Eccoci giunti alla
quarantasettesima puntata
delle rubrica
“A domanda… Moreno risponde”!
Questa volta
parleremo, ancora una volta,
di Mortimer (ben tre diverse domande lo coinvolgono),
di Roger
Hodgson,
degli Esposito Bros, di Christopher
e della base di
Altrove.
Ma anche della dirigenza
della Casa Editrice,
di Roberto Diso,
della ciurma della Golden Baby,
dell’Enciclopedia
Zagoriana…
e di tanto altro
ancora!!!
Ringrazio di vero
cuore Moreno
per la sua disponibilità
e
vi lascio alla
lettura!!!
1 – Gentilissimo Moreno, le parlo a
nome di un forum zagoriano. A nome degli utenti che ne hanno parlato, le chiedo
dunque quale sia il vero colore dei capelli di Mortimer. In “Il diabolico
Mortimer” erano bianchi. Successivamente biondi. Ma in “Mortimer colpisce
ancora” sono di nuovo bianchi. La cosa è stata causata dallo sporco perché è
disteso a terra oppure è stata una svista dell’illustratore?
Mortimer ha i capelli biondi. Vero è che si
traveste ed è abituato a camuffarsi e a cambiare aspetto. Tuttavia c’è un
equivoco di fondo, visto che si parla di “Mortimer colpisce ancora” e di un
uomo disteso a terra. Se l’uomo disteso a terra con i capelli bianchi è quello
che si vede sulla copertina dell’albo, non si tratta di Mortimer ma di mister
Humbert. È Humbert che ha i capelli bianchi. Del resto la cover allude
all’uccisione di Humbert presso la capanna di Zagor. Non potrebbe essere
altrimenti, visto che Mortimer in quell’albo è trionfante e vincitore (come
suggerisce anche il titolo) e non c’è ragione che venga mostrato sconfitto a
terra.

2 – Caro Moreno, una delle storie che
più sono state apprezzate dai fans Zagoriani negli ultimi anni è stata “La
rivolta” del duo Marolla-Bisi. Mantenendomi nel cerchio dei suoi
estimatori per il soggetto molto interessante, vorrei soffermarmi sul ritorno
di alcuni comprimari. Camei, che hanno aumentato la tensione della trama e
fatto ricordare vecchie storie. Cosa ne dici di riprendere o far riprendere una
scena simile, con alcuni comprimari (cattivi) del passato che si ritrovano di
fronte Zagor decisi a fargli la festa? Ho visto ciò come un omaggio agli autori
precedenti, ricordando anche “Magia Indiana”, ma i cattivi non erano certo
comprimari. Per cui cosa pensi del fatto di poter riutilizzare, per qualche
pagina, con un ovvio soggetto dietro, personaggi che non hanno forse lasciato
il segno, ma che sono stati in passato catturati ma non uccisi?
Mi pare che si sia già fatto altre volte e di
sicuro lo faremo ancora. I soggettisti non hanno veti in proposito, purché
presentino proposte interessanti. I nemici del passato (di primo o di secondo
piano) decisi a fare la festa al nostro eroe sono un ingrediente tipico delle
nostre storie. Tu forse suggerisci che alcuni di essi formino una squadra per
vendicarsi: bene, l’idea è proposta, vediamo se i nostri collaboratori la
raccoglieranno trovando qualche idea originale. Che potrebbe pure venire a me,
beninteso.
3 – Caro Moreno, è ovvio che i suoi
datori di lavoro decidano come dirigere un’azienda, proponendo il varo di nuove
collane, come lo Zagor Più, ad esempio. Siccome Sergio Bonelli, in passato, non era restio nel richiedere ritorni
di personaggi, di luoghi, di situazioni, od anche di spunti per nuove avventure
da dare ai vari sceneggiatori, ciò avviene anche oggi sotto la nuova guida di Davide Bonelli e Simone Airoldi?
