giovedì 26 aprile 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: Ombre nella notte (ZCSC11)


     L’undicesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione della storia “Lo stregone scomparso”, le storie complete “L’agguato”, “Smiling Joe” e “Il colle dei gufi”, nonché l’inizio dell’avventura intitolata “L’Avvoltoio”.




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 LO STREGONE SCOMPARSO

Tawar, lo stregone dei Tunican che aveva salvato la vita di Zagor nell’avventura “L'inferno dei vivi”, appare in sogno allo Spirito con la Scure chiedendo il suo aiuto.
Lo stregone è stato imprigionato dal capotribù Viso da Tamburo, che ha adottato il nuovo nome di Mister Mister e vorrebbe imporre agli indiani la civiltà ed il modus vivendi dei bianchi. Costui è, inoltre, manipolato da due delinquenti che vogliono impossessarsi dell'oro che giace in un villaggio sommerso, considerato luogo sacro dai Tunican.
Zagor interviene, liberando Tawar ed impedendo con uno stratagemma la trafugazione dell'oro sommerso. Mister Mister si riscatta morendo per mano di coloro che credeva suoi alleati e Tawar diviene il nuovo sakem dei Tunican.
Due sono, a mio parere, gli elementi interessanti di questa avventura.
Il primo è il controverso personaggio di Mister Mister, che vorrebbe portare la cosiddetta “civiltà” presso la sua tribù, dimenticando che la perdita delle tradizioni indiane e la profanazione di ciò che è sacro per un popolo non può portare che disgrazie.
Il secondo è l’elemento “soprannaturale” (reale o presunto che sia), utilizzato spesso da Nolitta nelle sue sceneggiature: qui abbiamo un inquietante sogno premonitore che dà inizio all’avventura e uno stratagemma di Zagor che impersona lo “spirito del lago” (veramente inquietanti le vignette a tal fine realizzate da Ferri) che interviene per impedire il furto dell’oro.
Da ultimo, degna di nota è la copertina dell'albo Gigante n. 21, l'unica della collana a contenere una “censura”: infatti la strana postura della mano sinistra di Zagor lascia intendere che avrebbe dovuto impugnare una pistola, “cancellata” (così si dice) dai redattori per non incorrere nelle ire dei censori dell'epoca (l’eroe non poteva essere così “negativo” da impugnare un’arma da fuoco!).

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 L’AGGUATO

In questa avventura lo Spirito con la Scure deve vedersela con antiche mummie egiziane che riprendono vita!
L’incontro con il professor Oldbones, infatti, porta Zagor e Cico nella villa-museo di un suo collega egittologo, vittima di inspiegabili furti di cimeli archeologici. Il buffo detective Bat Batterton, assolutamente incapace di portare a termine un’indagine, brancola nel buio.
Lo Spirito con la Scure segue però le tracce dei ladri fin nel deserto… dove il folle Krebs, un archeologo impazzito, ha ricreato un angolo di antico Egitto e sta costruendo una gigantesca piramide sfruttando il lavoro di pellerossa ridotti in schiavitù!
Storia dai canoni classici e, sicuramente, d’atmosfera, che lascia intravedere quelli che saranno alcuni punti cardine della serie.
Esilarante “Il Risveglio della Mummia” secondo Cico e Bat!!!
Tragico il personaggio dell'ingegnere Wilson, che con un’impennata di dignità affossa, letteralmente, i megalomani progetti del perfido Krebs.

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"SMILING" JOE


Zagor e Cico si imbattono in “Smiling Joe”, in passato proprietario di una miniera d'oro ed ora pacifista ante-litteram ritiratosi in tranquillo eremitaggio, giusto in tempo per salvarlo da due malviventi che se la prendono con lui a causa della sua vecchia professione.
Questa avventura è stata ristampata a colori in un’edizione amatoriale dei primi anni '90.

