sabato 7 novembre 2020

A DOMANDA… MORENO RISPONDE (24)

Cari amici zagoriani, ecco a voi

la ventiquattresima puntata della rubrica

A domanda… Moreno risponde”!


Aggiungo solo

un grande grazie a Moreno Burattini

per la sua disponibilità

e andiamo a cominciare!!!


1 – Volevo chiedere a Moreno se ha pensato di proporre la pubblicazione, in un unico volume, di “Zagor le origini”, magari aggiungendo alcune pagine di congiunzione tra un albo e un altro... cose che, evidentemente non ha potuto fare per ragioni di spazio, ma che sicuramente avrebbe fatto con piacere. Grazie mille!

Sulle edizioni in volume per la distribuzione libraria, non ho voce in capitolo (se non per qualche amichevole richiesta di un parere): di solito vengo informato delle decisioni prese, e collaboro, se richiesto, con testi, revisioni, didascalie. “Zagor: le Origini” sta andando molto bene, ma siano ancora al quarto cartonato. Nel corso del 2021 usciranno gli ultimi due. Dopodiché, sarebbe bello fra un po’ avere un volume unico, e naturalmente sarebbe fantastico poter fare degli allungamenti e dei raccordi.

2 – Quale è stato, fra i tanti sicuramente ricevuti, il consiglio di Sergio Bonelli che ti è rimasto più impresso nella mente? E quale episodio in particolare ti viene alla mente che riguarda entrambi?

C’è un episodio che ho raccontato più volte.  Subito dopo l’approvazione del mio primo soggetto, proposi a Sergio Bonelli di lasciarmi sceneggiare un albo di Cico, e suggerii che potesse trattarsi  di uno Speciale intitolato “Cico Trapper”. Lui accettò, a patto che gli sottoponessi (dato che voleva controllare da vicino le mie mosse, visto che ero un esordiente) in anticipo tutte le gag che avevo intenzione di raccontare. Gli presentai così un canovaccio con annotati in bell’ordine tutta una serie di sketch in cui il pancione vestiva i panni del trapper: le idee erano davvero tante, alcune brillanti, altre meno, altre ancora da perfezionare e mettere a punto. Nel prospettare a Sergio quale avrebbe potuto essere lo svolgimento della vicenda, feci l’errore di buttar lì un discorso di questo tenore: “in ogni caso non butteremo via niente perché le gag scartate verranno buone per la serie regolare o per il prossimo special”. Non l’avessi mai detto: Bonelli, con un tono che non ammetteva repliche, mi gelò ammonendo che invece lui era pronto a stracciare in ogni momento qualunque pagina che avesse scritto, e che pertanto anch’io avrei dovuto fare lo stesso di fronte a quelle idee che fossero state bocciate. Bisogna essere generosi con i lettori, disse Sergio, avere il coraggio di gettare nel cestino ciò che non funziona, dimenticarsene, e uscire subito con un’idea nuova. Se non avessi imparato a farlo, non sarei mai diventato un buon sceneggiatore. Io, che non sono vulcanico come Nolitta, sto ancora faticando per imparare il mestiere e chissà se mai lo imparerò: quella, comunque, fu una bella lezione.

3Volevo fare i complimenti per la storia “Creatura d’acqua” che ho molto apprezzato, e sapere se sono previste altre storie “corte” da un albo, grazie.

Grazie per i complimenti. “Creatura d’acqua” è sicuramente una storia minore, però l’idea di una forma di vita assolutamente liquida e incolore forse non è malvagia. A me la prospettiva di fare ogni tanto un racconto autoconclusivo di un solo albo mi pare accattivante e ci sono due progetti in lavorazione in questa direzione (più un paio di storie giacenti, ereditate dai vecchi almanacchi). Una storia di questo titolo la vedremo in edicola già nel 2021, e non sto parlando del numero speciale del sessantennale.

4 – Caro Moreno, ti scrivo per sapere della sorte avvenuta ai danni di Manko de “La terra della libertà”. La sua maschera rimane visibile al termine della storia, in acqua, ma del suo cadavere non viene trovata traccia, visivamente, nel fumetto. Che possa far presagire ciò ad un ritorno?

Se anche Manko fosse sopravvissuto, sarebbe in Africa. Certo, potrebbero portarlo schiavo in America. Chissà.


