giovedì 28 gennaio 2021

Programma (di massima) delle uscite zagoriane 2021

Premesso, come già scritto in passato, che negli ultimi anni la Sergio Bonelli Editore ha stretto sempre più le “maglie” in merito alla possibilità di ottenere dagli autori delle anticipazioni al di fuori dei canali ufficiali o comunque senza autorizzazione, voglio come ogni anno cercare di fare il punto sulla prossima programmazione zagoriana in virtù sia della comunicazione ufficiale della Casa Editrice messa in rete il 25 gennaio scorso, sia di varie notizie e anticipazioni apprese qua e là su internet.

Per prima cosa occorre sottolineare che il 2021 è l’anno del sessantennale di Zagor e ciò lascia auspicare che verranno “varate” delle iniziative di carattere eccezionale proprio per celebrare adeguatamente la ricorrenza.

Una tra le più interessanti sarà sicuramente quella che la SBE ha definito come “Enciclopedia Zagoriana!

Ma passiamo ora ad esaminare le pubblicazioni da edicola.

Per quanto riguarda la serie regolare, vediamo che cosa si conosce ad oggi in merito:

COLLANA ZENITH

Come tutti sicuramente saprete, l’annata della serie regolare si è aperta con l’uscita a gennaio e febbraio dei due albi conclusivi della storia iniziata a dicembre 2020 ambientata a Heavenwood e narrataci da Tito Faraci e Marcello Mangiantini.

Zenith 717 - Gennaio 2021Nessuno è innocente (Faraci - Mangiantini)

Zenith 718 - Febbraio 2021Lupi e agnelli (Faraci - Mangiantini)

A marzo inizierà una storia in tre albi con una stoyline intitolata I sette vikinghi (i singoli albi avranno naturalmente tre titoli diversi), in cui faranno ritorno Re Guthrum e i suoi norreni, impegnati in una drammatica caccia all’uomo per fermare un assassino, traditore della loro gente, chiamato Starkard. Costui si è messo alla testa dei famigerati Salteaux Wendigo, sanguinari guerrieri che hanno voltato le spalle alle leggi del Grande Spirito e vivono solo per le razzie e i massacri. Gli autori dovrebbero essere Jacopo Rauch e Gianni Sedioli/Marco Verni.

Zenith 719 - Marzo 2021I sette vikinghi (Rauch – Sedioli/Verni)

Zenith 720 - Aprile 2021I sette vikinghi (Rauch – Sedioli/Verni)

Zenith 721 - Maggio 2021I sette vikinghi (Rauch – Sedioli/Verni)

A giugno apparirà in edicola l’albo autoconclusivo (presumibilmente a colori), celebrativo del sessantennale, in cui vedremo lo Spirito con la Scure fare ritorno là dove ebbe luogo l’ultimo scontro fra lui e Salomon Kinsky, e dove morì “Wandering” Fitzy, sulla cui tomba Zagor accompagnerà Cico. Gli autori saranno Moreno Burattini e Marco Verni.

Zenith 722 - Giugno 2021Zagor Sessanta (titolo provvisorio) (Burattini – Verni)

Nel mese di luglio inizierà la tanto attesa trasferta in Europa, che vedrà il Re di Darkwood viaggiare fino a Londra, dove incontrerà di nuovo Frida Lang, per il definitivo scontro con il Barone Rakosi, il vampiro per antonomasia! Due storie collegate fra loro, cinque albi in tutto, che vedranno Zagor giungere fino in Transilvania, prima di far ritorno a Darkwood.

Gli autori: Jacopo Rauch alle sceneggiature, Raffaele Della Monica e Walter Venturi ai disegni.

Da quello che si evince, la trasferta in Europa sarà più breve di quanto annunciato gli anni precedenti, perché si concluderà a novembre (e della prevista storia nei Balcani disegnata da Bane Kerac non v’è traccia…)

Zenith 723 - Luglio 2021Vampiri a Londra (titolo provvisorio) (Rauch – Della Monica)

Zenith 724 - Agosto 2021Vampiri a Londra (titolo provvisorio) (Rauch – Della Monica)

Zenith 725 - Settembre 2021La vendetta di Rakosi (titolo provvisorio) (Rauch – Venturi)

Zenith 726 - Ottobre 2021La vendetta di Rakosi (titolo provvisorio) (Rauch – Venturi)

Zenith 727 - Novembre 2021La vendetta di Rakosi (titolo provvisorio) (Rauch – Venturi)

A dicembre, Zagor tornerà a Darkwood giusto in tempo per affrontare il ritorno di un antico nemico in cerca di vendetta. Di chi si tratterà? Dell’Arciere Rosso, o forse di… Mortimer??? Staremo a vedere!!! Gli autori saranno Moreno Burattini e gli Esposito Bros.

Zenith 728 - Dicembre 2021…titolo sconosciuto… (Burattini – Esposito Bros)

 Vediamo ora cosa sappiamo degli

ALBI FUORI COLLANA

Per quanto concerne gli albi pubblicati al di fuori della collana regolare, il 2021 è iniziato con il primo Maxi Zagor che contiene un’unica lunga storia di stampo marinaro/fantascientifico ambientata nel Triangolo delle Bermude e raccontataci da Antonio Zamberletti e Alessandro Chiarolla.

Maxi Zagor 41 - Gennaio 2021 – La nave fantasma (Zamberletti - Chiarolla)

 Nello Special annuale di marzo tornerà l’ambientazione di Windy Cliff, la casa del terrore. Gli autori saranno Moreno Burattini e Giorgio Sommacal/Stefano Voltolini.

Zagor Speciale 33 - Marzo 2021 – Ritorno alla casa del terrore (Burattini – Sommacal/Voltolini)

             Per quanto riguarda gli altri Maxi, sappiamo solo che a partire da quello pubblicato a maggio (il quarantaduesimo) ci saranno “grandi novità”. Dovremo solo aspettare per sapere di cosa si tratterà effettivamente… In merito ai contenuti, come l’anno scorso un paio di albi (quello di maggio e un altro in uscita prima della fine dell’anno) saranno dedicati ai Racconti di Darkwood.


