giovedì 24 maggio 2018

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (4)


Eccoci alla quarta serie delle risposte
di Moreno Burattini alle vostre domande,
amici zagoriani!!!

1 - Parlando della giovinezza del nostro e delle iniziative della casa editrice legate allo sviluppo sia della possibile miniserie che del misterioso romanzo biografico, mi piacerebbe venissero svelati alcuni particolari finora mai narrati nei flashback legati al passato del nostro Patrick. All’interno del numero 55 della serie, l’ormai mitico “Zagor racconta” sulla didascalia di una tavola che mostrava il nostro eroe già capace di compiere le consuete evoluzioni sugli alberi, veniva riportata la voce narrante del nostro che asseriva: “(omissis) …mentre i mesi, gli anni passavano in una continua, meravigliosa scoperta di paesi e gente nuova, io crescevo forte e robusto ed avevo fatto tesoro di tutte le esperienze del mio amico…(omissis)”. Ma come ha appreso queste abilità (anche) acrobatiche? Non certo dai Sullivan che incontrerà più tardi sul suo cammino! Da dove derivano la sua perizia con la pistola, l’impareggiabile maestria nel corpo a corpo? Quali storie si celano nel “non detto” dei ricordi del protagonista?


Ci sono due scuole di pensiero riguardo al “non detto” sul passato dei personaggi dei fumetti. Una è quella dei curiosissimi che vorrebbero scoprire tutto; l’altra è quella di chi invece ritiene che sia più bello lasciare l’aura di mistero, perché le storie che svelano i retroscena possono deludere e sciupare l’incanto. Io appartengo alla prima categoria e credo che valga la pena di correre il rischio della delusione, non solo perché chi non risica non rosica, ma anche perché 1) non mi piacciono le domande senza risposta e le cose che non tornano, e perché 2) se invece la storia in flashback viene bene può dare grosse soddisfazioni. Ci sono parecchi miei lavori che cercano di risolvere dubbi, punti oscuri o incongruenze di avventure del passato, e il mio preferito fra questi (neppure zagoriano) è “La vera storia di Elizabeth Gray”, un albetto allegato a uno Speciale del Comandante Mark (http://morenoburattini.blogspot.it/2011/09/il-vero-e-il-falso.html).
I miei detrattori mi hanno ricoperto di contumelie per le spiegazioni che ho dato riguardo il passato di un altro personaggio che fa Gray di cognome, Robert, detto l’Alchimista; per aver giustificato con Shyer sia il simbolo sul petto del Re di Darkwood che la sua conoscenza della spiritualità indiana; per aver chiarito qualcosa sul passato di Olaf Botegosky così come su quello di Betty Wilding. Insomma, come si vanno a toccare certe cristallizzazioni della memoria si sollevano dei vespai. Perciò chissà che succederebbe se si sfruconasse nel “non detto” nolittiano riguardo al rogo della capanna sul Clear Water o sull’adolescenza del nostro eroe spiegando tanti perché e percome rimasti senza risposta. Tuttavia, sprezzante del pericolo e incurante delle punture di vespe, posso anticipare che lo sfruconamento ci sarà e una nuova storia a mia firma sul passato di Zagor, destinata a far discutere ma anche in grado di attirare notevole attenzione è in fase di realizzazione.

2 - Uno degli elementi della collana che mi è sempre piaciuto è legato all’immagine misteriosa e semidivina che il creatore della serie, ispirandosi come è noto, all’universo dell’Uomo Mascherato, ha voluto conferire al nostro; da un po’ di tempo tuttavia, non compaiono nella serie regolare le spettacolari entrate in scena, le mirabolanti magie volte a corroborare l’ascendente mistico dell’eroe sulle popolazioni native di Darkwood. Le vedremo ancora?


