mercoledì 23 giugno 2021

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (37)

Quale modo migliore per questo blog

di festeggiare, nel suo mese esatto,

il sessantesimo anniversario di Zagor

che quello di leggere le risposte di Moreno Burattini

alle vostre domande?


Ecco quindi a voi la trentasettesima puntata

della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!


Approfondiremo alcune particolarità

in merito alle storie e ai personaggi della serie,

parleremo di quanto sono “alti” Zagor e Cico,

degli haters, delle medaglie celebrative della Bonelli,

dei manga giapponesi e di molto altro ancora.


Ringrazio come di consueto Moreno Burattini

per la sua grande disponibilità.


1 – Gentile Moreno, ho riletto ultimamente “Agenti segreti” e, come le prime volte che l’ho sfogliato, mi è rimasta impressa una domanda. Pongo innanzitutto all’attenzione il fatto che il figlio del Duca sia apparso ne “L’uomo nel mirino”, quindi si dovrebbe presupporre che il Duca padre sia morto. Se fosse così, niente di male perché cadere in quella specie di pozzo nella prima storia, oltretutto dopo aver preso fuoco, sarebbe difficile farlo tornare. Eppure ci sono così tanti ritorni “impossibili” che, magari nascostosi per anni per vergogna dell’aspetto col quale si è ritrovato, ed avendo paura di non farsi riconoscere conciato così com’è, se n’è rimasto chiuso in se stesso ma con voglia di rivalsa. In fondo al “pozzo” non sappiamo bene, non essendo stato visto e non essendoci stato detto, che cosa in realtà ci fosse e quanto era profondo, per cui non so se sono riuscito a trovare uno spunto per una nuova storia, dal basso della mia preparazione zagoriana, ma ho voluto scriverle a proposito di ciò. Un saluto.

Mi fa sempre piacere ricevere domande da lettori attenti e propositivi, e scoprire che oltre a me, che mi ci sono scervellato tanto, altri almanaccano sui personaggi e sulle circostanze di ogni storia. Quello che dici (sul fatto che un nemico creduto morto possa tornare sulla scena e che un finale possa prestarsi a un sequel) vale per moltissime avventure di Zagor, come di altri personaggi. Tuttavia, nella fattispecie, un ritorno del Duca e una esplorazione del pozzo in cui è caduto (e in cui è stato gettato il tesoro del Re di Francia) in “Agenti segreti” è cosa più che possibile. Vedremo! Ti rivelo però che, nel caso stessi già scrivendo qualcosa del genere, per non scoprire le carte risponderei appunto “vedremo!”.

2 – Caro Moreno, nella storia “Il grande torneo” Pugno Nero dichiara di aver cercato, e di non aver trovato, Zagor alla sua capanna il mese precedente. In un suo pensiero personale Zagor dichiara di essere stato facilmente rintracciabile in quale periodo ma qualcosa mi dice che, forse, questo racconto sarebbe dovuto uscire dopo la trasferta sudamericana, spiegando così l’assenza di Zagor da Darkwood. Ci ho visto giusto?

Se fosse accaduto, non ci sarebbe niente di male: le storie hanno tempi lunghi di realizzazione e a volte la programmazione le fa slittare o le mette in lista di attesa per i più svariati motivi. Però, francamente, non ricordo che “Il grande torneo” (episodio uscito nel 2011) fosse programmato per uscire al termine della trasferta sudamericana (cioè nel 2014). Trovo più probabile un riferimento all’avventura precedente (“Il villaggio della follia”) che aveva portato Zagor su delle montagne un po’ distanti dalla palude.

3 – È noto che Zagor è alto 187 cm, ma non è mai stato detto quanto sia alto Cico. Secondo me, tra i 150 cm e i 160 cm. Ci verrà mai annunciata l’altezza esatta di Cico?

Direi che essendo nota l’altezza di Zagor (strano che Nolitta l’abbia espressa un centimetri, cioè usando il sistema metrico decimale, e non in piedi e pollici secondo il sistema americano), un confronto ragionato individui anche l’altezza di Cico appunto nella misura che hai ipotizzato anche tu. Personalmente preferirei non dare misure precise per il pancione, se no ci sarebbero i super pignoli subito a fare i confronti fra le vignette (e poi, appunto, ci sarebbe da decidere quale sistema di misurazione usare).