5 – Sfatando il tabù, almeno per questa rubrica, dei personaggi esistiti veramente e malvisti, chiedo per me, ma spero di non essere l’unico, il ritorno di Fuegia Basket e di York Minster. Sono stati descritti fisicamente molto bene ed ho ammirato la proposta di far apparire anche Jemmy Button. Pensi che possa starci una nuova apparizione oppure sono troppo lontani da Zagor? Tutto il mondo è paese, giusto?

Il problema con i tre fuegini è che sono personaggi storici di cui si conosce esattamente (più o meno) la sorte, e da quel che si sa non hanno mai abbandonato la Terra del Fuoco, dopo essere stati riportati laggiù dal “Beagle” del capitano Fitzroy e di Charles Darwin. Resta il fatto che sono tre figure di un fascino assoluto, per la singolarità del loro destino. Suggerisco la lettura del romanzo di Harry Thompson “Questa creatura delle tenebre”, edizioni Nutrimenti, che racconta proprio di loro.

6 – Cosa penserebbe a proposito di mostrare un personaggio intenzionato a costruire le fondamenta di una sorta di Fort Knox, con i suoi piani che vanno però in fumo a causa di Zagor? E la struttura verrebbe poi costruita veramente più in là con gli anni.

Potrebbe essere un buono spunto.

7 – Oltre a voler fare i complimenti a Vittorio Sossi per il soggetto, dichiaro di aver gradito quel Maxi denominato “I padroni delle tempeste” ed in particolar modo “Smuggler” Jack. Una persona grossa, dalle maniere brusche ma dal cuore d’oro. Lo farebbe tornare insieme ad Archer alle sue dipendenze?

Perché no? Altra nota in agenda.

8 – Trovo che “Il Mistero dell’Isola” sia un racconto di sopraffina qualità. Purtroppo la storia delle navi negriere è storia nota e la morale di fondo, data da Zagor, è stata sì prevedibile ma assolutamente convincente. Personaggi come Isaac, Ink, il Tenente Fox e gli abitanti dell’isola sono tutti indispensabili per la riuscita del fumetto in questione. Angel, poi, ha fatto capire più dalla sua ultima reazione piuttosto che da molte altre parole che non ha voluto o potuto riferire in precedenza. Gli abitanti dell’isola dovrebbero essere finiti decimati ma non viene ovviamente visto il momento in cui questa cosa accade. Ti chiedo se Zagor possa tornare in quel territorio, stavolta dalla parte dei selvaggi contro l’incursore bianco?

Sto pensando da un po’ di tempo di dedicare una serie di racconti (che potrebbero essere quelli degli Speciali) non ai ritorni dei personaggi, ma a quelli del luoghi (anche i luoghi sono personaggi, in una storia). Se lo faremo, l’isola del racconto a cui ti riferisci potrebbe essere uno di questi.

9 – Caro Moreno, ti voglio fare una richiesta. Questa è rappresentata da una storia pubblicata sull’Almanacco dell’Avventura 2012, l’ultimo che ha avuto come protagonista assoluto Zagor. In questo albo è contenuta la storia “Il Vascello fantasma”. Appassionato di luoghi ed abitazioni misteriose in riva al mare o vicini allo stesso, sono rimasto entusiasta per la riproposizione di questa ambientazione. Quello che voglio chiedere è non di rivedere un’ambientazione simile in una futura storia di Zagor, ma addirittura di farlo tornare a White Cliff ed a Shadow Bay, con un racconto anche completamente diverso e che non ha niente a che fare con la suddetta avventura. Non essendo stato lo sceneggiatore di tale fumetto sono però certo che possa, se solo lo volessi, accontentare questo mio desiderio. Sto forse chiedendo troppo?

Chiedere troppo? Non mi pare, anzi. Suggerisco l’idea a Jacopo Rauch, sceneggiatore del “Vascello fantasma”. E collego questa risposta alla precedente.

