mercoledì 31 marzo 2021

Ritorno alla casa del terrore (Speciale Zagor n. 33)

C’è un mistero legato al ritratto di Priscilla Stanford, bruciata due secoli prima, con l’accusa di stregoneria, davanti alla villa: svelarlo significa mettere le mani su un tesoro nascosto dalla presunta strega in un punto della Casa.

Un tesoro che fa gola a un uomo senza scrupoli, mister Roland, che lo vuole sottrarre ad Alan Stanford, discendente di Priscilla.

Il quale ha chiesto aiuto a Zagor, Cico e Bat Batterton...

* * *

Cinquant’anni dopo aver letto per la prima volta “La casa del terrore” eccomi a festeggiare questo personale anniversario con un ritorno “sul luogo del delitto” grazie a questo Speciale ad opera di Moreno Burattini e Giorgio Sommacal/Stefano Voltolini.

Se la storia originale di Guido Nolitta presentava, per la prima volta nella storia editoriale del personaggio, dei connotati horror, pur stemperati dalle gag comiche di Cico e Batterton, ma con una risoluzione perfettamente realistica (per una “vera” avventura dell’orrore nella saga zagoriana si dovrà aspettare la bellissima “L’uomo lupo”), questa volta sotto la splendida copertina di Alessandro Piccinelli troviamo una trama essenzialmente gialla basata sulla risoluzione di un enigma.

Storia piacevole, simpatica e ben architettata, che si legge tutta d’un fiato, con uno Zagor in ottima forma, un Cico pasticcione ma presente a se stesso nei momenti giusti, un Bat Batterton esilarante e degli antagonisti di stampo classico (mister Roland e i suoi sgherri).

L’avventura è ricca di molti flashback che ricordano la prima storia nolittiana, con vignette riprodotte quasi fedelmente, utili a chi non la conoscesse e foriera di piacevoli ricordi per il lettore di antica data.

Peccato per lo spoiler fornito dalla pubblicità dell’albo sul sito SBE (vedi l’abbozzo di trama all’inizio della recensione) perché invece nell’avventura, molto opportunamente, solo a pag. 70 si scopre il motivo per cui Alan Stanford vuole rintracciare Zagor, Cico e Bat Batterton.

Scrivo ciò immedesimandomi nel lettore “normale”, perché per quel che mi riguarda già il 28 novembre 2018 avevo scritto nel mio taccuino di appunti delle “anticipazioni segrete” di Moreno Burattini: “Il ritorno di Batt Batterton è il seguito della casa del terrore; alla ricerca di un altro quadro di Priscilla che indica il luogo dove sono nascoste le sue ricchezze per impedirne il sequestro da parte del malvagio zio”.

Al termine della storia, tolto (quasi) ogni dubbio sull’esistenza del fantasma di Priscilla (peccato!), resta un finale aperto sulla sorte del suo tesoro… Perché non fare comunque un tentativo per recuperarlo, dato il bisogno di denaro di Alan Stanford? Forse l’operazione sarebbe costata di più del risultato? Chissà? Sicuramente potrebbe essere interessante un ritorno sul posto, con conseguente esplorazione delle sue cavità sotterranee…

Piacevoli i disegni dell’accoppiata Giorgio Sommacal e Stefano Voltolini: classici, stile linea chiara, azzeccatissimi nelle molte scene comiche, un po’ troppo spigolosi a volte nelle parti più “serie”.

Chiudo la recensione con questa annotazione. Al termine della lettura dell’albo ho mandato questo messaggio a Moreno Burattini: “Ho letto lo speciale. Mi è piaciuto. Seguirà recensione sul blog. Voglio solo segnalarti questa “incongruenza”: a pag. 55 si dice che il maggiordomo David era “socio in affari” del padre di Marta, la finta Priscilla, mentre io ricordavo che ne fosse il fratello (e quindi lo zio di Marta). Sono andato a controllare, e in effetti a pag. 78 de “La casa del terrore”, seconda vignetta, il padre di Marta dice: “Io, i miei ragazzi e mio fratello David...”. In questo caso Cico ricorda male…”.

Risposta di Moreno: “Eh, succede... era comunque socio in affari”.

In effetti, il ragionamento non fa una grinza... Amen! 😀


mercoledì 24 marzo 2021

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (32)

Trentaduesima puntata della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!


Questa volta si parlerà di Trampy,

di malattie infettive, di titoli degli albi,

di Mortimer, di Supermike,

e di tanto altro…


Ringrazio Moreno Burattini

per la sua consueta disponibilità

e, senza dilungarmi oltre,

passo subito alle domande/risposte…

 

1 – Caro Moreno, ti scrivo chiedendoti come mai Trampy, credo il migliore amico di Cico, sia apparso ben poche volte, in maniera attiva, al fianco dello Spirito con la Scure. La sua illustre scaltrezza nell’arte di arrangiarsi gli potrebbe forse impedire di non essere messo in ombra da Zagor? Oppure essendo, appunto, fin troppo intelligente finirebbe per far eclissare l’aura dello Spirito con la Scure, mettendolo in condizione di inferiorità intellettiva?

Di Trampy penso tutto il bene possibile e credo di essere anche lo sceneggiatore che lo ha utilizzato per il maggior numero di tavole: basterà pensare, oltre alle tante gag, all’intero albo “Cico cercatore d’oro” (in cui gli ho dato un nome, Ebenezer Snare, e un passato); o all’albetto “Il colpo della pistola” allegato allo Speciale Zagor n° 10, (in cui il nostro è all’opera in solitaria, senza né Cico, né lo Spirito con la Scure). Il problema di far agire Trampy “in maniera attiva” (come dici tu) al fianco del Re di Darkwood è che si tratta, tutto sommato, di un character comico. Metterlo al centro di eventi tragici rischia di non rendere del tutto credibile il dramma: è come se a un funerale ci fosse qualcuno che sghignazza alle parole di elogio tributate al defunto e fa ridere tutti.  Prima o poi, tuttavia, troverò uno spunto per farlo diventare co-protagonista di un Color: è uno dei miei buoni propositi prima della pensione. Per quanto il nostro Ebenezer possa essere intelligente, la sua genialità è finalizzata e indirizzata in un’unica specializzazione, truffare il prossimo, come forma di autoaffermazione, il poco che basta per sbarcare il lunario. Non è in competizione con Zagor (è troppo intelligente per esserlo), il quale, peraltro, ha doti molto più poliedriche. Comunque, se lo Spirito con la Scure tiene testa a Mortimer, figuriamoci se non se la gioca con Trampy.

2 – Carissimo Burattini, questa è la seconda volta che provo a scriverle attraverso questo blog, avendo due domande da porle in maniera separata, così da non voler forzare la sequenza delle stesse, tanto da potervi rispondere anche separatamente in due questionari differenti. La prima parte volge gli occhi verso il Covid e la situazione che stiamo attraversando. Non si sa se siano i pipistrelli la causa prima di questa pandemia, ma una parte sembrerebbe che l’abbiano avuta. Quindi, utilizzando il Dottor Metrevelic, esperto di questi animali (e di vampiri), cosa ne direbbe di creare una sorta di prequel all’attuale pandemia, senza nominare il male in se stesso, ma facendo intuire che proprio i pipistrelli sono stati capaci, due secoli fa e forse anche prima, di trasmettere questo virus, scoperto da Metrevelic stesso, il quale ha provato a debellarlo?

Nel corso della sua saga, Zagor ha già affrontato il problema del diffondersi di alcune epidemie, per esempio di febbre gialla e di vaiolo, così come si è trovato di fronte al problema della lebbra (in un’isola del Pacifico) e della malaria (quest’ultima, incontrata in Africa). Ci sono stati poi dei morbi inventati, come la sindrome di Beelzebul o quello di cui si leggerà nel prossimo Maxi dedicato ai “racconti di Darkwood”. Quindi l’argomento non sarebbe nuovo. Essendo però, quello del “virus letale” (per usare il titolo di un film) un genere trasversale a ogni tipo di fiction, non escludo che si possa tornare a narrare qualcosa di simile. Però, escludo che si possa far ricorso proprio al Covid-19: al di là delle remore di convenienza e di buon gusto (facilmente comprensibili, viste le ferite ancora fresche), il coronavirus causa dell’attuale pandemia non ha le caratteristiche per essere utilizzato in un fumetto d’azione ambientato nella Vecchia Frontiera, dove i contatti sociali erano limitatissimi, e dato che i sintomi tutto sommato sono quelli di una polmonite (pertanto difficili da rendere in modo efficace con dei disegni, mentre pustole o bubboni della peste, per esempio, si veicolano meglio graficamente). Per non parlare delle difficoltà scientifiche che avrebbe Metrevrelic anche solo a visualizzare al microscopio un virus così piccolo e sfuggente (lasciando perdere il fatto che il concetto stesso di “virus” risale agli inizi del Novecento). Servirebbe poi un modo per coinvolgere Zagor e renderlo risolutivo pur non essendo né un medico né uno scienziato: un’epidemia è qualcosa di fronte alla quale anche il nostro eroe, armato di scure, rischia di trovarsi impotente. Se poi la causa del contagio è lo “spillover”, cioè il salto di specie dal pipistrello all’uomo, Zagor non avrebbe neppure dei “cattivi” umani da combattere: nel caso della febbre gialla e del vaiolo c’erano stati dei contagi deliberati da parte di spietati criminali. Si potrebbe però, questo sì, ipotizzare il dilagare di un virus diverso, magari immaginario, più “spettacolare” nei suoi effetti, la cui diffusione è volontaria e dunque ci sono dei responsabili da contrapporre a Zagor. Se la pandemia dei nostri giorni ispirerà a uno dei nostri sceneggiatori un soggetto che non ripeta il deja vu e non sembri voler speculare sul Covid, si potrebbe (di nuovo) fare.

