Alcuni giorni or sono è uscito il nuovo numero del trimestrale di letteratura, poesia e cultura varia "PICK WICK". Si tratta di una rivistina pubblicata a cura del Circolo Letterario Pickwick di Besana in Brianza, circolo del quale sono stato fondatore 15 anni or sono, e data in omaggio ai soci del sodalizio.
Nei miei post del 21 luglio ho già avuto occasione di parlare della conferenza intitolata "Zagor, uno splendido cinquantenne", organizzata dal Circolo e tenuta dal sottoscritto nella serata del 19 Maggio 2011. La serata era articolata in due parti: una dedicata alla storia del personaggio e un'altra dedicata alla storia editoriale dello Spirito con la Scure.In uno dei due post del 21 luglio avete potuto leggere la prima parte.
Su questo numero della rivista è apparso il mio secondo intervento. Per tutti coloro (e sono tantissimi) che non avranno la possibilità di leggerlo sulla rivista, lo riporto qui sotto.
ZAGOR, UNO SPLENDIDO CINQUANTENNE: la storia editoriale
Sembra che la longevità editoriale non sia una caratteristica tipica dei personaggi a fumetti di casa nostra. Mentre in America personaggi come Superman, Batman, Topolino, L'Uomo Ragno (solo per citarne alcuni) sono, a tutt'oggi, presenti sulla scena fumettistica sin dalla loro prima uscita, in Italia solo in rari casi un eroe di carta ha avuto la prerogativa di rimanere presente nelle edicole in modo veramente duraturo. Più spesso è accaduto che anche personaggi baciati dal successo hanno dovuto, prima o poi, assistere alla chiusura delle proprie pubblicazioni.
Maggior stupore, quindi, desta il fatto che i pochissimi personaggi ancora oggi sulla breccia dopo oltre un quarantennio, cioè Tex (1948), Zagor (1961), Diabolik (1962) e Alan Ford (1969), al record della lunga durata uniscano il primato ancora più invidiabile della loro ininterrotta presenza in edicola.
Di questi personaggi, Zagor è sicuramente il meno conosciuto al grande pubblico. Lo Spirito con la Scure, a differenza di altri, non ha mai fatto parlare di sé sociologi o politici (come Tex) e le sue storie non hanno mai provocato interrogazioni parlamentari (come Diabolik) o suscitato accesi dibattiti televisivi. Insomma, il cinquantenario successo zagoriano è unicamente fumettistico.
I numeri, del resto, parlano chiaro: 239 uscite nel formato "a striscia"; 550 albi nel formato ormai definito "bonelliano"; 23 numeri Speciali; 15 numeri Maxi; 13 Almanacchi dell'Avventura; 27 albi dedicati al divertente pancione messicano Cico; 3 volumi cartonati a colori di grande formato; 3 Oscar antologici editi da Mondadori; 1 volume in formato Gigante in uscita a giugno.
Anche solo per questo Zagor, a mio parere, non può che essere considerato un grande successo editoriale.
* * *
Tre sono i periodi in cui è possibile suddividere il lungo cammino editoriale di Zagor.
1. L'età dell'oro e dell’argento (dal 1961 al 1980)
Gli inizi, il consolidamento e lo sviluppo del personaggio, fino al suo maggiore successo in termini di vendite, si devono essenzialmente agli sforzi dello sceneggiatore e creatore della serie Guido Nolitta (nom de plume dell'editore Sergio Bonelli, figlio di quel Giovanni Luigi Bonelli, indimenticato creatore di Tex) e dal disegnatore e creatore grafico Gallieno Ferri (quest'ultimo coadiuvato dagli altrettanto bravi Franco Donatelli e Franco Bignotti).
Intorno al 1960 Sergio Bonelli decise di far fronte al grande successo editoriale di personaggi come Capitan Miki ed il Grande Blek delle concorrenti Edizioni Dardo con un nuovo protagonista, meno serioso ed infallibile del già famoso Tex, ma in grado di accattivarsi le simpatie di un pubblico giovane.
