giovedì 29 marzo 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: La vendetta dello stregone (ZCSC07)


Il settimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura contro il dinosauro emerso dall’abisso verde, le storie complete “Il messaggio tragico”, “Il mistero del mulino”, “Lo squadrone fantasma” e le prime tre tavole della storia Iron-Man.


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 IL MESSAGGIO TRAGICO

E’ l’ultima avventura di Zagor scritta da Giovanni Luigi Bonelli e, come in precedenza, anche questa esce un po’ dai cosiddetti canoni zagoriani. In particolare, la circostanza dell’allontanamento di Cico, mandato a Boston e sostituito dalla coppia di cacciatori Big Giona e Skinny, è una soluzione tipica di Bonelli padre. Anche in questa occasione, inoltre, i colpevoli vengono puniti dalla longa manus del destino (avvelenati nel sonno dai serpenti).
In ogni caso, la storia è dignitosa: il racconto di Adam Young, capo di una carovana mormone trucidata da un gruppo di guide, è la parte più drammatica e commovente della trama, e ricordo ancora con piacere l’éscamotage di utilizzare i margini delle pagine di una Bibbia per annotare il proprio diario da parte del pastore mormone.
Divertente la reazione dello stregone che, al suo risveglio, si ritrova “sotterrato” al posto di Zagor e quasi impazzisce per la sorpresa e la “grande magia” operata dallo Spirito con la Scure!

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IL MISTERO DEL MULINO

            Un vecchio mulino sulle sponde del lago Michigan è l’epicentro di un traffico di schiavi che vengono acquistati dal boscaiolo Timber Bill. Zagor e Cico, scoperto per puro caso il turpe commercio, riusciranno a liberare gli schiavi e a punire sia il compratore che i perfidi negrieri...
            Davvero una pietra miliare della saga, soprattutto per il delicato tema trattato. Lengagément di Nolitta viene subito a galla in una delle sue prime storie scritte dopo l'abbandono iniziale del personaggio: nonostante la guerra di secessione si di là da venire, Zagor già non tollera che la barbarie della schiavitù possa trovare casa nel suo mondo!
            Indubbiamente l’opera risente un po’ del tempo trascorso. Ci sono delle ingenuità evidenti, come è chiara una impostazione generale più leggera, più adatta ad un pubblico giovane. Tuttavia le tematiche e la drammaticità di alcune situazioni tipicamente zagoriane è ben riconoscibile. Cico è molto presente, buffo, comico, ma paradossalmente anche funzionale all’azione, e lo ritroviamo ancora una volta spinto da Zagor al travestimento.
            Oltre al tema della schiavitù, poi ripreso successivamente in altre storia più “mature”, si nota un altro classico tipicamente Nolittiano, quello dello “spettro”, la presunta morte del protagonista e il sinistro ritorno che terrorizza i cattivi (già visto ne “La foresta degli agguati”, e che ritroveremo in “Un nido di vipere”, “Lo spettro”, “Il signore dei serpenti”, etc.).
Zagor sfrutta la sua capacità di far leva sulla propria leggenda, la capacità di terrorizzare, di gettare scompiglio, perché un nemico spaventato è già un nemico sconfitto, almeno in parte. Questa capacità di impressionare ed ingannare i nemici si è un po’ perduta nel tempo e questo è un peccato.
La copertina dell'albo gigante “I mercanti di schiavi” è di grande impatto!

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LO SQUADRONE FANTASMA

            Zagor e Cico si imbattono in un gruppo di giovani Cayuga che assaltano un conestoga isolato. Mentre Zagor riesce a raggiungere la famiglia degli assediati, Cico viene portato via in groppa ad un cavallo ingovernabile.
            Mentre la situazione sembra volgere al peggio, il suono di una tromba mette in fuga gli indiani che credono vi siano le giacche azzurre in arrivo. In realtà lo “squadrone di soldati” è composto dal solo Cico che si è messo a suonare una vecchia tromba acquistata poco prima in un trading post!
            Divertente “prologo” alla successiva avventura “Iron-Man” (nella quale i Cayuga mettono in dubbio l'autorità dello Spirito con la Scure), la storia si segnala per essere la prima nella quale originariamente veniva utilizzato il nome di Darkwood per indicare la regione nella quale Zagor vive ed esercita il suo “dominio”.

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           Dell'avventura “Iron-Man” ne parleremo la settimana prossima, visto l'esiguo numero di pagine presenti in questo volume. Voglio, invece, segnalarvi una particolarità.

