mercoledì 31 ottobre 2018

Arrivano i Morb (con una piccola anteprima esclusiva)!!!


Il 30 Novembre prossimo
uscirà in edicola il Color Zagor n. 8
intitolato “La minaccia dei Morb”,
che, a tre anni di distanza da quello con Dragonero,
metterà in scena un nuovo team-up
dello Spirito con la Scure: questa volta con Brad Barron.

 I testi sono opera di Tito Faraci,
i disegni di Walter Venturi.

Su questo blog ebbi già a mostrarvi
queste immagini tratte dalla storia in lavorazione:



Oggi che l’albo è stato ufficialmente presentato
nel “prossimamente in edicola” del sito S.B.E.,
ecco a voi in anteprima esclusiva ed assoluta
sul mio blog
il “frontespizio” della storia, disegnato da
Walter Venturi.

Come è consuetudine della collana Color Zagor, infatti, il frontespizio
(cioè la prima pagina numerata dopo la cover vera e propria
che viene sempre realizzata dal copertinista ufficiale)
viene fatto eseguire direttamente dal disegnatore dell’avventura
presente nell’albo, che in tal modo ha la possibilità
di creare una sorta di “seconda copertina” della storia.

Il frontespizio in questione lo trovate qui sotto:


Ora rimaniamo in attesa di leggere l’albo…
Alla prossima, amici zagoriani!!!

venerdì 26 ottobre 2018

Zagor – Le Origini


Ora che è stata diramata ufficialmente la notizia della sua pubblicazione tramite il sito della S.B.E., posso parlarvi della mia esperienza con “Zagor – Le Origini”.

Quando la mattina del 19 settembre 2018 sono entrato nell’ufficio di Moreno Burattini, questi mi ha subito detto: “Non posso darti retta per circa una mezz’ora. Ho dei lavori da sistemare urgentemente, per cui se vuoi prendi questo e leggilo” e mi ha messo tra le mani un plico di 60 fogli formato A4 sui quali era stampata una storia a fumetti a colori.

Si trattava, per l’appunto, della prova di stampa di “Zagor – Le Origini”, una delle pubblicazioni zagoriane che vedranno la luce in occasione della prossima Lucca Comics & Games.

Sei la prima persona esterna alla Casa Editrice che ha la possibilità di leggerla. Mi interessa il parere di un lettore, di un lettore zagoriano tipico. Voglio capire se questa storia funziona, se sono partito con il piede giusto” ha concluso Moreno, ed è tornato a dedicarsi alle sue scadenze lavorative.

Ho cominciato la lettura, e più mi addentravo nella vicenda più strabiliavo… Era una delle storie più belle che mi fossero capitate tra le mani! C’era di tutto: emozioni… drammaticità… violenza… amore… innocenza… verità… pathos… e disegni davvero eccellenti (ad opera di Valerio Piccioni e Maurizio Di Vincenzo)!

Al termine della lettura non sapevo cosa dire: l’emozione era tanta e anche la felicità…

Credo di aver detto a Moreno: “Ma questa storia è un capolavoro!”.

Anche se ora non posso dirvi assolutamente nulla della trama, ho voluto comunque farvi partecipi del privilegio che ho avuto, raccontandovi ciò che ho provato in prima persona. Tra pochi giorni potrete anche voi vivere la mia stessa esperienza con l’acquisto del volume e vedrete che dovrete darmi ragione: sarà una delle storie zagoriane che più vi coinvolgeranno ed emozioneranno!

Oltre alle due pagine dell’avventura che sono disponibili sul sito della S.B.E. posso mostrarvi qualche altro piccolissimo particolare dei disegni: eccolo a voi, in anteprima assoluta!!!










giovedì 25 ottobre 2018

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (6)



Sono passati più di due mesi
dall’ultima serie di domande/risposte
da parte del nostro Moreno Burattini su questo blog.
Ora, finalmente, ecco a voi il sesto capitolo…


1 – In futuro ci sarà la possibilità di rivedere Fats, il menestrello de "La paura scorre sul fiume" magari approfondendo la sua vita? Di solito questi personaggi simpatici nascondono un passato con vicende dolorose…

Di Fats, musicista di colore, mi sono rimasti in mente i duetti con Cico: il personaggio potrebbe in effetti tornare a far coppia, canora e avventurosa, con il messicano. Mi appunto il suggerimento, ma mi appunto anche di chiedere proprio a Maurizio Colombo (lo sceneggiatore de “La paura corre sul fiume”) di recuperare il suo menestrello. La serie di Zagor è piena di personaggi grandi e piccoli da riportare sulla scena.