3 – Questa è invece la seconda che provo a proporre. E riguarda sempre questi brutti mali che hanno pervaso noi uomini. Ci sono stati infatti numerosi esempi di malattie nel corso della storia. Vaiolo, tubercolosi, peste. Ma una malattia come la sifilide, contratta dagli indiani a causa soprattutto dei bianchi, al pari delle altre, non meno ed anzi più pericolose, mi porta a chiedere se l’argomento in questione abbia mai stuzzicato la curiosità del curatore della testata zagoriana al quale mi rivolgo. Capisco che parlare di sesso possa essere controproducente in una serie avventurosa come questa, ma non pensa che la sifilide possa dare inizio, od essere parte integrante, di una nuova corazzata contro i bianchi da parte degli indiani i quali, pur sfiniti dai sintomi di tale malattia, al pari delle suddette altre, possano infine rendere pericolosa la vita dei bianchi puntando, e qui vado sul tragico e sul terrificante, ad instillare volontariamente questo morbo? Faccio un esempio: prendono con loro donne bianche dei paesi vicini, facendo soffrire quindi tutti quelli non sono della loro razza, soltanto per vendicarsi ed in attesa che Zagor riesca a placare gli animi da entrambe le parti. Pensa che sia una buona idea?

Fermo restando quanto già detto nella risposta precedente, la sifilide (come lei stesso dice) è una malattia venerea, a prevalente trasmissione sessuale. Ora: fra tutte le malattie a disposizione, mi pare che gli stessi criminali che volessero diffonderne una potrebbero trovare qualcosa di meno problematico (per loro, ma anche per noi fumettisti). Capisco dei cattivi che vogliano diffondere il morbillo o il vaiolo (morbi che realmente furono usati come armi batteriologiche contro i nativi americani), ma la sifilide mi sembra davvero difficile da utilizzare, sul piano pratico e della credibilità. Meglio la peste, insomma. Una volta un soggettista ha proposto di far ammalare di sifilide un trapper amico di Zagor, e di costruire una storia sulla corsa contro il tempo del nostro eroe per procurargli una medicina in grado di curarlo. La mia obiezione è stata, naturalmente: perché non pensare a un’altra malattia? Non perché io mi scandalizzi di fronte all’idea di una malattia presa facendo sesso, ma semplicemente perché non essendo Zagor un medico, il suo ruolo avventuroso nella storia si può mettere in risalto con qualunque altro tipo di patologia senza bisogno di scomodare quella. Di solito non mostriamo i trappers di Darkwood avere rapporti con le prostitute, benché sia più che convinto che fuori scena li abbiano. Semplicemente, per tradizione, non lo mettiamo in evidenza. Quindi, imbastirci una intera storia sopra mi pare forzare un po’ la mano. Poi, è capitato e capiterà che in un passaggio di qualche storia si alluda a delle violenze sessuali o compaia un bordello: fa parte del versante realistico della nostra raffigurazione del periodo e dell’ambiente. Faccio notare che nella prima storia in cui compare il dottor Sand, “Lo sciamano bianco” (Almanacco dell’Avventura), io e Marco Verni abbiamo mostrato il medico di Frame Cross eseguire un intervento chirurgico ginecologico con un litotritore su Tabitha, la donna Penobscot che poi sarebbe diventata sua moglie. L’argomento delicato venne, credo e spero, trattato con misura. Questo per dire come si possono anche trattare argomenti di questo tipo, se serve. Ma se non serve, è inutile.

4Caro Moreno, ho notato che alcune persone hanno apprezzato moltissimo “Creatura d’acqua”, da te ritenuta una storia minore della lunga saga zagoriana. Lungi da me voler contraddire la tua opinione, ma posso ben dire di averla apprezzata a tal punto da averla letta più volte, venendo a contatto con un mondo, quello della geologia, che mi ha suscitato interesse come non mai. Purtroppo, ho letto che il Professor Leopold, a seguito di una domanda che ti è stata fatta in proposito, non è visto come un personaggio ricorrente e che difficilmente potrebbe tornare se non per un seguito di questa avventura. Ora, io non so se ci sarà un seguito, anche se mi piacerebbe rivederlo, ma cosa ne diresti di continuare a trattare argomenti così (come già è stato fatto in passato in altre storie) in modo tale da riuscire (perché ne siete in grado, ne sono sicuro), di continuare ad acculturare le nostre menti con argomenti come quelli appartenenti alla materia della quale gli esperti come Leopold hanno fatto in modo da costruirci una carriera sopra?

In realtà il finale di “Creatura d’acqua” è aperto (cioè, ci si pone il dubbio se di mostri liquidi come quello appena sconfitto possano essercene altri), perciò niente vieta di dare un sequel a quella storia. La considero “minore” perché breve e con una struttura piuttosto semplice: tutto si risolve con pochi personaggi e in poche pagine. Mi accorgo però che, contro ogni mia aspettativa, mi imbatto in vari lettori che ne sono rimasti, se non entusiasti, almeno colpiti. Meglio così che il contrario, evidentemente! Riguardo al professor Leopold, si tratta di un geologo e di un vulcanologo ante litteram (la scienza era appena nata, negli anni di Zagor): potranno capitare di sicuro storie in cui uno studioso del genere tornerà utile. C’è da tener presente, però, un “doppione”: quello di Richard Rainder, il tecnico incontrato nel Maxi “La montagna di fuoco”.

5 – Caro Moreno, ti chiedo ufficialmente il ritorno, perché penso di parlare di un personaggio ben caratterizzato e forte, della figlia di Dharma. Apparsa recentemente sulla serie regolare, il finale che la vede racchiusa fra i serpenti, presumibilmente morta, mi fa presumere un ritorno del quale, ovviamente, non sono a conoscenza. Hai opinioni in merito su quel finale e se sia possibile prevedere una sua ricomparsa in tempi brevi o meno brevi, con la sicurezza che, comunque, riusciremo a rivederla?

Sicuramente sì. Jacopo Rauch ci sta lavorando sopra.

6 – Caro Moreno, nella storia “Monument Valley” Julia Schulz ammette di aver rubato da una cassaforte segreta parte del patrimonio lasciato in eredità dal padre ma indirizzato al fratello. Ora, lei sperava che col successo della sua scoperta avrebbe infine ottenuto tanto denaro da far sì di rendere il maltolto alla propria famiglia. La mia domanda è se il fratello in questione non si sia messo sulle tracce della sorella, se abbia scoperto la cassaforte segreta (ma non dovrebbe esserlo per lui, come non lo era per lei) oppure se voglia in qualche modo indietro quei soldi immaginando che fosse stata la sorella a rubarglieli, e per questo cercando indizi tramite il collega sopravvissuto oppure interrogando i lontani Zagor e Cico.

Certamente si tratta di uno spunto da tenere in considerazione. Il problema è che Altrove intende tener segreta la scoperta di Julia Schulz riguardante la Biblioteca di Alessandria, quindi qualunque indagine del fratello giungerà alla conclusione che la sorella è morta in un attacco indiano come gli altri componenti della sua spedizione nel Sud-Ovest. Voglio dire che per il fratello la sorte della sorella non è misteriosa, è giustificata e non ci sono motivi per dubitare della versione ufficiale. Casomai c’è il mistero di un ammanco di denaro in casa… qualunque cosa ne venga fuori, va considerato che il Sud-Ovest è lontano e per farci tornare Zagor servono valide motivazioni.

7 – Caro Moreno, quale è il titolo di un albo di Zagor che, vuoi per la storia, vuoi per altre esigenze editoriali, non è stato ancora utilizzato per Zagor e del quale ti piacerebbe usufruire in futuro?

Tieni presente che per ogni albo di Zagor che esce, io propongo a Michele Masiero (oggi, a Mauro Marcheselli ieri, a Decio Canzio e Sergio Bonelli ieri l’altro) almeno cinque titoli tra cui scegliere, tenendo conto della necessità di non ripetere quelli già usati. Per cui titoli ne ho inventati in quantità industriale. Nonostante tutto, ogni volta ne vengono fuori di nuovi. Uno fra i più belli, secondo me, è uno passato inosservato “Notte senza fine”. Ce n’è uno che propongo spesso, e viene bocciato sempre, che è “Oltre il fiume e tra gli alberi”, citazione (come a volte capita di fare) di un romanzo di Ernest Hemingway. Prima o poi riuscirò a farlo passare.

8 – Caro Moreno, lei ha parlato di un rimpianto per quanto riguarda non aver superato in lunghezza la storia di Sclavi. Ce n’è un altro di rimpianto che tiene nel cassetto? Ed ha anche un rimorso?

Fermo restando il fatto che non mi sono mai sentito in competizione con Sclavi per la lunghezza di “Incubi” (una storia deve essere lunga quanto serve, e quindi non ho mai pensato di allungare il brodo di un mio racconto al solo scopo di battere un record), il vero rimpianto è di non aver superato Mauro Boselli in bravura: avrei voluto scrivere io storie come “Il terrore dal mare”, “Il clan delle isole”, “Passaggio a Nord Ovest”, non ci sono mai neppure andato vicino. Il rimorso è non essere riuscito a convincere, nonostante tutto, i detrattori che i miei trent’anni di impegno, dedizione e passione a Zagor sono serviti, grazie anche a tutti gli altri autori, a permettere al nostro eroe di raggiungere il traguardo del sessantennale, che è davvero un risultato notevole.

9 – In merito all’ultimo Color Zagor “La missione di Drunky Duck” ho notato che alla conclusione dell’avventura ci sia un velato messaggio rivolto ai collezionisti accaniti, che fanno di solito di tutto e di più, spendendo somme non indifferenti, per cose che in fondo hanno un originale valore inferiore a quello che viene pagato. Mi piacerebbe sapere se quest’ultima sia stata una cosa voluta oppure è stata solo una mia personale impressione.

Non ho mai pensato a una “morale” del genere, però niente vieta di trarla.