4Caro Moreno, ho recentemente riletto “Non umani” e “Le Creature del Buio” e non posso far altro che trovare delle similitudini tra queste due storie. La prima cosa che viene in mente è che si parla di mostri. In entrambe esistono umani che si dimostrano essere più mostri dei veri mostri, provenienti dallo spazio o dai sogni di un individuo rimasto intrappolato in una grotta e ricoperto di materia appiccicosa. Poi c’è l’elemento paura. Non si sa mai da dove possano sbucare questi esseri, dal davanti, dal dietro, dal di sotto o addirittura dal di sopra. Nel finale, invece, ci sono delle somiglianze sulle scelte di Zagor riguardanti due personaggi controversi che fanno da sfondo ad entrambi i racconti. Change acquisisce l’aspetto del figlio dell’uomo anziano, e Zagor decide di tenerlo d’occhio da lontano. Così come decide di tenere d’occhio Carter che, essendo umano e non avendo ucciso nessuno, merita secondo lui una seconda possibilità, anche perché lo ha salvato da Salazar. Ora, la mia domanda verte sul fatto che, nella realtà zagoriana, risulta secondo lei più “logico” che lo Spirito con la Scure intraveda del buono in un alieno tanto da farlo rimanere a Darkwood pur sotto la sua stretta sorveglianza, oppure che un ex bandito che non ha mai fatto male a nessuno e che si è messo a fare il boscaiolo riesca a ravvedersi del tutto tanto da convincere il grande Zagor?

In realtà le Creature del Buio (o Fearsome Critters) sono più fantastiche e magiche del concretissimo Change (del quale sentiremo presto parlare di nuovo), tuttavia mi sembrano logiche (o meglio, “zagoriane”, dunque umane, dunque persino possibili di risultare fallaci) entrambe le scelte. Peraltro, scelte reversibili. Su Change c’è da dire che Zagor deve al mutaforma la vita sua, dei suoi amici e di chissà quanti altri, visto che senza il suo aiuto gli altri alieni (Krak e Shrike) avrebbero imperversato su Darkwood e magari anche altrove.

5 – Caro Moreno, mi fa piacere leggere che Andrew Cain sta tornando. Senza voler avere anticipazioni che possano disturbare la sorpresa in serbo per noi, il Cacciatore di Mostri vedrà Zagor arrivare in Africa oppure sarà lui ad arrivare a Darkwood?

Verrà lui.

6 – Gentile Moreno, le scrivo perché sono intenzionato a chiederle un parere su un argomento interessante, ma che potrebbe diventare polemico. Sto parlando del vittimismo. Molte persone sembrano soffrirne, e non intendo che uno dei miei autori preferiti, ovvero lei, possa cadere nella trappola allestita dai vari haters, ai quali risponde sempre con ironia, ma che capisco possa essere una situazione parecchio frustrante. A lungo andare si rischia di vedersi trasportati in un vortice di ripicche da parte di autore contro fans e viceversa. Credo che nominarla ad honorem distruttore di Zagor sia stato ingiusto perché se una persona diventa curatore di una serie è perché se lo merita, oltreché esserne un grande appassionato. Per cui pensa che questi haters vogliano continuare ancora a lungo a trovare un modo per sfogarsi contro di lei se alcune avventure non piacciono, oppure riusciranno a trovare la forza di reagire e di provare a dare una chance ai vari autori senza per questo, per partito preso, prendere a male parole chi si fa il “sedere quadro” ogni giorno pur di garantire l’uscita della loro serie preferita, sforzandosi di variare fra i generi e di regalare quegli attimi di felicità e spensieratezza in più, che in questo periodo storico, in particolar modo in questo periodo storico, valgono come oro?