10 – Caro Moreno, sono un vecchio lettore zagoriano. Devo osservare che negli ultimi tempi, oltre ai ritorni a puntate dei classici, Hellingen e Rakosi, lo Zagor post nolittiano è stato letteralmente saccheggiato. Neanche i morti riposano in pace, vedi Thunderman, Mortimer e prima ancora il Re delle Aquile: una delle rare topiche di Boselli assieme alla camomilla di “Veracruz”. A questo punto potrebbero tornare anche One Eyed Jack e Bimbo Sullivan. Magari sono tutte belle storie, io pur possedendo quasi tutta la produzione zagoriana devo ancora leggerle. Ma non sarebbe possibile, ti chiedo, oltre a sequel e ritorni che al limite vedrei bene in una sola collana, leggere in futuro storie tipo “Oceano”, “L’esploratore scomparso”, “Viaggio nella paura”, “La palude dei forzati”, “Huron”, “Terranova”, le tue storie gialle. Chiariamoci, io ti sono e sarò eternamente grato per la quantità incredibile di belle storie che ci hai regalato. Purtroppo ultimamente sembri interessato a team-up vari, Darkwood Novels, ecc. delegando ad altri storie che un lettore tradizionale vorrebbe leggere. Perché per esempio non ci hai mai dato la tua versione di Fishleg e della Golden Baby, al di là di qualche comparsata come nell’ultimo Mortimer? Forse rappresento una minoranza, ma proprio per questo Zagor, oltre a difendere gay, potrebbe ricordarsi di lettori come me. Grazie e lunga vita a Zagor.

Le domande a cui rispondo in questa rubrica testimoniano quanto siano richiesti i ritorni di questo o quel personaggio, soprattutto di questo o quel nemico. Anzi, in molti mi fanno notare come quasi non si chieda altro. Del resto, più un nemico è tosto, cattivo, ben caratterizzato, più è emozionante (in linea di principio) il vederlo tornare sulla scena (così come le partite di calcio fra le squadre più forti sono più attese di altre). Poiché Nolitta è stato il migliore fra gli sceneggiatori, è ovvio che i grandi nemici da lui ideati sono quelli più gettonati. Vero è che Sergio, essendo l’apripista, ha potuto appropriarsi subito di vampiri, uomini lupo, stregoni, vichinghi, samurai e creature della laguna nera, mentre i suoi successori hanno dovuto arrangiarsi con quel che rimaneva. Circa il ritorno dei nemici morti, mi pare che, almeno nel caso di Thunderman, si debba parlare di un nemico “creduto” morto: l’importante è che della “resurrezione” si dia una spiegazione convincente. A me non pare strano che un villain dotato di superpoteri possa sopravvivere a qualcosa che avrebbe ucciso, invece, un comune mortale: quindi il suo ritorno sulla scena lo reputo giustificato. Se poi uno vuol contestare i superpoteri stessi, preferendo nemici più “umani”, in questo caso deve rifarsela con Scavi (che ideò Thuderman). Ma non è che Kandrax o il Vampiro, ideati da Nolitta, fossero poi del tutto normali. A proposito di Nolitta, il primo a far resuscitare il Re delle Aquile fu proprio lui: anche nel suo caso si trattò del ritorno non di un morto, ma di un sopravvissuto. La letteratura è piena di riapparizioni dopo morti apparenti, citerò il caso di Sherlock Holmes per non farla troppo lunga. Chi contesta certi escamotage che fanno parte del feuilleton, contesta non tanto Zagor quanto tutta la narrativa di genere. Personalmente non ho nessuna intenzione di far risorgere Bimbo Sullivan, però - se mai tornasse - l’importante sarebbe farlo fornendo una spiegazione logica. Veniamo al resto: mi si parla di storie “che un lettore tradizionale vorrebbe leggere”. Ecco, qual è la definizione esatta di questo tipo di avventure? E qual la definizione di “lettore tradizionale”? Per me, un lettore tradizionale sono anche io, che leggo Zagor da almeno cinquant’anni. Il guaio è che ogni lettore, te compreso, crede di essere il perfetto esempio di quello tradizionale e quindi pietra di paragone. In che modo il lettore tradizionale dovrebbe essere turbato dal team up fra Marcus e Thunderman (se è questo il team up a cui ti riferisci), piuttosto che dalle Darkwood Novels o da Le Origini? Davvero non saprei. Mi pare anzi che il lettore tradizionale debba essere ben contento dell’effervescenza di iniziative, idee, proposte che ribollono attorno al suo eroe preferito. O il lettore tradizionale preferisce la navigazione senza scosse? In ogni caso, non posso scrivere tutto io (e questo farà felici in miei detrattori), né voglio farlo, perciò le deleghe sono giocoforza. Sto pure scrivendo due storie di Tex e una di Dampyr. Circa la Golden Baby, vorrei far notare come ho scritto io il soggetto del primo Color dove si svela il passato di Fishleg, e sempre mia è la lunga storia sul passato di Ramath che ha coinciso con il ritorno di Dharma la Strega. Però, è vero che non ho mai firmato una sceneggiatura con protagonista la nave e il suo equipaggio: prima di andare in pensione, cercherò di rimediare.

