mercoledì 21 luglio 2021

Un uomo in fuga (Zagor Gigante 672 BIS/723 BIS)

Dopo una rapina, un bandito in fuga uccide un vecchio trapper per rubargli il cavallo che l’uomo tiene nella stalla, riuscendo così a raggiungere i complici con cui aveva concordato un punto di ritrovo.

 Zagor si unisce al gruppo che dà la caccia alla banda di rapinatori… ma anche il figlio della vittima, Miles, deciso a vendicare il padre, vuole farla pagare personalmente all’assassino del padre.

E Miles in realtà è qualcuno che Zagor conosce con un altro nome...

Beh, lo scrivo subito così mi tolgo il pensiero: bello, bello, bello!

Davvero bello questo albo speciale, bello come dovrebbero essere tutti gli albi a fumetti che si propongono al pubblico come “numeri unici”.

Se, come me, siete stati anche voi appassionati dei supereroi della Marvel-Corno degli anni ’70, ricorderete sicuramente la particolarità che connotava gli “Annuals”, quegli albi pubblicati straordinariamente una volta all’anno dalla casa-madre che inserivano l’eroe di turno nel contesto di una trama che aveva sempre qualcosa di particolare rispetto alle avventure mensili: a volte si trattava di un combattimento contro più supercriminali coalizzatisi per l’occasione, altre di un’inedita alleanza tra supereroi contro una minaccia comune; a volte della presentazione di un nuovo, inedito personaggio oppure del ritorno di un comprimario che non si vedeva da tempo.

In ogni caso, erano storie “fuori dal comune”. Ebbene, anche questo Zagor 672 BIS ha queste caratteristiche.


ATTENZIONE SPOILER


Dapprima sembra un western: troviamo uno Zagor combattivo e determinato, impegnato in una vera e propria caccia all’uomo, un bandito che, dopo aver rapinato una banca con i suoi complici, ha ucciso anche un vecchio trapper. Il criminale viene catturato da Zagor (salvo poi riuscire a sfuggirgli e continuare la fuga): la circostanza strana è che lo Spirito con la Scure trascorre buona parte del tempo a raccontare al bandito la storia degli alieni protagonisti dell’avventura “Non umani”, apparsa nel 2016 sui nn. 613-614 della serie regolare. Ecco quindi che nella storia vengono introdotti elementi fantastici/fantascientifici. Come lettore mi è venuto subito da chiedermi: perché lo fa? Vuoi vedere che Moreno Burattini vuole utilizzare il nostro eroe per un pistolotto moralistico su come un alieno è più “buono” di un essere umano? Mah, stiamo a vedere dove andrà a parare…

Beh, devo dire – e probabilmente mi considererete un ingenuo – che prima di arrivare a pag. 87 non ho minimamente sospettato il colpo di scena che lo sceneggiatore mi aveva riservato! E allora tutto è stato più chiaro!

In realtà non avevo letto un’avventura di Zagor, ma una che aveva per protagonista proprio Change, il buon alieno mutaforma che per cinque dei nostri anni aveva continuato a dimorare a Darkwood e che ora era in cerca di vendetta! E così si spiegava anche il perché “Zagor” ci tenesse così tanto a raccontare al bandito la storia degli alieni giunti dallo spazio: il vecchio trapper cieco che era stato assassinato null’altri era che l’uomo che Change aveva “adottato” come padre, sostituendosi al figlio morto.

Ma un’altra bella sorpresa mi ha riservato a quel punto la storia: Change, sostituendosi a Zagor, ha mutuato anche la sua dirittura morale e bontà d’animo e non è in grado di uccidere a sangue freddo! Riconfermando così, per interposta persona, le alte qualità etiche del personaggio creato da Guido Nolitta/Sergio Bonelli sessant’anni fa e che nessun sceneggiatore zagoriano dovrebbe mai dimenticare.

Una storia “particolare”, dicevo, con uno Zagor che non è Zagor e che come tale va benissimo inserita in un albo fuori collana. Una storia composta un gran parte dalla ri-narrazione della vicenda del 2016 e che in tal modo la rende più intellegibile: ho già letto in rete dei commenti negativi proprio su questo flashback, ma non sono d’accordo. A parte il fatto che in tal modo non si è costretti ad andare a recuperare gli albi in questione, ma poi è pure possibile che l’avventura venga letta da un eventuale neofita/nuovo acquirente dell’albo speciale che nulla sa della precedente avventura.