Non vedo quali siano le ripicche da parte mia. Al massimo, solo in rari casi, da parte mia ci sono delle risposte. Del resto, sarà pure consentito rispondere. Circa il resto, non so che cosa passi per la testa a chi sceglie un bersaglio piuttosto che un altro: ognuno impiega il tempo come crede. Mi pare che gli haters siano una categoria che imperversa un po’ dovunque sui social, facendo i danni che sappiamo, da tutti deprecati: di quale patologia siano portatori non sta a me dirlo (non sono uno psichiatra), decifrarne le motivazioni mi sembra vano (carenza di affetto, in certi casi verrebbe da dire, naturalmente edulcorando una più colorita espressione toscana). Riguardo al vittimismo, non mi sembra di essere una persona particolarmente piagnucolante. Casomai ironico: segnalo certe cose buffe che si leggono in giro (solitamente cose che mi vengono segnalate da amici divertiti) e replico con un minimo di peperoncino (secondo lo slogan “un po’ di sana polemica”). I vittimisti, del resto, sono quelli che si sognano attacchi che non ci sono, nel mio caso (stando a quel che mi dicono) c’è davvero la fiera della detrazione, di cui per fortuna mi giungono soltanto gli echi. Suggerisco sempre a tutti i collaboratori di non leggere i commenti su Internet, perché c’è chi davvero ci rimane male (molto più di me, voglio dire, che ormai sono corazzato).

7 – Caro Moreno, cosa ne pensi a proposito delle medagliette celebrative (comprese di raccoglitore) apparse su vari albi della Casa Editrice Bonelli nel corso del 2021 per festeggiare gli 80 anni della suddetta?

Mi pare che le recenti medaglie rientrino in un tipo di iniziative viste fare anche da altre case editrici in anni lontani come in tempi vicini (da bambino, mi ricordo monete e francobolli allegate a “Topolino” che ho collezionato anche io), così come cose simili si sono viste anche al di fuori del mondo della carta stampata (quante volte abbiamo letto la scritta: “collezionali tutti”?). Ci sono lettori a cui queste cose piacciono molto e addirittura le richiedono. Che io sappia, l’operazione ha avuto successo, infatti. C’è poi da dire che le medagliette (raccoglitore a parte) sono state regalate, per cui quelli a cui ha fatto piacere cercarle si saranno divertiti a farlo, quelli a cui l’iniziativa non è piaciuta non hanno speso un centesimo di più. Per costoro (quelli a cui le medaglie non sono piaciute) l’unico problema è lo smaltimento dell’oggetto avuto in omaggio: suggerisco di regalarlo a quelli che, invece, l’hanno apprezzato.

8 – Ciao Moreno, ti scrivo in questo blog per chiederti quali sono alcuni degli argomenti dei quali hai proposto un soggetto in passato e che ti sono stati rifiutati per un motivo o per un altro. Ho letto della Maschera di Ferro, ma ce ne sono altri?

Ce ne sono molti altri. Storie di viaggi nel tempo, incontri con personaggi storici, gialli troppo cervellotici…

9 – Caro Moreno, elencando dei precisi comprimari storici della saga di Zagor (Trampy, Bat Batterton, Icaro La Plume, Adolfo Verybad e Drunky Duck), escludendo Digging Bill che già ci ha “lavorato” insieme, quale fra di essi vedresti meglio in un’avventura insieme alla ciurma della “Golden Baby”?

Ci vedrei Icaro La Plume che porta a bordo l’involucro di una mongolfiera da gonfiare al momento giusto.

10 – Caro Moreno, la vicenda riguardante Charlie Hebdo ha sconvolto tutti quanti. Le chiedo, senza giri di parole, cosa ha provato come fumettista (e quindi al riguardo di una crisi della libertà di parola e di scrittura) e, soprattutto, come uomo.