Sergio
Bonelli era il creatore di Zagor e ne è
stato per vent’anni il principale sceneggiatore, oltre che l’editore del
personaggio. Ovvio che fosse anche propositivo, verso i collaboratori, nel
suggerire spunti, dispensando generosamente consigli (o ponendo paletti). Davide Bonelli e Simone Airoldi si dedicano invece di più alla parte gestionale
della Casa editrice (un compito difficile e gravoso), per cui i creativi, cioè
sceneggiatori e disegnatori, sono affidati ai curatori di testata e ci sono
meno direttive artistiche dall’alto (pur vigendo un controllo sulla qualità del
pubblicato). Non ci sono, dunque, indicazioni sui temi da trattare o sui
personaggi da far tornare. Certo, se proponessi di trasferire lo Spirito con la
Scure nello spazio trasformandolo in un eroe galattico, probabilmente Davide e Simone avrebbero qualcosa da ridire, ma dato che come editor tutto
sommato propugno uno Zagor nel solco della tradizione (e del buon senso) non
subisco interferenze. Vero è che la miniserie “Zagor le Origini” mi è stata
proposta dalla dirigenza, che quindi ha suggerito un tema da trattare (ma il
modo per farlo l’ho scelto io), però
è evidente l’eccezionalità del caso. La dirigenza casomai decide sulle
caratteristiche di nuove collane (come Zagor Più o lo Zenith bis), in quel caso
il team creativo deve fornire i contenuti calibrati sul formato proposto
(episodi della lunghezza richiesta, per esempio), ma sulle storie decidiamo
(decido) in quasi autonomia. C’è però un altro importante componente dello
staff dirigenziale, non citato nella domanda: Michele Masiero. Anch’egli è un creativo, essendo uno
sceneggiatore, per cui mi consulto con lui per decidere sui titoli, le
copertine, gli incastri della programmazione e talora chiedo dei consigli
sull’opportunità di certe scelte - mai subendo dei diktat, però.

4 – Gentile Moreno,
da poco tempo ho finito di leggere l’ultima (?) storia con Mortimer e, oltre a
volere fare i complimenti per il tuo lavoro e per quello dei due disegnatori,
mi sorgono spontanee quattro domande che voglio racchiudere in una sola
tranche. Durante il racconto, mi sono imbattuto nel sergente Lazarus. Il nome
rimanda a quel Lazarus Ledd creato da Ade
Capone e l’ho visto come omaggio fatto a quello che è stato, a parer mio,
uno dei più bravi sceneggiatori zagoriani, anche se per numero di storie non è
stato molto prolifico, ma la qualità non si misura certo con la quantità. Ci ho
visto giusto? Per la seconda domanda, intendo chiederti quando è stata messa in
cantiere questa storia. Non dubito che resuscitare Mortimer possa essere stato
richiesto da molti, e che una scappatoia in tal senso possa essere stata
pensata già dal 2015, ma cosa ha fatto propendere per la scelta di far
disegnare il personaggio agli Esposito
Bros? E, appunto, quando si è cominciata a produrre questa storia? Infine,
la cosa più importante. Questa sorta di continui approcci con Jenny viene
portata avanti e fin qui tutto bene. Non ho creduto un solo istante alla sua
possibile morte in quanto la cosa ha ancora molto da dire, e poi in programma
c’è una storia con lei protagonista, e non credo proprio che sarebbe stata
narrata in flashback. Il punto è questo. Non la vedremo mai vivere nella
capanna nella palude, e resterà probabilmente nel trading post di Pleasant
Point. Non è escluso che possa anche nascere una bella storia d’amore, ma Zagor
non è un fumetto romantico, per cui la cosa potrebbe non cominciare mai, oppure
cominciare ma senza arrivare al “dunque” oppure usando come esempio la morte
della sposa di James Bond in “Al Servizio Segreto di Sua Maestà”. Sono
certamente incuriosito, al pari di altri, a proposito di questi possibili
sviluppi, ma non posso credere che la cosa possa diventare seriale, ovvero che
diventi veramente la donna con cui Zagor possa iniziare una convivenza. Nessuna
donna lo potrebbe fare, per la vita che fa, pur non rimanendo insensibile al
fascino femminile. Ho quindi “paura” che la povera Jenny possa finire male, col
cuore spezzato, o peggio per conto di qualche criminale. Ad ogni modo, crede
che possa esserci un futuro per questa coppia che coppia, ancora,
fondamentalmente, non è e, forse, non lo sarà mai?