In una intervista del 1989 pubblicata sullo “Speciale Zagor” di “Collezionare”, Sergio Bonelli rilasciò questa dichiarazione: “Zagor originariamente era un sensitivo, anche se non proprio come Mandrake. Intuiva il pericolo, percepiva particolari vibrazioni nell’aria. Gli sceneggiatori di oggi non si ricordano quasi mai di questa caratteristica”. Avendo personalmente raccolto queste parole essendo stato uno degli intervistatori in quell’occasione, mi sono proposto, in qualità di nuovo sceneggiatore, di ricordarmene. Così, a ogni piè sospinto, da quasi trent’anni a questa parte, faccio dire allo Spirito con la Scure frasi di questo tipo: “Ho la strana sensazione di un pericolo incombente, e in questi casi raramente mi sbaglio”. Noto che Jacopo Rauch usa formule del genere ancora più spesso di me. Insomma, Zagor percepisce le minacce come se avesse il “senso di ragno” che pizzica a Peter Parker. Ciò nonostante, avendo letto l’intervista di Nolitta, ci sono ancora dei lettori che a ogni piè sospinto chiedono: “Perché voi sceneggiatori di oggi non vi ricordate quasi mai della caratteristica di Zagor di essere un sensitivo?”. Io e Rauch ci guardiamo sgomenti perché ci sembra di ricordarcene anche troppo. Lo stesso pare capitare anche per le “apparizioni” del Re di Darkwood agli indiani. I lettori più affezionati alla tradizione percepiscono uno scollamento dalle consuetudini e temono che certe tradizioni si vadano perdendo anche se non è così. Basti pensare che c’è stata una “apparizione” dello Spirito con la Scure anche nell’albo con Jovanotti di pochi mesi fa, ma a guardar bene se ne possono rintracciare alcune anche in tempi recenti. Ne “L’uomo che sconfisse la morte” (il secondo Zagorone) di “apparizioni” ce ne sono addirittura due. Ce n’è una nello Speciale, di non troppo tempo fa, “La danza degli spiriti”. Una che mi è piaciuta particolarmente immaginare è in “Magia indiana”. Tuttavia è vero che questo tipo di “show”  non è troppo frequente, però neppure Nolitta lo metteva in scena in ogni numero. Del resto, se ci fosse di continuo non sarebbe più d’effetto (anzi, sarebbe ripetitivo, prevedibile). Va aggiunto un particolare. La sensibilità dei nostri giorni potrebbe percepire come offensivo per i nativi americani il fatto che li facciamo passare per dei creduloni, gente disposta a farsi abbindolare da trucchi da avanspettacolo. Perciò, bisogna stare attenti a non esagerare.

3 - Facendo appello all’(esiguo) animo romantico della serie, e vedendo sfumate le aspettative di un flirt con Blondie nella recente trilogia di Zamberletti, non è venuto il momento di far vivere al nostro eroe qualche ulteriore avventura sentimentale?


Secondo me il livello romantico della serie è oggi molto più alto rispetto ai tempi di Nolitta. Mauro Boselli, pur avendo sceneggiato molte meno  pagine di Sergio Bonelli, ha fatto interagire Zagor con molte più donne. Personaggi come Gambit o Marie Laveau (di cui lo Spirito con la Scure ha subito chiaramente il richiamo erotico, ricambiato) hanno aumentato la componente femminile e sensuale della serie (e potremmo fare molti nomi oltre ai due citati). Addirittura, io ho inserito nella serie Shyer e le Amazzoni (una delle quali potrebbe addirittura aver dato una figlia al nostro eroe). Certo, il rispetto delle caratteristiche del personaggio e delle direttive nolittiane non consente di far avere al Re di Darkwood la vita sessuale di Dylan Dog, almeno sulla scena (e se lo facessimo si inalbererebbero gridando al tradimento i più tradizionalisti), ma non c’è una pregiudiziale su altre, future, avventure sentimentali. Anzi, ci saranno sicuramente – nei limiti di cui si è detto. Circa le aspettative di un flirt di Zagor con Blondie… beh, Isabel è pur sempre una banditessa con parecchi omicidi sulla coscienza. Si è percepita, credo, l’attrazione fra i due, ma la situazione non era favorevole.

4 - Tra i personaggi dell’universo Zagoriano, partito un po’ in sordina ma poi entrato nel cuore dei lettori a pieno titolo, c’è il professor Verybad. Mi piacerebbe ipotizzare un’ulteriore “malsana” invenzione del bizzarro scienziato che veda contrapporre al nostro una sorta di “supersoldato” creato dalla mente del geniale e folle professore. E’ un’idea fattibile?


L’idea è tanto fattibile che è già stata fatta. La mia prima storia, “Pericolo mortale”, si basa proprio su una schiera di “supersoldati” nati da un esperimento (non di Verybad, in verità) finito male. Altri soldati manipolati geneticamente o quasi (questa volta sì sottoposti a una invenzione di Verybad) si sono visti nella mia “Dimensione allucinante”. In un recente Maxi intitolato “L’ultima follia di Verybad” (scritto da Roberto Altariva) altri militari vengono sottoposti a una diabolica invenzione del professore. Ed eccomi infine a ricordare “L’avamposto dei mostri”, di Toninelli e Donatelli, in cui Verybad fa esperimenti destinati a dar vita a combattente anfibi. Insomma, abbiamo già dato!