Sono fra quelli che continuano a proclamare “Je suis Charlie” anche dopo che i fautori del politicamente corretto hanno smesso di farlo (mi chiedo, oggi questi paladini della correttezza da che pare stiano, al riguardo). Quello che avevo da dire l’ho scritto a suo tempo in questo post, di cui fornisco il link, e lo reputo ancora valido:

http://morenoburattini.blogspot.com/2015/01/je-suis-georges.html

11 – Caro Moreno, negli ultimi tempi, in due albi usciti a poca distanza l’uno dall’altro, è apparso uno Zagor in modalità enigmista. Senza voler ironizzare su questo fatto, perché si tratta solo di due esempi vicini tra loro nell’immensa vastità della produzione zagoriana, ti chiedo se come spunto, suggerimento, possa essere preso in considerazione una sorta di “antenato” delle famose parole crociate, nate ufficialmente verso il 1890, ma la cui creazione nessuno ci vieta di poter anticipare di qualche anno (di parecchi anni), non credi?

L’uscita dei due albi con elementi “enigmistici” a distanza di breve tempo, ma in due serie diverse (il Color e lo Speciale) è solo un caso. In uno dei due, “La missione di Drunky Duck”, la soluzione della crittografia non è neppure opera di Zagor, ma suggerita dalla studiosa Deborah. Ciò detto, non mi sembra che il “mio” Spirito con la Scure si dimostri un enigmista a ogni piè sospinto (esagerando in tal senso). Né mi pare che, messo di fronte a degli enigmi, il nostro eroe debba viceversa dimostrarsi un babbeo: essendo persona intelligente, prova a venirne a capo. Del resto, la letteratura, il cinema e i fumetti sono pieni di enigmi da decifrare (mi sembrerebbe strano che l’escamotage venisse contestato solo a me) e le avventure del Re di Darkwood sono il regno della contaminazione e crocevia delle suggestioni: anche la risoluzione di messaggi cifrati e di anagrammi fa parte del tourbillon di tutto ciò che ci si può aspettare. Ciò detto, escludo qualsiasi parola crociata sulle pagine di Zagor.

12 – Ciao Moreno, adoro le copertine di Piccinelli. Non credi sia il caso di adeguare anche il disegno delle storie ad uno stile grafico più fresco e moderno?

A me pare che l’offerta grafica zagoriana offra tutta una gamma di proposte: non c’è un disegnatore unico, e Marco Verni è ben differente da Paolo Bisi, per fare due nomi. “I racconti di Darkwood”, per esempio, propongono autori con mani molto diverse. Dirò però che di solito i lettori contestano appunto l’eccessiva offerta di stili grafici diversificati e vorrebbero una maggiore aderenza alla tradizione ferriana. Verrebbe da dire: mettetevi d’accordo. In realtà cerchiamo di mediare tra le opposte richieste.

13 – Ciao Moreno, voglio chiederti una cosa per soddisfare una mia curiosità. Rileggendo il terzo Zagorone, “La storia di Betty Wilding”, mi è sembrato di notare alcune vignette non disegnate da Ferri bensì da altri, tipo Luigi Piccatto. Ho ragione io, oppure mi sbaglio? Nel caso in cui non mi sbagliassi, perché è accaduto ciò, se puoi dirlo?

Tutte le vignette de “La storia di Betty Widing” sono state disegnate da Ferri, e Luigi Piccatto non ci ha messo mano. Quello che dici riguarda il fatto che a volte, per i più svariati motivi, i grafici della redazione sono chiamati a rimediare a certi problemi nel disegno e spesso non c’è tempo di incaricare delle correzioni l’autore delle tavole. Succedeva anche ai tempi di Nolitta (si possono trovare interventi di Bignotti, per fare un esempio, su tavole di Ferri), ma è sempre successo e succede per tutti gli autori (fa parte del gioco del fumetto seriale, la dove i tempi sono strettissimi) e ci sono stati aggiustamenti persino nelle copertine.

14 – Caro Moreno, essendo un appassionato di vite e carriere militari, ho sempre guardato con ammirazione l’accademia di West Point, da dove escono i futuri soldati. Ai tempi di Zagor era solo agli inizi, e poi situata vicino a New York, quindi non vicina, ma mi piacerebbe vederla rappresentata nel fumetto, magari come parte di un’avventura sempre di stampo militare. Cosa ne pensi?

Che è un’ottima idea. Certo, andrebbe studiata bene (quindi, ci sarebbe da documentarsi).