Innanzitutto
grazie per i complimenti, e sono lieto dell’interesse suscitato. Venendo a
rispondere su Lazarus, si tratta in realtà soltanto di un nome come un altro.
Se avessi voluto rendere un omaggio a Lazarus Ledd avrei escogitato un cameo o
una citazione più congrua ed efficace, e soprattutto il personaggio del
sergente sarebbe stato quanto meno positivo. Riguardo alla mia amicizia con Ade Capone rimando a quanto ho scritto
in questo articolo:
http://morenoburattini.blogspot.com/2015/02/ade-capone-sempre-quattro-passi-avanti.html
Circa la scelta degli Esposito
Bros, è stato naturale puntare sul loro talento dopo che Marco Verni ha preferito occuparsi del
numero del sessantennale e poi di Supermike rinunciando (scelta sua) a
disegnare il ritorno di Mortimer che, diciamo così, gli spettava di diritto,
dopo essersi occupato delle avventure precedenti. Ho quindi chiesto a Nando e Denisio se Mortimer volevano farlo tornare loro e si sono detti
entusiasti della proposta. Non avevo dubbi, conoscendoli, che avrebbero dato
una interpretazione più che convincente del personaggio. C’era poi il fattore
Jenny: erano stati loro a renderla protagonista della storia con la figlia del
mutante, perciò sapevo che avrebbero gestito bene anche le sua figura. A
proposito di Jenny, mi fa piacere che se ne discuta tra i lettori e che si
provi a immaginare gli sviluppi della sua eventuale relazione con Zagor. Posso
solo dire di attendere l’avventura che comincerà in agosto, disegnata da Anna
Lazzarini, in cui ci sarà un punto di svolta.

5 – Caro Moreno, la pasticca bianca che
Mortimer prende alla fine de “L’ultimo duello” sembrerebbe farlo morire
veramente. Essendo la stessa il contrario di quella nera inghiottita in
precedenza, ciò avrebbe dovuto portare, appunto, alla morte definitiva del
villain... ma non possiamo esserne del tutto sicuri. Per cui un altro ritorno
potrebbe anche essere in serbo o vuole assicurarci che sia definitivamente
estinto?
Mi pare non ci possano essere dubbi. Mortimer potrà tornare
solo come fantasma (però… potrebbe essere uno spunto anche questo).
6 – Caro Moreno, con il Maxi Zagor 40,
oltre ad essere arrivato ad un numero invidiabile di uscite per questo tipo di
collana, Zagor ha avuto l’occasione di rivedere Christopher e di capire che
esistono altre persone come lui, della sua stessa età, all’interno della
Sezione Omega. Siccome è stata lasciata aperta la porta per un sequel, esso si
trova già in programmazione oppure non se ne sta ancora parlando?
Per il
momento non ci sono sequel in lavorazione, ma Christopher e la Sezione Omega
fanno parte integrante della serie e di sicuro potranno tornare (a me
piacerebbe utilizzarli di nuovo).
7 – Caro Moreno, capisco che la Casa
Editrice Bonelli abbia stretto le maglie della rete per non far conoscere
troppo in anticipo cosa bolle in pentola per i propri personaggi. Se non erro,
però, qualche anticipazione riguardante qualche tavola di Bane Kerac è stata vista, anche postata da te. La mia domanda verte
sulla ragazza bionda protagonista dell’avventura che sta disegnando. Si parlò
di Chloe, agente di Altrove, oppure di Virginia, visto che sta arrivando un
Color in suo onore. Oppure di entrambe nella medesima storia. Puoi svelarci
l’arcano?