5 - Alcuni personaggi come Bela Rakosi o Ylenia Varga sono stati assegnati allo stesso disegnatore Della Monica, che tra l’altro apprezzo moltissimo, ma mi piacerebbe vedere il barone vampiro e la baronessa realizzati da anche altri disegnatori. Sarà possibile?


Sì. Accadrà nella prossima trasferta in Europa.

6 - Quando rivedremo De Vescovi su Zagor?


Nel 2020, molto probabilmente.

7 - La storia sui Seminoles di Rauch/Di Vitto a che punto è? Di quanti albi sarà?


Sarà di tre albi (o forse un Maxi), e siamo a metà.

8 - Per quando è prevista la pubblicazione della trasferta in Europa?


A fine 2019 o inizio del 2020.

9 - A mio parere la collana dello Speciale Zagor è la più “debole” tra le uscite extra. Avete idea di qualche rinnovamento come è accaduto per i Maxi?


La collana “Speciale Zagor”, a dire il vero, ha ospitato classici come “La congiura degli dei” o “Il principe degli elfi”. Ci sono apparse storie importanti come “Darkwood Anno Zero” o “La leggenda di Wandering Fitzy”. Alcune delle storie che preferisco tra le mie sono state ospitate lì sopra, tipo “Il segreto di Cristoforo Colombo”, “I cavalieri del Graal”, “Soldati fantasma”, “Il maleficio di Anulka”, “Risvegli”. Insomma, sulla “debolezza” avrei da ridire. Vero è che tutte le storie brevi sono a rischio, in una serie come Zagor dai ritmi più fluviali che torrentizi, per cui è più facile che sia bella una storia lunga che una breve. Altrettanto vero è che a volte serve una valvola di sfogo per mettere alla prova certi autori o per non ingolfare la serie regolare con certi altri. Lo scopo dello Speciale è comunque quello di offrire agli interessati (magari per un viaggio in treno o un giorno di vacanza) una rapida lettura autoconclusiva. In questa ottica non servono grandi progetti se non quelli di garantire una qualità di base che non mi pare sia mai stata tradita (parere personale). Del resto non ci tradiscono neppure i lettori e le vendite tengono, segno che proprio del tutto “deboli” non siamo. Tuttavia capisco l’obiezione e uno dei miei buoni propositi sarà di meditare sul da farsi.

10 - Zagor tornerà in Africa?


Non è previsto, per il momento. Ma perché escluderlo? L’Africa è il regno di Tarzan e Zagor è un tarzanide. L’Africa è sinonimo di avventura e di scenari selvaggi, e dunque più che un continente per il nostro eroe è un invito a nozze. Ci sono però da tener buoni i lettori che si agitano se lasciamo Darkwood, come se la giungla del Congo non assomigliasse alla foresta attorno alla palude di Mo-hi-la.

11- Quando tornerà Trampy per una nuova gag lunga con Cico?


Credo di essere lo sceneggiatore che ha scritto più gag di Trampy di qualunque altro. L’ultima, se non mi sbaglio, è apparsa nell’albo “Corsa disperata” di non troppo tempo fa (2015). Quella precedente era nel Maxi “La banda aerea” (2011). In “Cico & Company” (2007) Trampy c’è dall’inizio alla fine. Insomma, ogni quattro anni il nostro Vagabondo ricompare. Ricomparirà, dunque, più prima che poi.

12 - Spero che quando ci sarà il ritorno del vero Hellingen, costui venga liberato in tutti i sensi dal Wendigo: il mad doctor lo preferisco libero e reinserito in storie più tradizionali come Ora Zero, Lo spettro del passato e L’isola della Paura. Sarà così?