2 – Stiamo vivendo una stagione di continui ritorni, tra nemici del passato e personaggi ricorrenti della saga. Si tratta di una precisa programmazione editoriale della collana?

I ritorni di amici e di nemici sono molto richiesti dagli appassionati. La serie si presta, grazie alla sua ricchezza di figure memorabili, alla loro ricomparsa: quello dello Spirito con la Scure è un vero e proprio microcosmo. Gli sceneggiatori sono affascinati, al pari dei lettori, dai villain e dai comprimari, e dunque fanno proposte per utilizzarli. Abbiamo una collana, quella a colori, dedicata proprio ai personaggi dell’universo zagoriano. Insomma, anche senza un preciso intento, i grandi avversari e i grandi alleati fanno continuamente la loro ricomparsa nei soggetti e nelle sceneggiature, nonostante i filtri (per ogni storia pubblicata, ci sono state svariate bocciature). Del resto, sono tanti! Queste nuove apparizioni contribuiscono a consolidare il microcosmo, intrecciando le storie fra loro e sedimentando un “passato” di trascorsi e di precedenti. Non c’è la mia precisa volontà di sfruttare i ritorni per, per esempio, fidelizzare i lettori; c’è la mia precisa volontà di pubblicare, per quanto possibile e nei limiti della serialità, storie divertenti e interessanti. Se mi viene proposta (o se viene in mente a me) una avventura divertente e interessante senza ritorni, la facciamo. Il buon proposito è di mettere in produzione il meglio che riusciamo a realizzare, poi a storia finita vediamo cosa abbiamo da presentare nella programmazione.


3 – Sarà possibile rivedere Miranda, la dark lady della storia "Huron"?

Possibile lo è certamente. Il suo destino è anche rimasto in sospeso e sarebbe bello vedere che le è successo Ho anche ricevuto un paio di proposte che la riguardano. Perciò immagino che qualche sviluppo ci sarà.


4 – Ritengo la saga atlantidea di Zagor molto bella e avvincente. Sarà possibile leggere in futuro altre avventure con tematiche riguardanti Atlantide e Mu?

Nel mio libro “Discorsi sulle nuvole”, da poco uscito grazie a Cut Up, è contenuto un capitolo appena un po’ polemico contro chi ha protestato con marce e manifestazioni al grido di “Basta Atlantide!”. Mi sono chiesto come mai Atlantide sia un argomento che hanno trattato e trattano tutti (c’è persino su Tex, in una storia di Nolitta) ma allo stesso tempo sia incredibilmente risultato indigesto a una parte dei lettori, nonostante Zagor sia una testata che, per le sue caratteristiche avventurose e fantastiche, si presta straordinariamente alla trattazione del tema. Non a caso Davide Morosinotto l’ha utilizzato nel suo romanzo “Zagor” senza che io gli abbia detto niente (da esperto scrittore ha colto da solo l’opportunità). Tuttavia, esaurito il ciclo con il viaggio in Antartide, per non far venire travasi di bile agli atlantidofobi mi sono riproposto di non entrare più nell’argomento.


5 – Riprenderà la pubblicazione degli Zagoroni? Sono ormai passati 5 anni dall’ultimo…

Gli Zagoroni sono stati una felice parentesi ma pare che il mercato tenda a premiare formati più piccoli e più agili. Questa preferenza dei lettori non riguarda solo Zagor ma tutti i personaggi, tant’è vero che a parte Tex anche Dylan Dog, Nathan Never e Martin Mystére hanno visto chiudere le loro serie giganti.


6 – È da tanto che Zagor non va in vacanza nei Caraibi: a quando una bella storia tra pirati, zombies e a difesa degli schiavi delle locali piantagioni?