10 – Ciao Moreno, è un piacere poterti scrivere per chiederti una curiosità. Ho letto una domanda dove si voleva far chiarezza su come mai Mortimer fosse riuscito a venire a conoscenza del viaggio di Zagor in Sud America e della base di Altrove. Il dubbio che mi sono posto e che vorrei portare alla tua attenzione è se Mortimer stesso non sia un nome di fantasia, utilizzato come membro dell’organizzazione segreta, essendone poi uscito per provare (e riuscire) nella sua carriera criminale. Disse, infatti, che troppe persone sapevano dell’esistenza di Altrove senza che non potesse esserne lui stesso a conoscenza, non specificando se fosse stato in passato in rapporti con loro. Non volendo, magari, infrangere la regola di non dover svelare niente dei suoi legami con la stessa Altrove, ti pare possibile e probabile che il biondo col naso aquilino possa essere stato un agente segreto, ottenendo aiuti da persone fidate per le sue imprese, e quindi restando con le orecchie sturate di fronte alle azioni della base di Philadeplhia?

Le domande su come Mortimer sia riuscito a venire a conoscenza di qualcosa (indipendentemente dal caso specifico, su cui qualche spiegazione è stata data) sono, tutto sommato, oziose: è un genio, ha una intelligenza superiore, in qualche modo (che sa solo lui) avrà fatto! Il problema della sua collaborazione con Altrove è che il biondo con il naso aquilino è un lupo solitario, un cane sciolto. Lo dimostra il tentativo, fallito, del Tessitore di arruolarlo fra i suoi uomini. Non ce lo vedo a far parte di una squadra.

11 – Gentilissimo Moreno, ti scrivo perché ritengo Zagor un personaggio adatto ad ogni genere, sia letterario che cinematografico, tanto da aver fatto di Darkwood la calamita per ogni mostro che possa esistere nell’universo. A proposito di universo, e di altre forme di vita, sono un fervente appassionato de “L’invasione degli Ultracorpi”, oltre che di “The Puppet Masters”, “Invasion” e via dicendo. Il genere è quello degli alieni che prendono possesso delle persone. C’è chi riesce a combatterli e a liberare gli infetti, mentre c’è chi non ci riesce. Zagor lo vedrei personalmente bene come salvatore della patria, non solo della sua foresta, essendo sicuramente in grado di fronteggiare alieni (non come gli Akkroniani che hanno sì utilizzato un apparecchio per comandare la coscienza altrui) che intendono prendere possesso delle persone, pur mantenendo il loro aspetto. Uno dei casi più eclatanti che mi viene in mente è “War Of The Worlds”, la serie TV che è andata in onda verso la fine degli anni ‘80 e che, per un motivo o per l’altro, sono riusciti a prendere possesso del corpo, della voce, del carattere delle persone. Quindi, la mia domanda è: cosa ne pensi di un alieno (non mutaforma come Change, che non deve per forza possedere un corpo per prenderne l’aspetto fisico) o di un gruppo di alieni pronto a prendere in ostaggio la terra, cominciando a possedere ad uno ad uno, per intanto, gli abitanti di Darkwood?

“L’invasione degli ultracorpi” mi ha fornito lo spunto per una storia del 1994, “L’ombra dell’alchimista”, in cui vari abitanti di Darkwood venivano “posseduti” dal volere di Hegel Von Axel. Accetto volentieri il suggerimento, segnalando però la doppia difficoltà di non ripetere ciò che si è già visto in quel racconto e di non rendere la “possessione” permanente dato che gli abitanti di Darkwood ci servono restituiti tutti interi (o almeno il maggior numero possibile) nella storia successiva. Sperando sempre che la fazione anti-fantascientifica dei lettori non si inalberi. Se verranno proposti soggetti di questo tipo che non siano dei deja-vu, non ho niente in contrario.

12 – Caro Moreno, grazie per le belle parole che mi hai dedicato su una precedente puntata di “A domanda Moreno risponde” dove io condividevo un’esperienza di vita più che farti una domanda. Se posso, una domanda l’avrei da fare, e riguarda la storia delle amazzoni. Zagor è stato curato dalle amazzoni con apparecchiature di Atlantide, e a detta di loro questa cura avrebbe messo a posto anche vecchie ferite e probabilmente potenziato le capacità fisiche del nostro eroe. Volevo sapere se questo corrisponde al vero. Sarebbe bello avere Zagor nel pieno del suo vigore visto che sta per affrontare un nemico (Supermike) che l’ha messo molto in difficoltà proprio a livello fisico. Spero comunque che Zagor prenda a calci nel sedere quel borioso con o senza la tecnologia di Atlantide. Un affettuoso abbraccio!

Il “trattamento” a cui Zagor è stato sottoposto dalle amazzoni non ha potenziato le capacità fisiche del nostro eroe, gliele ha reintegrate, restituite. Diciamo che è tornato come nuovo. Ma non c’è stato un potenziamento che lo ha reso più forte di prima. Logicamente, se uno ha subito dei traumi o ha delle cicatrici, il fatto che ci sia stato un “ringiovanimento” significa un recupero, ma solo delle capacità preesistenti.

13 – Caro Baltorr, mi voglio rivolgere a Moreno per un quesito riguardante uno dei ritorni che gli zagoriani attendono con più ansia. Non credendo che possa essere lui il prescelto per essere disegnato dagli Esposito Bros, intendo chiedere una curiosità riguardante Supermike: durante la terza avventura che lo vedrà protagonista della serie regolare dopo molti anni, verrà integrata la sua anima da penitente della seconda storia in cui è apparso, spiegando il suo cambio di personalità, oppure tale scelta narrativa verrà soltanto citata, senza starci troppo a tornare sopra, quasi come se la cosa, in se stessa, non fosse accaduta?

Non saranno gli Esposito Bros a disegnare il ritorno di Supermike. Il quale tornerà, se ci riusciremo, con le stesse caratteristiche (o quanto di più vicino possibile) a quelle che gli aveva dato Guido Nolitta.

14 – Caro Moreno, ti voglio scrivere questo messaggio per poter provare a far sì di ricreare il passato di un comprimario il quale, le poche volte che è apparso, è stato pur sempre fondamentale nel riuscire ad aiutare Zagor. La persona che mi è venuta in mente è il Dottor Hogan, l’ormai ex medico di Hellgate che salvò la vita allo Spirito con la Scure, e che successivamente venne usato, in maniera parzialmente inutile, da Mortimer per mettere nel sacco il nostro eroe. Non ha uno spessore come possono averlo Rochas, Tonka, il Conte di Lapalette, Bat Batterton, ecc., che appaiono spesso e volentieri nella saga, però voglio proporti questo personaggio in modo da far sì non solo di rivederlo sulla scena, ma magari permettendogli di essere protagonista di una storia, facendo molto più di una comparsata o, appunto, di vederlo alle prese con i fantasmi del suo passato. Tenendo conto del fatto, come hai detto bene tu in precedenza, che non è che ogni personaggio debba avere un oscuro e terribile passato, ti ho voluto comunque portare in dote questa idea sperando di poterla vedere un giorno pubblicata. Ho fatto bene?

Hai fatto benissimo. Grazie.

15 – Caro Moreno, essendo un appassionato, a differenza di molti altri, dell’albo “Zenith 666”, e del fatto che lo abbia illustrato un disegnatore che privilegio, Luigi Piccatto, ho trovato la storia in sé molto ben scritta e, appunto, molto ben espressa nei disegni. Piccatto, essendo d’abitudine su Dylan Dog, ha avuto ulteriori contatti con la testata zagoriana (tralasciando una comunque apprezzabile storia breve) oppure è stata una comparsata una tantum per regalare emozioni ai fan delle due testate che hanno visto un nemico in comune? Detto questo, mi piacerebbe ovviamente vederlo in azione in una storia lunga, e spero che questa richiesta possa venire accontentata in quanto, secondo la mia umile opinione, il suo tratto si sposa perfettamente con l’avventura di Zagor.

Io sono da sempre un ammiratore di Luigi Piccatto e per questo mi ha fatto piacere poterlo avere fra i nostri anche in una seconda storia breve (perfino più lunga delle 40 tavole concesse di solito agli autori dei “Racconti di Darkwood”). Tuttavia, come per altri autori “ospiti”, il suo contributo è stato giocoforza limitato perché lo staff di Zagor è già più che completo e le “guest star” che abbiamo potuto avere tra noi si sono succedute nel corso di eventi speciali. “Zenith 666” segnava, oltre l’arrivo del nuovo copertinista, l’incontro fra gli universi dello Spirito con la Scure e di Dylan Dog, perciò l’ospitata di Luigi cascava a fagiolo, come si suol dire. Poi ne abbiamo avute altre (solo per citarne un paio: Giovanni Freghieri e Franco Saudelli), nella logica dell’alternanza.

16 – Caro Moreno, sono un cultore del genere giallo ed ho apprezzato, fra le recenti prove zagoriane (negli ultimi venti anni) le storie “Il libro del demonio” ed “Il delitto impossibile”. Facendo riferimento ad entrambi i racconti, ti chiedo esplicitamente il ritorno di Julia Burgess, persona che si è rivelata essere una doppiogiochista senza cuore, avendo come complice chi si è rivelato essere altrettanto subdolo, finendo morto. Inoltre, riferendomi alla seconda storia, chiedo sempre un ritorno ma provando a dare un consiglio. La persona che si rivela essere il finto padrone di casa, e che di contro è riuscito a mimetizzarsi bene come ospite, assomiglia così tanto ad Orsovic, per fattezze, che prendendogli il posto, dopo essere fuggito di galera, camuffandosi da lui dopo averlo incontrato in un porto, e facendo in modo di far cadere in trappola Zagor, potrebbe stuzzicare il tuo palato di sceneggiatore?

Non ho mai pensato a un ritorno di Julia Burgess, perché legata a una storia di quelle “irripetibili”, però adesso che me lo hai suggerito, prometto di farci un pensierino. Il fratello scapestrato dell’integerrimo Hammond assomiglia a Orsovic solo perché si è camuffato: un suo eventuale ritorno potrebbe essere plausibile come trasformista, in effetti. Farò un pensierino anche su di lui.