Sarà così. Però mi preme ricordare come chiunque fosse stato chiamato a scrivere il ritorno di Hellingen dopo la storia di Mauro Boselli avrebbe dovuto necessariamente fare i conti con il Wendigo. Non sono io che, bizzarramente, ho voluto dare un risvolto magico-fantastico alla mia storia. Tiziano Sclavi prima e Boselli poi hanno trasformato lo scienziato pazzo nolittiano in qualcosa di “diverso” dall’impostazione originaria. In altri ambiti (basti pensare alla Marvel) i personaggi (i villain come gli eroi) subiscono una naturale evoluzione che li tiene al passo con i tempi e li rinnova, ogni autore che su sussegue fornisce la propria interpretazione e il proprio contributo, e chi arriva dopo tiene conto di ciò che ha fatto chi è venuto prima. Nessuno contesta. Su Zagor molti lettori sono invece legatissimi allo status quo anche quando i cambiamenti sono minimi. Io ho cercato di riportare Hellingen alla dimensione nolittiana (persino facendolo tornare a fare il costruttore di robot), al punto da clonarlo così com’era ai tempi di “Magia senza tempo” - una storia in cui, comunque, Nolitta stesso aveva inserito la magia e non si era limitato alla fantascienza delle avventure procedenti. Però, che Hellingen tornasse e non ci fosse nessuna reazione da parte del Wendigo o non si facesse alcun cenno alla sorte del mad doctor originario non era assolutamente possibile. E se l’avessi fatto, giustamente sarei stato criticato: “Ma come, non tieni in nessun conto le storie di Sclavi e di Boselli?”. Ciò detto, ribadisco, io mi sento nolittiano e preferisco l’Hellingen tradizionale. Immaginavo si fosse capito, invece ai detrattori dev’essere sembrato il contrario.

13 - Da appassionato di Jules Verne e Conan Doyle mi sono sempre piaciute storie come “L’isola misteriosa” o “Il mondo perduto”. Quest’ultimo lo abbiamo visto con i magici disegni di Rubini. È possibile mandare Zagor in qualche isola sconosciuta con civiltà e animali sconosciuti, magari in compagnia di Fishleg e della ciurma della Golden Baby?


Fermo restando che Jules Verne è uno dei punti di riferimento dell’immaginario del sottoscritto, faccio notare che ne “Il mistero dell’isola”, un mio Maxi del 2012, capita appunto qualcosa di simile a ciò che viene richiesto. Trame di questo tipo si sono comunque già viste e altre se ne vedranno, e sono in arrivo ben due lunghe storie con Fishleg e la ciurma della Golden Baby (una addirittura subito dopo l’estate).

14 - So che Jacopo Rauch sta scrivendo anche per Tex. Rimarrà comunque un autore fisso nello staff di Zagor in modo tale che scriva tante altre belle storie per lo Spirito con la Scure?


Senza dubbio (secondo me).

15 - Con tutto il rispetto per Chiaverotti, che sicuramente è un grande artista, non è un azzardo proporre un nuovo autore all’esordio per una storia cosi importante come il ritorno di Kandrax?


Claudio Chiaverotti non è un “nuovo autore” (come per esempio il giovane Francesco Testi dell’ultimo Speciale, che pure aveva al suo attivo un Dampyr e un Tex). Claudio Chiaverotti è un veterano. Una leggenda. È l’autore di “Goblin”, la mia storia di Dylan Dog preferita. È il creatore di Brendon e Morgan Lost. Ha un curriculum lungo come il campanile di Giotto (o la Mole Antonelliana, essendo torinese). Si è proposto per essere ospite su Zagor, personaggio da lui amatissimo fin dall’infanzia, e ha presentato un soggetto molto intrigante, affidato a un altro veterano come Marco Torricelli che si è subito entusiasmato di fronte al progetto. Dunque, dov’è l’azzardo?

16 - Un personaggio che mi piace molto è il professor Richter. È previsto un suo ritorno?


Per ora non è previsto, ma chissà (e chissà se è vivo).

17 - Vorrei sapere se Fabrizio Russo, il bravissimo disegnatore de “Il mostro di Philadelphia”, sta lavorando ancora su Zagor o se è tornato definitivamente su Dampyr.


Dopo “Il mostro di Philadelphia”, Fabrizio ha disegnato una seconda storia già completata e in attesa di pubblicazione, e ne ha iniziata una terza, senza tradire Dampyr.

18 – Sarei curioso di sapere perché non esiste in rete alcuna immagine di Franco Donatelli, mentre ci sono dei filmati di Youtube di una persona anziana che canta e che ha lo stesso nome… I filmati però sono recenti mentre Donatelli è morto nel 1995… Potrebbe essere la stessa persona?


Mi dispiace non aver scattato una foto, l’unica volta che ho incontrato Franco Donatelli in redazione. Facendo una ricerca in rete ho trovato due foto non molto significative. Sicuramente i famigliari avranno molte foto del loro congiunto, ma non si sono mai preoccupati di metterle in rete. Del resto Donatelli era una persona schiva a cui non importava comparire.