11 – Caro Moreno, dopo aver letto la tua risposta alla domanda riguardante “Oro maledetto” (la n. 1 della serie 19 ndr) mi sento di doverti una spiegazione. Quando lessi per la prima volta quel racconto rimasi stupito di come non venne fatto disegnare a Ferri (se non per qualche volto) dando spazio al più umoristico Gamba, e non è un’offesa. Probabilmente lo avrei apprezzato di più con Gallieno ma il fatto di dover per forza variare disegnatori ed ambientazioni mi ha fatto capire che provare l’inconsueto per un fumettista deve essere molto duro ma Gamba ci ha provato e gliene sono grato. Da lì in poi, leggendo storie anche di altre serie, ho sempre pensato alla fatica che può fare qualcuno nel disegnare cose che non sono nelle proprie corde. Inoltre, il personaggio di Sektar, impazzito, potrebbe dare spunti per un ritorno. Potrebbe essere tornato normale, od aver finto la mancanza di rotelle. Il suo culto poi non è stato proprio spiegato benissimo, con i suoi “capi” che non hanno mostrato del tutto cosa sanno fare e chi sono veramente. Insomma, amerei davvero poterne leggere un sequel...e non un reboot. Sei d’accordo?

Non so perché la sceneggiatura di Capone non venne affidata a Ferri, ovviamente a quei tempi non ero io il curatore. Avranno deciso Sergio Bonelli e Decio Canzio, più probabilmente quest’ultimo. Forse Gallieno era occupato con altri racconti, mentre Francesco Gamba era libero e necessitava di un lavoro a cui dedicarsi. Sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che una storia cupa come “Oro maledetto” sarebbe stata perfetta per il maestro di Recco, il quale del resto realizzò una splendida copertina. Senza nulla togliere ai meriti del buon Gamba, lui era decisamente più a suo agio alle prese con tematiche più “leggere” (non per niente gli fu trovata la collocazione ideale negli Speciali dedicati a Cico). Circa il sequel, si può fare. Per il reboot la vedo più dura.

12 – Complessivamente parlando come reputa l’ultima storia che ha avuto come protagonista Kandrax?

Una buona variazione su tema affidata a una “guest star”, Claudio Chiaverotti, che ci ha proposto un suo personale “what if”.

13 – Fermo restando che l’ideologia del “tutto subito” è il male assoluto, da alcuni anni a questa parte mi sono accorto di apprezzare di più gli albi slegati al mensile che la Zenith stessa, sulla quale comunque le belle storie non mancano. Ad eccezione di Origini, il resto sono tutti albi autoconclusivi come Maxi e Color. Naturalmente è soggettivo e si potrebbe facilmente trovare qualcuno che la pensa diversamente da me; tu credi che nel futuro più o meno prossimo si passerà, a livello generale, ad una produzione che predilige gli albi autoconclusivi a cadenza variabile rispetto alle uscite a puntate mensili?

Credo che cercheremo ancora per un po’ di continuare a offrire un menu completo per tutti i gusti. Cioè, a fare quello che non capiscono (perché non concepiscono) coloro i quali pretenderebbero un solo prodotto confezionato su misura per loro. Quindi: serie regolare con le storie a puntate, cercando di offrire il meglio per quanto ci è possibile, rispettando al massimo la tradizione; Color, Maxi, Speciali per chi preferisce le storie autoconclusive. Tieni conto che il Maxi subirà un rinnovamento nel corso del 2021.

14 – Caro Moreno, tu sai se la storia di “Zagor racconta…” è stata concepita quando è effettivamente uscita sulle strisce nel  1969 o se invece le origini del personaggio erano già state pensate così nel momento della sua creazione nel 1961? 
 
Sicuramente “Zagor racconta…” fu pensata nel 1969. Nel 1961 non era neppure chiaro se il personaggio avrebbe avuto il successo che ebbe (molte serie a fumetti nascevano come esperimenti da tentare, a partire da Tex - come Sergio Bonelli ha più volte raccontato). Le caratteristiche dello Spirito con la Scure si sono poi definite col tempo, e “Zagor racconta…” ha contribuito al perfezionamento di quanto si era andato sedimentando storia dopo storia nel nove anni precedenti. In più, Nolitta ha voluto sicuramente aderire alle richieste dei lettori che premevano per un “prequel” di quel tipo (che venne fatto, su pressione del figlio Sergio, anche da Giovanni Luigi Bonelli con “Il passato di Tex”).
 