15 – Caro Moreno, un corpo speciale come quello dei Vigili del Fuoco non è mai stato preso in considerazione per poterci costruire una storia sopra. Non erano certo organizzati al pari di quelli di oggi, ma non le pare che ci sia un certo ostracismo verso questo corpo il quale, va bene, è utilizzato per domare incendi e per salvare persone dai crolli degli edifici, nonché per altre mille cose, ma non è stato particolarmente reso protagonista, né su Zagor, né su altre serie. Come mai, secondo lei? Si sente ispirato dall’argomento oppure preferisce evitarlo perché lo trova di difficoltosa applicazione?

In realtà, su Zagor i pompieri si vedono all’opera in una storia di Nolitta (credo in quella del “Sigillo dell’Imperatore”). Va detto che i pompieri sono un corpo d’intervento tipicamente cittadino, e le avventure dello Spirito con la Scure sono di solito ambientate all’aria aperta o in località di frontiera dove al massimo si faceva la catena con i secchi (con risultati scoraggianti). Invece, Zagor in azione per salvare qualcuno da un incendio (senza la pretesa di domare le fiamme) si è visto parecchie volte (anche per merito mio). Che gli autori di Zagor applichino l’ostracismo contro i pompieri, comunque, non direi.

16 – Caro Moreno, mi sembra inutile farti i complimenti per “Creatura d’acqua” in quanto sembrerei ripetitivo visto che, in questo blog, molte persone te li hanno già fatti. Più che altro, a proposito da tale storia, voglio chiederti se sia stata pensata inizialmente per una serie extra piuttosto che per la serie regolare, e se lo fosse stata, per la precisione, prescelta per far parte de “I racconti di Darkwood” in quanto mi pare di aver letto in giro che è stata aumentata di pagine. Era prevista per “Brividi da Altrove” oppure per una raccolta di storie brevi che dovrebbero uscire in futuro?

Continuano a meravigliarmi i plausi per “Creatura d’acqua”, che credevo una storia minore destinata a fruttarmi una selva di critiche. Ne sono contento, ovviamente. In effetti, vista la “stranezza” della minaccia, inizialmente avevo pensato a una storia breve per “I racconti di Darkwood”, poi l’improvvisa esigenza creata da un buco di programmazione e il fatto che l’avventura mi aveva preso la mano mi hanno fatto decidere per allungare la vicenda fino a 94 tavole.

17 – Caro Moreno, ho deciso di scriverti perché ho due passioni nella vita: Zagor e la politica. Siccome di Zagor non ce n’è mai abbastanza, ti chiedo se sia possibile far apparire personaggi basati sui politici di oggi e di ieri (Brunetta, Renzi, Bossi, Andreotti, ecc.) all’interno del fumetto, senza intaccare la storia in sé stessa e neanche creando il rischio di diffamazione. Per cui, ecco, siccome adoro queste due arti, potresti creare qualcosa al riguardo o hai le mani legate? Con affetto, un tuo estimatore.

Mi sembra che il bello di Zagor sia proprio il suo essere al di sopra delle beghe politiche, soprattutto quelle italiane. Se qualche volta si trattano temi “politici” sono quelli legati agli ideali: la libertà, la giustizia, il rispetto, la tolleranza. Questa è la lezione di Guido Nolitta, a cui sono ben lieto di aderire senza che nessuno mi leghi le mani.

18 – Caro Moreno, sarei veramente molto curioso di conoscere la tua opinione sul fenomeno “manga” (sul cui boom molti hanno scritto recentemente). Tu sei un amante del fumetto in generale (e non solo dei “bonellidi”) ma mi sembra di ricordare che in passato tu abbia ammesso di non conoscere bene i manga e di non amarli particolarmente. Siccome anche io ultimamente sono un po’ critico verso il fumetto giapponese, vorrei sapere se nel corso degli anni hai cambiato opinione, se hai letto dei manga e quali, se e perché ti piacciono e soprattutto perché non ti piacciono o cosa non ti piace (ad esempio, lo stile del disegno, l’amplificazione eccessiva dei sentimenti, ecc.). La seconda domanda è comunque collegata alla prima perché vorrei sapere se, secondo te, in un contesto generale in cui le persone (e soprattutto i giovani) leggono meno fumetti di prima, la crisi di vendite della Bonelli ha tra le tante e diverse cause anche il fatto che i manga siano diventati molto popolari e abbiano in un certo senso preso il posto dei Bonelli nel cuore di tanti giovani lettori. Esiste, secondo te, una correlazione diretta? Infine: a quando la trasferta di Zagor in Giappone? Io che abito proprio qui l’aspetto con impazienza. Grazie.