Zagor è stato nel Caraibi nel 2009, nove anni fa, che per i tempi della nostra serie corrisponde all’altro ieri. Gli zombi sono comunque in arrivo - a Darkwood, però. E riguardo alla schiavitù c’è una storia piuttosto engagée in attesa dell’edicola.


7 – Caro Moreno, cosa pensi dell’idea che il Tessitore possa diventare uno dei nemici più pericolosi come Blofeld per Bond? Lui e la sua organizzazione hanno un grande potenziale per essere l’arcinemesi criminale di Zagor. Chi disegnerà questa storia, forse Verni?

Il Tessitore tornerà perché, com’è evidente dal finale del ritorno di Smirnoff, ci sono un sacco di cose ancora da raccontare. Luigi Mignacco si è incaricato di scrivere il seguito, che però non ha ancora un disegnatore, in attesa che si sblocchino le altre storie in corso. Abbiamo così tante idee che ci ingolfiamo.


8 – Un personaggio femminile che mi piacerebbe rivedere è quello di Conchita, apparso in una breve storia a conclusione dell'avventura contro Capitan Serpente. È possibile ?

Vale il discorso fatto per Miranda. Faccio notare come soltanto dando retta ai suggerimenti, tutti giusti, ricevuti in queste domande, ci sarebbero altri cinque o sei ritorni da mettere in cantiere. Salvo poi trovare chi si lamenta delle troppe ricomparse dei vecchi personaggi e ci accusa di non inventarne di nuovi. Come se far tornare un character del passato non costasse fatica: a volte è più faticoso che scrivere una storia ex novo.


9 – Bella (ed inaspettata) la notizia del ritorno su Zagor di Devescovi. Puoi accennare a cosa sta lavorando?

Per il momento sta realizzando una storia breve (40 tavole) per un Maxi della serie “I racconti di Darkwood”.


10 – È un po’ che non viene pubblicato Chiarolla, disegnatore dallo stile particolare che apprezzo molto. Quando e in che occasione lo rivedremo?

Tornerà con una storia in tre albi nel corso del 2019.


11 – Già si sa che, tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, Zagor sarà impegnato nel lontano ovest, nella storia disegnata da Kerac. Ci saranno subito dopo delle tappe di riavvicinamento a Darkwood, magari con un vecchio nemico ad aspettarlo a casa (soluzione che prediligerei) oppure lo rivedremo muoversi nella sua foresta a partire dal mese seguente, senza alcuna spiegazione di sorta?

La storia di Bane Kerac racconterà la quarta parte della trasferta fuori da Darkwood iniziata con “Terre fredde”. Per giustificare agli occhi dei lettori che non hanno seguito i Maxi del 2018 il fatto che Zagor si trovi nel Sud-Ovest ho pensato a un escamotage che spero apprezzerete.


12 – Come sono andati gli albi di Cico? (spero bene).

Benino. Il problema è che i lettori di Zagor preferiscono il formato tradizionale, a quanto pare.

13 – La mia edicola è letteralmente inondata di pubblicazioni di Tex a colori in ogni formato… È impensabile sperare in una riedizione delle più belle storie del Nostro, a colori formato Bonelli?

Tutt’altro che impensabile.


14 – A me piacciono molto le atmosfere urban. In attesa di vedere Zagor andare da Frida nel Palazzo dell’Imperatore a Vienna, non è in programma alcuna storia in città?

Va bene Londra?


15 – Volevo chiedere a Moreno se ha mai trovato una risposta alla morte di Makuaty, l’unica a ripercuotersi anche nella nostra realtà, nella storia di Sclavi sul ritorno di Hellingen.

Makuaty, sciamano dei Mohawk già presente in “Terrore dal sesto pianeta”, viene ripreso da Tiziano Sclavi per farne un personaggio della storia più sclaviana di Zagor, “Incubi”. Muore, viene riportato in vita… tutto collassa, tutto è illusione, tutto accade in una diversa realtà, nell’universo parallelo creato dalla mente di Hellingen che non vuole accettare di essere stato disintegrato nella cabina degli akkroniani. Faccio mia una frase della recensione di uBC: “Quasi tutta la storia si svolge in universi paralleli al nostro, ed è inutile cercare incongruenze in realtà alternative e impossibili”. Non è che non ho mai trovato una risposta, non l’ho neppure cercata.


