giovedì 31 agosto 2017

Zagor Collezione Storica a Colori: Il villaggio fantasma (ZCSC204)





           Il duecentoquattresimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor e lo specchio nero, nonché la prima parte della storia “L’orrore sepolto”.

 


L’ORRORE SEPOLTO

Zagor e Cico, mentre attraversano le Gray Mountains, salvano Verybad  e il tenente Leigh dall’agguato di tre banditi. L’ufficiale sta scortando il professore al campo minerario di Windy Rock, per indagare sul ritrovamento di un misterioso oggetto metallico di grandi dimensioni, scoperto dai minatori sepolto sotto la roccia. Una spedizione scientifica, guidata dal professor Roderick, era stata inviata sul luogo alcuni mesi prima, ma l’arrivo dell’inverno aveva interrotto le comunicazioni.
Per raggiungere Windy Rock, Zagor e gli altri salgono sul primo treno in partenza dopo il disgelo primaverile, lungo una linea che si inerpica sulle montagne. Con loro ci sono Lassiter, capo dei vigilantes della compagnia mineraria, con quattro uomini ai suoi ordini; lo sceriffo Curren che scorta il bandito Dubin da lui arrestato; l’avventuriero disilluso Syd Albright con la compagna Coralee e i gemelli McClure, due minatori che hanno fatto fortuna.
Lungo i binari, viene trovato un trapper che sembra contagiato da uno strano morbo... Giunti al campo minerario di Windy Rock, lo trovano abbandonato e devastato. Nel frattempo il trapper che avevano soccorso si trasforma in un orribile mostro che li attacca, ma viene prontamente ucciso. Allo stesso modo sono stati trasformati in orribili mostri tutti i membri della spedizione scientifica che si erano recati lì.
Zagor e gli altri scoprono un gigantesco oggetto (apparentemente un’astronave aliena) sepolto sotto la montagna. È questo oggetto che ha trasformato tutti i membri della spedizione in orribili mostri. Questi attaccano i nuovi arrivati e loro, per potersi difendere, non possono far altro che far esplodere la montagna che crolla addosso al manufatto alieno.
Della spedizione si salvano solo Zagor, Cico e Verybad.
Qualche tempo dopo, alla base di “Altrove” a Philadelphia, scopriamo che il sigillo di Dagon, il manufatto che Zagor riportò dalla sua avventura nel Mar dei Sargassi, è composto dello stesso strano materiale di cui era costruito l’orrore sepolto di Windy Rock…

Bella storia horror/fantascientifica di Jacopo Rauch, con una sceneggiatura praticamente perfetta nonostante il soggetto non sia certo originalissimo: abbastanza evidenti (anche se, probabilmente, non espressamente volute) le rassomiglianze con il film La cosa di John Carpenter e con il romanzo Le creature del buio di Stephen King (il manufatto/astronave sepolto nella montagna che provoca mutazioni nelle persone), nonché i richiami alla narrativa lovecraftiana (in particolare al racconto Le montagne della follia).
Perfetta la gestione dei personaggi principali e della folta galleria di comprimari, tutti ben caratterizzati grazie a dialoghi moderni, brillanti e coloriti, a volte anche “ricercati”; interessanti i rimandi espliciti allo story-arc atlantideo; belli i riferimenti nolittiani a Hellingen, lo Skylab, il monte Naatani e gli Akkroniani (seppur solamente in un sogno di Cico).
Zagor si “muove” benissimo: deciso, presente a se stesso, sa sempre qual è la miglior decisione da prendere, fermo e deciso (autenticamente “nolittiano”) quando si rifiuta di lasciare la zona perché deve assolutamente cercare di fermare quei mostri, anche da solo se tutti gli altri volessero andarsene!
Ben tratteggiato anche il personaggio Verybad, non in versione “scienziato pazzo” ma in quella di “serio studioso”, le cui conoscenze scientifiche si rivelano quanto mai opportune, dotato altresì di notevole coraggio, grazie al quale non esita a rimanere al fianco di Zagor per aiutarlo nello sconfiggere i minacciosi esseri.
Ottima anche l’idea di ricollegare la storia, nel suo epilogo, a quella di Terrore dal mare: in quella precedente avventura, infatti, l’oggetto che si vede alla fine di questa storia sembra essere la causa di una serie di mutazioni genetiche degli abitanti di Port Whale e di un terrificante mostro dai mille tentacoli conosciuto nelle leggende nordiche come “Kraken”. Non a caso le mutazioni più evidenti dei soldati de L’orrore sepolto sono dello stesso tipo, trattandosi, appunto, di tentacoli. Rauch si riallaccia così ad alcune delle più belle storie “boselliane” ed aggiunge un nuovo tassello alla continuity zagoriana.
I disegni di Mauro Laurenti, poi, sono perfettamente adatti a questa storia cupa e densa di attese inquietanti; la modernità delle sue fisionomie e la dinamicità del suo tratto arricchiscono la serie, svincolandola un poco dalla sia “classicità”, anche se alcune vignette sembrano più stilizzate del solito…

Concludo riportando alcune brevi osservazioni di Jacopo Rauch su questa storia, postate sul Forum SCLS nel novembre del 2010:

Piccola precisazione su alcune scelte narrative in merito ad alcune critiche che ho letto sul topic dell’Orrore Sepolto.
I mostri sarebbe bene non parlassero, ma... piaccia o no, in Zagor lo fanno spesso.
1) Il demone de La regina della città morta, duetta con Zagor alla fine della storia in questione (Boselli).
2) Il demone della palude dello speciale di Burattini anche.
Due scene a cui mi sono richiamato esplicitamente per scrivere la mia. Dei due autori principali della testata.
Io non ho inventato nulla di nuovo.
(Anche i puma mannari, o skinwalkers che dir si voglia, de La strega della sierra parlano, per dirne un’altra. E chissà, spulciando nella pluridecennale produzione zagoriana quanti altri esempi si ritrovano).
In altre parole, ho cercato di restare più aderente a Zagor che non a La Cosa di Carpenter”.

3 commenti:

  1. Bel commento, Marco, questa è una storia che mi è sempre piaciuta pur non essendo un capolavoro, sarà per l'atmosfera lovecraftiana.... Bel lavoro di Jacopo e Mauro.

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  2. Non posso che concordare. La migliore di Rauch secondo me tra quelle che ho letto. Davvero avvincente e con una bella ambientazione innevata, cosa per cui ho un debole XD (forse l' avevo già scritto).
    Interessanti i richiami a ITDM ed il finale che lascia aperti spunti interessanti.
    Peccato che Rauch secondo me dopo un buon inizio abbia cannato l' ultima avventura di Rakosi.

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