Nacque così Zagor, un giustiziere al di sopra delle parti le cui avventure si svolgevano in un mondo fantastico elaborato per l'occasione e via via messo a punto (la fittizia regione di Darkwood, individuata all’incrocio tra gli stati del Nord America Pennsylvania, Virginia e Ohio.
Oltre che ad ispirarsi a personaggi dell'epoca d'oro del fumetto americano (dall’Uomo Mascherato a Tarzan, passando per Mandrake), Sergio Bonelli/Guido Nolitta profuse in Za-gor-te-nay il proprio immaginario fantastico senza limiti o preclusioni di sorta, utilizzando con spigliatezza ed efficacia una sorta di contaminazione e trasversalità tra i vari generi (avventura, western, horror, fantastico).
L'autore cominciò quindi a lavorare sul personaggio unitamente al disegnatore ligure Gallieno Ferri, all'epoca più noto in Francia che in Italia. L'ispirazione grafica del personaggio, almeno all'inizio, fu cinematografica: Zagor avrebbe avuto le fattezze un po' di Robert Taylor e un po' del Tarzan interpretato da Gordon Scott.
Col passare del tempo, l'eroe guadagnerà molto anche dal volto e dallo sguardo del suo stesso creatore grafico, quasi in virtù di una inconscia identificazione col personaggio.
Avventure come "Zagor racconta...", "Il Re delle Aquile", "Libertà o morte", "Angoscia!", "Odissea Americana" (solo per citarne alcune) entrano in modo indelebile nel cuore dei lettori.
Così come vi entrano antagonisti quali il folle scienziato Hellingen, il vampiro Bela Rakosi, il mago druida Kandrax, l'odioso Supermike,
o comprimari quali l'investigatore pasticcione Bat Batterton, lo sfortunato cercatore di tesori Digging Bill, il postino ubriaco Drunky Duck, la dolce e nobile austriaca Frida Lang, il capitano di baleniera Fishleg, il ladro chitarrista Guitar Jim,
lo sfortunato capo seminole Manetola, il fachiro Ramath, l'orgoglioso e fedele capo mohawk Tonka, il divertente vagabondo Trampy.
Per non parlare di Cico, il simpatico messicano amico di sempre (sin dalla prima avventura), non semplice comprimario ma - si potrebbe a ragione dire - vero e proprio co-protagonista.
Zagor si rivela un fumetto veramente "completo": capace, per un verso, di intrattenere, divertire ed emozionare, e dall'altro di recare in sé valori altamente positivi: giustizia, perdono, libertà, uguaglianza, amore per la natura...
2. L'età del bronzo (dal 1980 al 1991)
Nel 1980, con l'abbandono da parte di Nolitta del ruolo di principale autore della serie, comincia il secondo periodo del personaggio, quello considerato meno felice dalla maggior parte degli appassionati.
Impegnato a tempo pieno nella stesura delle avventure del suo nuovo eroe Mister No (1975) e nella direzione della casa editrice, Sergio Bonelli decide ai abbandonare le sceneggiature di Zagor, affidandone la realizzazione a nuovi autori, nessuno dei quali, purtroppo, capace di mantenere il personaggio ai livelli del suo creatore. Tra questi, ne ricordiamo due: Alfredo Castelli (poi creatore di Martin Mystère) e Tiziano Sclavi (successivamente creatore di quel personaggio di successo chiamato Dylan Dog).
Ad ogni buon conto, per continuità editoriale e quantità di tavole prodotte, il posto di maggior rilievo tra i nuovi sceneggiatori è occupato dal senese Marcello Toninelli, all'epoca autore emergente a livello professionistico, che debutta sulla collana nel 1982.