            A giugno (il mese esatto del sessantennale) troveremo in edicola uno Speciale interamente dedicato al messicano più simpatico del mondo, Cico, riproposto nello stesso formato dei ventisette altri pubblicati tra il 1979 e il 2007, come ventottesimo, imperdibile numero. Altamente probabile che lo sceneggiatore sia Moreno Burattini.

Attenzione: questo numero speciale ha sostituito lo Zagor Color dedicato a Cico che era stato preannunciato nella rubrica del n. 12 uscito nel dicembre scorso!!!

Speciale Cico 28 - Giugno 2021 – Cico Sessanta (titolo provvisorio) (autori sconosciuti)

Per quanto concerne i due volumi della collana Color Zagor, del secondo non si sa ancora nulla, mentre il primo sarà dedicato alle origini di un personaggio creato nel 1985 da Marcello Toninelli e riproposto in una storia breve del 2017: l’indiano Banack! La sceneggiatura sarà opera di Luigi Mignacco mentre ai disegni dovrebbe esserci Val Romeo.

Zagor Color 13 - Agosto 2021 - …titolo sconosciuto… (Mignacco - Romeo)

E a proposito di numeri “speciali”, il Numero Zero del team up fra Zagor e Flash, La scure e il fulmine, arriverà in edicola con un numero fuori serie in programma per marzo, dopo l’albo spillato (con doppia cover) distribuito in dicembre in fumetteria. Il tutto, in attesa della storia completa di 120 pagine, un vero e proprio evento editoriale internazionale, che coronerà la seconda parte dell’anno zagoriano.

Naturalmente proseguirà le sue uscite in edicola la collana di ristampe a colori Zagor Classic e, dato il successo ottenuto in passato, vi sarà ancora una storia in formato “a striscia” solo per le fumetterie, questa volta formata da otto albetti denominati “Collana Aquila”.

A febbraio e in primavera sono poi attese le uscite del quinto e sesto volume cartonato de “Le OriginiLa grotta sacra e L’eroe di Darkwood.

Da ultimo, devo doverosamente segnalare due altre uscite zagoriane che avranno luogo su altre collane della Casa Editrice proprio per celebrare il sessantesimo compleanno dello Spirito con la Scure.

Gli autori della serie Dragonero hanno pensato a far incontrare nuovamente Zagor e il loro eroe! La coloratissima sede per questa reunion sarà uno speciale estivo, nel quale sarà Zagor, questa volta, a compiere una lunga trasferta nell’Erondàr. La speciale avventura, sarà sceneggiata da Luca Enoch e disegnata da Gianluigi Gregorini.

Dal canto suo, Mauro Boselli ha scritto un’avventura con protagonisti un giovane Tex e un maturo Zagor che vedrà la luce su un albo speciale della collana “Tex Willer” in uscita a fine 2021. Il disegnatore sarà Alessandro Piccinelli, attuale desegnatore di Tex e copertinista di Zagor.

Insomma, come avete potuto leggere c’è “tanta carne al fuoco” per questo sessantennale zagoriano…

Per il resto non possiamo che tenere d’occhio i canali social della Sergio Bonelli Editore in attesa di notizie più precise, che di volta in volta verranno rilasciate sulla programmazione del 2021.

 

domenica 24 gennaio 2021

Alessandro Piccinelli: il copertinista di Darkwood (2)

In occasione dell’uscita nelle edicole,

la scorsa settimana,

del Maxi Zagor n. 41

La nave fantasma”,

vi propongo un bozzetto di copertina “alternativo”

realizzato da Alessandro Piccinelli.


Come potete vedere, si tratta

del medesimo concept

della copertina ufficiale

con una diversa disposizione dei soggetti

e dei personaggi.

Che ne pensate?

 

 

giovedì 21 gennaio 2021

Alessandro Piccinelli: il copertinista di Darkwood (1)

Già in passato ho avuto occasione

di mostrarvi alcune delle “prove di copertina”

realizzate da Alessandro Piccinelli

per gli albi di Zagor.

Come forse saprete,

prima di realizzare la cover

che apparirà sull’albo in edicola,

i copertinisti realizzano solitamente

3 o 4 bozzetti da presentare in redazione,

tra i quali – magari anche dopo suggerimenti

o richiesta di leggere modifiche – viene poi

scelta quella da realizzare in via definitiva.

Immagine già postata il 05.08.2018

Anche il nostro Alessandro

adempie fedelmente a questa “trafila” editoriale

e alcuni esempi i quanto sto scrivendo li potete trovare

qui e qui,

in foto scattate in occasione delle mie visite in redazione

nel dicembre 2016 e nell’aprile 2017,

oppure qui e qui,

in articoli scritti appositamente per l’occasione nel 2019.

Immagine già postata il 05.08.2018

L’aspetto interessante per noi lettori sta,

oltre che nell’ammirare l’opera di un grande artista,

nel poter a posteriori “valutare” soggettivamente

la scelta definitiva operata dalla Casa Editrice.


Poi, purtroppo, causa pandemia da Covid-19,

anche le mie visite in redazione non hanno più avuto luogo,

né ci si è potuti ritrovare con gli autori zagoriani

nel corso di fiere ed eventi fumettistici,

per cui non ho avuto la possibilità di

continuare a mostrarvi queste “copertine alternative”.

Immagime già postata il 05.08.2018

Ora, finalmente, sono riuscito a recuperare le immagini

di parecchie di queste interessantissime opere.

Al fine di evitare fastidiosi quanto inopportuni spoilers

quelle che da oggi in avanti potrete vedere su questo blog

saranno le copertine alternative di albi già pubblicati

(sia di alcuni anni fa, sia più recenti) o, al massimo,

quelle relative a un albo da poco uscito in edicola.


Ecco quindi che accanto alla rubrica periodica

A domanda… Moreno risponde

dedicata al colloquio tra i lettori e Moreno Burattini,

andiamo a inaugurare quella intitolata

Alessandro Piccinelli: il copertinista di Darkwood”,

riprendendo così il titolo di un mio articolo del 2018

(che potete trovare qui) al quale vi rimando come

ideale “puntata numero zero” della rubrica che inizia oggi.

Prima di cominciare, mi sembra doveroso premettere

una breve biografia di Alessandro,

tratta dal sito della Sergio Bonelli Editore:

Nato il 3 aprile 1975 a Como, Alessandro Piccinelli nel 1995 consegue il diploma di disegnatore per tessuti presso l’istituto tecnico “Setificio” di Como.