16 – In una tua risposta precedente, Moreno, citavi la pubblicazione di due storie di Fishleg. La seconda storia sarà pubblicata sul mensile o su una collana extra? Inoltre, se possibile, quale è più o meno la data di uscita?

Una delle storie che citavo è già uscita: si tratta di “Ombre sulla Golden Baby”. L’altra, a mio avviso molto interessante, è in attesa di pubblicazione. Potrebbe essere un Maxi del 2020.


17  Leggendo il romanzo di Zagor non ho compreso bene lo spazio temporale che trascorre tra la morte di Fitzy e l’incontro di Zagor con Ayane. Mi sbaglierò senz’altro, ma mi ha dato l’impressione come se il tutto fosse accaduto nell’arco di solo giorno, o della notte stessa. Cosa che, se fosse vera, risulterebbe incompatibile con la sinossi ideata da Nolitta in Zagor racconta... Grazie della risposta.

Il romanzo di Zagor racconta una storia (certamente di breve durata) collocabile subito dopo la morte di Wandering Fitzy. La sinossi di Nolitta in realtà deriva da un racconto che lo stesso Spirito con a Scure fa a beneficio di Cico. Dunque Bonelli non mostra ciò che davvero è accaduto ma la versione che Zagor ne dà, sorvolando per brevità su molti fatti per arrivare al dunque, o tacendo volontariamente qualcosa per motivi suoi. Per esempio, Nolitta nulla dice di come Pat abbia imparato a volare tra i rami o perché abbia costruito una scure dalla foggia insolita. Insomma, “Zagor racconta” è una storia riferita, non mostrata in diretta, e si presta a tutte le integrazioni del caso.


18 – C’è la possibilità che Zagor e Cico ritornino nel regno di Golnor?

C’è la certezza, dato che Giuliano Piccininno la sta appunto disegnando.



19  Ci sarà una storia sul passato di Supermike?

A qualcosa accenneremo nel ritorno che è in lavorazione.


20 – In relazione alle eventuali domande da rivolgere al nostro Moreno, ecco la mia qui di seguito: Zagor è l’eroe positivo per eccellenza, classico nel suo codice morale, moderno sia per la concezione dell’universo che lo circonda e dell’interazione con esso, sia per l’umanità e l’emotività che lo contraddistinguono. Tra le sue peculiarità mi è sempre piaciuta la capacità di indignarsi e d’infuriarsi innanzi alle vittime dei soprusi, non temendo di manifestare sentimenti e stati d’animo, a volte reagendo con veemenza sul piano del trasporto emozionale con tutta la collera possibile per poi ritrovare in extremis il proprio equilibrio, dimostrandosi una volta di più l’eroe (umano) di sempre. Per fare una banale citazione, mi sovviene il richiamo ad una vecchia storia degli anni ottanta, “Il filtro diabolico”, in cui lo scontro finale con il villain di turno (“Bimbo” Sullivan) fu particolarmente intenso a causa dei tormenti fatti patire da questi al nostro eroe nel corso di quell’avventura. Ricordo di essermi immedesimato così tanto nello stato d’animo del protagonista in occasione della resa dei conti, che vissi tale epilogo con totale trasporto, in completa simbiosi con le emozioni ivi narrate delle quali, ancora oggi, rammento l’appagante soddisfazione di fine lettura. Di contro, negli ultimi tempi, ho avuto come l’impressione che tale prerogativa, vuoi per una maggior incidenza del “politically correct” sugli albi della collana, vuoi chissà, per esigenze redazionali, si sia andata ad affievolire e che le reazioni emozionali del nostro, per quanto esacerbate dai drammatici eventi in cui viene coinvolto, rispetto alle premesse narrative ed alle aspettative createsi nel corso dell’avventura siano, nel finale, sempre piuttosto “misurate”, “contenute”, “ponderate”. Mi sarei aspettato ad esempio una resa dei conti un po’ più “tosta” nell’ultimo scontro con Mortimer (reo dell’uccisione proditoria di alcuni cari amici dell’eroe), o un confronto più “deciso” con il sempiterno nemico (clone) Hellingen (reso ancora più odioso dalle rivelazioni sul suo passato) o ancora, rievocando l’avventura in edicola, una riscossa un po’più “risoluta” nei confronti dell’uomo pipistrello, sia pur lasciandone, come avvenuto, la dipartita per mano del complice Thunderman. Storie (che, si badi bene, ho comunque apprezzato e che meritano un sicuro plauso) dalle premesse brillanti ed emotivamente coinvolgenti ma dalle conclusioni, a mio parere, un po’ troppo basate sul “fair play” o lasciate nella determinazione dell’evento decisivo, alle circostanze del “fato” (la caduta accidentale, il masso provvidenziale ecc.). Ovviamente capisco che a far agire il nostro paladino in modo un po’ più “strong” si rischierebbe di urtare la sensibilità di alcuni lettori; (ci sono sempre quelli che legati alle ingenuità degli esordi vorrebbero uno SCLS alla “Bud Spencer”: cazzotti inverosimili, fagioli e risate) e naturalmente non dico che si debba tracimare nello splatter o nel cattivo gusto, ma a me piacerebbe vedere ogni tanto uno Zagor “scatenato e inarrestabile” contro cui niente può l’antagonista di turno, un eroe trasportato dall’ira e furente in cui il fine prestabilito (la giustizia) giustifichi ogni mezzo, dal cui contegno emergano la disperazione e il dolore sofferto per le perdite o le malefatte subite, ma anche la redenzione, il risveglio e l’umanità proprie personaggio che lo hanno sempre contraddistinto e fatto amare al grande pubblico, differenziandolo da altri suoi colleghi di carta (e di scuderia). È una cosa fattibile? Lo vedremo ? Con cordialità ringrazio…

