giovedì 29 luglio 2021

Alessandro Piccinelli: il copertinista di Darkwood (5)

Eccoci giunti alla quinta puntata

della rubrica dedicata ai bozzetti

delle copertine zagoriane

dell’amico Alessandro Piccinelli

(che ringrazio per la sua cortesia e disponibilità).


Questa volta andremo ad ammirare

i bozzetti di quattro cover

di albi pubblicati nel 2020.


Special Zagor 32 del marzo 2020

La valle dell’Eden

Si tratta del terzo albo della collana Special Zagor

con una copertina di Alessandro Piccinelli.

Il bozzetto è uno di quelli alternativi.



Zagor 657 (Zenith 708) dell’aprile 2020

La mente assassina

Si tratta dell’albo che vede la conclusione dell’avventura

con il ritorno della figlia del mutante, Sophie Randall.

Quello presentato è il primo bozzetto

preparato da Alessandro Piccinelli.



Maxi Zagor 39 del maggio 2020

Lungo il fiume

Si tratta del quarto Maxi dedicato a “I racconti di Darkwood”.

Il primo bozzetto è quello che è stato poi scelto per la cover definitiva,

il secondo è uno di quelli non utilizzati.



Zagor 660 (Zenith 711) del luglio 2020

Kandrax!

Si tratta del primo albo della storia che presenta

l’ultimo ritorno del potente druido nemico di Zagor.

Il bozzetto è uno di quelli non utilizzati.


Arrivederci alla prossima puntata!!!

 

mercoledì 21 luglio 2021

Un uomo in fuga (Zagor Gigante 672 BIS/723 BIS)

Dopo una rapina, un bandito in fuga uccide un vecchio trapper per rubargli il cavallo che l’uomo tiene nella stalla, riuscendo così a raggiungere i complici con cui aveva concordato un punto di ritrovo.

 Zagor si unisce al gruppo che dà la caccia alla banda di rapinatori… ma anche il figlio della vittima, Miles, deciso a vendicare il padre, vuole farla pagare personalmente all’assassino del padre.

E Miles in realtà è qualcuno che Zagor conosce con un altro nome...

Beh, lo scrivo subito così mi tolgo il pensiero: bello, bello, bello!

Davvero bello questo albo speciale, bello come dovrebbero essere tutti gli albi a fumetti che si propongono al pubblico come “numeri unici”.

Se, come me, siete stati anche voi appassionati dei supereroi della Marvel-Corno degli anni ’70, ricorderete sicuramente la particolarità che connotava gli “Annuals”, quegli albi pubblicati straordinariamente una volta all’anno dalla casa-madre che inserivano l’eroe di turno nel contesto di una trama che aveva sempre qualcosa di particolare rispetto alle avventure mensili: a volte si trattava di un combattimento contro più supercriminali coalizzatisi per l’occasione, altre di un’inedita alleanza tra supereroi contro una minaccia comune; a volte della presentazione di un nuovo, inedito personaggio oppure del ritorno di un comprimario che non si vedeva da tempo.

In ogni caso, erano storie “fuori dal comune”. Ebbene, anche questo Zagor 672 BIS ha queste caratteristiche.


ATTENZIONE SPOILER


Dapprima sembra un western: troviamo uno Zagor combattivo e determinato, impegnato in una vera e propria caccia all’uomo, un bandito che, dopo aver rapinato una banca con i suoi complici, ha ucciso anche un vecchio trapper. Il criminale viene catturato da Zagor (salvo poi riuscire a sfuggirgli e continuare la fuga): la circostanza strana è che lo Spirito con la Scure trascorre buona parte del tempo a raccontare al bandito la storia degli alieni protagonisti dell’avventura “Non umani”, apparsa nel 2016 sui nn. 613-614 della serie regolare. Ecco quindi che nella storia vengono introdotti elementi fantastici/fantascientifici. Come lettore mi è venuto subito da chiedermi: perché lo fa? Vuoi vedere che Moreno Burattini vuole utilizzare il nostro eroe per un pistolotto moralistico su come un alieno è più “buono” di un essere umano? Mah, stiamo a vedere dove andrà a parare…

Beh, devo dire – e probabilmente mi considererete un ingenuo – che prima di arrivare a pag. 87 non ho minimamente sospettato il colpo di scena che lo sceneggiatore mi aveva riservato! E allora tutto è stato più chiaro!