17 – Gentile Moreno, ho notato sulla serie, ed anche dalle dichiarazioni affermate in questo Blog, che il passato dei personaggi è piacevole, per lei, vederlo scandagliato. Ovviamente non proprio tutti devono tenere dentro di sé qualcosa da nascondere, ma non pensa che volere a tutti i costi tappare questi buchi serva solo a mettere ancora più confusione al lettore, magari disinteressato al riguardo di ciò che è stato e pronto solo a scoprire cosa riserva il futuro ai vari protagonisti? Il rischio, per me, è quello di approfondire troppo e di tutti, senza però dare quella sensazione di voler creare una grande storia, anche se magari è così nelle intenzioni, per perdersi lungo la strada in soporiferi riferimenti a cosa è successo prima, spiegando per filo e per segno cosa è accaduto, per poi lasciare la parte al presente decisamente poco incline all’avventura, ed avendo utilizzato gran parte delle pagine previste per far capire cose che non cambiano di una virgola la caratura e la caratterizzazione del personaggio in questione. Spero di essere stato esaustivo, perché intendo capire a cosa è dovuta questa mania di volere a tutti i costi rendere omaggio ai vari comprimari (niente in contrario su questo), con lunghe pagine di flashback che, davvero, a mio parere rallentano la lettura invece di renderla scorrevole.

Personalmente sono sempre rimasto affascinato dalle storie retrospettive che spiegano ciò che era rimasto da spiegare, e mi sarà consentito, spero, ogni tanto assecondare anche i miei gusti, oltre che andare incontro a quelli dei lettori (che nei miei desideri dovrebbero essere il più possibile coincidenti). Capisco che ci possano essere pareri diversi. Non mi pare però che tutte le storie di Zagor (o tutte le mie) siano di questo tipo. Ogni tanto, capitano. Così come ogni tanto capitano storie belle o storie brutte, che non coincidono mai nel giudizio di tutti, perché c’è chi apprezza qualcosa e chi ne apprezza un’altra. Essendo Zagor un fumetto seriale, le storie si succedono e se una non piace si può sperare che piaccia la successiva. Il mio sforzo di ogni giorno è quello di proporre storie in grado di piacere al maggior numero di persone, ma so benissimo che qualcuno infastidito da qualcosa ci sarà sempre.

18 – Egregio Moreno, dopo aver fatto mente locale ed essermi riletto “L’orda infernale” dove è proprio il Saskatoon il vulcano protagonista del finale della vicenda, a seguito della sua risposta alla domanda sui diamanti, me ne sono venute in mente addirittura altre riguardanti ciò che ho letto. La prima impressione riguarda la Pietra Nera. Insieme a Dark Moon è finita nella lava del vulcano, cosa che bisognava fare per poterla definitivamente distruggere. La mia domanda è: è stata veramente distrutta oppure era abbastanza resistente da riuscire a mantenersi intatta? Anche dalla lava, successivamente, molto successivamente, seccata potrebbero essercene rimasti dei rimasugli abbastanza grandi da poterla riutilizzare per trasformare altri guerrieri in Ulthai? E poi, una questione meno magica, e che riguarda una cosa che mi ha colpito molto è la sfida, prima a distanza e poi dal vivo, di Freccia Spezzata ed Alce Fiero. Quest’ultimo è rimasto male per essere stato colpito a tradimento dal fratello, e non ha mandato giù il boccone amaro per questo, oltre per aver fallito a fermare il fratello e Tonka. Potremmo vedere il seguito di questa storia per capire se alla fine sia tornato calmo e tranquillo, Alce Fiero, oppure se ha continuato ad esiliarsi dalla tribù, e quindi anche dal fratello, rimanendo nella schiera dei cattivi e pronto a vendicarsi di chi ha rovinato i piani del suo capo Dark Moon?

Tutto può essere, trattandosi peraltro di una storia fantasy. Direi che l’autore deputato a pensarci sia Luigi Mignacco (che sicuramente ci legge).

19 – Salve signor Moreno, ho letto da una risposta di questa rubrica a cura di Baltorr che potrebbe darsi che ci possa essere un rinnovamento della sezione speciali, ovvero un possibile modo di far avere il ritorno, una volta l’anno, nei luoghi che hanno fatto la storia di Zagor. Vorrei suggerirgliene uno, ovvero Talltrees dove, se non erro, dovrebbe ancora esserci, magari andata in rovina, la casa coloniale di Mister Lean (una costruzione simile è apparsa ne “Il Passato di Ramath”, ma non era la stessa), ucciso dal pugnale di uno degli indiani suoi nemici. Non so se questa proposta verrà vagliata ed accolta, ma mi propongo di farle notare, magari pur essendo l’unico, che un’ambientazione, una casa così bella ed elegante, nonché spaziosa, possa essere bello poterla rivedere, messa a nuovo e, magari, con una nuova avventura in cantiere per farci un salto. Cosa ne dice?

Non ho mai pensato che una dimora coloniale come quella di mister Lean potesse essere “oggetto del desiderio” al pari di un personaggio, ma evidentemente quel luogo deve avere un fascino esotico. Fascino che richiede, però, il ricorso a una storia esotica, presumibilmente legata all’India. Chissà che Jacopo Rauch non la faccia rivedere riportando sulle scene la figlia di Dharma.

20 – Ciao Moreno, ti scrivo perché, avendo amato alla follia una storia probabilmente considerata minore, vorrei sapere se un sequel de “I lupi del fiume” sia mai stato in programmazione per Zagor. Ti chiedo anche se la storia possiede le potenzialità per un eventuale seguito e se qualche personaggio di quell’avventura ti abbia colpito in positivo.

De “I lupi del fiume” ricordo soprattutto la gran quantità di documentazione fotografica d’epoca che Diego Cajelli fornì a Paolo Bisi per realizzare le scene riguardanti il lavoro dei boscaioli, il trasporto del legname sul fiume e il funzionamento della segheria a valle. Mi piacque poi il super-fucile in grado di spezzare addirittura i tronchi d’albero, che si vede in alcune sequenze. Non fu quella la prima storia con dei tagliaboschi, ricordo il personaggio di Timber Bill, avversario di Zagor in una storia di Nolitta prima e in una di Toninelli poi. Un gruppo di boscaioli capitanati invece da un personaggio positivo lo si vede ne “Le creature del buio”. Insomma, l’argomento del disboscamento e dello sfruttamento del legname fa parte del microcosmo zagoriano e sicuramente lo tratteremo ancora, magari proprio tirando in ballo la “Atlantic Timber”, la compagnia protagonista de “I lupi del fiume”, anche se, per il momento, non c’è nessun sequel in lavorazione.

 

giovedì 4 marzo 2021

La scure e il fulmine (Flash / Zagor n. 0)

In gioventù, e pure adesso per la verità (anche se sono diventato più selettivo nelle mie scelte), ho letto tantissimi albi di supereroi, sia Marvel che DC, con una netta preferenza per i primi, che all’epoca avevano personaggi più caratterizzati e meno semplicistici.

Negli anni ho accumulato collezioni intere di Fantastici Quattro, Capitan America, Uomo Ragno, X-Men, etc., e alcune di queste serie continuo a leggerle e collezionarle.

Nel 2007, poi, ho cominciato ad acquistare anche il Batman edito da Planeta-DeAgostini, riavvicinandomi così all’universo fumettistico DC Comics.

Nel 2016, solleticato dalle positive recensioni lette in rete, acquistai il cofanetto DVD della prima stagione della serie televisiva di The Flash (in cui il personaggio è interpretato dall’attore Grant Gustin) e rimasi folgorato (è proprio il caso di dirlo!), ovviamente in senso positivo! Da quel momento in poi mi sono appassionato anche a tutte le altre serie televisive del cosiddetto “Arrowerse” (dal nome del personaggio che aveva dato inizio a tutte queste serie concatenate tra loro).

Naturalmente, Flash - il “primo amore” - è rimasto tra i miei preferiti (mi sono procurato giusto qualche settimana fa il cofanetto della sesta stagione).

Quindi, vi lascio immaginare la mia felicità quando Moreno Burattini mi rivelò in anteprima, nella primavera 2018, che era stato programmato un team-up tra Zagor e Flash!!! Un sogno, che mai avrei avuto l’ardire anche solo di immaginare, che diventava realtà!

A quasi tre anni di distanza da quella prima notizia, è uscito in edicola l’albo speciale FLASH / ZAGOR, dopo che nelle fumetterie era già apparso nel dicembre scorso “Flash/Zagor n. 0 - La scure e il fulmine”, volumetto di 32 pagine edito con due copertine diverse che, unite insieme, formano un’unica immagine che omaggia quella della cover storica di The Flash #123 del 1961 (guarda caso, anno di nascita dello Spirito con la Scure).


L’edizione da edicola consta di 112 pagine e contiene 4 storie e fumetti. Oltre all’avventura “La scure e il fulmine”, prologo della storia speciale che vede uniti lo Spirito con la Scure e il velocista dell’universo DC, l’albo - interamente a colori - propone “Flash dei due mondi”, in cui Barry Allen incontra per la prima volta il Flash originale, Jay Garrick, e la prima apparizione del costume del Re di Darkwood, ripresa dall’indimenticabile “Zagor racconta…”. A completare il menu, “Paura”, un episodio moderno che vede Flash alle prese con il letale Gorilla Grodd, le copertine originali delle storie raccolte in questa antologia e un apparato redazionale.

Tralasciando di parlare delle storie poste “a corredo” dell’albo, che servono soprattutto per presentare i due eroi a chi non li conoscesse, diciamo qualcosa in merito all’avventura di 20 pagine che funge da prologo alla storia/crossover vera e propria che uscirà entro la fine dell’anno.