La mia opinione sul politicamente corretto è politicamente scorretta, perciò se dipendesse soltanto da me sarei politicamente scorrettissimo, almeno nella logica del “quando ci vuole, ci vuole”. Però mi rendo conto che bisogna stare attenti a non urtare la sensibilità dei lettori più delicati d’animo. Anzi, sono stato più volte vittima di vibrate proteste, per esempio per il finale di “Catene” o per il cruento sacrificio azteco nella storia ambientata nello Yucatan (forse qualcuno ricorderà la lettera scandalizzata del mitico “signor Emilio”). Riguardo al finale di “Catene”, dove Zagor tende una trappola esplosiva ad alcuni spietati schiavisti, ho risposto rammentando ai detrattori come ne “Il fiore che uccide” Nolitta si sia liberato dei cattivi facendo crollare una diga che ha travolto un intero villaggio. Ma, appunto, una volta si poteva oggi non più. Ricordo che in “Mine Town”, il n°2 di Ken Parker, Lungo Fucile eliminava due carogne facendo saltare in aria la stanza dove si trovavano. Personalmente ho sempre trovato giusta e coraggiosa questa cruda trovata. Tuttavia, nella rubrica "Berardi risponde" che apre il secondo volume della recente riedizione Mondadori, lo sceneggiatore viene chiamato a giustificarsi e replica così: “Sì, lo ammetto, ero un ragazzo baldanzoso. Con una gran voglia di cambiare le storture della vita. L’accettazione (non la rassegnazione) s’è fatta strada dentro di me con il passare degli anni. Saggio non lo sono mai diventato, ma migliorato sì. La riflessione e la pacatezza permettono al pensiero di sedimentarsi e di scegliere comportamenti più consoni. Però guardo con nostalgia a quegli atteggiamenti più irruenti”. Insomma, Berardi si scusa. Io, per “Catene”, no. Ho ricevuto perfino lettere di proteste per il fatto che “Wandering” Fitzy sia stato mostrato a letto con una donna nel Color della scorsa estate. Se mi trovo dunque d’accordo sulle argomentazioni di fondo, non capisco del tutto le obiezioni alla presunta “mollezza” dello Zagor di certe mie storie. Nell’ultima storia con Mortimer la scena della disperazione dello Spirito con la Scure di fronte al cadavere del trapper Doney mi è parsa molto forte. Non vedo neppure dove Zagor non sia stato duro nello scontro con Thunderman o Marcus. Ricordo scene che avevo timore a mandare in edicola nel Maxi di Prisco con i Cherokee o in quello a New York disegnato da Mangiantini. Insomma, nei limiti consentiti dagli attuali paletti, mi sforzo di consegnare al lettore uno Zagor tosto. Poi, certo, ognuno valuta come crede. Nella miniserie “Zagor Le origini” mi sono comunque preso qualche libertà in più.


