Il duecentoquattresimo numero in edicola oggi contiene la
conclusione dell’avventura di Zagor e
lo specchio nero, nonché la prima parte della storia “L’orrore
sepolto”.
L’ORRORE SEPOLTO
Zagor e Cico, mentre attraversano le Gray
Mountains, salvano Verybad e il tenente Leigh dall’agguato di tre
banditi. L’ufficiale sta scortando il professore al campo minerario di Windy Rock,
per indagare sul ritrovamento di un misterioso oggetto metallico di grandi
dimensioni, scoperto dai minatori sepolto sotto la roccia. Una spedizione
scientifica, guidata dal professor Roderick, era stata inviata sul luogo alcuni
mesi prima, ma l’arrivo dell’inverno aveva interrotto le comunicazioni.
Per raggiungere Windy Rock, Zagor e gli
altri salgono sul primo treno in partenza dopo il disgelo primaverile, lungo
una linea che si inerpica sulle montagne. Con loro ci sono Lassiter, capo dei
vigilantes della compagnia mineraria, con quattro uomini ai suoi ordini; lo
sceriffo Curren che scorta il bandito Dubin da lui arrestato; l’avventuriero
disilluso Syd Albright con la compagna Coralee e i gemelli McClure, due
minatori che hanno fatto fortuna.
Lungo i binari, viene trovato un trapper che
sembra contagiato da uno strano morbo... Giunti al campo minerario di Windy
Rock, lo trovano abbandonato e devastato. Nel frattempo il trapper che avevano
soccorso si trasforma in un orribile mostro che li attacca, ma viene prontamente
ucciso. Allo stesso modo sono stati trasformati in orribili mostri tutti i
membri della spedizione scientifica che si erano recati lì.
Zagor e gli altri scoprono un gigantesco
oggetto (apparentemente un’astronave aliena) sepolto sotto la montagna. È questo
oggetto che ha trasformato tutti i membri della spedizione in orribili mostri.
Questi attaccano i nuovi arrivati e loro, per potersi difendere, non possono
far altro che far esplodere la montagna che crolla addosso al manufatto alieno.
Della spedizione si salvano solo Zagor, Cico
e Verybad.
Qualche tempo dopo, alla base di “Altrove” a
Philadelphia, scopriamo che il sigillo di Dagon, il manufatto che Zagor riportò
dalla sua avventura nel Mar dei Sargassi, è composto dello stesso strano materiale
di cui era costruito l’orrore sepolto di Windy Rock…
Bella storia
horror/fantascientifica di Jacopo Rauch,
con una sceneggiatura praticamente perfetta nonostante il
soggetto non sia certo originalissimo: abbastanza evidenti (anche se,
probabilmente, non espressamente volute) le rassomiglianze con il film La
cosa di John Carpenter e con il romanzo Le creature del buio di
Stephen King (il manufatto/astronave sepolto nella montagna che provoca mutazioni
nelle persone), nonché i richiami alla narrativa lovecraftiana (in particolare
al racconto Le montagne della follia).
Perfetta la gestione dei personaggi principali e della folta
galleria di comprimari, tutti ben caratterizzati grazie a dialoghi moderni,
brillanti e coloriti, a volte anche “ricercati”; interessanti i rimandi espliciti
allo story-arc atlantideo; belli i
riferimenti nolittiani a Hellingen, lo Skylab, il monte Naatani e gli
Akkroniani (seppur solamente in un sogno di Cico).
Zagor si “muove” benissimo: deciso, presente a se stesso, sa
sempre qual è la miglior decisione da prendere, fermo e deciso (autenticamente “nolittiano”)
quando si rifiuta di lasciare la zona perché deve assolutamente cercare di
fermare quei mostri, anche da solo se tutti gli altri volessero andarsene!
Ben tratteggiato anche il personaggio Verybad, non in versione “scienziato
pazzo” ma in quella di “serio studioso”, le cui conoscenze scientifiche si
rivelano quanto mai opportune, dotato altresì di notevole coraggio, grazie al
quale non esita a rimanere al fianco di Zagor per aiutarlo nello sconfiggere i
minacciosi esseri.
Ottima anche l’idea di ricollegare la storia, nel suo epilogo, a
quella di Terrore dal mare: in
quella precedente avventura, infatti, l’oggetto che si vede alla fine di questa
storia sembra essere la causa di una serie di mutazioni genetiche degli
abitanti di Port Whale e di un terrificante mostro dai mille tentacoli
conosciuto nelle leggende nordiche come “Kraken”. Non a caso le mutazioni più
evidenti dei soldati de L’orrore sepolto
sono dello stesso tipo, trattandosi, appunto, di tentacoli. Rauch si riallaccia così ad alcune
delle più belle storie “boselliane” ed aggiunge un nuovo tassello alla
continuity zagoriana.
I disegni di Mauro Laurenti,
poi, sono perfettamente adatti a questa storia cupa e densa di attese inquietanti;
la modernità delle sue fisionomie e la dinamicità del suo tratto arricchiscono
la serie, svincolandola un poco dalla sia “classicità”, anche se alcune
vignette sembrano più stilizzate del solito…
Concludo riportando alcune brevi osservazioni
di Jacopo Rauch su questa storia,
postate sul Forum SCLS nel novembre del 2010:
“Piccola precisazione su
alcune scelte narrative in merito ad alcune critiche che ho letto sul topic
dell’Orrore Sepolto.
I mostri sarebbe bene non
parlassero, ma... piaccia o no, in Zagor lo fanno spesso.
1) Il demone de La regina della città morta, duetta con
Zagor alla fine della storia in questione (Boselli).
2) Il demone della palude
dello speciale di Burattini anche.
Due scene a cui mi sono
richiamato esplicitamente per scrivere la mia. Dei due autori principali della
testata.
Io non ho inventato nulla
di nuovo.
(Anche i puma mannari, o
skinwalkers che dir si voglia, de La
strega della sierra parlano, per dirne un’altra. E chissà, spulciando nella
pluridecennale produzione zagoriana quanti altri esempi si ritrovano).
In altre parole, ho
cercato di restare più aderente a Zagor che non a La Cosa di Carpenter”.
Bel commento, Marco, questa è una storia che mi è sempre piaciuta pur non essendo un capolavoro, sarà per l'atmosfera lovecraftiana.... Bel lavoro di Jacopo e Mauro.
RispondiEliminaGrazie Ivano! ;-)
EliminaNon posso che concordare. La migliore di Rauch secondo me tra quelle che ho letto. Davvero avvincente e con una bella ambientazione innevata, cosa per cui ho un debole XD (forse l' avevo già scritto).
RispondiEliminaInteressanti i richiami a ITDM ed il finale che lascia aperti spunti interessanti.
Peccato che Rauch secondo me dopo un buon inizio abbia cannato l' ultima avventura di Rakosi.