In questo numero della Collezione Storica a Colori sono state “sacrificate” le due pagine dedicate alla rubrica Buoni&Cattivi di Moreno Burattini.

       Questa particolarità mi venne segnalata da Moreno stesso durante la mia visita in redazione il giorno 21 febbraio 2012, allorquando mi mostrò il fascicolo in lavorazione del n. 8 della Collezione Storica.



        Come potete vedere dalle fotografie, il n. 8 avrebbe dovuto iniziare direttamente con la storia di Iron-Man, perché le ultime due tavole de “Lo squadrone fantasma” sarebbero state inserite a chiusura del n. 7, così sacrificando la rubrica di Burattini.

        Invece, a lavori ancora in corso, è di nuovo cambiato tutto: la rubrica di Moreno è in realtà saltata perché, altrimenti, il n. 7 sarebbe finito con una sola tavola della nuova storia; in tal modo, invece, le tavole sono le tre iniziali.


giovedì 22 marzo 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: Il mostro di acciaio (ZCSC06)



Il sesto numero in edicola oggi contiene la conclusione dell'avventura contro il killer professionista Coffin ed il suo mandante Mac Barry, le storie complete "L'uragano!" e "Il cervo sacro", nonché le prime 7 pagine della storia "Terrore nella valle".



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SULLE ORME DI TITAN

Questa è, a mio parere, la prima grande avventura di Zagor.
Dopo aver ripreso in mano le redini della collana, Guido Nolitta crea un avversario che rimarrà nella storia, il mad doctor Hellingen, con la sua più famosa creatura, il gigantesco robot Titan!
Il primo incontro di Zagor con Hellingen è introdotto da un crescendo di emozioni: all’inizio la gag di Cico, che va’ a cercare il cibo nel posto sbagliato (la cuccia dell’aggressivo cane Tiger); poi l’uragano sul lago, che porta i nostri eroi su di un’isola abitata dagli indiani Ottawas; infine, la ribellione degli indiani, sollecitata da Zagor, che provoca l'intervento di Titan, il robot (la cui apparizione al di là della palizzata eretta dagli Ottawas mi ha ricordato il primo film di King Kong).
Un’apparizione, quella del mostro d’acciaio, che all’epoca della prima pubblicazione della storia (1963) avrà sicuramente stupito i lettori non meno che i protagonisti della vicenda... Zagor ribalta a suo favore una situazione disperata, si libera e costringe il professor Hellingen ad inabissare la sua creatura; l'esplosione finale del laboratorio non sembra lasciare superstiti.
Questa storia sancisce in maniera definitiva l’impostazione che Nolitta darà alle avventure e che contribuirà al successo della serie: l'immissione, in un contesto western, di elementi provenienti da altri generi, che garantiranno una varietà incredibile di argomenti e situazioni.
Dopo tanta tensione, la conclusione è quasi comica: nel viaggio di ritorno, infatti, Zagor e Cico si imbattono nei proprietari della “Locanda del lupo”, Abramo e Isacco, che tentano invano di derubarli.
Da segnalare anche il debutto, all’inizio della storia, del simpatico Trampy (effettivamente qui ancora “anonimo”), che affiancherà il nostro Cico in tantissime gags future!

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IL CERVO SACRO

Due scienziati, Mayer e Kruger, sono venuti a conoscenza che nella foresta di Darkwood esiste uno strano tipo di animale che nessun biologo ha mai avuto la possibilità di studiare: un animale chiamato Zagor!!!
Da questa bizzarra premessa prende l’avvio la loro spedizione, che incappa subito in una serie di guai con i pellerossa a cui viene accidentalmente ucciso l’animale totemico: un cervo sacro.
Zagor interviene per salvare la spedizione scientifica, rivelando così di non essere affatto uno “strano animale”, non prima però che un Cico ricoperto del fango della palude venga scambiato dai due scienziati con l’oggetto della loro ricerca e messo in gabbia!!!
La storia è divertentissima ed il tratto quasi caricaturale dei disegni dei fratelli Chiomenti ben si adatta alla trama. Esilarante il fatto che i due scienziati credano che Zagor sia una specie di scimmia, con tutti gli equivoci del caso...
Da evidenziare che questa storia venne scritta dapprima per il mercato francese e poi inserita nella serie a striscia dell’edizione italiana.