In realtà non avevo letto un’avventura di Zagor, ma una che aveva per protagonista proprio Change, il buon alieno mutaforma che per cinque dei nostri anni aveva continuato a dimorare a Darkwood e che ora era in cerca di vendetta! E così si spiegava anche il perché “Zagor” ci tenesse così tanto a raccontare al bandito la storia degli alieni giunti dallo spazio: il vecchio trapper cieco che era stato assassinato null’altri era che l’uomo che Change aveva “adottato” come padre, sostituendosi al figlio morto.

Ma un’altra bella sorpresa mi ha riservato a quel punto la storia: Change, sostituendosi a Zagor, ha mutuato anche la sua dirittura morale e bontà d’animo e non è in grado di uccidere a sangue freddo! Riconfermando così, per interposta persona, le alte qualità etiche del personaggio creato da Guido Nolitta/Sergio Bonelli sessant’anni fa e che nessun sceneggiatore zagoriano dovrebbe mai dimenticare.

Una storia “particolare”, dicevo, con uno Zagor che non è Zagor e che come tale va benissimo inserita in un albo fuori collana. Una storia composta un gran parte dalla ri-narrazione della vicenda del 2016 e che in tal modo la rende più intellegibile: ho già letto in rete dei commenti negativi proprio su questo flashback, ma non sono d’accordo. A parte il fatto che in tal modo non si è costretti ad andare a recuperare gli albi in questione, ma poi è pure possibile che l’avventura venga letta da un eventuale neofita/nuovo acquirente dell’albo speciale che nulla sa della precedente avventura.

I disegni di Marcello Mangiantini sono molto belli e migliorano sempre di più di avventura in avventura, senza quelle incertezze nel realizzare il volto di Zagor che si erano a volte viste in passato.

Insomma, concludo dicendo ancora una volta come questa storia mi abbia davvero entusiasmato. Un altro tassello positivo che va ad aggiungersi a tutti quelli che stanno caratterizzando questo sessantennale zagoriano, con l’auspicio che continui sempre così!

 


venerdì 16 luglio 2021

Il viaggio degli eroi ( Dragonero Speciale 8 )

È passato molto tempo da quando due grandi eroi e i loro universi si sono incontrati: Ian Aranill, l’Uccisore di Draghi, e Zagor, lo Spirito con la Scure.

Da quell’incontro è nata una solida amicizia, che ha messo radici... radici che, però, scavando nel tessuto dei due mondi, hanno finito per intaccare qualcosa.

Ma cosa?

Alle forze congiunte dei due eroi la responsabilità di scoprirlo!

* * *

Dopo la storia “Avventura a Darkwood”, pubblicata nel 2015 nello Speciale Dragonero n. 2, ecco che le strade di Zagor e Ian Aranill si incrociano di nuovo. Se in quell’occasione era stato il biondo erondariano a recarsi nel regno dello Spirito con la Scure, questa volta sono Zagor e Cico ad essere trasportati sulle ali di un drago d’aria nel mondo di Dragonero e Gmor.

Il motivo è presto detto: al termine dell’avventura precedente, Zagor aveva donato la propria scure a Ian, il quale l’aveva appesa al muro della sua casa a memento della loro amicizia. Ora la scure è stata rubata da un gruppo di guerriere che cavalcano sauri volanti per portarla ai loro sciamani, che la useranno per il rito della “unificazione universale”, vale a dire l’unione di tutti mondi esistenti (normalmente separati e che non interagiscono tra loro, come ad esempio quelli dei nostri due eroi) per creare una nuova era di felicità. Peccato che in tal modo le diverse realtà colliderebbero tra loro, con esiti a dir poco catastrofici!

Poiché la scure di Zagor viene da un altro mondo rispetto all’Erondar, essa è un manufatto che può consentire agli sciamani di compiere il loro rito magico e solo Zagor possiede la facoltà di “sentire” la presenza della sua arma per riuscire a trovarla e impossessarsene, impedendo la fine del “multiverso”.