Pur cercando di mantenersi inizialmente fedele alle caratteristiche del personaggio, successivamente Toninelli inizia a gestire Zagor secondo schemi abbastanza personali, nel tentativo di renderlo un eroe più moderno e realistico. Tra le innovazioni più rilevanti possiamo ricordare un limitato uso delle potenzialità umoristiche offerte da Cico e l'accentuazione di alcuni aspetti di "realismo storico", mantenendo tuttavia gli episodi in una corretta dimensione fantastica.
V'è da dire che il "passaggio di consegne" non poteva risultare indolore; d'altra parte, Nolitta/Bonelli aveva creato e sviluppato il personaggio di Zagor con uno stile talmente inconfondibile che chiunque avesse tentato di porvi mano avrebbe avuto non pochi problemi nel gestirlo al meglio.
Tuttavia, nonostante il giudizio poco lusinghiero espresso da numerosi appassionati sulla gestione toninelliana, bisogna riconoscere che con l'apporto di questo autore la serie ha dignitosamente "galleggiato" nel procelloso mare fumettistico di quegli anni e, senza di lui, forse non saremmo qui, oggi, a celebrarne il cinquantennale.
3. Il Rinascimento (dal 1991 ad oggi)
Per fortuna, in vista del trentennale del personaggio, la redazione e la direzione editoriale avviano un efficace rinnovamento dell'eroe. E' la svolta che tutti gli appassionati attendevano da tempo e che in breve richiamerà anche molti degli zagoriani della prima ora. Il personaggio viene rinnovato attingendo alle migliori e più genuine caratteristiche originarie della serie. Principali artefici dell’operazione sono gli sceneggiatori Mauro Boselli e Moreno Burattini, che esordiscono sulla testata quasi contemporaneamente nel maggio/giugno 1991.
Il risultato del loro lavoro sarà il cosiddetto "rinascimento zagoriano", grazie anche all'importante contributo di una nutrita serie di nuovi disegnatori che giungono ad affiancare Gallieno Ferri (dopo la dolorosa dipartita di Bignotti e Donatelli), tra i quali ricordiamo Marco Torricelli, Alessandro Chiarolla, Mauro Laurenti, Raffaele Della Monica, Massimo Pesce, Marcello Mangiantini, Gianni Sedioli, Marco Verni, Michele Rubini, Paolo Bisi e Joevito Nuccio.
Se da un lato Moreno Burattini riprende lo stile narrativo nolittiano, a cominciare dal comprimario principale Cico, nuovamente protagonista di esilaranti scenette comiche (le cosiddette gags), dall'altro Mauro Boselli comincia a lavorare sull'universo del personaggio cercando di ampliare il parco dei protagonisti e degli antagonisti.
Da parte di entrambi gli sceneggiatori vengono recuperati vecchi comprimari della saga (amici e nemici); comincia un lungo viaggio attraverso l'America del Nord che porta per molto tempo Zagor lontano dalla sua amata foresta di Darkwood (1994-1996), e vengono ideati altri viaggi che porteranno lo Spirito con la Scure in Scozia e Groenlandia (1997-1998), in Africa (2000-2001), in Islanda (2005) e - nel prossimo futuro - in Sud America.
Oltre a tutto ciò, Boselli e Burattini (con l’apporto dei nuovi sceneggiatori Luigi Mignacco, Jacopo Rauch e Mirko Perniola) si premurano di adottare un ritmo narrativo più serrato e moderno, senza per questo alterare la classica struttura avventurosa; vengono introdotte con successo alcune figure femminili (un tempo abbastanza trascurate); viene, infine, offerta una maggiore documentazione storica come sfondo alle avventure.
Attualmente Boselli ha lasciato un po’ in disparte la serie per dedicarsi a sceneggiare la sua creatura Dampyr e l’inossidabile Tex. Quindi le redini di Zagor sono passate totalmente in mano a Moreno Burattini. Sotto la sua supervisione, negli episodi vengono riprese con successo tematiche d'impegno civile e sociale, già emerse in alcuni memorabili episodi firmati a suo tempo da Nolitta.