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 IL COLLE DEI GUFI

Zagor accompagna il senatore Holster presso la tribù dei Pawnee per la stipula di un trattato di pace; tutto sembra filare liscio quando un gruppo di guerrieri visibilmente ubriachi assale gli ospiti e li costringe alla fuga.
Prima che i militari intervengano con le armi causando danni irreparabili, Zagor decide di indagare presso i commercianti della zona per individuare colui che vende l’alcool agli indiani.
Cico vene di volta in volta mandato in avanscoperta (persino travestito da indiano!), ma la ricerca si rivela sempre infruttuosa.
Finalmente Zagor e Cico si imbattono nella famiglia di Beniamino Clinton, che vive sul Colle dei Gufi e che li accoglie e suon di pugni: se dapprima Cico se la passa male, Zagor riesce, naturalmente, a sconfiggere l’improvvisato avversario.
Invitati a cena, i nostri eroi scoprono che i Clinton sono legati ad una strana tradizione: tutti i rami della famiglia devono obbedire ad un solo capo, scelto con il criterio della forza fisica. Attualmente il capo è Little Dick Clinton, che Beniamino non è mai riuscito a sconfiggere, e che costringe tutti gli altri membri del clan a lavorare nella sua distilleria clandestina per poi vendere l’alcool agli indiani.
Zagor insegna a Beniamino un paio di trucchi nella boxe e mentre questi sconfigge finalmente Little Dick, Zagor distrugge la distilleria e convince i Pawnee a non tornare mai più sul Colle dei Gufi.
Questa brevissima ma gradevole storia, solo apparentemente banale, accanto ai risvolti comici e grotteschi (Cico travestito da indiano e la “gara” a suon di pugni con Beniamino) presenta anche momenti più “seri”. Vediamone qualcuno.
Ad esempio, al senatore Holster che vorrebbe punire duramente i Pawnee per averlo attaccato, Zagor replica: “Io al vostro posto ci penserei bene prima di scatenare qualche esagerata reazione da parte dei signori di Washington… Del resto una vendetta cruenta otterrebbe soltanto l’effetto di turbare la pace dell’intera regione”.
Oppure, ai Clinton che gli obiettano di non potersi ribellare all’antica tradizione che vuole il più forte fisicamente a capo del clan dice: “Per mille tamburi. Anche questa è una storia che deve finire: tradizione o non tradizione. Soltanto gli animali o al massimo gli uomini delle caverne sceglievano il loro capo in base alla vigoria… Il responsabile di una comunità, piccola o grande che sia, deve essere eletto per le sue doti morali e non per quelle fisiche, per la sua saggezza e non per la sua forza fisica”.
In conclusione, siamo davanti ad un’avventura che già nel 1965 presenta molti degli elementi del cosiddetto “engagement zagoriano”: l’abbruttimento dei pellerossa dovuto all’alcool, l’ottusità della classe politica, la moralità e l’intelligenza contrapposte alla forza bruta.

mercoledì 25 aprile 2012

San Marco Evangelista

Ecco il disegno "zagoriano" fatto oggi da mia figlia Beatrice per augurarmi 
Buon Onomastico!


martedì 24 aprile 2012

Albissola Comics 2012


Ecco alcune foto scattate alla manifestazione di Albissola Comics, sabato 21 Aprile 2012

Gianni Sedioli

Stefano Andreucci

Paola Barbato

Angelo Stano

Maurizio Dotti

Marco Torricelli

Mauro Laurenti

Giancarlo Alessandrini

Caludio Chiaverotti

Gallieno Ferri

Moreno Burattini

giovedì 19 aprile 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: Giustizia! (ZCSC10)



Il decimo numero in edicola oggi contiene la fine della storia con il giovane Freddie Duncan, le storie complete “Territorio indiano” e “Una tragica missione”, nonché le prime cinque tavole dell'avventura "Lo stregone scomparso".


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TERRITORIO INDIANO

Il mercante d’armi Black Jordan ha instillato il falso sospetto in Scure Gialla, sakem dei Naskapi, che i soldati bianchi vogliano rompere il trattato di pace. Per assicurasi di ciò e prima di acquistare le armi, Scure Gialla vuole parlamentare con il colonnello Clark, che Zagor si impegna a portare all’accampamento indiano. I mercanti d’armi vogliono impedire l’incontro e trovano il modo di costringere Zagor a consegnare loro il colonnello. Poiché quest’ultimo assomiglia molto a Cico, dopo una decisiva “rasatura” di baffetti e capelli è il messicano che viene consegnato agli avversari. In tal modo l’incontro tra Clark e Scure Gialla avviene, il complotto è svelato e i mercanti d’armi consegnati alla giustizia.
Avventura divertentissima, soprattutto grazie a Cico e al suo travestimento. Anche Zagor entra a far parte dell’aspetto comico della storia con la famosa frase da lui “imposta” a Cico che si rifiuta di farsi tagliare i preziosi baffetti: “Da me comincia la generazione ribelle, rinuncio al baffo pur di salvar la pelle!”.

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UNA TRAGICA MISSIONE


Lo Spirito con la Scure deve fare da scorta per il trasporto di una grossa somma di denaro. Ma il convoglio è vittima di un agguato: i militari che Zagor accompagnava vengono uccisi e il nostro eroe rimane ferito gravemente. Soccorso da Tawar, uno stregone che ha lasciato la sua tribù, viene accusato di aver rubato il denaro e condannato ai lavori forzati a vita!
Secondo me, questa avventura rappresenta lo spartiacque tra lo Zagor degli esordi e quello della maturità nolittiana che durerà per tanti anni ancora...
La scena che più mi è rimasta nella memoria è quella della “resurrezione” di Zagor davanti ad un Cico terrorizzato, con contorno di tuoni, fulmini e pipistrelli!!!
Per inciso, “L’inferno dei vivi” fu il primo albo della collana Zagor Scritta Rossa che acquistai con l’intenzione di proseguirne la collezione fino a raggiungere gli inediti che possedevo.