Nello stesso anno inizia a frequentare il corso di specializzazione presso la Scuola del Fumetto di Milano che terminerà nel 1999.

Dal 1997 al 2000 collabora come illustratore per il “Corriere di Como”.

Nel 2000 inizia a presentarsi come autore completo sulla rivista “M.A.R.E.”, per la quale realizza le copertine dei primi due numeri e le storie a fumetti dei primi sette.

Nel 2001 collabora con la Meroni Editore come illustratore con più di 300 disegni a scopo didattico. Dopo aver realizzato illustrazioni per mostre monotematiche, fiere e stand, sempre nel 2001 avviene il suo approdo in casa Mediacomics per la realizzazione dell’episodio quattro della prima storia di “Armadel”, fumetto fruibile attraverso Internet.

Successivamente a questa esperienza, realizza prove per la testata Zagor ed entra a far parte dello staff dello Spirito con la Scure, esordendo con la quadrupla avventura “Huron!”, pubblicata a partire da Maggio 2006.

Dopo aver lavorato su Zagor, passa in pianta stabile tra i disegnatori di Tex.

Nel 2016 viene scelto come erede di Gallieno Ferri al timone delle copertine zagoriane e il suo debutto avviene con “Zenith 666”, in edicola nell’ottobre dello stesso anno.

Naturalmente un grandissimo “grazie!”

lo voglio rivolgere all’amico

Alessandro Piccinelli

per la sua cortesia e disponibilità.

* * *

   Questa prima puntata è dedicata

a cinque bozzetti di copertina

relativi ad albi della Collana Zenith

pubblicati nel 2016 e nel 2017.

Li trovate qui sotto.


Zagor 616 (Zenith 667) del novembre 2016

Vampiri

Si tratta del secondo albo zagoriano con una copertina

di Alessandro Piccinelli, la cui avventura

vedeva il ritorno del vampiro Rakosi


Zagor 622 (Zenith 673) del maggio 2017

L’araldo di Cromm

Secondo albo dedicato all’avventura della

setta dei Servi di Cromm


Zagor 626 (Zenith 677) del settembre 2017

Tentacoli!

Primo albo dell’avventura con i mostri

vermiformi di Saddle Town


Zagor 628 (Zenith 679) del novembre 2017

La vendetta di Smirnoff

In questo caso, trattasi non di una cover alternativa

ma del bozzetto poi scelto per la copertina definitiva


Zagor 629 (Zenith 674) del dicembre 2017

Guerra di spie

Secondo albo dell’avventura con

il ritorno di Smirnoff


Spero abbiate gradito, amici zagoriani, e

salutandovi, vi do appuntamento alla prossima puntata!!!

 

 

sabato 16 gennaio 2021

La missione di Drunky Duck (Color Zagor 12)

Drunky Duck, il postino di Darkwood, è stato incaricato di recapitare a una donna di nome Deborah una misteriosa lettera, che a quanto pare interessa a una banda di uomini senza scrupoli, decisi a impadronirsene.

Zagor e Cico, giunti in soccorso del loro amico indiano, scoprono che dentro la busta a lui affidata c’è un messaggio in codice, cifrato secondo uno dei metodi descritti nel Cinquecento dal monaco esoterista Giovanni Tritemio, detto l’Abate Nero.

Inseguiti dai banditi, i nostri amici riescono a raggiungere la destinataria della missiva, e scoprono che…

La storia sceneggiata da Moreno Burattini mi è piaciuta: ambientata a Darkwood, tra boschi e villaggi, con un mistero da risolvere e uno Zagor tutto d’un pezzo nel suo modo d’agire.

Bella la gag di Cico all’inizio dell’avventura e positivo l’utilizzo delle storiche sabbie mobili attorno al rifugio nella palude per intrappolare alcuni dei farabutti di turno.

Il mistero del motivo per cui questi ultimi si accaniscono contro Drunky Duck si infittisce col procedere della narrazione, dal racconto dellla consegna della lettera da parte di O’Malley alla scoperta al suo interno di un misterioso cifrario riconducibile all’opera dell’abate benedettino Johannes Trithemius.

Costui è un personaggio realmente esistito: esoterista, storico, scrittore, lessicografo, astrologo, umanista, crittografo e occultista, è vissuto a cavallo tra il 1400 e il 1500. Un personaggio quindi apparentemente inquietante, famoso per il suo trattato esoterico “Steganographia” (termine composto dalle parole greche steganos (coperto) e grafia (scrittura)), che si proponeva di poter inviare messaggi tramite l’uso di linguaggi magici, sistemi di apprendimento accelerato e senza l’utilizzo di simboli o messaggeri.

Alla fine, però, scopriremo che gli elementi occultistici non c’entrano nulla con la vicenda – e conoscendo Moreno, che avversa tutto ciò che è superstizioso e soprannaturale, la cosa non mi ha affatto sorpreso… Il mistero si risolve in qualcosa di più “concreto”: il denaro e l’avidità di chi vorrebbe impossessarsene! Ma anche in questo caso, non si tratta banalmente di un bottino nascosto (come credevano i malfattori) bensì del valore, intrinseco ed estrinseco, dell’antico libro posseduto da Deborah.

Ottimamente utilizzato il comprimario Drunky Duck, personaggio dalla matrice comica solitamente impiegato per allentare la tensione nel corso delle avventure, ora invece sviscerato in chiave realistica e drammatica. Interessante l’approfondimento sul suo passato e sul motivo per cui sia diventato il postino ubriacone che tutti noi conosciamo...

La storia è impreziosita dall’eccellente lavoro di Bane Kerac (qui alla sua terza prova zagoriana dopo Il passato di “Guitar” Jim e Il pueblo misterioso; lo rivedremo probabilmente all’opera nella prossima trasferta in Europa sull’avventura ambientata nei Balcani), con disegni molto fedeli al modello classico zagoriano, bravissimo nella resa dell’ambientazione (la sua Darkwood assomiglia davvero a una giungla ricca di chiaroscuri nella quale un tarzanide come Zagor volteggia di ramo in ramo) e prodigo di dettagli in ogni sua tavola. Il volto di Zagor è sicuramente migliorato rispetto alla sua ultima prova.

