lunedì 29 gennaio 2018

Spettri per “Digging” Bill (Color Zagor n. 6)



Quali segreti nasconde la misteriosa villa rimasta sommersa sotto il lago Weir, creato dalle acque di un fiume dopo una frana che ne ha sbarrato il corso?
“Digging” Bill è convinto che l’edificio custodisca un tesoro, ma quella casa e il bacino che la ricopre hanno fama di essere infestati dai fantasmi degli abitanti che rimasero vittime del cataclisma.
Zagor aiuta Bill a sfuggire prima a un gruppo di pellerossa, poi a una banda di malintenzionati decisi a mettere per primi le mani sul tesoro della villa, ma un turbinare di inquietanti avvenimenti fornisce allo Spirito con la Scure tutti gli indizi per scoprire che cosa realmente accadde, in quella casa, la tragica notte dell’alluvione.

Questo sesto Color Zagor prosegue la tradizione che vede dedicare ogni numero di questa collana ad un diverso comprimario dello Spirito con la Scure. Questa è la volta del simpatico e briccone cacciatore di tesori Beniamino Redwell (o Rockwell, nemmeno lui se lo ricorda più) meglio conosciuto come “Digging” Bill.
La storia di Samuel Marolla (qui alla sua seconda prova zagoriana, dopo la bella avventura carceraria apparsa sui nn. 594/595 della serie regolare: Hellgate brucia!) è ambientata nel Maine, e ciò di per sé non avrebbe nulla di eccezionale (Zagor c’è già stato altre volte, la prima delle quali nell’avventura in cui scopriva i vichinghi di Wineland); ma se il lettore smaliziato pone attenzione al fatto che i nostri eroi transitano dalla cittadina di Bangor e che ad un certo punto (a pag. 62) compaiono due cartelli segnaletici che recano il nome di altre due cittadine (Castle Rock e Derry) ecco che non può fare a meno di pensare: sto leggendo un romanzo di Stephen King?
Se a ciò aggiungiamo anche altre suggestioni che richiamano alla mente le opere “kinghiane” (in particolare Shining, soprattutto nella sua riduzione cinematografica ad opera di Stanley Kubrick) ed il fatto che lo sceneggiatore è anche autore di libri horror, ecco che non possiamo fare a meno di restare completamente avvinti da una trama che presenta tutte le migliori caratteristiche della letteratura del soprannaturale!

Citazione dal film Shining
A me la storia è piaciuta molto, sia per il ritmo “lento” con il quale si svolge, sia per la suggestiva atmosfera di angoscia che si respira leggendola, sia per i personaggi di contorno, molto particolari, caratterizzati benissimo e mai stereotipati. Zagor è sempre sicuro di sé, Cico gestito molto bene e “Digging” Bill nella migliore tradizione nolittiana.
In particolare su quest’ultimo personaggio, mi piace citare il concetto che esprime lo stesso Marolla nella sua intervista apparsa sul sito della S.B.E.: “Ma soprattutto, in Bill ho sempre sentito una strana ambiguità di fondo. Bill nasce come antagonista di Zagor e come personaggio parzialmente negativo. Poi subisce una fisiologica trasformazione, e oggi è grande amico di Zagor e Cico. A me, però, piace quel suo iniziale spirito canagliesco, che a volte viene fuori dalla pagina anche se ufficialmente ormai fa parte dei "buoni". Ecco, nella mia storia ho voluto tornare un po' allo spirito di quel primo "Digging" Bill, naturalmente senza stravolgere il personaggio che oggi conosciamo bene, ma recuperando alcuni lati truffaldini del suo carattere”. In tutto ciò, devo dire che l’autore ha fatto centro!