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Data l'esiguità di pagine presentate in questo volume, dell'avventura "Lo stregone scomparso" ne parleremo la prossima settimana...


giovedì 12 aprile 2012

Zagor Collezione Storica a Colori: Il mare bianco (ZCSC09)


 
Il nono numero in edicola oggi contiene la fine della storia contro l’ottuso sergente Dubrosky e le storie complete “I predoni della montagna”, “Un nido di vipere” e “Ombre!” (Il mare bianco); inizia, inoltre, l’avventura intitolata “Un tragico patto”.


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I PREDONI DELLA MONTAGNA
 Il losco affarista Dixon ha scoperto una macchia nel passato del generale Robbins, eroe della Guerra dIndipendenza, e ne approfitta per ricattarne il figlio, costringendolo a rivelargli preziose informazioni che gli permettono di depredare le carovane con gli approvvigionamenti militari.
Scoperta la faccenda, Zagor castiga il perfido Dixon e la prova della colpevolezza del generale (in realtà, un atto di clemenza verso il nemico) viene fatta opportunamente sparire...
Questa storia brevissima è penalizzata dai disegni non esaltanti di Mario Cubbino.
Di positivo abbiamo la gag di Cico e Trampy improvvisati (e soprattutto AFFAMATI) pittori e il richiamo storico alla Guerra dIndipendenza Americana (avvenuta pochi decenni prima) che permette di collocare temporalmente le storie di Zagor nei primi decenni del XIX secolo.

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UN NIDO DI VIPERE
 Una diligenza non si ferma alle richieste di Zagor e Cico... Una notte trascorsa in una stazione di sosta in compagnia di una serie di comprimari uno più ambiguo dell’altro... Il tentativo di assassinio del nostro eroe... Alla fine della breve vicenda scopriamo che dietro a tutto c'è la mano di Bimbo Sullivan (qui alla sua seconda apparizione).
Molto bello ed evocativo il titolo dell’avventura, avvincente la trama “gialla” orchestrata da Nolitta e coinvolgente l’apparizione “spettrale” di Zagor.
La storia ha un epilogo non certo funzionale alla trama ma lo è nel delineare la filosofia del personaggio di Zagor. Lo Spirito con la Scure rischia la vita per salvare il giocatore d’azzardo Baker dall’attacco di un puma. Baker non è certo un tipo simpatico e ha “buone” ragioni per detestare Zagor. Il salvataggio ad opera di Zagor permette a Baker di cambiare opinione circa il nostro eroe e così fanno anche gli altri compagni di viaggio (non tutti limpidissimi)…

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 OMBRE!

Il “mafioso” Ly-Cieng è a capo di una banda di pirati che assalta le navi mercantili utilizzando gli immigrati cinesi che vengono sfruttati per i lavori più umili. Zagor interviene su richiesta di un amico e riesce a sbaragliare l'organizzazione. Ly-Cieng trova la morte tra i flutti del mare in tempesta.
Avventura a mio giudizio molto bella e con risvolti “sociali” che non hanno perso di attualità. I pirati che indossano paurose maschere da rettile mi impressionarono molto all'epoca della mia prima lettura.
Degna di nota è la prima apparizione dell’ing. Robson, un personaggio tra i più interessanti (e, a mio parere, mai pienamente sfruttati, se non nella storia “La strada di ferro”) creati da Nolitta, perennemente impegnato nella costruzione di tronconi di ferrovia. Peccato che, storicamente parlando, all’epoca di Zagor il “cavallo di ferro” fosse ancora di là da venire…
Bella e piena d'atmosfera la copertina del n. 18 della serie gigante (che, peraltro, nulla ha a che fare con l’avventura contenuta nell’albo!!!).

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UN TRAGICO PATTO

Il giovane Freddie Duncan chiede a Zagor di aiutarlo a trovare l’antica spada di un conquistador che ha un’impugnatura d'oro, custodita come reliquia dagli indiani Uroni. In tal modo egli vorrebbe aiutare il padre a saldare un grosso debito.
Zagor rifiuta di aiutare il giovane per evitare una guerra indiana; Duncan si affida allora a due loschi individui che si offrono di accompagnarlo, ma che in realtà intendono impossessarsi personalmente del prezioso cimelio.
Solo l’intervento di Zagor (accompagnato da Cico e dal cercatore d'oro Ben la Talpa) evita una brutta fine al giovane; e quando i suoi tre soccorritori vengono catturati dagli Uroni, Freddie rinuncia alla spada pur di liberarli. La sua buona azione verrà economicamente ricompensata da Ben con un bel gruzzoletto.
Avventura senza pretese, dalla lettura piacevole (anche se ho sempre ritenuto improbabile l’accostamento “conquistadores-Uroni”), che ha una sua morale spicciola: le buone azioni vengono sempre ricompensate!