In conclusione, ci tengo a segnalare due simpatiche vignette alle pagine 35 e 37 dove l’artista ha rappresentato alcuni personaggi western da lui amati in gioventù.

Nella vignetta qui sopra vediamo raffigurati in primo piano a sinistra Red Dust (il personaggio del fumettista belga Hermann della serie Comanche) e a destra Larrigan (davanti a una bottiglia di whisky che porta il suo nome, unitamente a quello del suo disegnatore cileno Arturo Del Castillo).

In quest’altra vignetta, invece, vediamo raffigurato il stesso Kerac (è l’uomo che alza gli occhi al cielo), mentre i due che parlano con lui al bar sono i suoi figli; accanto a loro, sulla destra, troviamo raffigurato (probabilmente) il personaggio di Kansas Kid del disegnatore Carlo Cossio.

Da ultimo segnalo anche l’omaggio, nelle pagine da 81 a 83, nei confronti di un Dylan Dog e un Groucho “vecchietti” nei panni dei due personaggi litigiosi che discutono sui ristoranti della cittadina di Katoma.

Devo dire che ho apprezzato molto questi inside joke, e probabilmente ce ne sono anche altri che a me sono sfuggiti. Se qualcuno di voi li avesse scovati, fatemelo sapere.

Alla prossima!!!

 

domenica 10 gennaio 2021

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (29)

Cari amici zagoriani,

inauguriano il decimo anno di vita

di questo mio blog

con la ventinovesima puntata della rubrica

A domanda… Moreno risponde”,

ormai diventata un appuntamento imprescindibile 

dato il gran numero di domande che continuano ad arrivare!


Ringraziamo come di consueto Moreno Burattini

e andiamo ad iniziare…

 

1 – Egregio Signor Moreno, non crede che aver abolito qualche veto messo su ritorni di personaggi, come Hellingen o Supermike, o su particolari situazioni possa avere avuto un effetto negativo rispetto ai lati positivi che sarebbero potuti fuoriuscire? Cioè, intendo dire, non sarebbe stato meglio non toccare ciò che sarebbe dovuto rimanere al di fuori della saga per volere di Sergio Bonelli?

Quando si parla di un “veto” post da Sergio Bonelli su qualcosa, bisogna capire che non si tratta, com’è chiaro, di una imprescindibile legge della fisica o di un tabu che sarebbe sacrilego mettere in discussione. Si tratta di indicazioni contingenti, legate a una certa situazione, funzionali a un “sic stantibus rebus”. Le decisioni e gli indirizzi presi da Sergio durante gli anni in cui era al timone si basavano sulla situazione esistente in quel periodo. Una situazione che, per esempio, poteva permettergli di comportarsi da “editore puro” (impegnato solo in campo editoriale), di occuparsi unicamente (o quasi) dell’edicola lasciando ad altri i volumi da libreria, e così via. Oggi, come soltanto i ciechi o quelli in malafede possono non vedere, queste strade non sono più percorribili. Tempo diversi impongono scelte diverse. Altrimenti, un “no” detto trenta anni fa deve valere ancora oggi? Sergio era aperto alla sperimentazione (ha inventato “Un uomo e un’avventura” e le miniserie, per esempio). A volte diceva a lungo dei “no” categorici (“non faremo mai lo Zagorone”, “non faremo mai un team up”, “non tornerà mai Mefisto”) e poi il mutare dei tempi e dei pareri lo convinceva a trasformare quei “no” in “sì”. Era anche sensibile ai “desiderata” dei lettori, per cui “a grande richiesta” accettava di fare quel che inizialmente aveva preferito non fare. Nel caso dei ritorni dei personaggi, se qualche antico veto è stato rimosso (lei cita Hellingen, Supermike non lo si è ancora rivisto) è stato appunto per accontentare il pubblico. Peraltro, se dovessi cercare una spiegazione al perché Sergio, molti anni fa, aveva preferito dirsi contrario a un ritorno di Hellingen, riterrei di trovarla nel timore di deludere chi aveva visto il mad doctor protagonista di storie di taglio diversi rispetto alle sue (era accaduto con le saghe ideate dai due pezzi da novanta Sclavi e Boselli). Ma di fronte al progetto (il mio) di riportare lo scienziato pazzo nell’alveo nolittiano (come è accaduto, con il ritorno del personaggio alle sue origini), il veto veniva logicamente a cadere. Peraltro, Hellingen è richiesto dai lettori perché è un personaggio di grande spessore: poterlo usare arricchisce la serie. Non farlo, sarebbe come avere una Ferrari e tenerla in garage. Infine, sono sempre molto diffidente e infastidito verso chi ritiene di potersi fare interprete, portavoce ed esegeta di Bonelli, dato che lui non c’è più. Una delle frasi più antipatiche da dire e da sentire dire, per quanto capisca che a volte possa sfuggire di bocca, è “Sergio Bonelli non l’avrebbe mai fatto”. Sergio non è più tra noi dal settembre del 2011 e nessuno può pretendere di sapere che cosa farebbe o non farebbe se fosse vivo, e comunque arrogarsi il diritto di rappresentarlo. Se c’è qualcuno che può dire qualcosa, sarebbe in ogni caso qualcuno della famiglia, o qualcuno della Casa editrice che ha lavorato al suo fianco per anni. E non c’è un solo “ritorno” che non sia stato approvato da Davide Bonelli o dalla dirigenza, a cui io faccio le mie proposte che possono venire accolte o non accolte. Sull’argomento di quelli che si arrogano il diritto di interpretare ciò che Sergio farebbe o non farebbe se fosse ancora fra noi, tre anni ho scritto questo articolo:

http://morenoburattini.blogspot.com/2018/04/quelli-che-tutto-sanno.html

2 – Caro Moreno, ti scrivo per poterti chiedere l’utilizzo, se già non è stato fatto in passato, della musica Gospel, la quale affonda le proprie radici nel 1700, e che è diventata parte integrante dei culti religiosi delle persone di colore. Saresti disposto ed ammirato da tale argomento tanto da prenderlo come spunto per una futura storia?