Naturalmente lo Spirito con la Scure riuscirà nell’impresa, grazie all’aiuto di Dragonero e Gmor, ma anche di una delle guerriere che hanno rubato la scure, resasi conto della pericolosità delle intenzioni degli sciamani.

Non aggiungo nulla di più, per lasciare a ciascuno dei lettori il piacere di scoprire il dipanarsi della trama, che ha molti rimandi anche ad altri personaggi bonelliani e al “nostro” mondo reale.

A proposito della trama, devo subito dire che – da zagoriano – mi ha appassionato meno del primo episodio, anche perché il nostro eroe, per quanto perno della vicenda, ha un ruolo tutto sommato marginale nella complessa economia della storia; da dragoneriano, invece, il racconto mi è piaciuto di più, perché vede coinvolti tutti i principali personaggi di quell’universo (anche l’elfa Sera e il luresindo Alben) e la descrizione del viaggio del dirigibile è ispirata a uno dei passaggi narrativi contenuti nel romanzo “Il risveglio del potente”, scritto dallo stesso autore della sceneggiatura Luca Enoch.

I disegni di Gianluca Gregorini sono veramente belli, con delle “splash pages” davvero strabilianti. I colori di Piky Hamilton (nome d’arte di Gabriela Stefania Hamilton) sono a volte un po’ troppo “scuri” per i miei gusti.

La copertina di Michele Rubini è eccellente come suo solito.

Un ultimo appunto: la storia si conclude con Zagor e Cico ancora nell’Erondar… chissà quante avventure vivranno ancora insieme a Dragonero e Gmor!

 

giovedì 15 luglio 2021

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (38)


Eccoci giunti alla trentottesima puntata

della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!


 Questa volta si parlerà di team-up,

delle migliori storie zagoriane secondo Moreno,

su quanti personaggi dovrebbero esserci in una storia,

su come si svolge il lavoro nella Casa Editrice,

dell’Agenzia Pinkerton, di Manetola

e, naturalmente, di molto altro ancora.


Ringrazio a nome di tutti Moreno Burattini

per la sua consueta disponibilità.

1 – Caro Moreno, è abbastanza recente l’uscita in edicola del team-up fra Marcus e Thunderman, e nonostante alcune critiche che ti sono piovute addosso, ti voglio chiedere quale dei due personaggi pensi di aver utilizzato nella maniera migliore.

Per quanto le critiche siano inevitabili (anche perché ci sono alcuni che sembra facciano i detrattori di mestiere, dei veri e propri crociati), in questo caso, che io ricordi, non me ne è arrivata alcuna eco e rammento solo commenti positivi - giunti più numerosi del solito. Il che non significa nulla, ovviamente: la regola dovrebbe essere che un autore non scrive sotto dettatura né degli entusiasti né degli ipercritici. Spesso chi è abituato a frequentare forum o gruppi in cui imperversano i commentatori (di solito si scatenano quelli con il dente avvelenato) crede che l’opinione dei più chiassosi, pittoreschi ed esagitati corrisponda al parere della maggioranza del pubblico: garantisco che non è così. In ogni caso, non facciamo fumetti per accontentare gli incontentabili, ma per tutti. Detto ciò, il mio preferito tra i due super-nemici da te citati è Thunderman, a cui spero di aver dato uno spessore maggiore.

2 – Caro Moreno, con quali dei tuoi colleghi (presenti e passati) ti consideri amico vero?

Il primo fra tutti è (ne parlo al presente) Gallieno Ferri. Poi aggiungerei Mauro Boselli e Antonio Serra. Se dovessi fare l’elenco degli altri a cui sono legato, però, fare dei torti a chi per brevità non citerei.

3 – Gentile Moreno, questa è una domanda che potrebbe riguardare l’editore più che il curatore di una serie. Perché, da ormai molti anni, non esiste più il sommario che si trovava all’interno dei vari albi e che intitolava varie parti di una storia, in grassetto in alto?