Ognuno legge ciò che vuole e ciò che può. E’ evidente che non si può leggere tutto. Perciò confesso la mia limitata conoscenza dei manga, di cui pure ho letto qualcosa e di solito ho apprezzato. Però, e qui so di attirarmi le ire dei mangofili, ho il grave handicap di non riuscire a leggere i manga stampati alla rovescia (senso di lettura da destra verso sinistra). Ci ho provato, anche di recente con “I giorni della sposa” di Kaoru Mori (sinceramente bello), ma è più forte di me. Trovo fastidioso anche il piccolo formato dei tankōbon  nipponici, sarò perché non ci vedo più tanto bene. Se esistessero manga pubblicati alla diritta (senso di lettura occidentale) e in formato grande, come l’edizione di Akira della Glenat Italia, li leggerei sicuramente. Ne ho parlato in un saggio contenuto nel mio “Discorsi sulle nuvole”, edito da Cut-Up. Ho letto a suo tempo, oltre Akira, Crying Freenan, 2001 Nights, Lamù, Gon (solo per citarne alcuni). Ho anche il terribile problema di non aver mai guardato (per motivi generazionali) i cartoni animati giapponesi, a parte Heidi. Parlandone spesso con Antonio Serra, che divide con me l’ufficio, cerco di tenermi informato e aggiornato. Mi consolo pensando che le tante cose che non so, e le tante cose che non ho visto, ci sono anche i manga ma ci saranno pure dei giapponesi che non sanno nulla di Zagor. Una cosa mi pare di notare: i manga tendono a essere letture totalizzanti. Chi legge quelli, spesso non legge fumetti francesi, americani o italiani. Però forse è solo una mia impressione. Da profano, credo che anche la Bonelli abbia strizzato l’occhio ai manga con Orfani, Nathan Never (di recente protagonista di una miniserie da fumetteria in formato simil nipponico, “Kay”) e con Attica, di Giacomo Bevilacqua. La “crisi di vendite della Bonelli” di cui parli in realtà non esiste in quanto “della Bonelli”: anzi, mi pare che i prodotti bonelliani si difendano bene rispetto a una crisi che investe tutto il comparto editoriale e che crea guai a tutti. Crisi che non è certo dovuta ai manga (anzi, si può sperare che l’abitudine a maneggiare un albo, anche se da leggersi al contrario, trattenga qualche lettore che altrimenti si dedicherebbe solo ai social o alle piattaforme di videoclip). Non so se le vendite di un albo manga pubblicato in Italia possano competere con quelle di Tex o di Dylan Dog, in ogni caso mi pare bello che qualcuno legga qualcosa.

19 – Caro Moreno, nella storia “La giustizia di "Wandering" Fitzy” Zagor usa la scure solo per stordire lo sceriffo Matthew, sul finale di quell’emozionante storia. Egli viene quindi portato a Fort King per far evitare una nuova guerra indiana ma, sempre sul finale, non si capisce che fine faccia. Sarà stato impiccato? Avrà ricevuto la galera a vita? È ancora vivo al giorno d’oggi, anche se invecchiato, al pari della maga Jelena? Cosa puoi dirci in proposito? Grazie e scusa il disturbo.

Posso solo dire che, se è stato portato vivo a Fort King, è stato sottoposto a un processo. Un tribunale avrà giudicato colpe, aggravanti e attenuanti. Mi pare che affidare un cattivo alla giustizia a volte sia la cosa migliore da fare (non è che, benché lo scenario sia quello della frontiera, Zagor debba sempre essere lui il giudice e il boia).