Confesso la mia ignoranza sul Gospel (come su tante altre cose) e vedrei delle difficoltà a trattare l’argomento in un fumetto, privo com’è di sonoro. Ci sono, voglio dire, tematiche che si prestano meglio o peggio di altre ad essere affrontate fumettisticamente. Immagino, certo, che in un passaggio di una storia (che dovrebbe comunque essere avventurosa) ci possa essere un personaggio che canta (abbiamo “Guitar” Jim che suona e Guedé Danseur che balla), ma da qui a fare una avventura tutta incentrata sul Gospel la vedo dura. Immagino che se qualcuno mi iniziasse all’argomento potrei facilmente innamorarmene, questo sì.

3 – Caro Moreno, quali sono gli insegnamenti che Decio Canzio ti ha dato dall’inizio alla fine della vostra collaborazione sulle pagine di Zagor?

Devo a Decio tanto quanto devo a Sergio. L’ho spiegato qui:

http://morenoburattini.blogspot.com/2013/01/decio-il-grande.html

Gli volevo molto bene, ho imparato da lui il mestiere, la cura, la dedizione, l’attenzione. Nell’articolo che ho linkato, che invito a leggere, c’è riassunto un po’ tutto. Ricordo un ulteriore aneddoto. Canzio leggeva tutte le storie e ne commentava con lucide, sintetiche e ficcanti annotazioni ogni passaggio. Quando trovava un errore particolarmente insidioso scriveva “mi devi una pizza”. Una volta notò un particolare trascurabile, su cui si poteva anche sorvolare (la storia filava lo stesso). Correggerlo avrebbe reso più elegante un certo passaggio, ma comportava fatica e il tempo a disposizione era poco. Si poteva o non poteva fare. Lui mi disse: “vinciamo la pigrizia”. Feci la correzione e da allora non mi sono mai tirato indietro nel cesellare i particolari, vincendo sempre la pigrizia.

4Vorrei chiedere a Burattini se uscirà una storia più lunga di “Incubi”.

Ne dubito. Però, mai dire mai. Ho il rimpianto, con la storia sugli aztechi, “Piramide di sangue”, 470 pagine, di non aver tentato un allungo battendo Sclavi.

5 – Ciao Moreno, ti scrivo per sapere se, durante la programmazione della trasferta sudamericana, ci siano stati dei cambiamenti di storie aggiunte prima o dopo della collocazione originale? Se sì, di quali si tratta e se la trasferta stessa si sia conclusa secondo i tempi previsti o se alcune storie sono uscite successivamente alla stessa?

Ricordo che ci sono stati degli allungamenti, tipo aver previsto qualche storia in più rispetto il programma di massima stabilito all’inizio (la prima avventura messa in cantiere, ricordo fu quella di Mignacco e Della Monica ambientata a Bahia, ma già si sapeva che prima Zagor avrebbe dovuto arrivare in Brasile in qualche modo, e quindi progettammo un itinerario). Durante la lavorazione pensai di deviare verso il Cile, perché la storia del terremoto e dell’incontro con Darwin mi venne in mente proprio leggendo il suo “Diario di un naturalista”, insieme a tanti altri libri letti sul Sud America, così come la lettura di “Questa creatura delle tenebre” di Harry Thompson mi ispirò la storia su Jemmy Button ambientata in Terra del Fuoco. Abbiamo inoltre “adattato” all’Atlantico meridionale la storia “Il signore dell’isola” di Colombo/Giusfredi e Ferri.

6 – Caro Moreno, vorrei chiederti di citare nella serie regolare od in uno degli extra di Zagor l’incontro che quest’ultimo ha avuto con Jovanotti, non facendolo quindi apparire come un sogno del cantante bensì come reale avvenimento della saga. Lo ritieni fattibile?

Secondo me, sarebbe sbagliato.

7 – Caro Moreno, dopo aver provato ad evitare di chiedertelo, mi piacerebbe rivedere sulla serie Zagor nientemeno che Daniele Nicolai. Spero che averlo come sceneggiatore possa essere un pregio, giusto?

Purtroppo non ho mai avuto il piacere di conoscere Daniele Nicolai, non so praticamente nulla di lui, non mi risulta che abbia mai fatto proposte da quando io lavoro in Bonelli (cioè da trent’anni). Non so in quali circostanze abbia iniziato la sua collaborazione, né so perché si sia interrotta. Certo, gli invidio la facilità con cui, da nuovo arrivato, gli fu consentito di mettere le mani su Kandrax. Ancora non c’erano i veti di Sergio, evidentemente!  Spero mi abbia perdonato per aver cercato di mettere ordine nelle vicende di Robert Gray. Sul sito Bonelli si legge la breve nota biografica che riporto di seguito. “Romano, nato il 25 ottobre 1946, Nicolai frequenta un corso di sceneggiatura tenuto da Rodolfo Torti e Roberto Dal Prà. Scrive alcune storie autonome per i settimanali Eura, quindi sceneggia Gli angeli del West e Ricky per Il Giornalino. Per la Sergio Bonelli Editore scrive alcuni episodi di Zagor”.

8 – Nel terzo Zagorone mi è sembrato che il Dottor O’Connor sia apparso solo per venire ucciso, in quanti gli altri protagonisti servivano vivi per le scene finali. I suoi scopi non si sono capiti, ovvero se ha accompagnato la signora Spencer per prendersi una fetta del suo patrimonio, magari sposandola. In poche parole, ti chiedo se la sua presenza non sia invece stata superflua, in quanto non ha aggiunto niente alla trama...ed ha tolto la vita a lui?

Rileggendo, mi pare che la funzione di O’Connor sia stata quella di aver reso credibile il viaggio fino a Darkwood dell’anziana madre di Aurora. Una donna di una certa età, sempre vissuta in città, che si avventura da sola nelle terre di frontiera, non era plausibile a meno di un avere un accompagnatore. In più, O’Connor ha dimostrato, pagando con la vita la sua amicizia con Elizabeth Spencer, quanto fosse grave la minaccia di Cassell e dei suoi alleati Cayuga, e come la resa dei conti finale sia stata effettivamente drammatica.

9 – Ciao Moreno, voglio proporti un’idea: cosa ne diresti di far tornare lo Zagor attuale sulle rive del Clear Water, facendogli avere a che fare con i nuovi proprietari della capanna, nel frattempo ricostruita, che è stata in passato sua e dei suoi genitori?