Il cercare di dare meno anticipazioni possibili offre il
vantaggio di non spoilerare troppo, e dunque sorprendere di più il lettore; ma
anche mette al riparo da eventuali cambi di programma (che non devono più
essere giustificati), così come offre meno il fianco alle polemiche pretestuose
di chi, fra i soliti in Rete, vuol seminare zizzania criticando prima ancora di
aver letto per intero una storia (e dunque senza cognizione di causa). Quando
anticipo qualche vignetta, come quella di Bane
Kerac a cui ti riferisci, da un po’ di tempo lo faccio dando meno indizi
possibili anche per il gusto di giocare con i lettori chiamati a fare ipotesi.
Davvero vuoi sapere chi é la bella ragazza disegnata da Bane? Diciamo che è una delle due da te citate, che comunque non
compariranno insieme nella medesima storia.
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8 – Caro Moreno, lei ha parlato di come
Zagor non abbia la stessa popolarità fra i lettori, nonostante sia in auge da
60 anni, di Tex o di Dylan Dog. Quali sono, secondo lei, i fattori che non
hanno mai fatto avvicinare in termini di numero dei lettori Zagor alle altre
due serie sovracitate? E quali sono invece i motivi per i quali lo Spirito con
la Scure riesce a mantenersi comunque a galla dopo il passare di tutto questo
tempo?
Comincio dal fondo: assicuro che Zagor non si mantiene a
galla ma naviga con il vento in poppa, sempre in rapporto ai tempi che stiamo
vivendo, ovviamente. Dunque, lo Spirito con la Scure ha tagliato il traguardo
dei sessanta anni in perfetta forma e non sopravvivendo a stento. Poi, quanto a
popolarità, non mi pare che il Re di Darkwood non sia popolare, nel senso che
chiedendo in giro ne conoscono almeno il nome e l’immagine non troppi di meno
di quanti sappiano identificare Tex o Dylan Dog (riguardo a quest’ultimo, ne ha
da fare di strada per giungere al sessantennale pure lui e poter fare un
confronto). Inoltre, lo zoccolo duro di appassionati zagoriani è attivissimo ed
entusiasta animando forum, gruppi e associazioni. Casomai le vere differenze
sussistono quanto a vendite: Tex è sempre stato un outsider ed è partito prima,
creandosi un pubblico che poi ha tramandato l’abitudine alla lettura di padre
in figlio, potendo contare sulla forza del capostipite di una tradizione. Zagor
è sempre stata la proposta “alternativa”. Poi c’è il fatto che Zagor non si
identifica con un genere ben preciso e quindi non crea una base, diciamo così,
monomaniaca ma permette di prendere o lasciare a seconda delle storie. C’è
anche da dire che Tex ha potuto contare per decenni sulla potenza di un solo
straordinario autore, Giovanni Luigi
Bonelli, che ha creato una platea di appassionati fedelissimi. Nolitta, degno figlio di tanto
padre, ha abbandonato prima il personaggio. Dylan Dog ha intercettato il gusto
generazionale di un pubblico che è cresciuto con lui, ben vengano i successi
del genere ma, ripeto, i bilanci vanno fatti sulla base degli stessi parametri:
quindi un giorno potremo confrontare le cifre di Dylan del sessantennale con
quelle attuali di Zagor. Fermo restando che non c’è una gara. Il sessantenne
Spirito la Scure continua la sua marcia perché riesce ancora ad avvincere
lettori sognatori in grado di meravigliarsi.

9 – Caro Moreno, complimenti per
l’iniziativa di ripubblicare l’intera saga di Hellingen. È stato bello leggere
le prime storie in volumi completi. Sarà possibile fare altrettanto con i
nemici ricorrenti tipo il vampiro Rakosi, Kandrax il druido e Mortimer ?