Da ultimo, merita di essere segnalata la particolare attenzione rivolta alla cosiddetta “continuità interna” della serie, in cui le trame ed i personaggi si intrecciano tra di loro rendendo la saga un amalgama dinamico ed appassionante.
Ciao,
RispondiEliminasono Andrea, è bello il mega cartonato di Alan Ford?
Buona serata
Caro Baltorr,
RispondiEliminacomplimenti, esistesse una laurea ad honorem in Scienze Zagoriane sarebbe tua da un pezzo.
Io credo che Zagor abbia superato il periodo "del bronzo" (sei gentile a definirlo così, io ho in mente altre materie) non tanto grazie agli autori che ne hanno portato avanti in modo incerto e caracollante le vicende, quanto grazie a noi appassionati che memori dei lavori Nolittiani non abbiamo mollato continuanto a sperare in un divenire migliore che poi è, più o meno, arrivato.
Per quanto riguarda il "rinascimento", sono molte le luci (e qui si che mi sento di parlare di meriti degli autori) ma non pochissime le ombre.
I personaggi femminili dici tu. Beh...non hanno la magia e lo spessore umano di Frida nè la sconzonata giovanilità di Virginia. Hanno l'aria improbabile delle strafighe da cover di Skorpio e non esprimono molto di più oltre la loro avvenenza: insomma trovo siano più adatte a prodotti di serie B che alla grande saga zagoriana.
Quando "modernizzare" diventa "uniformare" e "banalizzare".
I disegni poi fanno talora rabbrividire. Non voglio fare nomi anche perchè in questo momento non li rammento, ma ci sono alcuni disegnatori che fanno piangere.
Su Tex certi sgorbi (lui si sempre formalmente impeccabile) non hanno mai avuto cittadinanza.
Beh...a parte Gamba ennemila anni fa...
Ciao, Andrea, benvenuto!
RispondiEliminaL'immagine che ritrae il cartonato di Alan Ford non è mia ma l'ho reperita sul web... Nemmeno posseggo il cartonato, anche se ebbi modo di sfogliare quello di un mio amico. Mi pare contenesse le prime 5 o 6 avventure del Gruppo TNT...;-)
Ciao, Mario!
RispondiEliminaIl tuo commento nei miei confronti è tanto gentile (e di questo ti ringrazio) quanto caustico lo è quello nei confronti di alcuni disegnatori...:-)
Io non sarei così drastico nel giudicare il loro lavoro. A mio parere sono tutti bravi professionisti; poi è ovvio: lo stile di uno può piacermi più o meno di quello di un altro (e di conseguenza, anche il piacere della lettura ne risente)... ma arrivare a dire che alcuni di loro "fanno piagere" mi sembra quanto meno ingeneroso...;-)
In merito a Tex: è l'ammiraglia della Bonelli ed è quasi inevitabile che i migliori alla fine arrivino lì...
A proposito del cartonato di Alan: ho venduto l'originale del '79 qualche mese fa su ebay, confermo: conteneva le prime storie di Alan Ford.
RispondiEliminaMi venne regalato all'epoca, ma non sono mai stato un grande fan di AF e così...
Hai ragione Baltor, non è vero che "fanno piangere". "MI" fanno piangere. Ammetto di avere oggettivizzato una mia percezione.
RispondiEliminaCome ho accennato nella risposta al tuo commento sul n° 300 di Dylan Dog, posso confermare che secondo me il trascorrere del tempo "invecchia" i contenuti delle serie longeve. Così come i supereroi emericani non sono più quelli di 40-30-20 anni fa, così Zagor e Affini raccontano l'epoca in cui vivono. Sono i nuovi autori che hanno sensibilità diverse e se a loro spetta sforzarsi per mantenere il contatto con il personaggio originale, a noi spetta fare lo sforzo di apprendere ilrinnovamento inevitabile.
RispondiEliminaPanta rei...
RispondiEliminaBellissimo e istruttivo post: un omaggio alla memoria di Sergi Bonell/Guido Nolitta. Grazie anche a questa sua creatura, Nolitta non moriràmai
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