La capanna sul Clear Water, protagonista peraltro del terzo Zagorone di cui si parlava nella domanda e nella risposta precedenti (il nostro eroe ci è già tornato, in quel luogo), non è un bene immobile che ha bisogno di nuovi proprietari. E’ un rudere di tronchi anneriti, e chi avesse avuto bisogno di una dimora del genere se la sarebbe costruita nuova. Non c’erano certo atti di proprietà. E poi, meglio se il luogo dove sorgeva la capanna resti un luogo simbolo, non subisca trasformazioni.

10 – Ciao Moreno, ti chiedo se il Poe che assomiglia all’originale, pur non essendolo, apparso in Magico Vento, suo amico per la pelle, possa considerarsi un parente stretto di quello apparso in Zagor. Quindi vorrei sapere se possa apparire da infante nella serie, preso sotto le cure dello scrittore?

Il Poe di Magico Vento si chiama così solo come soprannome, dovuto alla somiglianza con lo scrittore. Il suo vero nome è Willie Richards. Non credo che la somiglianza sia dovuta a un legame di sangue con l’autore del “Corvo”, ma se così fosse dovrebbe essere Gianfranco Manfredi a stabilirlo. Dato che le vicende di Ned Ellis (appunto Magico Vento) sono ambientate negli anni Settanta del Diciannovesimo secolo, si può immaginare che Richards sia nato negli anni Trenta. Potrebbe aver incontrato, certo, il vero Poe (1809-1849). Ma come fare a immaginare un tipo problematico come Edgar Allan Poe prendersi cura di un bambino? Lui che riusciva a malapena a prendersi cura di se stesso? E che utilità potrebbe avere ai fini delle avventure di Zagor? Insomma, mi sembrerebbe una ipotesi più difficile da giustificare, che altro.

11 – Se non fossi diventato sceneggiatore fumettistico, che lavoro pensi che svolgeresti oggi?

Considerando che ho fatto per dieci anni l’esattore autostradale, forse avrei fatto un minimo di carriera in qualche ufficio della Società Autostrade. Ne parlo qui:

http://morenoburattini.blogspot.com/2011/12/il-casellante.html

12 – Ciao Moreno, vorrei sapere se hai intenzione di far scoprire il vero nome di Mortimer, che non si sa se sia il nome, il cognome od il nome d’arte. Grazie.

Sì, ne ho intenzione.

13 – Caro Moreno, mi fa piacere scriverti in questo Blog per domandarti una cosa. Sono uno zagoriano di vecchia data, che non è molto tecnologico, e per questo comprende le difficoltà nell’ambientarsi su internet. Ho continuato a seguire per anni ed anni la serie, che continuo ancora oggi, ma nella mia memoria è sempre rimasta impressa l’avventura che Zagor ha affrontata alla Capanna del Pino Solitario. In particolar modo, per quanto non eccezionale, il giallo che si trova all’interno di quella storia mi fece rimanere comunque col fiato sospeso quando lo lessi. Il personaggio di Vincent Hobel, proprio lui, mi torna sempre in mente quando ricordo con piacere quella storia, che vado sempre a rileggere, insieme ad altre. Sfortunatamente, o fortunatamente in quanto non si tratta certo di un super nemico a differenza di altri, non è mai più riapparso. Per questo ti chiedo se tu possa fare in modo, nelle vesti di curatore della testata, di far ritornare il cugino degli Hobel con tanta, tanta voglia di vendetta. Non so cosa ne potrai dire di ciò, ovvero della richiesta che ti ho appena fatto, ma spero di poterne ricevere risposta al più presto.

“Agguato all’alba” è davvero un giallo ben congegnato da Marcello Toninelli. Rispondendo alle domande in questa rubrica mi rendo conto di come siano tanti i lettori affezionati a certe storie ritenute “minori”, che hanno lasciato il segno. Questo per evidenziare come non ci sia soltanto Nolitta e i venti, straordinari anni della sua gestione del personaggio. Zagor vola di liana in liana da sessanta anni e ce ne sono ben quaranta in cui le storie sono state scritte da autori diversi. Mi appunto l’idea, grazie.

14 – Gentilissimo Moreno, buon pomeriggio. Mi trovo qui, di fronte al mio PC ed intenzionato a scriverti per far rivivere delle sensazioni che secondo me sono state lasciate in secondo piano, almeno per quanto riguarda la serie regolare. Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales ha sempre avuto diletto (o quasi) per truffette e buongustaggine. Ma, dopo essere stato tanti anni al fianco di Zagor, più di una volta ha avuto paura di perdere la sua amicizia per colpa di una donna. A parte Pamina e, forse, un iniziale infatuamento da parte di Virginia nella sua prima apparizione, ricordo che solo un’altra donna ebbe per lui un incredibile adorazione. Sto ovviamente parlando della figlia del Custode della Tradizione della storia “Fantasmi!”. Zagor rimase di stucco quando il messicano venne preferito a lui. Tutto ciò ebbe poi fine con la donna che si mise col fabbro dopo l’apertura fra i due “mondi” così vicini. Ora, Cico ci rimase molto male, ma ti chiedo se sia possibile rivederlo alle prese con la stessa donna e con il marito fabbro con dovuti pargoli nel frattempo nati. Capisco che possa essere una richiesta stramba, però dico il vero quando penso che rivedersi, a distanza di anni, potrebbe portare Cico a diventare ancora molto più geloso della prima volta, pensando a come sarebbe potuta essere la sua vita se fosse rimasto insieme a lei e non continuandola con Zagor. Cosa ne pensi? Ti piacerebbe, e vorresti, riportare Cico e Zagor alle prese, comiche, di quella situazione, all’interno naturalmente di una storia più ampia e drammatica, facendone quindi solo un simpatico contorno?

Vale la risposta alla domanda precedente. La serie di Zagor è una miniera di spunti anche extra-nolittiani.



15 – Ciao Moreno! Pensi che un romanzo o una raccolta di racconti brevi dedicati a Zagor e il suo mondo potrebbe essere una iniziativa editoriale fattibile? Intendo una volta ogni tanto (un romanzo su un giovane Zagor esiste già in effetti). Un’operazione similare a quella di Martin Mystère e Dragonero. Buon lavoro!