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L’ABISSO VERDE

            Un enorme dinosauro è scaturito da un abisso, a causa di un improvviso terremoto. Gli Oneida sono terrorizzati e il loro stregone, Wabashi, decide di sacrificare la bella Reeda a quella mostruosa creatura. Umapai, il fratello della ragazza, si rivolge allora all'unico uomo in grado di salvarla: Zagor!
Avventura del “serioso” Bonelli padre, che riprende molti degli stilemi da lui utilizzati nelle storie western: l’abisso preistorico, lo stregone pellerossa malvagio, la vittima sacrificale...
Due brevissime annotazioni: la giovane indiana Reeda nella realizzazione grafica di Gallieno Ferri è veramente graziosa; il dinosauro cieco di questa avventura mi ha sempre fatto una certa tenerezza...


giovedì 15 marzo 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: Nel covo di Yaska (ZCSC05)

 
 
           

  

Il quinto numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura contro Kendall e i suoi rinnegati, le storie “La strega della Palude Nera”, “Il piccolo popolo”, e l'inizio de "Uno strano violinista".

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LA STREGA DELLA PALUDE NERA

 Nelle paludi echeggia la diabolica risata di Yaska, la strega, e fra i Corvi serpeggia la paura. Aiutata dal fido nano Orik, Yaska vuole sostituire il capo tribù Falco Nero con Lungo Coltello. Ma qual è il suo sorprendente segreto?
Zagor interviene in aiuto della tribù dei Corvi e scopre che Lungo Coltello è figlio di Yaska, esiliata anni prima per una faida familiare, e del vecchio capotribù... La morte tra le fiamme da parte della vecchia strega pone fine all’incubo che grava sulla Palude Nera...
Sin dalla prima lettura mi era piaciuta molto l'ambientazione nella palude, che creava un senso di cupezza e mistero. La presenza, poi, di una strega, intrigava molto il mio interesse per le storie dell'orrore... E la tragica fine di Yaska e Orik lascia, comunque, un po’ di amaro in bocca al lettore: il nano alla fine si dimostra ragionevole e la strega, in fondo, è una madre che desiderava soltanto una sorte migliore per il figlio...
Forse la miglior storia zagoriana di Giovanni Luigi Bonelli.

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IL PICCOLO POPOLO

 Orik, il servitore di Yaska, la strega della Palude Nera protagonista dell'avventura precedente, faceva parte della tribù del Piccolo Popolo, i cui membri dichiarano guerra alla tribù dei Corvi, che Zagor aveva aiutato, ritenendoli responsabili della morte del loro amico.
Zagor riesce a convincerli che la morte di Orik è stata del tutto accidentale e per provare la sua buona fede li aiuta contro i demoni della boscaglia, giganteschi ragni che minacciano da sempre l'esistenza del Piccolo Popolo...
Ideale continuazione della storia precedente (probabilmente un tentativo di G.L.B. di creare una sorta di continuity nella saga), questa avventura presenta per la prima volta un vero elemento horror con l'introduzione dei ragni giganti, resi graficamente molto bene da Ferri.
A chi fosse appassionato delle opere di Tolkien non sarà sfuggita l'analogia di Cico imprigionato nella ragnatela con l'avventura del romanzo Lo Hobbit in cui i ragni giganti di Bosco Atro catturano la compagnia dei Nani di Thorin Scudodiquercia... Inoltre, il termine "piccolo popolo" si usa anche per definire tutti quegli spiritelli che popolano i boschi delle leggende nordiche... E’ improbabile che G. L. Bonelli si fosse ispirato a quel romanzo, ma... chissà????

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UNO STRANO VIOLINISTA

 Un vecchio nemico di Zagor, Mac Barry, assolda il killer professionista Coffin affinché uccida lo Spirito con la Scure con il suo fucile di precisione. Il colpo va’ a segno, ma grazie all’intervento di Cico, improvvisatosi chirurgo, la vita di Zagor è salva!
La vendetta di quest’ultimo non tarda: il killer viene fermato, il fucile distrutto e Mac Barry finisce dietro le sbarre.
Guido Nolitta torna a sceneggiare la sua creatura dopo due anni di “lontananza” e lo fa con un’avventura che da ragazzo mi appassionò parecchio.
Il sicario dotato di un fucile nascosto in una custodia da violino ad alla cui precisione era impossibile sfuggire, il nostro eroe per la prima volta ferito mortalmente, l’intraprendenza di Cico (che torna ad essere un vero co-protagonista) rialzano di molto la qualità delle storie sino ad allora presentate al pubblico. In particolare, sia la sceneggiatura che i disegni sono molto efficaci nel rendere la tragicità dell’operazione chirurgica di Cico su Zagor, effettuata di notte alla luce delle torce.
Un ultimo appunto sul Gran Consiglio di Primavera, l’annuale raduno di tutte le tribù della zona: appare per la prima volta in questa storia e sarà spesso contrassegnato da apparizioni “soprannaturali” da parte del nostro eroe... solo che in questo caso Zagor è impersonato dal grandissimo Cico Felipe Cayetano Lopez y Martinez y Gonzales!!!