Perché la legge dell’editoria che imponeva la suddivisione in sezioni delle pubblicazioni come Zagor è cambiata, e non c’è più bisogno di dividere in tre parti i nostri albi.

4Caro Moreno, è ormai evidente che la decadenza della serie Zagor sia sotto gli occhi di tutti. Da storie che possono piacere o non piacere, ad altre che sono assolutamente inguardabili senza riuscire a trovare pareri contrastanti su questo. Sono lontani i tempi della seconda odissea americana, così come lo sono quelli del rinascimento zagoriano. Sfortunatamente, perché lo dico da vero appassionato dello Spirito con la Scure, stiamo andando sempre più verso la decadenza totale della serie. Le scrivo perché, sempre da fan di Zagor, non posso proprio credere che ci stiamo avviando verso gli ultimi fuochi di una serie che proprio quest’anno compie i suoi sessant’anni. Con l’arrivo della trimestralità dei Maxi, chiamati Zagor Più, con diverse storie in giacenza da smaltire, con poche altre messe in cantiere, ho paura che la fine di Zagor sia sempre più vicina. Il rischio chiusura sembra avvicinarsi sempre più e, come curatore della serie, sente anche lei questa pressione e questo maleodore di chiusura dei battenti? Da fan di Zagor mi dispiacerebbe molto, ma sento la paura che la strada sia proprio quella. Spero di essere smentito e di trovare conforto nelle sue parole, visto che non può che saperne molte più di me, di cose riguardanti il nostro caro Spirito con la Scure.

Non vedo assolutamente questa decadenza, quindi non saprei di che cosa stiamo parlando. Anzi, mi pare evidente l’esatto contrario. Vedo solo i problemi derivati dalla chiusura delle edicole e del generale arretramento delle vendite di tutto ciò che è stampato su carta (fenomeno di erosione che dura da anni e che riguarda tutte le testate del mondo), in favore di altri media (social, piattaforme on line), problemi che certo non possono essere imputabili agli autori di Zagor: anzi, viste le condizioni in cui operiamo, Zagor si difende alla grande. Il clima di una volta era molto più favorevole ed era più facile suscitare entusiasmi. Certi lettori nostalgici erano più giovani e ricordano i vecchi tempi rimpiangendo la loro verde età. Ciò nonostante, il sessantennale ha trovato un eroe vitale come pochi altri: siamo tra i fumetti più venduti in Italia, la seconda testata della Bonelli per numero di tavole prodotte e albi pubblicati, protagonisti di team-up (tre quest’anno: con Flash, Dragonero e Tex) e di iniziative editoriali diversificate (volumi, ristampe, miniserie, gadget, saggistica, audiolibri), oggetto di interesse di TV, giornali, youtubers… dov’è il cattivo odore di chiusura dei battenti? Mah. La trimestralità di una testata (Zagor Più) al posto della quadrimestralità di un’altra (Maxi Zagor) sarebbe segno di un fallimento imminente? E perché mai? Boh. E storie in giacenza da smaltire ci sono sempre state, perché ne abbiamo prodotte tante: produrne tante è sintomo di fallimento? E da dove nascerebbe la convinzione che non ne produciamo più di nuove? In questo momento io ne sto scrivendo dieci. Certamente un giorno chiuderemo (e fra cento milioni di anni la Via Lattea si scontrerà con la galassia Andromeda) ma per ora non se ne parla.

5 – Caro Moreno, qual è la miglior storia, per te, dei seguenti autori zagoriani sulla serie: Nolitta, Ferri, Bonelli, Castelli, Sclavi, Toninelli, Boselli, tu stesso, Rauch, Mignacco, Perniola, Zamberletti?

Di Nolitta, “Odissea americana”. Di Ferri, inteso come sceneggiatore, “I due sosia”. Di Bonelli padre, “L’abisso verde”. Di Castelli, “Molok”. Di Sclavi, “Lupo solitario”. Di Toninelli, “Fuga nella prateria”. Di Boselli, “L’esploratore scomparso”. Del sottoscritto, “La palude dei forzati”. Di Rauch, “Il giorno dell’invasione”. Di Mignacco, “Vento ribelle”. Di Perniola, “Corsa mortale”. Di Zamberletti, “Il ritorno di Blondie”.

