mercoledì 15 maggio 2013

Zagor Collezione Storica a Colori: L'angelo della vendetta (ZCSC66)


      Il sessantaseiesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell’avventura contro l'uomo invisibile, nonché la maggior parte della storia “Il messaggio dei Munsee”.

 

IL VENDICATORE ALATO

         Zagor e Cico ricevono una richiesta di aiuto da Miwok, il capo dei Munsee, la tribù che avevano conosciuto all’epoca dell’avventura contro il Re delle Aquile.
        Mentre vanno da lui, si imbattono nell’ingegner Robson, che sta costruendo nella zona una nuova ferrovia, ma è perseguitato da un misterioso ricattatore, che uccide senza lasciare traccia. Zagor non può fermarsi, perché deve correre ad aiutare gli amici indiani. Una volta giunto nel loro villaggio, però, lo trova completamente abbandonato.
         Lì un uomo alato cattura Zagor e Cico, i quali scoprono che Ben Stevens, colui che era stato il Re delle Aquile, non è morto ma, benché ora privo di una gamba,  è stato salvato da uno scienziato che si fa chiamare Prometeus.
         Questi ha innestato le ali di un’aquila nel corpo di un giovane indiano, rendendolo (suo malgrado, perché Prometeus è un uomo pacifico) estremamente feroce. Il ragazzo, soprannominato Ultor, ormai obbedisce solo a Ben Stevens ed è stato spinto da questi ad uccidere gli uomini di Robson.
          Ed è stato sempre Stevens a mandare un falso messaggio a Zagor, per farlo tornare su quelle montagne e vendicarsi di lui facendolo uccidere da Ultor. Nello scontro finale Zagor riesce a colpire a morte Stevens, ma verrebbe a sua volta ucciso da Ultor se non intervenisse Prometeus a porre fine alla sua creatura…

 Questa storia, la terz’ultima sceneggiata da Nolitta, è ricolma di una tragicità senza fine.
Tutti i comprimari sono tragici: Prometeus, con la sua utopia di un mondo senza dolore, che crea un “mostro” destinato a stravolgere il suo sogno; Ben Stevens che, da bandito “giustificabile” per la tragica esperienza dell’essere stato scalpato vivo, si trasforma in un essere veramente malvagio e senza possibilità di redenzione; Ultor, un giovane pellerossa trasformato suo malgrado in un mostro manipolato da Stevens, che trova la morte ad opera del suo “creatore”, e di cui alla fine “resta soltanto un povero corpo esanime, destinato ad essere dilaniato dagli avvoltoi o calcinato dai raggi del sole...”.
I bellissimi disegni di Gallieno Ferri, poi, contribuiscono a rendere questa avventura una delle più belle dell’intera serie.

20 commenti:

  1. E alla fine si è arrivati alla storia del Vendicatore alato, con tanto di copertina. Sono particolarmente affezionato a questa storia, non solo per la sua bellissima trama e il senso di tragicità che pervade il tutto, ma anche per un motivo personale: "Il vendicatore alato" è il primo numero di Zagor che avevo comperato in edicola. Prima, avevo letto i Zagor di un mio parente che me li aveva regalati: ma poi, incurosito, avevo iniziato a prenderlo in edicola. "Il vendicatore alato" era il numero della serie originale, mentre, nello stesso tempo, iniziavo anche l'acquisto in edicola della ristampa Zenith, con "Tre uomini in pericolo". Fu l'inizio di un'epoca: successivamente, nelle fumetterie dell'usato, comperai tutti i Zagor che mi mancavano. Per questo, ricordo volentieri "Il vendicatore alato", con Ben Stevens, Prometeus e Ultor, l'uomo-uccello. Mi aveva colpito anche la morte di Miwok. Grande storia. E grande inizio della scoperta di Zagor. Per la cronaca, il primo numero in assoluto di Zagor che lessi fu uno di quelli del mio parente: "Sulle orme di Titan". Il primo Zagor non si scorda mai... ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh che bello!
      La settimana scorsa era toccato a Nino raccontarci della sua prima storia zagoriana, questa volta tocca a te, Massimo!!!
      Sono questi vostri ricordi che rendo prezioso il blog.
      Grazie!

      Elimina
  2. Un'avventura che rispecchia buona parte della poetica Zagoriana. Ovviamente da non perdere.

    RispondiElimina
  3. A me colpí in modo particolare la tragicità del personaggio Nezda alias Ultor e mi sarebbe piaciuto che Prometeus si fosse salvato: é un personaggio tipicamente nolittiano, un po' bianco e un po' nero. Epocale. Purtroppo eravamo alla fine di un periodo irripetibile.

    RispondiElimina
  4. La ragione della mia assenza dal dibattito in questo bellissimo blog dopo anni di interventi è una sola: pur possedendole, non ho memoria di queste storie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Voglia di rileggerle, no? ;-)

      Elimina
    2. Al momento queste storie sono da mammà!
      Non le ho quindi sottomano, alla prima visita dovrei prenderne un mazzotto e portarle a casa.
      Vediamo.
      Salut!

      Elimina
  5. Ciao! Ti volevo comunicare che ora su treinvestigatori.com il problema è stato risolto e puoi scaricare il pdf de Il Mendicante Cieco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No...non ci credo!
      Anche tu un fan del combo dei Gialli dei Ragazzi che aveva la sede in una rulotte all'interno di un parco di demolizione?
      "La mummia sussurrante", "Il papagallo balbuziente", "L'orologio che urla"...siamo proprio fatti con lo stampino noi zagoriani!

      Elimina
    2. Stampino o no, effettivamente anch'io leggevo Zagor, Comandante Mark e mister No, oltre a Topolino, Alan Ford e i gialli dei ragazzi... Per eventuali fan dei miei amati tre investigatori spammo un po' di link: treinvestigatori.com e teladoiolanarrativa.bogspot.it

      Elimina
    3. Zagoriani/Investigatori del mondo... unitevi!!! :-D

      Elimina
  6. L'incipit di questa storia é uno dei più belli e drammatici di tutta la saga.

    RispondiElimina
  7. Storia che inizia in maniera misteriosa come nella più classica tradizione nolittiana e che vede anche il ritorno del simpatico ingenier Robson, motore di alcune avventure. Ad una prima parte gialla si sostituisce una seconda tesa e drammatica cui, come scritto, si unisce un aura di tragicità che, come scritto, pervade la storia e i tre personaggi nonché anche la povera madre di Nezda. Abbaondante nell' ultimo albo l' uso del flashback raccontato come in "Tigre". Interessanti ed inusuali i riferimenti alla mitologia classica e cristiano-biblici. Cico spassosissimo nelle sue manie di paura e di nemici che tornano! XD Anche se alla fine per quest' ultima cosa c' ha azzeccato.
    Strana la copertina de "La tribù scomparsa" che non c' azzecca una cippa con la storia!

    RispondiElimina
  8. Mi ha colpito vedere Zagor sparare al pipistrello che incolpevolemente

    SPOILER aveva spaventato l' anziano indiano poi caduto nel dirupo FINE SPOILER

    arrivandogli a sparare. O.K. che era rimasto scosso, però... boh!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un modo come un altro per scaricare i nervi... :-D

      Elimina