Olive Oatman
Tra gli altri personaggi della vicenda, Miss Clarice è sicuramente quello che colpisce di più, anche per il singolare tatuaggio che porta sul mento. Marolla si è ispirato alla reale figura di Olive Oatman che nel 1851, quando era quattordicenne con la sua famiglia partì dall’Illinois alla volta della California. Lungo il tragitto la famiglia si smarrì e giunse nei territori dell’odierna Arizona, dove vennero assaliti e annientati dagli indiani Yavapai. Le uniche superstiti, grazie all’uso della tribù che prevedeva di risparmiare le ragazze, furono lei e sua sorella Mary Ann di soli sette anni. Le due sorelle furono imprigionate e schiavizzate dagli Yavapai per poi essere cedute ad una tribù Mohave. Presso tale tribù vennero tatuate con la polvere da terra pietre blu. Mary Ann morì di fame, durante una grave siccità che decimò i nativi, e Olive continuò a vivere con le persone Mohave, integrandosi fra di loro; tant’è che sposò uno di essi ed ebbero due figli. Anni dopo, nel 1856 un drappello rinvenne Olive e la ricondusse nella sua civiltà originaria, quella bianca. Olive fu nuovamente sconvolta psicologicamente dallo sradicamento dalla sua nuova vita nella tribù in cui era stata accolta. Morì per un attacco di cuore il 20 marzo 1903.

Eva di Hell on wheels
Ai forumisti di SCLS che evidenziavano questa somiglianza, insieme a quella con il personaggio di Eva della serie televisiva Hell on wheels (anch’essa accompagnata da uno “svedese”), Marolla rispondeva:
Clarice si ispira a Olive Oatman, non alla serie Hell on Wheels (che pur adoro). Lo "svedese" giuro essere una coincidenza rispetto a Hell on Wheels, non ci avevo nemmeno pensato. Infatti sono diversissimi per fisico e carattere.
La mia maggiore fonte di ispirazione per lo svedese è "il tedesco", alias Esse-Esse nel meraviglioso speciale di Mister No "Dark Lady". Poi Paolo Bisi lo ha reso più "Viking" di quanto io avessi in realtà immaginato nella mia testa. Ma la versione di Paolo è molto meglio della mia idea astratta, quindi perfetto così!”.
Sempre molto belli i disegni di Paolo Bisi (che, guarda caso, aveva esordito come disegnatore zagoriano proprio con un’avventura nella quale era coinvolto anche “Digging” Bill: l’Almanacco dell’Avventura 2006 Il tesoro di Digging Bill), che si è anche divertito a inserire nella storia una “comparsa” che ha le sue stesse fattezze (pag. 13, vignetta 2).
In conclusione, non posso che applaudire a questa nuova prova dell’accoppiata Marolla/Bisi, in attesa di leggere loro nuove avventure (anche in formazione disgiunta, naturalmente)!

Da ultimo, riporto una risposta data da Samuel Marolla sul Forum SCLS che può risultare interessante per capire le dinamiche redazionali all’interno della Casa Editrice.
A chi gli chiedeva se per questo Color avesse avuto meno necessità di cambiamenti imposti dalla casa editrice rispetto alla storia uscita su due albi della collana Zenith, lo sceneggiatore rispondeva così:
No, non vi è stata alcuna differenza sulla gestione editoriale rispetto alla doppia di Hellgate Brucia.
Ho lavorato, direttamente e indirettamente, con diverse serie Bonelli, così come ho buona esperienza di direzioni editoriali nelle case editrici di narrativa, sia Big (Mondadori) che indipendenti, quindi ho conosciuto e ho visto lavorare molti curatori editoriali.
Per la mia personale esperienza, Moreno è un ottimo curatore, che permette il giusto equilibrio fra la creatività personale dello sceneggiatore, le "regole" del personaggio e della serie, e la coerenza logica.
Su quest’ultimo punto, se vi è qualche (innocuo) "peccatuccio", la responsabilità è mia e non certo di Moreno, che è invece molto scrupoloso. Essendo però io un autore un po’, diciamo, "irrequieto" artisticamente, non è facile imbrigliarmi, e quindi qualcosa ogni tanto sfugge alle sue pur attente verifiche”.

giovedì 4 gennaio 2018

THE SAVAGE SWORD OF CONAN COLLECTION




Se qualcuno mi domandasse: “Quali sono i 5 principali personaggi a fumetti che hanno accompagnato la tua vita?”, la mia risposta sarebbe questa: “Zagor, Capitan America, Alan Ford, Tarzan e… Conan”.

Ora, se i primi tre sono nati subito come carachters dei fumetti, gli altri due nascono innanzitutto come personaggi letterari, ed proprio in questa veste che io li ho inizialmente conosciuti.

Infatti verso la metà degli anni ’70 acquistai e lessi con estremo piacere e divertimento tutti i 16 romanzi di Tarzan che la casa editrice Bemporad/Marzocco pubblicò (in questo mio articolo potete vedere le loro copertine).