19 – Volevo chiedere se, in occasione del ritorno di Hellingen, sapremo qualcosa di più sulla vera natura del Wendigo e di Kiki Manito, e se avremo modo di conoscere la dimensione nella quale Hellingen è finito.


Qualcosa verrà detto, ma non saranno il Wendigo o Kiki i protagonisti.

20 – A quando il ritorno del Mic Mac “Sektar”? C’è la speranza di rivedere “Mister Mistery”, prestigiatore illusionista apparso nello speciale “La congiura degli dei”? E “Auberon” principe dei Tuahta De Danann?


Mi segno i nomi. Poi, vedremo!

Ringraziando Moreno per la sua consueta disponibilità,
ora possiamo partire con la quinta serie di domande! 
Forza ragazzi, la prima è già arrivata!!!



venerdì 18 maggio 2018

Il ritorno di Blondie (Zagor Gigante 631/633)


Blondie, una nemica del passato di Zagor, evade in maniera rocambolesca da un carcere nel cuore dei Monti Appalachi. La sua non è una fuga verso la libertà, bensì alla ricerca di qualcosa forse legato al suo passato, a nord, in una città: Scanlon Creek. Per una fortunosa coincidenza, anche Zagor e Cico si dirigono nello stesso luogo.
Là un tempo imperversava una banda di sanguinari e imprendibili rapinatori che si era guadagnata l’appellativo di “Banda degli Spettri”. Zagor e Cico si trovano loro malgrado a dover affrontare l’uomo che li guidava, combattendo fianco a fianco con Blondie.
I tre si rifugiano in una ghost town, dove la ragazza racconto allo Spirito con la Scure la propria storia. Cos’è successo alla sua famiglia? Quali circostanze l’hanno costretta a diventare una fuorilegge? Cosa l’ha spinta a evadere di prigione un’ultima volta?


Non posso che applaudire a questa storia western che ripropone un nemico in gonnella di fine anni ’70: la famigerata fuorilegge Blondie.
Antonio Zamberletti è molto bravo ad approfondire e delineare in tutte le sue sfaccettature questo personaggio che nella storia originale, di oltre quarant’anni or sono, era poco caratterizzato ed abbozzato in poche pagine (ma delle quali un paio di scene - il bagno di Blondie e il suo tentativo di sedurre Zagor a cavallo -, tuttavia, sono rimaste indelebilmente impresse nella mente degli zagoriani dell’epoca). Ciò a conferma del fatto che anche con storie che presentano il ritorno di vecchi avversari si può fare centro!
In questa avventura scorrevolissima (282 pagine che ho “divorato” dalla prima all’ultima) Zamberletti costruisce due trame parallele destinate a ricongiungersi nell’ultimo albo: in una abbiamo uno sceriffo, Allemby, (che scopriamo essere stato il capo di una banda di spietati banditi) che vuole in tutti i modi impossessarsi di alcuni terreni auriferi, e nell’altra una fuorilegge evasa da una colonia penale, che da bambina ha assistito alla morte dei genitori ed è stata abusata dalla famiglia adottiva, e che ora è in cerca di vendetta. Ciò che accomuna le due trame è il fatto che il capo dei banditi è stato anche l’assassino dei genitori della bambina. L’abilità dello sceneggiatore fa sì che le due vicende si intersechino in modo assolutamente plausibile, appassionando il lettore che non vede l’ora di scoprire che cosa accadrà.
Soprattutto credo che gli zagoriani si saranno domandati lungo tutta la vicenda (o, almeno, io l’ho fatto): Blondie morirà? O si redimerà, e lei e Zagor diventeranno buoni amici? O addirittura si innamoreranno?
Zamberletti ha operato la scelta che personalmente ho apprezzato di più: con l’aiuto determinante di Zagor, Blondie riesce comunque a vendicare i propri genitori, ma rimane anche fermamente convinta di proseguire nella sua vita da fuorilegge! In tal modo lasciando aperta la possibilità di un suo ulteriore, futuro ritorno come avversaria dello Spirito con la Scure.
Peraltro, lo sceneggiatore se la cava bene, a mio parere, anche nella gestione del personaggio di Cico, pienamente protagonista della vicenda e di riuscitissime gags, e nel mescolare momenti di pura avventura con dialoghi intensi ben costruiti. Anche lo sceriffo Allemby è un personaggio ben delineato e sfaccettato, diviso tra il suo ruolo di cattivo di turno ed il rimorso per l’omicidio della madre di Blondie/Isabel.