Sarebbe bello. Decideranno nei piani alti
anche sulla base dei risultati delle vendite dei volumi dedicati a Hellingen.
Le proposte librarie esulano però dalle mie competenze.
10 – Caro Moreno, è documentata la sua
amicizia con Francesco Bastianoni,
anche lui in Bonelli. Le chiedo se fosse possibile rivedervi insieme all’opera,
su Zagor o su qualche altra testata bonelliana, così come durante i primi
lavori della vostra carriera fumettistica.
Conobbi Francesco
Bastianoni grazie al mio incontro con suo fratello (gemello) Dante. Ho narrato più volte di come io
e Dante Bastianoni ci siamo
presentati insieme a Sergio Bonelli
proponendoci per realizzare in coppia una avventura del Re di Darkwood (fummo
assunti entrambi, ma subito separati: lui a disegnare Martin Mystère, io a
sceneggiare lo Spirito con la Scure). Racconto tutto nel mio libro “Io e
Zagor” (Cut-Up. publishing). Frequentando Dante,
divenni amico anche di Francesco,
che disegnò alcune avventure di Battista il Collezionista (un mio personaggio
umoristico pubblicato sulla fanzine “Collezionare”). Mentre Dante è fumettisticamente ancora attivo
(ha illustrato due storie dei “Racconti di Darkwood”), credo proprio che Francesco (a cui si devono alcuni
episodi di Nathan Never) abbia appeso la matita al chiodo.

11 – Caro Moreno, in un’intervista Marcello Toninelli ha discusso del
fatto che il trovarsi a lavorare con Gallieno
Ferri gli è costata una delusione, avendo giudicato il suo stile
frettoloso. Avendo riferito queste parole alla rivista “Collezionare”, curata
da lei, ciò che gli è giunto all’orecchio è stato che lo stesso Maestro non
volesse più lavorare con lui. Cosa può raccontarci di quanto successo? E
concorda col signor Toninelli nel
definire lo stile ferriano alquanto frettoloso?
Se
l’intervista a cui lei si riferisce è quella a Marcello Toninelli pubblicata sullo “Speciale Zagor” di
“Collezionare” (di cui io fui uno, ma non l’unico, dei curatori), stiamo
parlando di qualcosa risalente al 1990 e sinceramente, a distanza di trentadue
anni, non ricordo le espressioni usate da Marcello
riguardo allo stile di Gallieno Ferri
(dovrei cercare lo Speciale che non ho a portata di mano). Peraltro
l’intervista venne realizzata in tempi in cui io non lavoravo in redazione a
Milano, ma a casa mia in Toscana e dunque se ci furono delle reazioni mi
giunsero solo delle voci di cui oggi neppure potrei citare le fonti. Di sicuro Gallieno Ferri non mi ha mai parlato,
personalmente, di sue rimostranze per quell’intervista. Tuttavia, ricordo che
un qualche piccolo incidente diplomatico ci fu, però fatico a
ricostruirne i termini con il rischio di fornire versioni inesatte. Peraltro,
ai giorni nostri, con tutte le polemiche che si scatenano su Internet per le
dichiarazioni (travisate o meno) di quello o di quell’altro, ciò che accadde
tre decenni fa è davvero robetta. Mi pare (sottolineo mi pare) che Toninelli, chiamato a esprimersi su
quale disegnatore interpretasse meglio le sue sceneggiature, abbia risposto di
preferire Franco Donatelli perché
più aderente alle indicazioni fornite, mentre Ferri si sarebbe preso più libertà. Qualcosa del genere. Mi scuso
se ricordo male e non vorrei attribuire a Marcello,
che è un caro amico, giudizi non conformi a quanto dichiarò. Non mi pare abbia
detto niente di grave, comunque. Se poi Gallieno
abbia commentato la faccenda in redazione (non con me), magari facendo una
mezza battuta, che stando così le
cose da allora in poi fossero dati a Donatelli
e non a lui i testi di Toninelli,
non mi pare niente di grave neppure questo. Circa la “frettolosità” di Ferri, bisognerebbe intendersi sul
termine (ammesso e non concesso che Toninelli
abbia mai usato l’aggettivo “frettoloso”): Gallieno
apparteneva a una scuola e a una generazione di autori popolari abituati, negli
anni Cinquanta, Sessanta, Settanta a produrre una quantità di strisce
inimmaginabile ai giorni nostri. Chiedo: era “frettoloso” Galep quando sfornava a getto continuo le vignette di Tex che
vediamo ristampate nell’edizione anastatica oggi in edicola? E di contro,
parlando invece di fumetti “d’autore”, è “frettoloso” il tratto di Ivo Milazzo? O quello di Hugo Pratt? Per me le pennellate del
Maestro di Recco sono magia e sogno, frettolose o no che siano. E sono sempre
stato fiero, onorato e grato per la collaborazione durata venticinque anni che
ci ha uniti.