6 – Gentile Moreno, nell’eventualità dell’apparizione di un suo erede come sceneggiatore, quali qualità dovrebbe possedere?

Non ho niente da lasciare in eredità, gli eredi già ci sono (Jacopo Rauch, per esempio), e basterà che il mio successore sia un pochino più bravo di me e in grado di interpretare meglio i segni dei tempi. Non è che ci voglia molto.

7 – Caro Moreno, cosa ne pensi di una collana semestrale intitolata “I Viaggi di Zagor”, completamente slegata dalle avventure della serie regolare e che veda il protagonista al di fuori del proprio habitat naturale, ovvero in storie che lo vedano viaggiare in luoghi lontani dalla propria foresta?

Le indicazioni che riceviamo e che mi vengono date vanno in direzione opposta: i lettori apprezzano di più lo Zagor inserito nel suo contesto darkwoodiano. Poi, qualche escursione fuori porta gliela facciamo fare lo stesso, senza bisogno di una serie apposita. Ciò detto, se mi chiedessero di inaugurarla, sarei lieto di farlo e credo che l’eroe si presti a ogni tipo di trasferta.

8 – Buongiorno. Vorrei complimentarmi con il signor Moreno per la bellissima e struggente storia “Mortimer ultimo atto”. L’ho riletta e mi sono commosso come la prima volta. Credo che sia pari a “La marcia della disperazione” di Nolitta quanto a momenti che mi hanno fatto commuovere. Ancora un grazie per queste emozioni.

Non scherziamo, nel senso che con “La marcia della disperazione” non c’è confronto. Ciò detto, grazie per le belle parole (che rincuorano).

9 – Caro Moreno, qual è secondo lei il numero massimo di personaggi da poter utilizzare in una storia senza strafare? Immagino che tutti quelli che appaiono debbano avere una qualche utilità nel racconto, ma se ce ne fossero troppi da risultare poi non tutti caratterizzati nella maniera migliore, è un problema? Come andrebbe risolto?

Meno personaggi ci sono, meglio è. Poi, vanno inseriti tutti quelli che servono. A volte, anche una figura minore è necessaria per fare da sponda a un dialogo o a dare informazioni. Ma inserire nomi e facce per far numero, lo trovo sbagliato.

10 – Caro Moreno, l’incontro di Zagor con Kendra de “Gli occhi del destino” è avvenuto prima che Zagor incontrasse Cico?

Non ci sono indizi per stabilirlo.

11 – La storia disegnata da Mauro Laurenti è in preparazione?

Mauro è stato occupato su Tex e su Dampyr per molti mesi, a breve dovrebbe tornare a disegnare Zagor.

12 – Caro Moreno, è chiaro che molti fan vorrebbero i sequel di quel personaggio o di quell’avventura, ma come nasce un sequel? Viene lasciata aperta una porta alla fine della prima avventura? Non si fa morire il personaggio? Si fa caso alle richieste dei lettori? Per esempio, lei ha detto che per Change è previsto un ritorno ma mi è parso di capire che solo il 50% (percentuale casuale) ne sia rimasto entusiasta. Bisogna accontentare anche una ristretta cerchia ma le chiedo se basta un numero di richieste di ritorni oppure di buone idee riguardanti comprimari non del tutto piaciuti rispetto alla prima apparizione?

Non saprei come si possa stabilire la percentuale dei lettori riguardo al gradimento di Change. Ci si basa sui commenti di dieci (sempre i soliti) sui forum? E le altre decine di migliaia che comprano o leggono senza commentare? Escludiamo perciò i referendum a maggioranza di questo tipo. Anche perché ci può essere un sequel non richiesto da nessuno che si rivela una buona storia. Diciamo che se qualcuno chiede un sequel (può essere anche una persona sola) questo dà un input a un autore. Input che può nascere anche spontaneamente senza suggerimenti. Le storie nascondo da un’idea, che viene valutata. Se l’idea è (o sembra) buona, si procede, indipendentemente dal fatto che si tratti della proposta di un sequel o di una trama originale, e indipendentemente dal fatto che ci siano richieste da parte dei lettori. I lettori propongono tanti sequel, poi bisogna vedere se gli input forniti danno origine a soggetti convincenti.