Disegnata da Davide Gianfelice con copertina di Carmine Di Giandomenico, e sceneggiata da Giovanni Masi e Mauro Uzzeo, La scure e il fulmine mostra ai lettori i due protagonisti e le motivazioni del loro incontro, riuscendo a giustificare in maniera convincente le cause che porteranno Zagor e Flash a incontrarsi a Darkwood.

Devo osservare che a chi, come me, conosce già bene i due personaggi, risulta sicuramente più facile comprendere i “retroscena” che vengono presentati (ad esempio la Forza della Velocità - forza energetica extradimensionale da cui Flash attinge i suoi superpoteri e all’interno della quale può viaggiare - o i rispettivi villains contro i quali i due eroi si scontrano), mentre per il lettore digiuno delle conoscenze di anche uno solo dei due personaggi la lettura può risultare più difficoltosa.

Senza rivelare nulla di più per rispetto di chi non l’avesse ancora letta, personalmente mi sento di dire che questa storia introduttiva mi è piaciuta, mi ha entusiasmato, e non vedo l’ora di potermi gustare la prossima avventura completa.

D’altro canto, mi rendo perfettamente conto che ci sarà qualche zagoriano “duro e puro” che non riuscirà ad apprezzare appieno gli sforzi fatti dagli autori in quanto, ad esempio, i disegni (per me bellissimi) sono molto lontani dai canoni classici zagoriani e si rifanno soprattutto alla tradizione supereroica (non per nulla sia Davide Gianfelice che Carmine Di Giandomenico sono stati disegnatori di The Flash).

In attesa delle vostre opinioni in merito, che vorrete inserire nei commenti, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima recensione!

 


martedì 2 marzo 2021

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (31)

Cari amici zagoriani, ecco a voi

a poco più di una sola settimana di distanza

la ventiseiesima puntata della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!


Ringrazio Moreno Burattini

per la sua grandissima disponibilità

(e questa volta anche per la celerità nel rispondere),

e andiamo a incominciare…


1 – Caro Moreno, essendo tu il creatore di un personaggio come Mortimer, intendo chiederti qualcosa al riguardo di coloro i quali gli sono stati accanto, essendo suoi complici. Di Sybil sappiamo tutti quale è stata la sua fine. Jonathan Clark morto. Rabbit idem. Mi voglio quindi soffermare su Bertand Duvalier, ovvero l’uomo di stato che lo ha aiutato nei Caraibi, e su Fox de “La vendetta di Mortimer”. Per quanto concerne il primo, mi sembra chiaro che, pur essendo vivo ed imprigionato, non può aiutare Mortimer (presunto morto) in quanto si trova in un luogo lontano rispetto a dove abitualmente il Re del Crimine agisce. Per questo voglio parlarti di Fox, che non solo è stato imprigionato e non si sa se sia ancora vivo oppure sia morto in galera. Ciò che sappiamo è che prova una grande rabbia verso Mortimer che lo ha mandato allo sbaraglio, facendolo arrestare senza pensarci su due volte. Ti chiedo, anche se dopo tutte le avventure in cui è tornato non è più comparso, se tu intenda riprendere questo comprimario e se tu voglia mandarlo contro Mortimer, facendogli scaricare la rabbia che cova dentro di sé. Oppure se tu voglia renderlo appetibile come nemico di Zagor senza prescindere da un presunto ritorno di Mortimer. O ancora, se Mortimer stesso, riesumato non si sa come, voglia di nuovo averlo al proprio fianco, come sottoposto, dopo un lavoro di convincimento che porterebbe, così, del denaro nelle sue tasche? Certo, far evadere un pesce piccolo e non molto importante non deve certo essere grande prerogativa di una mente criminale, ma cosa ne pensi?

Direi che di Duvalier ci si possa dimenticare (peraltro, mi chiedo se ci sia chi ha colto il riferimento, quanto a cognome, a Papà Doc e a suo figlio Jean Claude, per vari decenni dittatori haitiani a capo dei famigerati Tonton Macoutes). Quella di recuperare Fox potrebbe essere una buona idea.

2 – Ciao Moreno, vorrei parlarti di una questione di fondamentale importanza che ravviso nelle storie sceneggiate da te. Non intendo fare proclami contro lo spiegazionismo, su come debba o non debba dire Zagor una cosa o l’altra, ma sembra che tu intenda utilizzare la tattica del ventriloquio per far parlare te attraverso di lui, lasciando quindi perdere come lo stesso Zagor possa parlare nelle varie situazioni che lo coinvolgono. Pensi che sia una giusta critica oppure solo una mia errata impressione visiva e di pensiero? In attesa di poterti vedere rispondere in questa rubrica, ti saluto.

Lo scopo principale della mia attività professionale è riuscire a portare avanti la saga dello Spirito con la Scure nel rispetto della tradizione (pur con gli inevitabili aggiustamenti nel ritmo e nel linguaggio, che dopo sessant’anni non possono essere gli stessi). Il mio sforzo quotidiano è quello di far agire Zagor da Zagor, ed è anche quello che chiedo agli sceneggiatori che lavorano con me. Sentir ipotizzare che Zagor, in mano mia, sia una sorta di pupazzo da ventriloquo che dice ciò che gli fa dire chi gli muove la bocca, più che turbarmi mi meraviglia: è esattamente ciò che non vorrei sembrasse. In realtà, ogni autore, fatalmente e in qualche misura, parla per bocca dei suoi personaggi (“Madame Bovary sono io”). Ciò rappresenta un problema solo se al personaggio vengono attribuite frasi in contrasto con lo spirito del personaggio stesso. Ammettiamo (solo per ipotesi) che io diventi buddista, o vegetariano, e faccia fare allo Spirito con la Scure lo stesso percorso scrivendo dialoghi in cui lo si scopre predicare la reincarnazione e sostenere posizioni vegane, ecco questo non andrebbe bene (con tutto il rispetto per buddisti e vegani: semplicemente, Zagor mangia selvaggina e non fa meditazione). Ma se io sono convinto che si debba aiutare chi è in difficoltà senza distinzioni di etnia o di religione e faccio esprimere a Zagor questo identico concetto (mettendolo subito all’opera) mi pare che non si tratti di ventriloquia, ma di sintonia fra le idee di uno sceneggiatore e quelle di un personaggio. Del resto mi si potrà pure consentire di pensarla come Zagor. Oppure tu hai degli esempi da citare in cui io ho messo in bocca al nostro eroe idee mie che lui mai e poi mai avrebbe espresso, sulla base di ciò che prevede la tradizione? Nell’intervista concessa alla fanzine “Collezionare” e apparsa sullo Speciale dedicato allo Spirito con la Scure (febbraio 1990), Sergio Bonelli dichiara: “In Zagor mi sono limitato a inserire delle idee di semplice buonsenso, che vanno dall’antirazzismo alla ricerca della giustizia”. Ecco, il buon senso delle idee di tolleranza e di giustizia è quello che anima Zagor e io, che con lui sono cresciuto, trovo molto facile condividere questa atteggiamento. Far esprimere a Zagor le nolittiane cose di buon senso, idee che condivido, è ventriloquia? O davvero hai delle accuse precise, da cui dovrei difendermi, di casi in cui il mio Zagor si è dimostrato insensato, intollerante o razzista perché sarei insensato, intollerante o razzista io? Con tutta la buona volontà, nel tentativo di cercare di capire ed eventualmente fare autocritica, a me non viene in mente niente. Mai una volta mi è capitato di pensare: faccio dire questa cosa a Zagor perché la penso io, anche se a lui, per com’è, secondo l’esempio nolittiano, non verrebbe in mente. Anzi, a volte avrei voluto essere Zagor un po’ più spiccio e invece ho rispettato il personaggio impedendogli di essere troppo sbrigativo o di correre dietro alle ragazze.

3 – Caro Moreno, voglio farti presente di tre iniziative avviate in un forum riguardante lo Spirito con la Scure, delle quali intendo metterti al corrente dei risultati, con l’intenzione di poter ricevere qualche commento sugli stessi. Il primo riguarda i possibili Team-Ups (che tu non ami) fra personaggi zagoriani. Gli utenti hanno scelto: Blondie e Gambit; Jean Lafitte ed Andrew Cain; “Guitar” Jim e Gambit; “Guitar” Jim e Blondie; Stephan e Kandrax; Zagor ed uno dei personaggi della serie Zenith da 1 a 51 (quindi al di là dei comprimari zagoriani); Bat Batterton ed il Conte di Lapalette; il dottor Zagrosky ed il Dottor Pereira (Zagor e Cico); Fats e “Guitar” Jim; “Smiling” Joe e Trampy; “Digging” Bill e Re Guthrum; Takeda e i Vampiri; Supermike e Gambit; Andrew Cain e Nayana; Andrew Cain e Ramath; Mr. Steel e Stiletto; Christopher, i vari bambini con capacità mentali superiori ed i Padroni delle Tempeste. Per quanto riguarda, invece, il secondo vi sono le varie richieste di ritorni e di chi non deve ritornare (possono apparire sia nell’una che nell’altra categoria), gli utenti hanno scelto i seguenti personaggi: Da rivedere: Supermike, Rakosi (2), Ylenia Varga (2), Andrew Cain (3), Preacher (2), Reverendo Warren Taylor, la Druida Jacqueline, Hellingen, Shamrock il Bounty Killer, Kirk Wheeler, Stephan, Virginia, “Smiling” Joe, Nat Murdo, il luogo Britannia, Frida Lang, i Mètis caratterizzati da Mauro Boselli, Daniel Bowie. Da non rivedere: Hellingen (3), alieni vari, Wendigo (2), Kiki Manito (2), Agenti di Altrove, Brad Barron, Dragonero, gli indiani de “La Sorgente Misteriosa”, Kandrax (2), lo Yeti, Elias Duff, Chloe, Andrew Cain, Tim Cuorepuro, bambini con capacità extrasensoriali, Mortimer, Blondie, Gambit. Per il terzo ed ultimo, sono state immesse quattro storie non pubblicate sulla serie regolare o sugli extra, rendendole a tutti gli effetti delle storie non concluse oppure esterne alla saga, per le quali gli utenti sono stati chiamati a votare quale vorrebbero vedere pubblicata per prima: “Il Sakem senza Piume” ha ricevuto zero voti in quanto qualcuno l’ha già letta, ma è stata messa nel sondaggio in quanto non proprio ufficiale; “La Miniera degli Spettri” non ha ricevuto nessuno voto; “Il Re di Cuenca Verde” ha ricevuto in totale ben cinque voti; “Il Ritorno di Liberty Sam” ha ricevuto nove voti, vincendo il sondaggio. Ringraziandoti per la futura lettura di questi risultati, e dei relativi tuoi commenti (sapendo che alcuni fra gli attesi ritorni siano già in programmazione, chiedo se puoi considerare anche gli altri), attendo una tua futura risposta.