Innanzitutto i romanzi con protagonista Zagor sono due. Uno, quello di Morosinotto con Pat Wildig adolescente, a cui ti riferisci. Però c’è anche il mio “Le mura di Jericho”, di cui parlo qui:

http://morenoburattini.blogspot.com/2011/05/le-mura-di-jericho.html

Questo romanzo è stato ristampato in una antologia contenente altri due racconti brevi, di cui parlo qui:

http://morenoburattini.blogspot.com/2016/01/la-capanna-nella-palude-e-altri-racconti.html

A questi racconti si deve aggiungere quello intitolato “Cavalli bradi”, uno dei 26 miei “racconti inquieti” contenuti nell’antologia a mia firma “Dall’altra parte”, di cui parlo qui:

http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2016/07/dallaltra-parte.html

C’è infine il racconto “Disgelo” apparso a puntate in appendice alla seconda miniserie a strisce “Zagor Collana Darkwood”.

Ciò detto, sarebbe bello pubblicare una volta all’anno un romanzo in prosa di Zagor. Giro la proposta ai piani alti: purtroppo o per fortuna (direi: per fortuna) non tocca a me decidere.

16 – Molti chiedono una serie parallela sugli anni giovanili di Zagor, io invece sarei più propenso ad una serie che porti avanti lo Spirito con la Scure di una ventina d’anni, inserito in un contesto storico diverso e magari con comprimari differenti. Tu quale scenario preferiresti? Io temo che uno Zagor giovane, che per non smentire quanto si è visto sulla serie regolare dovrebbe necessariamente vivere storie realistiche (non avendo ancora visto mostri, vampiri, scienziati pazzi, extraterrestri, etc...), rischierebbe di diventare un clone di Tex e sarebbe poco interessante.

Sono d’accordo con te. Fermo restando che non disdegnerei neppure la prima eventualità.

17 – Ciao Moreno, ti chiedo da quanto tempo vi conoscete tu e Baltorr ed un aneddoto che vi ha coinvolti personalmente entrambi, insieme (pizza alle fragole a parte).

Conosco Marco da quando il forum SCLS ha iniziato a organizzare raduni e pizzate, e lui si è proposto come fotografo ufficiale degli eventi. In questo articolo, lui rammenta una sua partecipazione a un incontro di Cartoomics in cui c’ero anche io, quindi si parla del 2001:

http://zagorealtro.blogspot.com/2012/01/ricordi-ritrovati_11.html

Aneddoti ce ne potrebbero essere tanti, ma vorrei precisare che, pur essendo legato a Marco da amicizia ventennale non siamo compagni di merende, nel senso che lui è molto libero nei suoi giudizi, e io non ho mai cercato di pilotare le sue iniziative nel forum o sul blog. Direi che la cosa più carina riguarda un bastone, dalla foggia antica e sicuramente un pezzo di antiquariato, con il pomello a forma di testa di cane, che apparteneva a qualche anziano congiunto di Marco. Senza dubbio non senza averci pensato a lungo, Baltorr a un certo punto ha deciso che quel cimelio di famiglia doveva essere mio, perché è del tutto simile al bastone di Mortimer. Solo che non è animato. Lo tengo in redazione accanto alla mia scrivania.

18 – Caro Moreno, sono un lettore al quale piace la vena fantascientifica-horror che, talvolta, viene immessa all’interno delle varie storie zagoriane. Ti scrivo per proporti, da amante cinematografico dello stesso, di far apparire un blob a Darkwood. Fra i mostri e le creature apparse nei film, è uno dei tuoi preferiti? Il come possa arrivarci nella foresta, o nei dintorni della stessa, sarebbe appannaggio degli sceneggiatori, ma ti piacerebbe poterlo utilizzare?

Il blob in effetti ci manca. Certo che mi piacerebbe.

19 – Caro Moreno, ti scrivo a proposito dell’oro nero, più comunemente chiamato petrolio. In un’avventura di Zagor, nella quale è presente anche Craig Turner, è stato trattato quest’argomento. A fine storia è successo che lo stesso giornalista si è rifiutato di stilare un articolo sulla situazione di Merrywell, per non far arrivare numerose persone in cerca di ricchezza. Ti chiedo se lo stesso petrolio non possa tornare sulle scene di Zagor in quanto è molto difficile, per non dire impossibile come viene detto nella suddetta storia, che si possa soffocare del tutto l’informazione a proposito di esso. Pensi che possa essercene la possibilità o il petrolio continuerà a venire estratto senza che Zagor ne possa più essere protagonista?

Quello del petrolio è un argomento problematico, perché all’epoca di Zagor non ce n’era certo uno sfruttamento degno di nota (si parla del 1850 come inizio delle estrazioni industriali negli Stati Uniti), perché è brutto da disegnare e perché non è adatto alle storie “di foresta”. Tuttavia, se verranno proposte storie con spunti interessanti, compatibili con la realtà storica, potremmo farne altre.

20 – Signor Moreno, buon pomeriggio, in questa domenica soleggiata ho deciso di scriverLe a proposito dei cosiddetti “detrattori”. Capisco perfettamente che le critiche debbano essere perlopiù costruttive ma a volte, dica pure se mi sbaglio, vengono additati tali soltanto chi non apprezza le scelte di chi manda avanti la serie, non prendendo in considerazione il fatto che non è sempre bello dire che ad una persona piace tutto di tutto. Quindi Le chiedo, cortesemente, se non sia stato troppo frettoloso nel fare di tutta l’erba un fascio, criticando chi ha voluto dire la sua a differenza di chi non dice niente e, passivamente, si fa passare addosso tutto ciò che gli viene proposto, senza farsene un’idea. Oppure facendosela, ma in fondo fregandosene di tirarla fuori e di far sì di dire la propria opinione, lasciando ad altri l'arduo compito. Sono a conoscenza del fatto che da molto tempo ha lasciato i forum per non dover incappare nelle frequenti contrapposizioni con alcuni utenti che non hanno fatto niente per nascondere la propria, diversa idea rispetto all’andamento della serie. Ma vorrei tanto sapere da Lei se una critica, costruttiva o meno, basata su un’opinione che possa essere differente da quella del curatore della serie, debba venire per forza emessa da un “detrattore” che potrebbe anche non essere, e che magari critica per il semplice motivo di voler vedere di nuovo Zagor agli antichi fasti, con le dovute innovazioni, ma senza snaturare del tutto il personaggio?