13 – Caro Moreno, come si svolge il lavoro, a grandi linee, all’interno della Casa Editrice Bonelli? Come siete organizzati dal più alto in carica in giù? E come viene stilata la scaletta della creazione di un albo di Zagor?

Ci sono tre direttori (una trinità con funzioni e ruoli diversi): Davide Bonelli, Simone Airoldi, Michele Masiero. Poi ci sono i curatori delle testate che ricevono direttive (uno sono io, riguardo alle testate zagoriane) ma che, nell’ambito delle deleghe a loro affidate, hanno autonomia per operare in modo da garantire la consegna degli albi secondo il calendario stabilito, gestendo il lavoro di sceneggiatori e disegnatori. C’è poi tutto il lavoro redazionale: grafica, lettering, correzione, revisione, archivio, stampa, amministrazione. Ci sono responsabili per ogni settore, tutti interagiscono con tutti, coordinati da Luca Del Savio. Io propongo una programmazione ai miei referenti e cerchiamo di fare in modo di starci con i tempi. Stefania Bajocchi, per esempio, organizza il lavoro in modo che ogni albo venga consegnato alla stampa in tempo. Siamo una squadra numerosa!

14 – Gentile Moreno, siccome la saga di Zagor prevede la variabilità dei generi, lei in quale di questi generi pensa di aver dato il meglio di sé?

Secondo me, in due: giallo e umorismo.

15 – Caro Moreno, le copertine di una storia, o di parte di essa se pubblicata a puntate, risultano essere talvolta anche migliori della storia stessa. Non si rischia quindi, secondo te, di “fregare” il lettore proponendo una copertina divina ma facendolo rimanere deluso per il racconto in se stesso?

Una copertina deve attirare il lettore, e in questo Ferri era maestro. Lasciamo fare al copertinista il suo lavoro meglio che può, e speriamo che anche gli autori delle pagine interne facciano altrettanto. Del resto, questo problema (se di problema si tratta) non riguarda soltanto Zagor, e non soltanto i fumetti. Si potrebbe dire lo stesso delle stratosferiche copertine di Emanuele Taglietti o Alessandro Biffignandi per le pubblicazioni di Renzo Barbieri (quelle sexy della Ediperiodici), per certi manifesti di film, per tutte le pubblicità in generale.

16 – Nella storia “Il segreto della mappa” incontriamo un agente dell’agenzia investigativa Pinkerton. L’agenzia Pinkerton è stata fondata nel 1850, ed è noto che le avventure di Zagor sono avvenute circa 20 anni prima, in un momento in cui Allan Pinkerton era ancora un giovanotto. Come spieghi la presenza di Pinkerton in questa storia, se nelle avventure di Tex Willer dove incontriamo anche Allan Pinkerton è chiaro che l’agenzia è stata fondata negli anni ‘50 dell’Ottocento (e l’incontro di Zagor e Tex nel dicembre 2021 ci dice che i due fanno parte dello stesso universo)? Grazie!

“Il segreto della mappa” è una storia del 1987. L’attenzione agli anacronismi e all’aderenza con la realtà storica si è andata accentuando sempre più nel corso degli anni, in passato non era così stringente. Basterà pensare che su Zagor si usano armi automatiche con venti o trenta anni di anticipo (fu stabilito così da Nolitta nel 1961). Sulla copertina del n° 32, “Il fuggiasco” (1968), compare una mitragliatrice Gatling, costruita per la prima volta nel 1861. Gli esempi potrebbero essere tanti. Diciamo che oggi come oggi io scarto di continuo soggetti che prevedano l’uso di fotografie, che divennero diffuse negli USA solo nella seconda metà dell’Ottocento, o sceneggiature in cui si canti “Oh Susanna” (che è del 1848), dunque facendo attenzione a questo tipo di cose, mentre in passato altri curatori non sono stati così pignoli. Va detto che anch’io, talvolta, accetto delle “licenze poetiche” dato che, in fondo, Darkwood è il regno della fantasia.