15 – Potrebbe, e soprattutto vorrebbe, farci vedere un suo intero soggetto di Zagor finito per essere una storia vera e propria?

L’ho già fatto, più che volentieri, sul mio blog (una miniera di articoli da saccheggiare, se non li avete letti) “Freddo cane in questa palude”.  Ecco il link:

http://morenoburattini.blogspot.com/2012/04/giustizia-sommaria.html

Ora una domanda “doppia” sullo stesso tema:

16a – Gentile Moreno, ti voglio parlare di quattro storie non pubblicate nelle serie zagoriane Bonelli. Si tratta de “Il sakem senza piume”, “La miniera degli spettri”, “Il re di Cuenca Verde” e “Il ritorno di Liberty Sam”. La mia domanda riguarda il fatto se vadano comunque annoverate come ufficiali, soprattutto la prima che almeno ha i dialoghi. Grazie per la disponibilità.

Riguardo al “Sakem senza piume”, riporto quanto scrisse Sergio Bonelli in un suo scritto comparso a prefazione del volume omonimo, edito dall’ANAFI nel 2011, che stampava per la prima volta la storia in Italia: “A pubblicare Zagor in Francia, fin dal gennaio del 1962, provvide la Casa editrice Lug, di Lione, che stampava anche altro materiale bonelliano, dati i buoni rapporti che intercorrevano fra il sottoscritto e l’editore Marcel Navarro. Il Re di Darkwood aveva un così grande successo, che il mercato francese assorbiva più storie di quante noi riuscivamo a produrre. Mi fu chiesto, perciò, di consentire che venissero realizzate avventure “extra” da pubblicare oltre frontiera. In tutto ne uscirono tre: due di queste, che avevano testi scritti dal mio alter ego Guido Nolitta e che erano state disegnate da collaboratori abituali della Lug, quali Enzo Chiomenti e Mario Cubbino, vennero in seguito pubblicate anche in Italia. La terza, invece, che non fu scritta da me, uscì in Francia nel 1963 sul n° 15 di una testata chiamata ‘Special Kiwi’: era intitolata ‘Le sachem sans plumes’, ed è rimasta  inedita in Italia fino ad adesso. Il motivo? Probabilmente perché ho sempre considerato questo episodio una sorta di prodotto ‘apocrifo’, essendo stato realizzato fuori dal mio controllo e risultando, forse proprio per questo, piuttosto distante dagli standard con cui ho sempre cercato di caratterizzare, e dunque far riconoscere, i nostri fumetti”. Sergio si è opposto a lungo, nonostante le molte richieste, alla pubblicazione del “Sakem senza piume” in Italia, finché il cinquantennale zagoriano lo convinse ad accettarla per una tiratura destinata ai soli super appassionati, garantita da una associazione di cultori ed esegeti quali gli iscritti all’ANAFI, appunto. Posso garantire, per aver parlato con lui dell’argomento molte volte, che Sergio non riconosceva nessuna “bonellianità” al prodotto. Tuttavia, non si trattava neppure di una storia “pirata”. Tutto sta nel capire che cosa si intende per “ufficiale”, parlando di una pubblicazione. Certamente quel racconto è “ufficiale” per il catalogo della Lug, ma non è inserita nelle cronologie ufficiali della Bonelli. Le altre tre storie che citi non sono mai state pubblicate, dunque si tratta di materiale rimasto incompiuto (anche la revisione dei testi prima del lettering, per non parlare degli interventi di editing sulle sequenze disegnate, dei tagli e dei rimontaggi, fanno parte del lavoro da compiere). Quindi, non può essere ufficiale ciò che non è mai uscito.

16b - Ho visionato due tavole che erano in lavorazione per “La miniera degli spettri” grazie a questo blog. Mi saprebbe dire se ci sia stato qualche problema, e di che tipo, a proposito della sua futura, mancata, pubblicazione?

