lunedì 26 settembre 2011

Arrivederci, Sergio, e grazie di tutto

SERGIO BONELLI
1932 - 2011

Ultima fotografia da me scattata a Sergio Bonelli - Pavia, 28.06.2011 

Ultimo messaggio di Sergio Bonelli al Forum SCLS - Pavia, 28.06.2011

Caro Sergio,
con le avventure di Zagor hai reso più bella la mia infanzia,

con la tua amiciza hai reso più bella la mia vita adulta.
Adesso che non posso più parlarti direttamente, prego per te.

ARRIVEDERCI, SERGIO, E GRAZIE DI TUTTO


venerdì 16 settembre 2011

PICK WICK

 Alcuni giorni or sono è uscito il nuovo numero del trimestrale di letteratura, poesia e cultura varia "PICK WICK". Si tratta di una rivistina pubblicata a cura del Circolo Letterario Pickwick di Besana in Brianza, circolo del quale sono stato fondatore 15 anni or sono, e data in omaggio ai soci del sodalizio.


 Nei miei post del 21 luglio ho già avuto occasione di parlare della conferenza intitolata "Zagor, uno splendido cinquantenne", organizzata dal Circolo e tenuta dal sottoscritto nella serata del 19 Maggio 2011. La serata era articolata in due parti: una dedicata alla storia del personaggio e un'altra dedicata alla storia editoriale dello Spirito con la Scure.In uno dei due post del 21 luglio avete potuto leggere la prima parte.

Su questo numero della rivista è apparso il mio secondo intervento. Per tutti coloro (e sono tantissimi) che non avranno la possibilità di leggerlo sulla rivista, lo riporto qui sotto.

            ZAGOR, UNO SPLENDIDO CINQUANTENNE: la storia editoriale


Sembra che la longevità editoriale non sia una caratteristica tipica dei personag­gi a fumetti di casa nostra. Mentre in America personaggi come Superman, Batman, Topolino, L'Uomo Ragno (solo per citarne alcuni) sono, a tutt'oggi, presenti sulla scena fumettistica sin dalla loro prima uscita, in Italia solo in rari casi un eroe di carta ha avuto la prerogativa di rimanere presente nelle edicole in modo veramente duraturo. Più spes­so è accaduto che anche personaggi baciati dal successo hanno dovuto, prima o poi, assistere alla chiusura delle proprie pubblicazioni.
Maggior stupore, quindi, de­sta il fatto che i pochissimi personag­gi ancora oggi sulla breccia dopo oltre un quarantennio, cioè Tex (1948), Zagor (1961), Diabolik (1962) e Alan Ford (1969), al record della lunga du­rata uniscano il primato ancora più in­vidiabile della loro ininterrotta presenza in edicola.



Di questi personaggi, Zagor è sicuramente il me­no conosciuto al grande pubblico. Lo Spirito con la Scure, a differenza di altri, non ha mai fatto parlare di sé sociologi o politici (come Tex) e le sue storie non hanno mai provoca­to interrogazioni parlamentari (come Diabolik) o su­scitato accesi dibattiti televisivi. Insomma, il cinquantenario successo zagoriano è unicamente fu­mettistico.
I numeri, del resto, parlano chiaro: 239 uscite nel forma­to "a striscia"; 550 albi nel­ formato ormai definito "bonelliano"; 23 numeri Spe­ciali; 15 numeri Maxi; 13 Almanacchi dell'Avventura; 27 albi dedi­cati al divertente pancione messicano Cico;  3 volumi cartonati a colori di grande formato; 3 Oscar antologici editi da Mon­dadori; 1 volume in formato Gigante in uscita a giugno.
Anche solo per que­sto Zagor, a mio parere, non può che essere considerato un grande successo editoriale.

* * *

Tre sono i periodi in cui è possibile suddividere il lungo cammino editoriale di Zagor.

1. L'età dell'oro e dell’argento (dal 1961 al 1980)

Gli inizi, il consolidamento e lo sviluppo del personaggio, fino al suo maggiore successo in termini di vendite, si devono essenzialmente agli sforzi dello sceneggiatore e creatore della serie Guido Nolitta (nom de plume dell'editore Sergio Bonelli, figlio di quel Giovanni Luigi Bonelli, indimenticato creatore di Tex) e dal disegnatore e creatore grafico Gallieno Fer­ri (quest'ultimo coadiuvato dagli altrettanto bravi Franco Donatelli e Franco Bignotti).