domenica 14 ottobre 2018

I vigilantes (Zagor Gigante 636/637)


Ashtonville è nelle mani del banchiere Langley e dei suoi spietati vigilantes. Solo pochi coraggiosi cittadini osano opporsi ai soprusi, le estorsioni e le violenze… E a guidarli c’è Zagor!
Con loro si schierano anche Rita Duff, una giovane donna conosciuta dallo Spirito con la Scure in una avventura del passato (“La palude dei forzati”), e suo fratello Elias, che ha il dono di parlare agli animali.
A dar loro man forte si aggiunge anche Parrish, un pistolero un tempo al soldo di Langley, che ha cambiato vita rinunciando alla violenza dopo essersi reso conto del male commesso finendo, però, alcolizzato. Quando Rita viene rapita e tenuta in ostaggio in un fortino dei vigilantes, arriva anche per Parrish il giorno del riscatto.

Riesco finalmente a recensire questa breve storia di 136 pagine apparsa sui numeri 687 e 688 della Collana Zenith.
Sebbene Antonio Zamberletti scriva molto bene e trama scorra senza apparenti intoppi… sebbene siano presenti dei buoni dialoghi, l’introspezione psicologica dei comprimari, una vena di nostalgia e rimpianto per le occasioni perse del passato, i sentimenti inespressi… tuttavia, la storia non convince fino in fondo.
 Ciò, a mio parere, più che per la storia in se stessa, per la sua “travagliata” vicenda editoriale.
Inizialmente vi era l’intenzione di pubblicare un Maxi Zagor contenente tre storie western di 94 pagine ciascuna. Due erano già pronte (preparate ancora quando c’era l’Almanancco dell’Avventura) ed è stato chiesto a Zamberletti di scriverne una terza che sarebbe stata affiancata alle altre. La vicenda ruotava attorno alla figura di un pistolero e di una donna di cui era innamorato.
Poi, in corso d’opera, venuta meno l’idea del Maxi-tutto-western, venne chiesto allo sceneggiatore di trasformare la storia in modo che fosse idonea per la pubblicazione in un Color Zagor: quindi con un aumento da 94 a 126 pagine e l’introduzione di comprimari famosi dello Spirito con la Scure. La scelta cadde su Rita (che divenne così la donna amata dal pistolero) e su Elias Duff.
Infine, quando fu chiaro che Gianni Sedioli e Marco Verni non avrebbero fatto in tempo a terminare l’avventura attualmente in edicola (con Ramath e gli uomini serpente) in tempo utile per essere pubblicata immediatamente dopo quella con Thunderman e il Grande Marcus (i due disegnatori erano stati messi al lavoro anche sugli albetti a strisce per le sole fumetterie), in redazione nacque la necessità di inserire nella serie mensile una storia di 136 pagine esatte.
La scelta è caduta su questa storia di Zamberletti, alla quale Moreno Burattini ha aggiunto 10 pagine di sceneggiatura per farle raggiungere la lungezza necessaria (infatti potrete notare che, mentre sugli albi l’unico sceneggiatore accreditato è Zamberletti, sul sito della S.B.E. come sceneggiatori della storia vengono indicati sia Zamberletti che Burattini).
Ecco quindi perché il lettore potrà aver avuto l’impressione che i personaggi di Rita ed Elias Duff non siano particolarmente influenti sull’andamento della vicenda, o perché la loro presenza  possa apparire come una “forzatura”…
D’altro canto ciò dimostra ancora una volta come sia difficoltoso per una pubblicazione a fumetti riuscire a rispettare le scadenze e quanti siano i problemi che la programmazione di una serie può generare. A volte non tutto “fila liscio” e per quanto le persone coinvolte siano brave e professionali, non sempre il risultato finale è esente da pecche…
Un’ultima parola sui disegni di Marcello Mangiantini. In generale sono di ottima fattura, soprattutto nella realizzazione delle figure dei comprimari e delle ambientazioni molto dettagliate. Quella che ancora manca è l’uniformità dei volti di Zagor nelle diverse pagine della storia.