Ci sono storie che nascono sotto una cattiva stella, e sicuramente “La miniera degli spettri” è fra queste. Venne scritta in un momento molto particolare della carriera di Jacopo Rauch, che si era rocambolescamente trasferito all’estero (potrà raccontare di più lui stesso, se ne avrà voglia) e che più volte intervenne con ripensamenti, inserimenti e spostamenti di sequenze. Anche il disegnatore, Roberto D’Arcangelo, amico che ricordo con grande simpatia, si trovò a dover affrontare alcune traversie professionali che non gli permisero di esprimersi al meglio. Alla fine, lo stesso sceneggiatore mi chiese di ritardare l’uscita del racconto per poter rimetterci le mani e migliorarlo, convinto com’era, e com’è, che il suo testo non fosse all’altezza delle sue aspettative e, nell’attesa di un rimaneggiamento complessivo la storia, il tempo è passato, D’Arcangelo si è trovato a occuparsi d’altro, e attualmente il racconto, aggiustato per una pubblicazione in 160 tavole (erano di più) giace fra quelli “di riserva”.

17 – Caro Moreno, ricordo che Hays di “Non umani” sia riuscito a liberarsi dal controllo alieno che lo teneva imprigionato nello spazio. Ti chiedo di cosa si trattasse questo congegno, perché non è stato specificato in maniera inequivocabile.

Hays era finito nello spazio a bordo dell’astronave di Warzak, su cui era rimasto suo malgrado intrappolato dopo essere incautamente salito a bordo. Non sappiamo che cosa sia accaduto di preciso, ma possiamo immaginare che Warzak si sia accorto dell’intruso, lo abbia immobilizzato e sia riuscito a consentirgli di respirare con qualche apparecchio. Dopodiché, sappiamo che Hays è finito rinchiuso in un carcere spaziale (chissà dove nella nostra o in un’altra galassia) insieme a galeotti di varie specie aliene, evidentemente tutti in grado di convivere dietro le stesse sbarre (magari grazie a interventi anche genetici, oltre che all’applicazione di filtri per la respirazione o altri ritrovati tecnologici del genere). L’idea di un super penitenziario per extraterrestri di svariate tipologie non è nuova, e anche la miniserie “Odessa” si basa su un presupposto del genere. Ci saranno stati strumenti di controllo dei detenuti, ma il quartetto composto da Hays, Change, Shrike e Krak riesce a sfuggire, soprattutto per merito di Change che pare essere stato in grado di neutralizzare questi congegni. I dettagli della fuga non ci sono stati (per il momento) raccontati.

18 – Se qualcuno volesse inviarle uno o più personaggi, validi e ben caratterizzati, da poter immettere nelle storie di Zagor, sopra i quali costruirci un soggetto, li accetterebbe?

Se si tratta di soggetti inviati da un aspirante sceneggiatore in vista di una approvazione perché poi venga realizzata una storia, il percorso è sempre stato in salita e negli ultimi mesi lo è sempre di più, visto il gran numero di professionisti in cerca di spazi con cui un eventuale esordiente deve misurarsi, e l’affollamento degli staff (non solo di Zagor, ma di tutti i personaggi). Tuttavia, ci si può sempre provare e infatti ricevo ogni settimana proposte da valutare. Essendo solo a occuparmi di tutto, e dovendo mandare in edicola quasi tremila pagine a fumetti ogni anno, i tempi di attesa sono lunghi - soprattutto perché cerco sempre di dare risposte lunghe e circostanziate. Se si tratta di spunti da proporre perché altri sceneggiatori, facenti parte dello staff, ci lavorino loro, sorgerebbe il problema di come considerare e come retribuire questo tipo di collaborazione, che su Zagor non è mai stata messa in atto, che io sappia. Se il “qualcuno” proponesse un nemico, che poi finisse pari pari nella storia scritta da un altro, il qualcuno dovrebbe essere pagato? Il contributo dovrebbe essere accreditato? O l’ideatore dovrebbe firmare una liberatoria in cui dichiara di aver soltanto offerto dei suggerimenti? Ovviamente stiamo parlando di proposte strutturate e non di semplici spunti come quelli proposti dalle domande di rubriche come questa. Mi chiedo però perché qualcuno dovrebbe inviare progetti articolati da inserire in soggetti altrui, invece di inviare direttamente un soggetto proprio. In ogni caso, mi pare che ci si impegolerebbe in un tal ginepraio che soltanto l’idea mi fa accapponare la pelle.

19 – Da buon amante dei cani ho adorato il fatto che uno di questi ultimi, di nome Uncas, abbia finito col rappresentare il Bene ne “Il Segreto dei Druidi”. Amo gli animali in generale e sono del parere che ogni essere vivente abbia del buono in sé. Jacqueline ha semplicemente tirato fuori ciò che covava in lui, secondo il mio punto di vista. Si trova d’accordo con me?

