insetti, aracnidi e altri piccoli invertebrati, trasformandoli in armi letali.
L’idea degli
insetti assassini, che forse può sembrare un po’ datata, è comunque sempre affascinante
(basti pensare alla numerosa filmografia che vede l’umanità fronteggiare di
volta in volta aracnidi e vermi giganti, piovre, grizzly, orche, etc.).
La storia nel suo complesso è divertente. Geniale è l’éscamotage di far sfruttare ai militari
la tecnologia di Hellingen recuperata da Skylab, e ancora una volta Burattini riesce a recuperare il
professor Verybad nella versione originale di Nolitta (già lo aveva fatto ottimamente nell’avventura Dimensione allucinante), dopo le cadute
di tono che il personaggio aveva avuto - a mio parere - sotto la gestione Toninelli. Lo sceneggiatore sembra
voler incarnare in Verybad l’idea della scienza e della tecnologia che
giustamente progrediscono, ma che acquistano valenza positiva o negativa non in
se stesse ma solo nell’applicazione pratica che l’uomo ne fa...
Forse la gestione del personaggio di Cico non è propriamente
esaltante: nella prima parte compare in forma smagliante, con una serie di
battute spassose, nella seconda, invece, viene messo da parte e passa quasi tutto il tempo chiuso
in prigione.
La storia,
comunque, ha il suo vero punto di forza nella mission impossible di Zagor contro gli insetti, con lunghe sequenze
dinamiche ed avvincenti; il ritmo veloce e ben calibrato la rende perfettamente
godibile.
I disegni di Cassaro sono,
nel loro complesso, buoni.
*
* *
L’AVAMPOSTO DEI TRAPPERS
Può un celebre capolavoro del teatro
elisabettiano prendere vita nella rude America dei cacciatori di pellicce e
trasformare in tragica realtà le cupe e sanguinarie vicende immaginate da un
poeta? Zagor e Cico non possono saperlo, ma i pericoli che incombono sul capo
del vecchio McKean (capo della Compagnia Americana delle Pellicce in perenne
contrasto con la concorrente inglese Compagnia della Baia di Hudson) sembrano
riproporre i nefasti di un antico assassinio, quello consumato ai danni del re
Duncan di Scozia nelle stanze del maniero di lord e lady Macbeth.
Il braccio destro di McKean, Taylor (che ne
vuole usurpare la carica), si allea con gli inglesi e fa massacrare i trappers
di Bill Eyck, l’altro loro socio. Zagor dà loro man forte e li segue a Fort
Wolf.
Nel frattempo Bill si vendica di Taylor e lo
uccide; poi, desideroso a sua volta di guidare lui solo la Compagnia Americana
delle Pellicce, elimina anche McKean e cerca di far ricadere la colpa sui
Delaware di Wabuno. Si allea quindi con i rivali inglesi al soldo del
colonnello Starkley che attaccano i Delaware massacrando donne e bambini,
scatenando così l’inarrestabile ira di Zagor. Nella trama trovano il giusto
posto anche il figlio di McKean, Michael, di ritorno dall’Inghilterra,
e Milton,
ambiguo fratello di Wabuno.
Sul meschino e ambizioso Bill Eyck pende,
inoltre, la profezia di Faccia Falsa, un misterioso sciamano irochese che cela
la sua identità dietro una inquietante maschera lignea: “l’uccisione di McKean
non gli porterà fortuna!”.
Esordio dello sceneggiatore romano Ottavio De Angelis, già autore di una storia per Nick Raider, che
qui scrive la sua unica avventura per Zagor.
Storia dotata di una trama molto articolata, dal ritmo frenetico
e denso di eventi, ricca di segreti e misteri, vuole coniugare, in un contesto
zagoriano, la guerra tra due compagnie di commercianti di pellicce ed il Macbeth di Shakespeare, esplicitamente
citato: una scelta di grande suggestione, sicuramente fuori dal comune e per
certi versi coraggiosa.
Parecchi personaggi, tutti molto bene caratterizzati, presentano
sfaccettature contrastanti: lo sciamano Faccia Falsa/Milton, che prima salva il
figlio di Mc Kean e poi lo vende come marinaio; Taylor, il quale, pur essendo socio
fondatore della Compagnia Americana delle pellicce, la tradisce sobillando gli
indiani; Bill Eyck, che prima salva i suoi compagni dimostrando valore e
coraggio, poi, spinto dalla moglie, uccide McKean che lo ha appena
generosamente ricompensato; il colonnello Starkley, tanto cortese con un
avventore sconosciuto incontrato in una locanda, quanto spietato verso gli
indiani.
Paradossalmente, in questa numerosa compagine di personaggi, quello
che spicca di meno è forse proprio Zagor, che sembra non influire granché sul
susseguirsi degli eventi…
Infine, anche se di
primo acchito può apparire improbabile quanto inverosimile, assolutamente degna
di nota è l’azione risolutiva, con un assalto
al forte in canoa sicuramente originale!
Buoni come sempre i disegni di Della Monica.
Concordo in tutto e per tutto col Tuo giudizio, caro Marco.
RispondiEliminaLa storia degli insetti assassini è appassionante ed avvincente e calvalca uno dei temi miliari di tante storie anche cinemtografiche: ossia l'ottusità dei militari di fronte alle scoperte scientifiche, innovazioni che vengono considerate solo per la loro portata letale e non per altro.
Concordo anche con la riscoperta di Veribad: a dire il vero non solo con la storia di Toninelli sul gas venefico - bellissima la copertina e l'intuizione ma bruttissima la storia - ma anche quella precedente, non ricordo di chi, sull'uomo invisibile erano effttivamente un po strampalate e francamente non si capiva bene se il professore fosse vittima o complice.
Belli anche i disegni, non c'è che dire.
saluti a tutti
Giovanni21
Ciao Giovanni!
EliminaLa storia de "L'uomo invisibile" era di Decio Canzio.
ah, sì... certo...beh: non era un gran chè nemmeno quella ... comunque grazie per la precisazione... ciao Giovanni21
EliminaA me piace. ^^
EliminaDe gustibus....ciao
EliminaBeh si, in quella di Canzio nonostante non manchi l' ironia, Veryband è un po troppo nevrotico mentre nelle due di Toninelli risalta solo il suo lato serioso.
RispondiEliminaLa storia comunque è godibile ed è intrigante soprattutto nella prima parte mentre la seconda è quasi tutta azione. Come già scritto molto bella l' idea di riprendere gli studi di Hellingen. Dopo 10 anni si rivede se non erro Trampy sulla serie regolare! ^^
L' episodio di De Angelis, ennesima meteora di "Zagor" (!), penso sia, dopo "Incubi", la più curiosa della collana. Come fatto notare l' inizio sembra quasi una storia a se o comunque un lungo prologo. Il modo in cui Bill da paladino diventa subdolosissimo mi ha piuttosto spiazzato e lo trovo effettivamente un po esagerato come già fatto notare. Poi Milton non si capisce alla fine se sia buono o cattivo. Magari questo dubbio insoluto è un pregio della serie o forse no. Boh! Insomma storia curiosa e spiazzante che non riesco a ben valutare nel complesso.