Ho preso atto dei risultati, e mi fa piacere che gli zagoriani “giochino” con questo tipo di votazioni, e sarebbe bello se i forum e i gruppi su Facebook venissero intesi e utilizzati proprio come un modo per vivere una passione con altri che la condividono, per il comune divertimento (anziché per sfogare propri personali malumori). Tra i team up mi piace molto l’idea di vedere “Guitar” Jim e Blondie insieme (non è vero che non mi piacciono i team up, magari sono dell’idea di non abusarne, ma io stesso ho fatto agire in squadra alcuni cattivi come Mortimer e il Tessitore o Thunderman e Marcus l’Uomo Volante). Mi fa sorridere l’idea di una classifica con i personaggi “da non rivedere”, quando questa rubrica è stata per anni subissata di richieste di “ritorni”, alcuni dei quali proprio quelli che si vorrebbe evitare di rivedere. Hellingen, vedo con divertimento, si chiede al tempo stesso che torni e che non torni, il che testimonia come fra i lettori si trovano opinioni di segno opposto su qualunque questione (dovrebbe far riflettere quelli che si reputano portatori di verità assolute). Alcuni di cui si chiede il non-ritorno, per esempio Mortimer, sono fra quelli più gettonati nelle richieste di ritorno. Stupisce poi la misoginia di chi chiede il non ritorno di Blondie e Gambit, anch’esse gettonatissime. Circa Chloe, mi chiedo che cosa abbia ai fatto di male per guadagnarsi l’antipatia di qualcuno, nell’unica sua breve apparizione (è una bella ragazza, non ha superpoteri, non ha detto o fatto niente di strano): dev’esserci, fra i lettori, una falange che detesta le bionde. Per fortuna il Wendigo l’ho eliminato proprio io e dunque chi chiede che non torni me ne serberà eterna gratitudine. Non ho capito se la cifra fra parentesi indica una posizione in classifica o il numero di votanti: nel primo caso, se ci sono tre lettori che chiedono il non-ritorno di Hellingen mi chiedo se si debba stare a parlarne o bisogna tenerne conto. Ci saranno sempre quelli con delle idiosincrasie per questo o quel personaggio, o per questo o quel tipo di storie, per motivi imponderabili. Mi viene da pensare che i tre imbufaliti contro Hellingen possano tranquillamente aspettare la fine dell’eventuale storia di un eventuale suo ritorno, per godersi poi altri svariati anni di non-Hellingen, e non pretendere di vietare il mad doctor a tutti gli altri. Certo fa impressione veder preferire Stiletto (di cui si chiede il ritorno) a Andrew Cain (che si vorrebbe non rivedere): davvero si dovrebbe prendere in considerazione questo tipo di preferenza? Faccio notare che Dragonero non è mai apparso nella serie di Zagor, e quindi non se ne può invocare il non-ritorno: è Zagor che è comparso una volta (in attesa della seconda) negli Speciali del cacciatore di draghi, quindi, a rigor di logica, dovrebbero essere i lettori di Dragonero a chiedere il non-ritorno dello Spirito con la Scure (mentre il primo tram-up è stato vendutissimo). Riguardo le storie “non concluse”, in realtà non pubblicate, credo che, indipendentemente dalle votazioni, continueremo a non vederle pubblicate.

4Caro Moreno, ti scrivo a proposito di due autori bonelliani di eccellenza: Gianfranco Manfredi e Claudio Nizzi. Il primo, creatore di Magico Vento, Adam Wild e della serie Volto Nascosto nonché del suo seguito Shangai Devil. È stato attore in “Abbronzatissimi 2 - Un anno dopo” ed ha partecipato alle sceneggiature di Tex e Dylan Dog. Non conoscendo i rapporti che intercorrono fra voi due, avete mai parlato di una sua “invasione” di Darkwood? Il secondo è, invece, uno dei capisaldi di Tex, nonché creatore di Nick Raider. Vista l’evidente, sua, propensione al giallo ed il fatto che l’avventura sia cosa di cui ha fatto storia, pensi che possa far combaciare queste due qualità, nelle vesti di giallo avventuroso, anche su Zagor? Grazie per la futura risposta.

Gianfranco Manfredi è stato attore in molti film, non soltanto in “Abbronzatissimi 2”, così come autore di centinaia di canzoni, scrittore di decine di libri, sceneggiatore di numerosissimi fumetti (e in diretta competizione con me per la posizione nella classifica dei dieci autori più pubblicati di sempre dalla Bonelli). Una persona di grande cordialità, affabulatore nato e gradevolissimo da ascoltare. Ogni volta che l’ho incontrato gli ho manifestato stima e ammirazione. Claudio Nizzi è, oltre che un maestro, un amico: ci vediamo in montagna, siamo sulla stessa lunghezza d’onda riguardo alla narrazione a fumetti, e mi piacerebbe avere un decimo del suo talento. Riguardo Gianfranco, parlando con me ha manifestato tempo fa un suo generico interesse verso Zagor, ma credo che la Casa editrice preferisca impiegarlo su Tex. Claudio non mi hai mai proposto niente di zagoriano, e immagino che anche lui preferisca Aquila della Notte.

5 – Caro Moreno, hai recentemente scritto in questo Blog, o in qualche altra sede, che già nell’avventura “La Vendetta di Mortimer”, si poteva intuire un qualche collegamento col Tessitore, col quale avrebbe avuto ufficialmente a che fare nel ritorno successivo. Dopo essermi scervellato molto tempo, non sono però riuscito a capire quale sia il passaggio che renda un minimo chiaro il possibile legame fra i due. Potresti spiegarlo tu, dopo così tanto tempo passato da quella storia?

Leggendo la storia “Il ritorno di Mortimer” si dovrebbe capire che è il Tessitore che cerca di arruolare fra i suoi uomini il genio del crimine. Mortimer è evaso (facendo impiccare un altro al posto suo) dal carcere di Fort Concrete, là dove il Tessitore, da sempre, cerca di reclutare gli affiliati alla sua organizzazione (si veda la storia “Gli aguzzini”, in cui Zagor stesso si fa rinchiudere in quella prigione proprio per infiltrarsi). Durante i loro primo incontro, dice il Tessitore: “Quando ho saputo di come eri riuscito a fuggire, non ho potuto fare a meno di ammirare tanta genialità… del resto, di te avevo sentito dire cose incredibili, che hanno dunque trovato conferma. Per questo mi sono subito detto: un uomo come Mortimer deve lavorare per me”.

6 – Caro Moreno, ti chiedo, dopo aver letto che Sergio Bonelli disse che utilizzare la macchina del tempo sarebbe stata la risorsa ultima di un eroe, quale situazione rappresenterebbe per te il famigerato “salto dello squalo” di una serie?

Credo che per lo Spirito con la Scure il salto dello squalo sarebbe trasformarlo in un “dark Zagor”: un eroe vestito con un costume nero, reso cupissimo dalla morte di Cico. Una sorta di Punisher di Darkwood.

7 – Caro Moreno, sono anni ed anni che seguo Zagor, sia nelle uscite mensili che extra. Mi sono sempre chiesto, e quindi ti chiedo: come viene deciso che una storia può stare sulla regolare ed una no, a prescindere dalle esigenze di programmazione? Non parlo dei ritorni dei nemici storici, ma del fatto che una storia “semplice”, anche se “semplici” non lo sono mai, possa essere dirottata all’esterno della serie regolare, oppure al suo interno.

Non ci sono regole precise. Non si può dire che le storie “migliori” siano riservate alla Zenith, perché ci sono delle bellissime storie (a mio avviso) anche nei Maxi, Color e Speciali. Diciamo che sulla Zenith trovano posto le storie più classiche, collegate con la tradizione, lungo un percorso che si evolve ma resta rassicurante, realizzate da autori rodati. Però, ogni tanto, una piccola scossa va data anche lì, per non farci sembrare prevedibili. Poi, vale la regola dell’alternanza: una storia lunga, una meno lunga; una western, una fantastica, una avventurosa.

8 – Volevo chiedere a Moreno se non ci possa essere la possibilità di vedere Zagor incontrare Giovanni Battista Belzoni che ha vissuto anche lui a inizio-metà ‘800… Magari in un viaggio di Zagor in Egitto… Con i disegni del mio disegnatore preferito… Walter Venturi.

Belzoni è un personaggio storico con una biografia ben conosciuta, l’incontro con Zagor (che sarebbe davvero bellissimo) dovrebbe trovar spazio da qualche parte nella sua vita. Quando ho fatto incontrare lo Spirito con la Scure con Tocqueville, ho approfittato di un viaggio, molto avventuroso, che realmente il filosofo francese compì nel 1832 negli Stati Uniti per scrivere “La democrazia in America”. Idem per Darwin: Zagor lo incontra in un luogo e in un momento compatibili con i veri viaggi del naturalista inglese. Però, passo volentieri la palla a Walter Venturi che, da espertissimo biografo dell’archeologo, può dirci se sia possibile un incontro fra i due. Che disegnerebbe lui, senza dubbio.