12 – Caro Moreno, ho letto di alcune
ipotesi che sostengono che una nuova parte di “Brividi da Altrove” uscirà
presto nell’edizione Zagor Più. Se non è un segreto, potresti dire se è vero?
Se sì, vorrei cogliere l’occasione per chiederti: dato che il Museo di
Philadelphia, che era il quartier generale della base “Altrove”, è stato raso
al suolo l’ultima volta che l’abbiamo visto, le possibilità che venga
ristrutturato sono quasi impossibili, date le sue condizioni dopo l’attacco di
Hellingen. Vedremo quindi la base “Altrove” nella nuova location, magari in
quella dei racconti di Martin Mystère e “Storie da Altrove”? Penso che un
simile cambiamento non sarebbe negativo e che alcune novità sarebbero ben
accette nella serie. Grazie!
È vero che su “Zagor Più”
uscirà una antologia dei “Racconti di Darkwood” la cui “cornice” riguarda la
Base di Altrove. Vi si accenna alla ristrutturazione del Museo che la ospita.
Non sono previste altre location. Non mi pare così impossibile, del resto,
ricostruire un edificio, per quanto raso al suolo.
13 – Ciao
Moreno! Oltre a complimentarmi con lei per il suo lavoro come curatore di Zagor
espandendone la serie con idee e nuove iniziative, volevo chiederle due cose,
la prima se le Darkwood Novels godranno di una versione cartonata a colori come
la precedente miniserie “Origini” mentre la seconda è se ci sarà una nuova
miniserie altrettanto ambiziosa come le precedenti. Grazie e buon lavoro!
Vorrei saperlo anche io.
14 – Caro Moreno, pura avendo letto
che, vuoi per motivi di denaro, per volontà dell’autore o anche dello spazio
per poter pubblicare le varie storie, la cosa potrebbe essere problematica,
credi che artisti come Zerocalcare,
che considero un genio, Alfonso Font,
che col suo stile caricaturale vedrei a suo agio con Cico, e Roberto Diso, che in quanto a foreste
deve saperne qualcosa, possano ambire a realizzare una storia per Zagor? Tu
come li vedresti?
Cico non ha tratti caricaturali ma realistici (il fatto che
sia un personaggio umoristico non significa che debba essere disegnato come se
fosse un character da cartoon). Il talento comico di Ferri consisteva proprio nel far recitare in maniera esilarante un
“attore” in grado di cambiare registro senza mutare aspetto. Il “Zagor contro
il Vampiro” Cico resta Cico sia nelle scene drammatiche che in quelle da
commedia, cambia solo la recitazione. Quindi per disegnare il messicano non
servono disegnatori dal tratto caricaturale, ma illustratori realistici abili
nel far recitare i personaggi e nell’interpretarli durante le gags. Ciò detto,
reputo anch’io Zerocalcare un genio
nel suo genere, e potrebbe senza dubbio dedicare a Cico un omaggio, ma il suo
genere resta un altro. Alfonso Font
invece sarebbe adatto per disegnare Zagor. Roberto
Diso l’ha già fatto: una sua storia zagoriana uscirà il prossimo anno.