Ho abbandonato la frequentazione dei forum dopo anni e anni di risposte date in un “filo diretto” gestito per lunghissimo tempo. Quando ho cominciato, c’era un clima sereno e credo di essermi dimostrato disponibilissimo al confronto, favorendolo in ogni modo. Poi, come dappertutto su Internet, si sono scatenati gli haters (è stato persino realizzato un berretto di cui parlo qui: http://morenoburattini.blogspot.com/2020/05/un-po-di-sana-polemica.html). Alla fine, passavo ore e ore cercando di rispondere, con argomenti sempre del tutto ignorati dai detrattori, a polemiche pretestuose, perdendo non solo il mio tempo, ma anche la mia serenità. Purtroppo, il tono delle critiche virava sempre più verso l’insulto (dei detrattori a me), e considerato il fatto che non sono mai riuscito a convincere nessuno per quanto bene argomentata fosse la mia replica e per quanto ripetessi cento volte la spiegazione, sempre più forte è stata la voglia di gettare la spugna. In fondo il mio mestiere è scrivere storie di Zagor, non dare spago ai troll e agli haters. A differenza di quelli che conducono crociate ad personam, di cui sono stato e sono vittima, ho una vita, un lavoro, una famiglia, un amore. Poi è accaduto un fatto molto grave: a casa di alcuni forumisti che, bontà loro, esprimevano giudizi positivi sulle mie storie, sono giunte mail spedite dalla mia casella di posta elettronica, il cui testo diceva più o meno: “non mi leccate il sedere così platealmente, se no se ne accorgono che siamo d’accordo”. Qualche hater, insomma, ha addirittura hackerato il mio account postale. Beh, basta così. Tanti saluti e baci. Non per questo ho smesso di essere disponibile al confronto, dato che ho partecipato a decine e decine di incontri con il pubblico ovunque (caso strano, i detrattori anonimi, leoni da tastiera, svaniscono nei confronti faccia a faccia) e adesso stiamo conversando in questo spazio (è la ventinovesima serie di venti domande a cui rispondo, se le par poco).

Ormai non leggo più nulla di quanto scritto su Internet a commento delle storie, perché altrimenti mi bloccherei su ogni vignetta pensando a come certuni potrebbero commentarla; devo lavorare, non posso perder tempo con gli odiatori di professione. Però, ogni tanto alcuni amici mi mandano uno screenshot con un commento particolarmente stupidino e mi vien fatto di scherzarci su. Di solito il commentatore si indigna e si inalbera, perché il bello degli haters è che si sentono in diritto di dire qualunque cosa, però pretendono anche che non gli si risponda se no si offendono. Ecco, direi che il motivo che mi spinge ogni tanto a tornare a dire la mia è il tentativo di non farle passare tutte lisce a certa gente.

Personalmente cerco sempre di rispondere a chiunque mi si rivolga, soprattutto se in modo garbato, sia per lettera che via Internet. Mi faccio persino passare tutte le telefonate che giungono in redazione da parte di lettori che chiedono di me. Partecipo spessissimo a incontri con il pubblico e accetto ogni invito recandomi anche nelle località più sperdute. Vado di frequente persino nelle scuole a parlare di fumetti alle singole classi. Nei miei spazi in Rete interagisco facilmente con gli interlocutori che mi contattano. Tutto sono fuorché un autore chiuso nella sua torre eburnea. Questa disponibilità mi viene talvolta riconosciuta come uno dei miei meriti, e ringrazio chi ha la bontà di accreditarmene qualcuno. Tuttavia non si tratta di un atteggiamento di facciata, ma di un modo di essere sincero, che si può riscontrare anche nella mia vita privata. Sono pieno di difetti, ma almeno sorrido sempre a chi mi sta attorno.

Riguardo allo “snaturamento” del personaggio non so di che cosa stia parlando. Zagor non è stato in alcun modo snaturato. Da trent’anni mi do da fare, tutti i giorni della mia vita, perché non ci sia alcun snaturamento. Al di là dei fisiologici adattamenti al linguaggio dei tempi Zagor è molto più simile al se stesso degli “antichi fasti” rispetto a quanto lo sia, per esempio, L’Uomo Ragno di adesso in confronto a quello delle origini. Ma potremmo dire lo stesso di Tex, per esempio. Gli adattamenti sono del resto quelli che si vedono nei film al cinema, nel taglio della narrazione nei romanzi, nel modo in cui si porgono le notizie al telegiornale, e di cui lei si sarà reso conto, immagino e spero. Non c’è niente, nella comunicazione del 2020, uguale a quella del 1960, del 1970, del 1980. Ma perché, poi, si parla di “antichi fasti” e non di quelli del presente? Si è accorto che ne 2020 Zagor è stata la seconda serie bonelliana per numero di tavole e di albi inediti pubblicati? Sa che nel 2021 festeggeremo i sessanta anni del nostro eroe, a differenza di tanti altri che hanno chiuso i battenti? Crede sia stato facile arrivare a questi risultati? Segue gli incontri con il pubblico, la vita delle associazioni di zagoriani, le pubblicazioni e le iniziative degli appassionati? Sa in quanti paesi del mondo vivono lettori del nostro eroe? E tutto questo in anni difficilissimi, dovendo affrontare una crisi del mercato editoriale che mai si era vista ai tempi “antichi”. Tutto questo dopo che negli anni Novanta (trenta anni fa era ancora tempo di “antichi fasti”?) Bonelli stesso credeva che l’eroe avrebbe avuto vita breve. E invece è cominciato il “rinascimento zagoriano” (ne ha mai sentito parlare?). Se poi per qualcuno è “snaturamento” tutto ciò che è identico ai propri ricordi dell’infanzia perduta e vagheggiata, allora è snaturata l’intera edicola, l’intera produzione letteraria, l’intera industria cinematografica e televisiva. A tutti, evidentemente, è permessa una evoluzione, tranne che a Zagor? Che deve restare uguale agli anni Sessanta o Settanta? Ci sono, in verità, eroi sempre uguali a se stessi, anche nelle copertine: quelli morti, che vengono soltanto ristampati.