9 – Gentilissimo Moreno, cosa ne pensi del Wrestling? È una disciplina che, nei primi anni dell’Ottocento, non si era ancora evoluta in maniera tale da poter avere anche una minima possibilità di svolta, facendo parte delle fiere itineranti e combattendo non con un risultato predeterminato. Pur essendomi appassionato allo storie di pugilato che hanno fatto capolino nella serie Zagor, e nella serie Tex, credi che portare un minimo alla ribalta questo sport, incastrandolo in una storia zagoriana, possa essere difficilmente applicabile oppure esistono buoni margini di riuscita per una storia con la S maiuscola?

Secondo me, del wrestling, o di qualcosa di molto simile, si è già parlato nella storia di Cajelli/Laurenti “I guerrieri della notte”. Ci sono state anche alcune storie sul pugilato, come “Sfida al campione” e “Il grande torneo”. Poi, in generale, quando il wrestling veniva trasmesso in TV (credo su Italia Uno) mi piaceva più del pugilato perché era “fumettoso”: atletici pittoreschi e addirittura mascherati, rivalità, trame che si evolvevano, spettacolarità. Per un po’ ci ho persino creduto, poi ho scoperto che era tutta finzione. Al che, meglio i fumetti.

10 – Ciao Moreno, dopo aver letto la prima storia delle Darkwood Novels, “Gli occhi del destino”, e non sapendo bene quanto tempo prima sia avvenuta l’avventura raccontata, e che ha visto apparire il personaggio di nome Kendra, ti chiedo se ciò possa essere inserito nella serie ufficiale od in qualche extra, lasciando stare le miniserie. Quello che intendo, per inserire, è immettere i personaggi legati allo spionaggio che sono apparsi sul finale anche nelle avventure classiche o fuori serie, in quanto Zagor di spie, talvolta, ne ha sentito parlare, vivendone avventure in prima persona. Quindi potresti, e soprattutto vorresti, fare in modo di rimettere in gioco quelle persone che sono legate fra di loro attraverso una severa rete di informazioni, pur sapendo che già ha avuto a che fare con esse, chiedendoti di far tornare precisamente quei personaggi lì, apparsi nella suddetta storia?

Kendra è un personaggio adatto a una storia sola, perché Zagor la incontra e la perde nel giro di ventiquattro ore, restandone (come si capisce) folgorato. Escludo un ritorno, che sarebbe anche difficile da giustificare. Che ci possano essere altre storie di spionaggio o con personaggi simili a Kendra, questo sì. Chloe, agente di Altrove, per esempio, è uno. Ah, già… c’è però la falange contro le bionde che non vuol farla tornare (vedi risposta 3).

11 – Gentilissimo Moreno, so che non verranno più accettate in questo blog, e giustamente direi, richieste di commenti negativi verso altri autori. Ciò che ti chiedo, infatti, è un commento positivo o, perlomeno, diplomatico ma ovviamente sincero, per quanto riguarda il lavoro di Silvia Corbetta. La disegnatrice in questione non mi è sembrata malvagia nelle varie prove che ha effettuato su altre testate e ti chiedo se la trovi adatta a lavorare su Zagor e sulle sue ambientazioni. In più ti voglio chiedere se la stessa signora si sia mai interessata a lavorare sulla testata zagoriana oppure se tu gli abbia mai proposto di disegnare qualche tavola di prova od una storia breve per i Racconti di Darkwood? Grazie di tutto Moreno.

Conosco la bella e brava Silvia Corbetta, ne ammiro il lavoro. Però, non mi hai mai chiesto di realizzare Zagor, non ha mai proposto delle prove, non so se conosca bene il personaggio e lo senta nelle sue corde (requisito fondamentale). Purtroppo la situazione dello staff di disegnatori è tale che non tutti quelli che io stesso vorrei vedere almeno una volta all’opera possono trovare spazio, perciò non le ho mai chiesto niente. “I racconti di Darkwood” sono in una temporanea fase di stasi, perché ne abbiamo già pronti alcune decine, perciò prima di metterne in cantiere altri smaltiremo un po’ la scorta.

12 – Moreno, voglio provare a farti una domanda al contrario rispetto a quelle che normalmente si leggono. Infatti, leggendo le domande che ti vengono poste, se ne trovano tantissime che propongono i ritorni – alcuni anche tra i più impensati o improbabili – di personaggi già comparsi nel corso della saga. Tanti lettori sembrano andare alla ricerca del ricreare una specifica, circoscritta, ben definita atmosfera riscontrata in un determinato albo che magari ricordano con grande piacere. Tu da tempo cerchi anche di costruire un costante rinnovamento del personaggio. Ti chiedo, è possibile che la percentuale di lettori che ti propongono nuove idee sia così bassa? È mai possibile che ci sia una percentuale così alta di lettori che vivono solo di nostalgie? Secondo te, il pubblico di Zagor è rappresentato da una percentuale così alta di soggetti che non riescono a volere qualche nuovo personaggio, nuove trame, nuove atmosfere?

I lettori non sono, purtroppo o per fortuna, un partito politico o una setta: non si muovono compatti, non scandiscono gli stessi slogan, ci sono idee diverse. Il che non è un problema, anzi, rappresenta un valore aggiunto. Il problema sono gli esagitati che credono di rappresentare l’unico esempio di lettore possibile e cercano la massima visibilità (facendo chiasso come se fossero in cento, o in mille) per imporre la propria visione delle cose. Ma, in generale, la differenza di opinioni è stimolante e mi pare che la varietà di offerta proposta dalle nostre storie incoraggi la diversificazione dei pareri e delle preferenze. Lo Spirito con la Scure è peraltro un personaggio sfaccettato, in cui ognuno può trovare ciò che cerca: la contaminazione fra i generi fa sì che qualcuno possa ritenerlo un western, altri un fumetto avventuroso, altri uno fantastico. Qualcuno apprezza la variegatura, qualcun altro pretenderebbe storie di un solo tipo, quello che piace a lui. C’è chi, su questo punto, si inalbera. Conta molto la nostalgia, il ricordo di anni più felici: non gli anni di Zagor, gli anni della propria vita. Si vorrebbe rivivere per sempre certi momenti, collegati con certe storie.  Da qui la continua richiesta di ritorni di personaggi, ma anche di reiterare, il più possibile fedelmente, storie e atmosfere del passato. Se una saga dura sessanta anni, come la nostra, i momenti del passato sono tanti, e diversi per tutti, perché ci sono anche i nostalgici di periodi diversi da quello nolittiano. Non mi disturba chi chiede di rivedere certi personaggi, o rivivere certe situazioni, mi turba piuttosto, a volte anche parecchio, il mancato riconoscimento degli sforzi fatti per continuare a fare proposte che cerchino di accontentare tutti, il fatto che si getti fango sulla nostra fatica nel cercare nuove idee, nell’esplorare nuove strade anche riproponendo personaggi (amici e nemici) del microcosmo zagoriano. Siamo riusciti a raggiungere il sessantennale, ma c’è il “fuoco amico” (in realtà nemicissimo) di chi quasi se ne addolora perché avrebbe preferito veder chiudere la serie nel 1980.

13 – Caro Moreno, è noto a tutti che, prima di diventare sceneggiatore e poi curatore della serie Zagor, eri un suo appassionato, così come lo sei adesso. Quello che ti voglio chiedere è, in ricordo delle tue vesti di “semplice” lettore, e dopo aver letto che molte persone ti hanno chiesto ritorni di questo o quello, chi ti piacerebbe far tornare? A prescindere dall’idea di come debba tornare, c’è un personaggio che non è più apparso da molto tempo e che ti colpì così tanto da volerlo rivedere in scena? Ribadendo di volertelo chiedere tenendo conto della tua fede fumettistica zagoriana e del fatto che tu continui ad essere l’appassionato numero uno della serie, chi ti piacerebbe rivedere, scoperchiando il cassetto dentro il quale c’era o c’è ancora questo desiderio giovanile? E quale, invece, hai “odiato” così tanto da non volerne più neanche sentirne parlare (sempre giovanilmente parlando)?

Dopo trent’anni che scrivo storie, chi volevo far tornare (e si poteva) l’ho già fatto tornare (o è tornato per mano di altri). Tuttavia ci sono personaggi nolittiani che non si possono far tornare, come Mohican Jack o il Re delle Aquile.