17 – Caro Moreno, cosa la colpì di Zagor e delle sue avventure quando lo lesse le prime volte, tanto da farla diventare uno dei suoi più avidi fan?

Il “sense od wonder” che trasmettevano le storie di Nolitta e Ferri, unite alla gradevolezza di racconti facili da seguire ma mai banali, con in più tanto umorismo.

18 – Caro Moreno, Sergio Bonelli disse di avere avuto il rimpianto di avere fatto uscire di scena Manetola così presto, ritenendo di poterlo poi utilizzare in altre avventure. Crede che averlo fatto morire sia stato un pro od un contro per la saga zagoriana? Le sarebbe piaciuto utilizzarlo al presente, visto che ha ripreso in mano Liberty Sam? A grandi linee, di quali situazioni sarebbe potuto essere protagonista?

La morte di certi personaggi a volte è un bene perché dà un’impronta realistica e drammatica alle storie. Nel caso di Manetola credo che Nolitta abbia fatto la scelta giusta, consegnando l’eroe alla leggenda. È in lavorazione una storia (di Rauch e Di Vitto) in cui Manetola torna retrospettivamente.

19 – Caro Moreno, nella prima storia, quando Zagor e Cico si incontrarono, Zagor era già conosciuto a Darkwood come lo Spirito con la Scure. Dalla storia “Il re di Darkwood”/“Le Origini 6” alla storia “La foresta degli agguati”, si può concludere che sono passati circa 5 anni, che è un sacco di tempo. Di quel periodo ci sono storie “La palude maledetta”, “I misteri di Redstone”, “Il mio nome è Banack”, “La congiura degli dei” e “Sulle piste del Nord”. La mia domanda è: un giorno avremo una miniserie che ci mostrerà più eventi che hanno contribuito alla creazione della leggenda dello Spirito con la Scure, l’avventura prima de “La foresta degli agguati”? Nel corso degli anni abbiamo visto molti personaggi che Zagor ha conosciuto in quel periodo e in qualsiasi momento sarebbe interessante che tu ci rivelassi queste avventure: Bud Shanks (“Un nido di vipere”), Rocky Buck (“Il popolo della notte”), Gunny Malone, Trapper Rover, Orso Selvaggio, Chandler (“I misteri di Redstone”), Mulligan (“La mano di Allah”)... La lista potrebbe continuare... Questo potrebbe davvero fare grandi storie!

L’idea di fare una seconda miniserie che prosegua “Zagor: le origini” raccontando il periodo fra la prima apparizione dello Spirito con la Scure al raduno dei sakem e il suo incontro con Cico è stata già da tempo da me consegnata, con altre proposte, nelle mani dei megadirettori galattici.

20 – Caro Moreno, ma veramente il 90% dei lettori non ama le trasferte, come da te scritto? Bazzicando forum e pagine facebook mi pare il contrario; anzi, all’annuncio che la prossima trasferta sarebbe stata molto breve molti si sono lamentati, io per primo. Vorrei invitarti ad approfondire la questione.

Non credo di aver mai stabilito la percentuale del gradimento delle trasferte da parte dei lettori (si veda quanto ho scritto in alcune risposte precedenti). Vero è che i lettori si esprimono a favore di tutto e contro a tutto (di solito a favore di ciò che non facciamo e contro ciò che facciamo), però in generale c’è una sorta di convinzione (generata dal successo di alcune iniziative o l’insuccesso di altre, anche al di fuori di Zagor) che il pubblico delle edicole preferisca “riconoscere” i propri eroi nella loro “confezione” più tradizionale, più rassicurante. Riguardo alla brevità della prossima trasferta, stiamo parlando comunque di cinque mesi in cui si attraversa mezza Europa e si gettano le basi per eventuali recuperi retrospettivi di avventure non raccontate. Vedrai nell’albo di dicembre Zagor, rientrato a Darkwood, narrare di un viaggio di ritorno costellato di tappe di cui un giorno potremo tornare a parlare. E, in ogni caso, ci sono altre due trasferte (neppure troppo brevi) in terre lontane (a Est e a Ovest) che riporteranno Zagor lontano da casa.