15 – Ciao! Forse è già in cantiere, ma
ci verrà mai narrato come il capito Humboldt abbia trovato e arruolato sulla “Golden
Baby” Tawar e gli altri marinai? Sappiamo che ha comprato la baleniera dopo
l’avventura con Hellingen e nella successiva contro i vichinghi i comprimari
fissi erano già tutti presenti. Sarebbe interessante sapere quando e come i
vari componenti sono arrivati. Grazie per la disponibilità! Saluti da Matteo.
È sicuramente un buon consiglio per una storia e forse per
più di una.
16 – Caro Moreno, ho una domanda che mi
frulla in testa da un po’. Tex è un ranger, quindi ha uno stipendio. Dylan Dog
viene pagato dai suoi clienti. Zagor da dove prende i suoi soldi?
In realtà lo si é spiegato in più di una
occasione, per esempio in “Zagor il ribelle” e in “Tragedia a Silver Town”,
dove lo si vede andare in banca a cambiare in dollari delle piccole pepite da
lui trovate in qualche torrente di sua conoscenza.
17 – Roger Hodgson? Ma Moreno è un fan
dei Supertramp o si tratta di una coincidenza?
Si tratta di una coincidenza. Ma mi piacciono anche i
Supertramp (non ricordavo però il nome del musicista omonimo).
18 – Ciao Moreno, e ciao Baltorr!
Possiamo sapere che fine ha fatto “L’enciclopedia Zagoriana” (era chiamata
così, almeno provvisoriamente)? Uscirà nel 2022?
Credo di aver risposto più volte e in varie
sedi a questa domanda (compresa lo spazio su cui sto rispondendo, di nuovo,
anche adesso). Il progetto si è rivelato più complesso e impegnativo del
previsto, le cose bisogna cercare di farle bene ed è meglio aspettare i tempi
giusti anche in ragione di un affollato calendario di uscite librarie della
Bonelli. Gli autori che hanno cominciato a lavorarci si sono rivelati
numericamente insufficienti rispetto alla mole dell’opera che necessita
chiaramente di uno staff più ampio. Per cui il progetto va avanti ma servirà
almeno un altro anno.
19 – Caro Moreno, ha mai dovuto
sollecitare qualche disegnatore troppo lento che non stava rispettando le
scadenze? Può raccontarci qualche aneddoto in particolare?
Mi è capitato molto spesso. Ci sono stati casi in cui abbiamo
temuto di non poter uscire in edicola in tempo per i ritardi nella consegna
delle ultime tavole. In alcuni casi una certa storia è stata finita da un altro
autore giunto a dar man forte al primo. Meglio non raccontare aneddoti e non
fare nomi, però.
20 – Caro Moreno, in “Una Cascata di
Diamanti” James Bond affronta due killers spietati di nome Mr. Wint e Mr. Kidd,
interpretati rispettivamente da Bruce Glover e Putter Smith. Il loro è un
rapporto “ambiguo”, ma risultano freddi e sanno il loro “mestiere”. Credi
possibile ad una sorta di duo, che non diventino macchiette, ma che possano
scherzare fra di loro con un sottile black humour e che risultino capaci di
dare del filo da torcere a Zagor, a prescindere dalla motivazione che li spinge
ad agire così e per conto di chi?
Per uno sceneggiatore in grado di fare bene il
suo lavoro tutto è possibile. Peraltro il primo compito di uno sceneggiatore
zagoriano è creare avversari capaci di dare filo da torcere a Zagor. Che si
tratti di un duo con le caratteristiche descritte nella domanda potrebbe essere
una sfida interessante e non banale.