I disegni di Marcello Mangiantini sono molto belli e migliorano sempre di più di avventura in avventura, senza quelle incertezze nel realizzare il volto di Zagor che si erano a volte viste in passato.

Insomma, concludo dicendo ancora una volta come questa storia mi abbia davvero entusiasmato. Un altro tassello positivo che va ad aggiungersi a tutti quelli che stanno caratterizzando questo sessantennale zagoriano, con l’auspicio che continui sempre così!

 


5 commenti:

  1. L’ottimo Stefano Priarone molti anni fa in uno dei quattro bellissimi index usciti a cavallo tra anni ’90 e anni ’00 affermava, utilizzando una forma retorica molto efficace, che Darkwood deve essere un luogo dove può avvenire “di tutto ma non tutto”.

    Cosa voleva dire Stefano?

    Voleva dire che tutto può succedere purché all’interno di un definito perimetro concettuale superando il quale si finisce fuori strada e la coerenza va a farsi benedire rendendo la storia assurda, quel che si dice una “boiata”.

    Un gruppo di alieni più o meno mutanti rientrano in questo perimetro?

    Ognuno si dia una risposta, evidentemente secondo Marco sì e secondo me forse un po’ meno.

    Siamo in una zona di Darkwood un po’ border-line? Sarebbe interessante l’opinione di Stefano Priarone.



    Il mio “forse” è utilizzato per prudenza.

    Negli ultimi vent’anni sono stato un lettore di Zagor poco più che occasionale e magari, chissà, mi mancano tasselli di un puzzle in cui pezzi stanno per arrivare a 700, però la vecchia “Non umani” di cui questo albo è un sequel l’avevo letta.



    Ma veniamo alla storia.

    Non amando, ahimè, la fantascienza, non amando il fumetto supereroistico americano Marvel o DC (come d’altronde non lo amava Sergio Bonelli) e per di più non digerendo troppo velocemente le storie ricche di continui flash-back (per questi compositi motivi in passato non mi piacquero le nolittiane “Terrore dal sesto pianeta” e “Tigre!”), inevitabilmente “Un uomo in fuga” difficilmente sarà tra le mie top five dell’anno.



    Però non mancano gli aspetti positivi e non sono da poco, primo: la storia sicuramente non annoia e riserva più di una sorpresa, secondo: Moreno (e ciò mi è piaciuto particolarmente) non è finito nel logoro luogo comune secondo cui qualsiasi essere non-umano (bestia o extraterrestre che sia) sarebbe migliore dell’uomo ma esprime l’esatto contrario: è proprio dalla personalità “assorbita” dal morente figlio del vecchio che l’alieno mutante acquisisce quell’umanità che lo induce a comportarsi…umanamente e non come una fiera o come un robot.

    Applausi.



    In conclusione non la ritengo una storia brutta ma (non vogliatemene) mutanti, alieni, marzianetti e navicelle spaziali non sono e credo non saranno mai la mai cup of tea.

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    1. Grazie per il tuo commento, Mario! Pur partendo da motivazioni diverse e finanche opposte, siamo giunti entrambi ad esprimere un parere sostanzialmente positivo.
      Ti aspetto alla prossima recensione!!! Ciao!

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  2. Ho letto l'albo per la prima volta a distanza di due anni esatti e devo dire che sono rimasto folgorato a pag. 88, quando il bandito (e insieme a lui il lettore) chiede: "Non capisco... Stai dicendo che tu non sei Zagor?". Ero rimasto stranito che nella pagina precedente, nella scena dove Change/Miles si allena nel lancio della scure, Zagor parli di se stesso in terza persona. Avevo pensato a un refuso di sceneggiatura e invece...! Mi sono fermato e ho riletto di nuovo la storia dalla prima pagina, emozionato e sorpreso, chiedendomi esterrefatto: "Ma il vero Zagor c'è mai stato nella storia, sì o no?". Improvvisamente si è illuminato tutto; ogni vignetta da quella pagina in poi ha un significato particolare, come se la cosa più importante di tutto era arrivare a quel punto! Sposo in pieno tutto quello che hai scritto, Marco, e come l'hai scritto: per me è capolavoro!

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  3. Ho dimenticato di firmarmi. Lo faccio ora.

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  4. Grazie, Giancarlo, per averci comunicato le tue emozioni derivanti dalla lettura di questo piccolo gioiellino zagoriano! E grazie anche per i complimenti!

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