Intorno al 1960 Ser­gio Bonelli decise di far fronte al grande successo editoriale di personaggi come Capitan Miki ed il Grande Blek delle concorrenti Edizioni Dar­do con un nuovo protagonista, meno serioso ed infallibile del già famoso Tex, ma in grado di accattivarsi le simpatie di un pubblico giovane.



Nacque così Zagor, un giustiziere al di sopra delle parti le cui avventure si svolgevano in un mondo fanta­stico elaborato per l'occasione e via via messo a punto (la fittizia regione di Darkwood, individuata all’incrocio tra gli stati del Nord America Pennsylvania, Virginia e Ohio.


Oltre che ad ispirarsi a personaggi dell'epo­ca d'oro del fumetto americano (dall’Uomo Mascherato a Tarzan, passando per  Mandrake), Sergio Bonelli/Guido Nolitta profuse in Za-gor-te-nay il proprio immaginario fantastico senza limiti o preclusioni di sorta, utilizzando con spigliatezza ed efficacia una sorta di contami­nazione e trasversalità tra i vari generi (avventura, western, horror, fantastico).



L'autore comin­ciò quindi a lavorare sul personaggio unitamente al dise­gnatore ligure Gallieno Ferri, all'epoca più noto in Francia che in Italia. L'ispirazione grafica del personaggio, almeno all'inizio, fu ci­nematografica: Zagor avrebbe avuto le fattezze un po' di Robert Taylor e un po' del Tarzan interpretato da Gordon Scott.



Col passare del tempo, l'eroe guadagnerà molto an­che dal volto e dallo sguardo del suo stesso creatore grafico, quasi in virtù di una inconscia identificazione col personaggio.


Avven­ture come "Zagor racconta...", "Il Re delle Aquile", "Libertà o morte", "An­goscia!", "Odissea Americana" (solo per citarne alcune) en­trano in modo indelebile nel cuore dei lettori.



Così come vi entrano antagoni­sti quali il folle scienziato Hellingen, il vampiro Bela Rakosi, il mago druida Kandrax, l'odioso Supermike,



o comprimari quali l'investigatore pasticcione Bat Bat­terton, lo sfortunato cercatore di tesori Digging Bill, il postino ubriaco Drunky Duck, la dolce e nobile austriaca Frida Lang, il capitano di baleniera Fishleg, il ladro chitarrista Guitar Jim,



lo sfortunato capo seminole Manetola, il fachiro Ramath, l'orgoglioso  e fedele capo mohawk Tonka, il divertente vagabondo Trampy.



Per non parlare di Cico, il simpatico messicano amico di sempre (sin dalla prima avventura), non semplice comprimario ma - si potrebbe a ragione dire - vero e proprio co-protagonista.


Za­gor si rivela un fu­metto veramente "completo": capace, per un verso, di intrattenere, divertire ed emozionare, e dall'altro di recare in sé valori altamente positivi: giusti­zia, perdono, libertà, uguaglianza, amore per la natura...

2. L'età del bronzo (dal 1980 al 1991)

Nel 1980, con l'abbandono da parte di Nolitta del ruolo di prin­cipale autore della serie, comincia il secondo periodo del personaggio,  quello considerato meno felice dalla mag­gior parte degli appassionati.


Impegnato a tempo pieno nella stesu­ra delle avventure del suo nuovo eroe Mister No (1975) e nella direzione della casa editrice, Sergio Bonelli  decide ai abbandonare le sceneggiature di Zagor, affidandone la realizza­zione a nuovi autori, nessuno dei quali, purtroppo, capace di mantenere il personaggio ai livelli del suo creatore. Tra questi, ne ricordiamo due: Alfredo Castelli (poi creatore di Martin Mystère) e Tiziano Sclavi (successivamente creatore di quel personaggio di successo chiamato Dylan Dog).



Ad ogni buon conto, per continuità editoriale e quan­tità di tavole prodotte, il posto di maggior rilievo tra i nuovi sceneggiatori è occupato dal senese Marcello Toninelli, all'epoca autore emergente a livello professionistico, che debutta sulla collana nel 1982.