20 – Volevo chiedere a Moreno se è legale vendere storie intere in parte “letterate” (!) come il ritorno di Liberty Sam di Capone e Gamba disponibile fino a poco tempo fa su ebay. Qualcuno, tipo qualche erede del buon Francesco, può farlo?

Dovrei vedere e capire di che cosa si tratta. Le tavole originali possono essere state vendute dalla famiglia Gamba, cosa senz’altro lecita. Se poi gli acquirenti le hanno usate per scopi diversi dal collezionismo di original arts, bisogna valutare che operazione sia stata davvero fatta. C’è un apposito ufficio in Bonelli che si occupa di questo.

 

mercoledì 16 giugno 2021

Provaci ancora, Cico (Speciale Cico 28)

Continuano i festeggiamenti per il sessantesimo anniversario di Zagor e, dopo l’albo celebrativo uscito nella collana regolare ad inizio mese, ecco giungere nelle edicole il ventottesimo “Speciale Cico”, a quattordici anni di distanza dall’ultimo (allorquando venne decisa la chiusura della serie dedicata al simpatico pancione messicano).

Incontrando al trading post di Pleasant Point il giornalista Keith Hauser (già apparso nella collana  Maxi Zagor n. 32) che lo intervista, Cico racconta alcuni divertenti episodi della sua vita.

La sceneggiatura frizzante di Moreno Burattini mette in scena, in una girandola di gag e di battute, diverse (dis)avventure di Cico, tutte molto divertenti: dalla sua partecipazione alle Olimpiadi della Contea di Greenfield, alla sua scoperta delle misteriose origini del Going-Going, l’improbabile animale onnivoro che vive nella foresta di Darkwood (e queste sono le due storie “portanti” dell’albo); dal primo incontro fra Zagor e Drunky Duck, ai disastrosi tentativi di Cico di dimostrare la sua conoscenza dei vari dialetti pellerossa.


La struttura dell’albo è quelle già adottata nei volumi dedicati ai “Racconti di Darkwood”: una storia “cornice” (ad opera dei disegni dell’ormai collaudato Stefano Voltolini) che ne racchiude altre (in questo caso due) illustrate dal “ferriano” Marco Verni e dal veterano Gaetano Cassaro.

Un discorso particolare merita la copertina di Marco Verni.

Della sua “genesi” me ne parlò Moreno Burattini agli inizi di febbraio del corrente anno. Egli mi disse che aveva chiesto al disegnatore di raffigurare in primo piano Cico che cuoceva un arrosto di pollo, in secondo piano Drunky Duck che con un lazo glielo avrebbe rubato e in terzo piano il Going-Going che a sua volta lo avrebbe carpito al postino ubriacone.

Ora, grazie al blog DIME WEB di Saverio Ceri e Francesco Manetti che ha pubblicato qui una bella intervista al disegnatore, possiamo vedere il work-in-progress della copertina, le cui immagini vi riporto qui sotto.



            Anche questa volta vi saluto, dandovi appuntamento alla prossima recensione e augurandomi di non dover aspettare altri quattordici anni per vedere in edicola il n. 29 della collana “Speciale Cico”!!!

 

sabato 5 giugno 2021

Corpo speciale (Zagor Gigante 671)

Zagor ritorna in un luogo che ha segnato il suo destino: il villaggio Abenaki sulle rive di un lago dove si consumò la sua vendetta contro Salomon Kinsky e dove morì “Wandering” Fitzy.

Lo Spirito con la Scure scopre che ci sono ancora dei pellerossa che ricordano la strage di molti anni prima… ma che, allo stesso tempo, un corpo speciale dell’esercito, denominato “Snipers Force”, ha stabilito la sua base nei pressi del lago, scontrandosi con i pellerossa…


Ecco giungere finalmente in edicola il numero della Collana Zenith celebrativo del sessantesimo anniversario di Zagor.