Se proprio vogliamo trovare un “neo”, allora direi che è quello dei numerosissimi avversari uccisi da Zagor con la pistola: non credo di ricordare una simile ecatombe in nessun’altra storia dello Spirito con la Scure (ma forse mi sbaglio). Il “mio” Zagor cerca di uccidere il meno possibile… Comunque, un’unica, piccola “nota stonata” in una esecuzione sinfonica per il resto pienamente riuscita.
Per quanto concerne i disegni, Mauro Laurenti era certamente il disegnatore più adatto a questa storia. La sua rappresentazione di Blondie, donna estremamente affascinante e sexy ma anche dura e determinata, è veramente azzeccata.
Anche i suoi paesaggi e le scene d’azione sono molto belle. Inoltre, il suo tratto mi è sembrato davvero migliorato rispetto alle sue ultime prove sulla collana.
Se la storia è riuscita cosi bene, il merito è anche suo!

lunedì 14 maggio 2018

Le creature del buio (Speciale Zagor n. 30)


Le “Fearsome Critters” sono creature a volte bizzarre e grottesche ma spesso terrificanti e mostruose, di cui i boscaioli di Darkwood sono soliti raccontare storie attorno al fuoco del bivacco.
Ovviamente sono sempre state considerate fantasie... almeno finché un gruppo di minatori profanano una grotta che gli Shawnee credono essere la porta del mondo degli spiriti.
Come risultato, Darkwood viene invasa proprio dalle “Fearsome Critters”, in cerca di vittime per la loro fame insaziabile.
Zagor e Cico si trovano così a dover combattere per difendere la propria vita e salvare la stessa foresta, ormai corrotta dall’influenza malvagia.

La storia di questo speciale zagoriano, in quanto a soggetto e sceneggiatura, devo dire che mi è piaciuta: l’ho trovata scorrevole e divertente, originale nella sua concezione, ricca di scene d’azione e con una bella morale finale (che ogni tanto non guasta).
Mi hanno affascinato le diverse creature presentate, ognuna con la sue proprie caratteristiche, che sono sicuramente il punto di forza dell’avventura. Forse un po’ troppo complicata è la spiegazione che viene data alla “funzione” del sognatore, sul come fa ad aprire il varco per le creature, però alla fine la motivazione che viene fornita funziona bene nell’economia della vicenda.
Inoltre ero molto curioso di leggere questa storia, poiché il giovane Francesco Testi ebbi occasione di incontrarlo in redazione nell’ottobre 2014 allorché era stato convocato da Moreno Burattini proprio per discutere del suo soggetto zagoriano dal titolo “Fearsome Critters”.


Io, Moreno e Francesco andammo anche a mangiare insieme una pizza e con quest’ultimo fu davvero piacevole discutere del suo approccio con Zagor dopo che già aveva pubblicato una storia di Dampyr (La tomba del re scorpione - n. 169) e si era già visto approvare una sceneggiatura per una storia breve di Tex (Amici per la morte – Tex Color n. 10), passando quindi con successo per le “forche caudine” del severissimo Mauro Boselli e diventando così il più giovane sceneggiatore ad essersi mai cimentato con il famoso ranger di casa Bonelli.


Per cui, a mio parere, la sua prima prova zagoriana è sicuramente positiva e mi aspetto che prosegua su questi binari anche nelle storie future.
Che dire, invece, dei disegni di Emanuele Barison, qui alla sua terza prova su Zagor?
Premesso che Barison è un bravissimo artista e di lunga esperienza, devo tuttavia osservare che questa sua ultima performance non mi ha del tutto convinto. Sicuramente l’atmosfera lugubre e cupa di questa avventura si addice ai suoi disegni scuri e tenebrosi, tuttavia l’eccesso dell’uso del “nero”, una certa “rudezza” nel rappresentare i tratti somatici dei personaggi di Zagor e Cico e le figure a volte poco dettagliate rendono alcune vignette di difficile lettura.



Il suo stile molto particolare, unico tra lo staff dei disegnatori zagoriani (e che quattro anni or sono avevo comunque apprezzato nella sua prima prova, sullo Speciale n. 26), può sicuramente essere una grande risorsa ma per chi come me, e tanti altri lettori, si trova più a suo agio davanti a disegni di stampo più classico, può riuscire difficile apprezzarlo appieno.
Lo ripeto: non giudico la bravura dell’artista, mi permetto solo di chiedermi se il suo stile è adatto ad un fumetto come Zagor.
Questione di gusti, beninteso…