Pur cercando di mantenersi inizialmente fedele alle caratteristiche del personaggio, successivamente Toninelli inizia a gestire Zagor secondo schemi abbastanza per­sonali, nel tentativo di renderlo un eroe più moderno e realistico. Tra le innovazioni più rilevanti possiamo ri­cordare un limitato uso delle potenzialità umoristiche offerte da Cico e l'accentuazione di alcuni aspetti di "realismo storico", mantenen­do tuttavia gli episodi in una corretta dimensione fantastica.


V'è da dire che il "passaggio di consegne" non poteva ri­sultare indolore; d'altra parte, Nolitta/Bonelli aveva creato e sviluppato il personaggio di Zagor con uno stile talmente inconfondibile che chiun­que avesse tentato di porvi mano avrebbe avuto non pochi problemi nel gestirlo al meglio.

Tuttavia, nonostante il giudizio poco lusinghiero espresso da numerosi appassionati sulla gestione toninelliana, bisogna riconoscere che con l'apporto di questo autore la serie ha dignitosamente "galleggiato" nel procelloso mare fumettistico di quegli anni e, senza di lui, forse non saremmo qui, oggi, a celebrarne il cinquantennale.

3. Il Rinascimento (dal 1991 ad oggi)

Per fortuna, in vista del trentennale del perso­naggio, la redazione e la dire­zione editoriale avviano un efficace rinnovamento dell'eroe. E' la svolta che tutti gli appassionati attendevano da tempo e che in breve richiamerà anche molti degli za­goriani della prima ora. Il personaggio viene rinnovato attingendo alle migliori e più genuine caratteristiche origina­rie della serie. Principali artefici dell’operazione sono gli sceneggiatori Mauro Boselli e Moreno Burattini, che esordiscono sulla testata quasi contemporaneamente nel maggio/giugno 1991.


Il risultato del loro lavoro sarà il cosiddetto "rinasci­mento zagoriano", grazie anche all'importante contributo di una nutrita serie di nuovi di­segnatori che giungono ad affiancare Gallieno Ferri (dopo la dolorosa dipartita di Bignotti e Donatelli), tra i quali ricordiamo Marco Torricelli, Alessandro Chiarolla, Mauro Laurenti, Raffaele Della Monica, Massimo Pesce, Marcello Mangiantini, Gianni Sedioli, Marco Verni, Michele Rubini, Paolo Bisi e Joevito Nuccio.







Se da un lato Moreno Burattini riprende lo stile narrativo nolittiano, a cominciare dal comprimario principale Cico, nuovamente protagonista di esilaranti scenette comiche (le cosiddette gags), dall'altro Mauro Boselli comincia a lavorare sull'universo del personaggio cercando di ampliare il parco dei protagonisti e degli antagonisti.


Da parte di entrambi gli sceneggiatori vengono recuperati vecchi comprimari della saga (amici e nemici); comincia un lungo viaggio attraverso l'America del Nord che porta per molto tempo Zagor lontano dalla sua amata foresta di Darkwood (1994-1996), e vengono ideati altri viaggi che porteranno lo Spirito con la Scure in Scozia e Groenlandia (1997-1998), in Africa (2000-2001), in Islanda (2005) e - nel prossimo futuro - in Sud America.



Oltre a tutto ciò, Boselli e Burattini (con l’apporto dei nuovi sceneggiatori Luigi Mignacco, Jacopo Rauch e Mirko Perniola) si premurano di adottare un ritmo narrativo più serrato e moderno, senza per questo alterare la classica struttura avventurosa; vengono introdotte con successo alcune figu­re femminili (un tempo abbastanza tra­scurate); viene, infine,  offerta una maggiore do­cumentazione storica come sfondo alle avventure.



Attualmente Boselli ha lasciato un po’ in disparte la serie per dedicarsi a sceneggiare la sua creatura Dampyr e l’inossidabile Tex. Quindi le redini di Zagor sono passate totalmente in mano a Moreno Burattini. Sotto la sua supervisione, negli episodi vengono riprese con successo tematiche d'im­pegno civile e sociale, già emerse in al­cuni memorabili episodi firmati a suo tem­po da Nolitta.



Da ultimo, merita di essere segnalata la particolare attenzione rivolta alla cosiddetta “continuità interna” della serie, in cui le trame ed i personaggi si in­trecciano tra di loro rendendo la saga un amalgama dinamico ed appassionante.


            Buon Compleanno, Spirito con la Scure!!!