Direi di sì.

20 – Nella quinta uscita di Darkwood Novels hai trattato con la giusta delicatezza un tema assai spinoso, soprattutto trattandosi di un fumetto. Il tema della difesa dei deboli non è certo una novità per la testata ma se vogliamo la storia poteva probabilmente adattarsi ad altre categorie di “ultimi”. In ogni caso un bel numero. La mia domanda però è: per rendere la vicenda più fuori dagli schemi, hai pensato che a fare la parte della cattiva poteva essere la mamma e quello protettivo poteva essere il padre? Sarebbe stato difficile gestire la cosa dal punto di vista dello sceneggiatore oppure semplicemente non è capitato di pensarci? Dal mio punto di vista la storia avrebbe potuto assumere  contorni ancora più sorprendenti e significativi ma mi piacerebbe sentire il tuo parere di autore, che ovviamente è mille volte più qualificato del sottoscritto. 
 
Sono del parere, magari sbagliando, che per quanto riguarda l’omosessualità le madri siano più facilmente dalla parte dei figli che la manifestano, rispetto ai padri. Soprattutto, poi, in un contesto culturale patriarcale come quello in cui, tradizionalmente, vengono ambientate le storie western. La figura di mister Harbour, poi, si caratterizza negativamente anche per le violenze domestiche da lui riservate alla moglie e alla figlia, oltre che al figlio. Per cui si tratta di un padre-padrone quasi archetipico, tale da poter essere un cattivo a tutto tondo più facile da gestire in una storia che, tolto prologo ed epilogo, doveva riuscire a dipanarsi in poco più di cinquanta tavole. Non dubito che ci possano essere anche madri che rifiutano l’omosessualità di un figlio o di una figlia, ma si tratta, a mio avviso, di casi più rari e comunque non adatti a venire inquadrati in una storia in cui serviva (come sempre serve) un avversario da porre di fronte a Zagor. Lo Spirito con la Scure che fronteggia una donna non fa bella figura come fronteggiando un uomo. Anche solo far vedere una madre d’accordo con il marito nel punire il figlio perché scoperto gay avrebbe comportato una trama ben più lunga degli spazi a mia disposizione. Diciamo che ho concentrato la negatività in una sola figura, eliminata la quale era più facile lasciar immaginare una soluzione al dramma, senza dover affrontare tutta una serie di problemi, a partire dal futuro da prospettare a Cliff e Jake. Finire con una speranza per loro mi permette di dire che l’intervento di Zagor sia stato risolutivo, come dovrebbe essere sempre quello di un eroe.
 

3 commenti:

  1. Ciao Moreno, sarà prematuro, ma forse neanche tanto tenendo presente che a realizzare un albo di Zagor ci vuole quasi un anno.
    Volevo dire che tra pochi mesi ci sarà il settantenale, con molte iniziative di cui siamo già al corrente, poi arriverà la trasferta, ed ecco che si profila all'orizzonte lo Zagor 700, un traguardo inimmaginabile per molti fumetti. La domanda è, hai pensato a chi affidare la sceneggiatura, visto che in precedenza il compito era riservato sempre ad uno sceneggiatore diverso dai precedenti? E come disegnatore?

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  2. Ciao Baltor ! Molto interessante questo giro di domande,vorrei rivolgere una domanda a Moreno: avrei il sogno di veder tornare il mad doctor (ora riportato alla nolittianità) con una sua nuova invenzione: la macchina del tempo! Zagor e cico potrebbero essere trasportati in giro per le varie epoche e perché no, anche in quella attuale. Quanto sarebbe bello vedere il loro stupore di fronte a tutto ciò... penso che potrebbe uscirne una bellissima saga fantascientifica in continuity con vari sceneggiatori e disegnatori... sarà mai possibile una cosa del genere? 😄

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  3. Si, quasi sicuramente Gamba tornò per coprire qualche buco in qiel momento diciamo particolare.
    Mazza! Ed io pensavo che Rauch esagerasse dicendo che, scherzandoci su, sarebbe meglio che non venisse pubblicata la storia inedita. Dopo aver letto che anche questa è stata rimaneggiata stile "La setta cinese" e "L' orda selvaggia"... concordo! XD Nella seconda siamo nel pieno di una sparatoria e di botto i nostri cicondano i nemici! Mah!

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