Infatti nel mese di giugno del 1961 usciva in edicola “La foresta degli agguati”, il primo numero in formato striscia della Collana Lampo che presentava ai lettori un nuovo personaggio: Zagor, lo Spirito con la Scure! Albetto molto opportunamente allegato, in ristampa anastatica, a questo n. 722/671 come omaggio dell’editore ai lettori zagoriani.

Altro “omaggio” ai lettori è la copertina illustrata da Alessandro Piccinelli che riproduce (contestualizzandola) la cover di Gallieno Ferri di quel mitico n. 1.

Ma veniamo alla storia.

Possiamo innanzitutto dire che sono due le trame che si intersecano: la principale vede il mondo di Zagor “invaso” ancora una volta (dopo i Lupi Neri, la Tropical Force, e gli Iron Wolves) da un corpo speciale dell’esercito americano, la Snipers Force, che – come lascia intendere il nome – è composto da franchi tiratori, armati di modernissimi e letali fucili ad alta precisione.

La trama secondaria, ma sicuramente più ricca di risvolti psicologici, è quella che vede tornare Zagor sulla tomba del suo mentore “Wandering” Fitzy e rievocare il terribile momento della sua morte, preceduto dalla strage ad opera dal giovane Patrick Wilding (che è il vero nome di Zagor) ai danni degli Abenaki di Solomon Kinsky. Due “pesi”, quello della strage e quello della morte dell’amico/padre adottivo, che gravano ancora sull’animo dello Spirito con la Scure. Poco lontano dal quel luogo, Zagor e Cico incontrano i discendenti di quegli stessi Abenaki, uno dei quali in particolare, Odonak, è ancora in cerca dell’autore di quel massacro e dell’uccisione di suo zio e suo cugino.

Le due trame, come dicevo, sono tra loro connesse dal fatto che il fratello e il padre di Odonak sono stati, rispettivamente, uccisi e feriti dai militari della Snipers Force. Colui che comanda questo corpo speciale, il maggiore Bradley, ha deciso di usare come bersagli di allenamento per i suoi uomini proprio i pellerossa, considerati dei selvaggi che la storia ha già destinato all’estinzione. Zagor, ovviamente, riuscirà a porre fine anche a questa nuova minaccia.

Non starò a descrivere la storia nel dettaglio. Dico solo che mi è piaciuta molto e che Moreno Burattini è stato bravo a raccontare in un solo albo di 94 pagine le due vicende: quella piena d’azione con la Snipers Force e quella più introspettiva sulle conseguenze del suo passato di giustiziere.

Per quanto riguarda la prima, segnalo il bel discorso di Zagor (di stampo veramente nolittiano) rivolto al maggiore Bradley: “Hai ai tuoi ordini una masnada di cecchini? Vigliacchi che uccidono da lontano, tenendosi al sicuro?”; “Puah! Uccisioni mirate… a tradimento! Un colpo in fronte a distanza di sicurezza! E, stando a quanto mi dici, anche ai danni di chi non indossa una divisa, obbedendo a un ordine ricevuto, senza sapere perché…”.

Per quanto riguarda la seconda, mi aspettavo che nel finale Zagor rivelasse agli Abenaki di essere lui l’autore della strage di tanti anni prima… Invece, molto più opportunamente, Burattini mostra il lato più umano (e quindi anche fragile) dell’eroe che tace e preferisce mantenere Odonak all’oscuro di quella “macchia” del suo passato che egli ha già ampiamente espiato e della quale non deve più rendere conto agli uomini ma solo al suo Creatore.

I disegni “ferriani” del bravissimo Marco Verni impreziosiscono il tutto… una sola cosa manca, secondo me: il colore (tipico degli albi centenari e di quelli dedicati alle varie ricorrenze, come è questa del sessantennale), che sarebbe stato la vera ciliegina sulla torta di questo numero celebrativo.

Concludo mostrandovi uno schizzo del maggiore Bradley (allora indicato come “capitano”) eseguito da Marco Verni in occasione del Raduno Autunnale del Forum zagoriano SCLS, tenutosi a Bologna nel novembre del 2019, epoca in cui il disegnatore aveva iniziato a lavorare alla presente storia.

            Alla prossima recensione, con l’inizio della trasferta in Europa!!!