14 – Caro Moreno, sono un lettore con quasi 19 anni di esperienza sulla testata della quale è curatore. Vidi la prima volta una copertina di Zagor in una pubblicità su un vecchio Tex, e me ne innamorai a vista d’occhio. Si trattava de “Le Jene del Mare” e, volendo provare a leggere una storia intera, andai in edicola. Vidi “La Casa sulla Scogliera” della quale, anni dopo, seppi che fu la seconda ed ultima storia sceneggiata da Jacopo Rauch prima della sua pausa. Oggi voglio dire grazie a lei, Moreno, per aver continuato imperterrito nella sua opera di sceneggiatore. Voglio ringraziare Jacopo Rauch per avermi fatto ammirare la prontezza della sua letteratura per immagini. E voglio ringraziare i fans di Zagor e chi continua a destreggiarsi sulle sue storie con una infinita volontà di continuare a pubblicarlo per molto altro tempo ancora. Oggi sono fiero di continuare a seguire la serie, con alti e bassi come è giusto che sia per un’opera seriale, ma soprattutto mi ritengo fortunato di aver letto quei Tex (perché di copertine ne vidi altre), e di essermi appassionato, semplicemente da un’immagine, dell’indimenticato ed indimenticabile Gallieno Ferri. Purtroppo, c’è una nota dolente e si tratta del fatto che quella storia, purtroppo, vide protagonisti negativi Stormy Jack e la famiglia Dowler, sfortunatamente periti, chi per un motivo e chi per un altro, all’interno del racconto. Mi sarebbe proprio piaciuto poter rivedere almeno uno di loro in azione ancora una volta, senza togliere niente agli antagonisti successivi (ed a quelli passati). In ogni caso grazie ancora per quello che state facendo, e faccia i miei complimenti anche al signor Rauch (per la cronaca, la prima parte, “I Naufragatori”, la acquistai tempo dopo). Mi sono appassionato a storie come “La Trama del Ragno”, “La Palude dei Forzati”, “Il Segreto dei Sumeri” ed “Huron!”. Successivamente, ecco arrivare la Collezione Storica a Colori che mi ha permesso di conoscere le storie di Guido Nolitta e dei precedenti sceneggiatori e curatori della serie. Ho amato alla follia le storie dei Seminoles (e so che ci sarà anche un sequel alla storia con la morte di Manetola), con uno scenario da sogno come la Florida. La stessa Florida che fa da scenario anche ad un’avventura mediocre, che non sarebbe accettata oggi sulla serie regolare, almeno non da me, e forse non sarebbe dovuta nemmeno giungere in edicola. Premetto di non aver letto la storia di Topolino dalla quale è stata tratta, ma da ciò che ho letto è, per me, risultata indigesta, con certe cose totalmente fuori luogo, con evidenti buchi di trama. Mi riferisco a “Fantasmi!”, con gente che, seguendo questo Blog, addirittura vorrebbe rivedere persone come Stiletto. Una roba da far accapponare la pelle. Ma non tutto il male viene per nuocere visto che Tampa Town, per come è stata illustrata, meriterebbe a parer mio una rivisitazione, e quindi un ritorno in tale ambiente per poterlo utilizzare per un’avventura perlomeno dignitosa e che possa porre rimedio a quella che, secondo la mia opinione, è stata una sciagura leggere. Ringraziando il curatore di Zagor come merita, spero quindi di poter rivedere la città di Tampa Town, magari la famiglia Dowler, pace all’anima loro, e soprattutto che continuiate così come avete sempre fatto.

Grazie per le belle parole. Rivedrai il ritorno della famiglia Dowler (scritto da Rauch) entro il 2021. Ci vorrà un po’ più di tempo per leggere una storia (sempre di Rauch) sui Seminoles. A questo punto chiediamo a Jacopo di pensare a un ritorno a Tampa Town. Però credo che lo sceneggiatore toscano sia impegnatissimo con una storia clamorosa che vedrà Zagor incontrarsi con… no, non lo posso dire. Non ancora.

15 – Gentile Moreno, ti scrivo per chiederti se, in tanti anni di uscite zagoriane, a te personalmente sia piaciuto più il seguito di una storia piuttosto che l’originale. Intendo dire, facendo il riferimento cinefilo più famoso, fra il Padrino parte prima e parte seconda, se anche su Zagor, secondo la tua opinione, ci siano state una o più storie che abbiano superato ciò che era stato scritto e sceneggiato, oltreché disegnato la prima volta. E se la risposta fosse sì, quale o quali secondo te lo sarebbero?

Ma certo. A volte il recupero di un personaggio serve a metterlo meglio a fuoco. Secondo me, tutti i ritorni (nolittiani) di Hellingen hanno superato la storia della prima apparizione. Così come la seconda storia con Manetola è più bella di quella iniziale. Lo stesso potrebbe dirsi della seconda storia con Andrew Cain, rispetto al racconto di esordio. Se mi si consente (e si licet parva componere magnis), il mio Thunderman migliora di un capello quello di Tiziano Sclavi e il mio Robert Gray meglio inquadra quello di Daniele Nicolai. Gli esempi potrebbero continuare.

16 – Caro Moreno, ma le sei storie su Zagor descritte da Edgar Allan Poe nel racconto “Brividi da Altrove” sono realmente accadute al nostro eroe o sono solo il frutto dell’immaginazione dello scrittore?

Edgar Allan Poe resta nel vago, pur dilungandosi nelle argomentazioni (che sono, le argomentazioni intendo, uno dei punti di forza della “cornice” di “Brividi da Altrove”, trattando dei rapporti fra la realtà e la creazione artistica). Secondo me, tuttavia, Zagor ha raccontato quegli episodi a Poe (dunque sono veri), il quale li ha elaborati.

17 – Gentile Moreno, voglio fare ufficialmente i complimenti per la storia di Kandrax sceneggiata da Claudio Chiaverotti e disegnata da Marco Torricelli. Ho notato nei commenti/domande in questo Blog una certa avversione per questa storia. Certo, ognuno ha opinioni differenti, tanto che, quando ho letto la fine della stessa, sono rimasto preda della delusione per il solo motivo di averla vista finire così presto. Da qui la mia domanda: come mai è stata diluita soltanto su due albi?

È stato Claudio Chiaverotti a preferire così. Circa “la certa avversità”, di solito i detrattori sono più chiassosi di chi apprezza. Ci sono quelli, poi, che intraprendono delle crociate.

18 – Caro Moreno, nel 2021 saranno 60 anni di Zagor, ed arriveremo anche a due anni dall’ultimo aumento del prezzo di copertina della pubblicazione mensile dello Spirito con la Scure. Non so se la direzione generale della Casa Editrice ti metta al corrente di tale aumento di prezzo in così netto anticipo, ma verso giugno/luglio/agosto o precedentemente, o successivamente, avverrà il tanto indesiderato cambio di prezzo (da 3,90 a, forse, 4,20), oppure riusciremo ad arrivare al 2022 sani e salvi in tal senso? Capisco che più si vendono le pubblicazioni e meno il prezzo aumenta, ma la mia speranza, e non credo sia solo mia, è che si possa guardare a questo anno appena cominciato sotto una meravigliosa luce che non ci lasci l’amaro in bocca, per poter far sì di arrivare felici e contenti fino all’anno prossimo dove, in seguito alla (speriamo) fine della pandemia, tutto possa essersi rimesso a posto, divenendo dunque pronti ad affrontare anche tariffe più esose rispetto a quelle attuali.

Se ci saranno aumenti, lo sapremo da comunicati ufficiali (esula dalle mie competenze). Mi permetto di far notare come considerare “esoso” un prezzo di 3.90 piuttosto che di 4.20 euro mi pare strano, visto che un’ora di parcheggio costa due euro, un gelato tre, un pacchetto di sigarette cinque. Ma già che si preferisce ricaricare il telefonino per cifre esagerate, piuttosto che pagare pochi euro il lavoro di un anno di un disegnatore. Potremmo andare avanti a lungo (parlando magari di colazioni, cocktail, aperitivi, videogiochi), ma mi fermo qui e provo a trarne una morale. La morale è sconfortante. La gente percepisce come esagerato il prezzo di ciò che è collegato al fumetto. Il resto va tutto bene. Il lavoro che facciamo noi non è degno di remunerazione. Sia che scriviamo storie, sia che le disegniamo, sia che diamo vita a saghe ed eroi, sia che pubblichiamo libri ponderosi, quel che facciamo o costa pochi spiccioli o costa troppo. Sullo “sproposito” dei nostri prezzi, ho scritto questo: https://morenoburattini.blogspot.com/2014/05/lo-sproposito.html. Ma ancora meglio e di più qui: https://morenoburattini.blogspot.com/2018/10/il-senso-della-misura.html.

19 – Ciao Moreno, ho notato recentemente qualche tavola firmata Arturo Lozzi che vede il ritorno di Mamma O’Hara (e spero anche delle magnifiche figlie della locandiera, delle quali non so se tu voglia parlarci di una loro seconda apparizione) e di alcuni cittadini di Lonely Town, come ad esempio Mister Hopkins. Ti voglio chiedere se tale avventura farà parte di una miniserie, di un Maxi a storia lunga, di un Maxi stile “I Racconti di Darkwood” oppure della serie regolare dello Spirito con la Scure. Grazie.

La storia di Arturo Lozzi con il ritorno di Mamma O’Hara comparirà ne “I racconti di Darkwood”.

20 – Caro Moreno, nella Collezione Storica a Colori di Repubblica sono andato a leggermi, per la prima volta, e non nego che potrebbe starcene anche qualche altra, la storia “La Dea Nera”, che ha fatto da avventura di poco antecedente al famoso “Zagor Racconta...”. Bene, pur sapendo che tu non potevi essere in redazione all’epoca della pubblicazione della storia originale, ti chiedo se, secondo te, sia stata una svista il fatto che venga indicato e dato un nome al rhumal, il fazzoletto annodato, dei Thugs, piuttosto che non al kriss, il pugnale, da parte di Mister Lean ai nostri amici. Ciò detto, mi risulta strano che Cico utilizzi il termine kriss senza averlo sentito nominare da nessuna parte, e soltanto visto insieme al rhumal nella casa dello stesso Lean. Non trovi anche tu che una simile defaillance possa aver reso il finale leggermente fuori luogo, con il messicano che, non essendo certo di cultura indiana, avrebbe fatto fatica a sapere il nome di un oggetto come quello?

La mia esperienza personale testimonia come io, leggendo “La dea nera” da ragazzo, sapessi perfettamente cos’era un kriss, ma abbia imparato da Nolitta la parola “rhumal”. Forse perché ho letto Salgari, chissà. Però il coltello dalla lama ondulata sapevo come si chiamava. Cico di sicuro Salgari non può averlo letto, ma ha viaggiato il mondo (ha fatto l’esploratore, il marinaio, l’archeologo, il battelliere) già prima dell’incontro con Zagor. Come escludere che su una nave su cui si è imbarcato qualcuno gli abbia parlato dei kriss o addirittura gliene abbia mostrato uno? A parte queste elucubrazioni, la spiegazione più semplice è che anche Nolitta, come me (avendo letto Salgari e avendo visto mille film), ritenesse “kriss” una parola non dico di uso comune, ma dal significato abbastanza noto. “Rhumal” è un termine più difficile, sicuramente. Per questo il problema non è stato rilevato.