giovedì 8 marzo 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: I predoni del Big River (ZCSC04)

           

           Il quarto numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura contro il figlio di Kanoxen, le storie “Il popolo della palude”, “L'idolo oneida”, "I predoni del Big River" e l'inizio de "I rinnegati".






 

IL POPOLO DELLA PALUDE


Classico tema della città nascosta, nella quale si imbattono Zagor e Cico, in fuga dopo aver liberato Moses dagli indiani Sitka.
Il trapper funge da comprimario in una storia che catapulta i protagonisti in uno scenario del Seicento, dove si svolge una lotta di potere tra il “buono” Kennebec ed il “cattivo” Duca di Condè.
Storia semplice e abbastanza farraginosa; contrariamente a quanto accade nella maggior parte delle avventure zagoriane di Bonelli Senior, qui paradossalmente le scene migliori sono quelle che vedono impegnato un Cico a tratti davvero divertente.
Ricordo con piacere la copertina originale dell'albo gigante n. 7, con uno sfondo dal colore giallo carico!

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L’IDOLO ONEIDA


Due malfattori hanno scoperto un filone d’oro nel territorio degli indiani Uroni.
Zagor e Cico si uniscono ad Alce Rosso alla ricerca dei due per impedire loro di diffondere la notizia che attirerebbe ogni genere di loschi individui in territorio indiano, con conseguenze nefaste.
Un grizzly fa giustizia dei due malfattori prima che il nostro eroe possa intervenire.
Storia brevissima (due albetti a striscia originari) in cui G. L. Bonelli utilizza uno dei suoi topoi preferiti: la punizione dei cattivi non da parte dell’eroe ma da parte del “fato” (in questo caso un orso, ma avrebbe potuto essere una frana di massi, oppure le sabbie mobili).
Curioso il fatto che nell'arco di sole cinque avventure vengano presentati ben due orsi “giustizieri” (il primo era nella storia “L’impronta misteriosa” apparsa sul terzo volume della Collezione)!

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I PREDONI DEL BIG RIVER

         Nella cittadina fluviale di Pinetown Zagor libera il giovane Piccolo Piede, figlio di Zampa d'Orso, capo dei Delaware, tenuto in ostaggio da Bill e i suoi disonesti cacciatori. Questi avevano rubato un carico di pelli agli indiani e si facevano “scudo” del piccolo per lasciare indisturbati la regione.
Zagor insegue i cacciatori e, nottetempo, rende inservibili le loro canoe. Questi sono costretti a caricarsi le pelli in spalla e ad addentrarsi nella foresta. Zagor interviene per salvare i cacciatori assediati dai Delaware ed impedisce un massacro, ritenendo una giusta punizione il lasciare liberi i delinquenti che, privati del loro maltolto, feriti e disarmati, dovranno affrontare più di venti miglia di foresta prima di raggiungere il centro abitato più vicino.
Brevissima storia di Giovanni Luigi Bonelli tutta agguati e sparatorie nella foresta.
Una curiosità: nell'edizione originale dell'albo Zagor “parlava” come Tex (“Peste” era la sua espressione preferita!) e, comunque, nelle avventure sceneggiate da G.L.B. appare praticamente invincibile e sicuro di sé.
Divertente l'idea dello Spirito con la Scure che taglia le canoe degli avversari incidendovi una “Z”... Zagor come Zorro?

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I RINNEGATI

            Storia dalla forte impronta western, che vede Zagor impegnato a combattere le azioni di un manipolo di rinnegati, al soldo di un losco trafficante d’armi di nome Kendall, tese a causare una rivolta indiana.
            Tra i comprimari ritroviamo ancora una volta Pat e i cacciatori di Fort Henry; come di prammatica, G.L.B. leva di mezzo Cico quasi subito confermando il suo "fastidio"  nel gestire questo personaggio nell'economia di una storia.
            La sceneggiatura, invece, è molto "agile" e "veloce", più che in altre storie zagoriane di Bonelli padre.