Per quanto riguarda Conan, pur avendo letto il primo numero della sua versione fumettistica pubblicata nella collana degli Albi dei Super-Eroi dell’Editoriale Corno (sempre negli anni ’70), fu più avanti, all’inizio degli anni ’80, che mi appassionai soprattutto alle sue avventure letterarie, pubblicate all’epoca dall’Editrice Nord e dalla Mondadori. Questa passione mi portò, in seguito, a collezionare anche le sue avventure a fumetti (pubblicate dal 1986 al 1994 dalla Comic Art in albi brossurati della misura di cm. 16x21 le cui dimensioni ridotte, purtroppo, non rendevano giustizia alle storie ivi contenute).

Pensate che il personaggio di Conan mi piacque così tanto che io stesso scrissi alcuni racconti incentrati su un suo epigono chiamato Baltorr il Vandesiano (da qui il mio nickname), il primo dei quali, dal titolo Il dio prigioniero, fu anche pubblicato su una fanzine di fantascienza e fantasy dell’epoca.

Da allora in poi ho cercato di collezionare quasi tutto quello che veniva pubblicato su Conan, sia nella sua versione letteraria sia in quella a fumetti.


Per questo voglio segnalarvi questa interessantissima pubblicazione della casa editrice Hachette, il cui primo numero è uscito nelle edicole proprio gli ultimi giorni del 2017: THE SAVAGE SWORD OF CONAN COLLECTION, della quale avrete probabilmente visto anche alcuni spot pubblicitari in televisione.

Si tratta di una collana in volumi cartonati di grande formato, con circa 150 pagine ad alta grammatura e superbamente illustrate, che presenta in ordine cronologico le migliori storie a fumetti di Conan pubblicate originariamente dalla Marvel Comics nelle collane in bianco e nero Savage Tales e The Savage Sword of Conan the Barbarian.

In questi giorni ho avuto la possibilità di visionare in anteprima i volumi 1 e 2, e per darvi un’idea del loro contenuto passo ad illustrarveli.


Il n. 1 contiene le seguenti storie tratte da Savage Tales 1/5:

- La figlia del gigante dei ghiacci (testo di Roy Thomas e disegni di Barry Smith)
- Cimmeria (testo di Robert E. Howard e disegni di Barry Smith e Tim Conrad)
- Chiodi rossi (testo di Roy Thomas e disegni di Barry Smith)
- La notte del dio scuro (testo di Roy Thomas e disegni di Gil Kane e Neal Adams)
- La creatura del buio (testo di Roy Thomas e disegni di Barry Smith)
- Il segreto del fiume del teschio (testo di Roy Thomas e disegni di Jim Starlin e Al Milgrom)


Il n. 2 contiene le seguenti storie tratte da Savage Sword of Conan 1/4:

- La maledizione del non-morto (testo di Roy Thomas e disegni di John Buscema e Pablo Marcos)
- Colosso nero (testo di Roy Thomas e disegni di John Buscema e Alfredo Alcala)
- Alla montagna del dio-luna (testo di Roy Thomas e disegni di John Buscema e Pablo Marcos)
- I demoni della vetta (testo di Roy Thomas e disegni di Tony DeZuniga)
- Ombre di ferro sulla luna (testo di Roy Thomas e disegni di John Buscema e Alfredo Alcala)

Come potete vedere, gli autori sono tutti di grande livello, ma la cosa più bella per chi, come me, ha amato anche il Conan letterario, è che sono quasi tutte trasposizioni a fumetti di racconti originali del creatore del personaggio, Robert Ervin Howard.


Oltre alle storie a fumetti, ogni volume contiene anche degli inserti redazionali (curati da Massimiliano Brighel) dedicati all’universo della serie e alla sua creazione, una storia informale della letteratura sword & sorcery a puntate (di Lin Carter, uno dei continuatori di Howard), le biografie degli autori, le copertine originali e una straordinaria galleria di illustrazioni di Conan.


Quindi se, come me, siete interessati a questa bellissima pubblicazione, THE SAVAGE SWORD OF CONAN COLLECTION la potete trovare sia in edicola sia disponibile in abbonamento ai seguenti link:

Buon 2018 “fumettoso” a tutti!!!