giovedì 14 febbraio 2013

Zagor Collezione Storica a Colori: La prigioniera dei Sauk (ZCSC53)


Il cinquantatreesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor contro Kandrax (La sesta luna), nonché la prima parte della storia “Sandy River”.


SANDY RIVER

Cico si mette nuovamente in società con Trampy: i due organizzano un’agenzia per cuori solitari (con Cico vestito da Cupido!), che, come al solito, finisce in maniera fallimentare. Ma c’è poco da scherzare: il maggiore Raskin, per liberare Cinzia Bradmayer, una ragazza bianca rapita dagli indiani Sauk, intende scatenare i soldati contro i pellerossa.
Zagor e Cico si recano a Fort Safety, sperando di dissuadere il maggiore Raskin dalla sua campagna anti-indiana. Al forte incontrano il sergente Hackman, un vecchio amico di Zagor, stanco di obbedire agli ordini di Raskin. Zagor decide di fare da guida alla spedizione punitiva contro i Sauk, per cercare di evitare il peggio. Ma gli indiani sono più numerosi del previsto, e Hackman viene rapito.
Zagor penetra nel campo dei Sauk, per liberare l’amico. Catturato e messo al palo della tortura, scopre che Cinzia Bradmayer non è affatto prigioniera degli indiani: anzi, è la moglie di Wanattah, gran capo di tutte le tribù Sauk, e ha avuto un figlio da lui. È una di loro, ormai.
Cinzia libera Zagor dal palo della tortura poco prima che l’esercito penetri nel campo indiano e massacri tutti i presenti, donne e bambini compresi...
Alla cerimonia di promozione di Raskin per essere riuscito a liberare la donna, Cinzia gli si avvicina e lo uccide a sangue freddo: suo marito Wanatta è stato finalmente vendicato!



Una buona avventura western per la quale Nolitta penso si sia ispirato sia al reale episodio del massacro di Sand Creek del 1864 ai danni degli Cheyennes, sia al cinematografico Soldato Blu (ma forse anche a qualcosa di Sentieri selvaggi).
Lamaro finale (ma aperto alla speranza) richiama sia quello di All’ultimo sangue che quello di Addio, fratello rosso.

10 commenti:

  1. Gentile Baltorr, potresti nelle tue ottime recensioni indicare i vari titoli "interni" che vengono inseriti in questa collezione (mi riferisco in particolare al titolo presente nella pag. 15)? In questo modo chi lo desiderasse, potrebbe sostituire i puntini di sospensione con il titolo relativo nella pagina dedicata alla collezione su Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Zagor_-_Collezione_storica_a_colori)

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    1. Caro Anonimo (a proposito, come ti chiami?), ho provveduto come mi hai richiesto inserendo nella frase introduttiva del post il titolo riportato a pag. 15 del volume. Cercherò di ricordarmene anche per il futuro.;-)

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  2. Mah...una storia "sciapa sciapa". Nè carne nè pesce. Un western di maniera, un ricalco di mille cose già viste e già lette.
    Mi si dirà: "e allora Tex"? Il western di Tex è un'altro paio di maniche. C'è la dialettica Tex-Carson, ci sono i bivacchi di notte, c'è "il bagno caldo di texianità" per dirla con Nizzi.
    In questa storia non c'è neppure lo straordinario pathos di "Arrestate Billy Boy", giusto per fare un confronto con un altro celebre (e tutto sommato non comune in epoca pre-Toninelli) western classico zagoriano.
    Il confronto con la magistrale "La marcia della disperazione", di cui si è parlato in abbondanza altrove, non è invece neppure proponibile.
    E in fondo...chi la ricordava bene questa storia?

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    1. Anch'io ne ho un ricordo poco entusiasta; in particolare trovai ne "La spedizione punitiva" i dialoghi particolarmente pesanti e noiosi.
      Mino

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    2. In effetti la vicenda in se sa alquanto di già visto con l' assalto al trading post o come si scrive di Blondie che ricalca un po l' inizio di "Mohican Jack". Poi dopo la parte al forte c' è la marcia verso il campo di Sauk e poi si chiude la vicenda. Non troppe situazioni come invece accade nelle storie di Nolitta insomma. Magari non è un difetto e all' autore ha interessato di più raccontare la vicenda portando al lettore un certo messaggio piuttosto che stupirlo.
      Il piatto forte della storia sono i personaggi: l' onesto Blondie, il guascone Bob, sua moglie Marta mi pare, l' odioso Raskin, il fiero Wanattah, la povera Cinzia, a tratti antipatica, a tratti fiera, a tratti triste e shockata.
      Un Nolitta ispirato nel messaggio e nel delineare i personaggi, ma non nella narrazione magari.
      Effettivamente anche secondo me "Arrestate Billy Boy" ha più potenza narrativamente parlando.

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  3. Grazie mille e scusa se ho dimenticato di firmarmi.
    Alla prossima,
    Mino

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  4. Quella fu per me una storia sconvolgente: il colonnello Raskin era non solo odioso, ma anche imbattibile, troppo forte per Zagor (una cosa impensabile per me allora). L'attentato di Cinzia Bradmayer conclude la storia, ma lascia un sottofondo amaro. Se Zagor non ci fosse stato, la storia si sarebbe sviluppata comunque allo stesso modo. Per la prima volta vedevo uno Zagor "superfluo"...
    Nemmeno Zagor può risolvere la situazione, a volte: e questo fu per me un motivo di amarezza. Una storia drammatica e indimenticabile, che mi è rimasta giustamente impressa, ma che difficilmente rileggo volentieri, come pure Libertà o morte e Billy Boy. Stupende storie, ma troppo tristi da rivedere, anche per un zagorofilo come me... >_<

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  5. Mah, certo si può discutere sul fatto che non sia la miglior storia di Nolitta, però non mi trovano d'accordo i tanti giudizi negativi: é una storia "adulta", con personaggi assolutamente interessanti come Cinzia, il sergente amico di Zagor etc. forse il tratto di Donatelli non era adattissimo per una storia così (non so, ipotizzo) e magari con Ferri o Bignotti ai pennelli sarebbe riuscita meglio. A me piace, comunque, a scanso di equivoci.

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    1. Forse è Zagor stesso a non essere adatto per una storia del genere.
      Un western troppo "serio" e un po' scontato sulle pagine di Zagor non trova nessun valore aggiunto ad integrarne le carenze narrative. Va detto.
      Zagor non sembra quasi lui, ma un attore che cerca di recitare al meglio un ruolo che tutto sommato non gli appartiene e non "sente".
      Detta fuori dai denti, lo "Zagor a cavallo" non si fa ricordare.
      Troppo stridore tra la straordinarietà del character e la classicità dell'ambiente narrativo.
      Un elemento toglie credibilità all'altro.
      Negli altri western zagoriani citati veniva comunque mantenuto un certo eccesso "espressionista" coerente con la serie.
      Qui no. Qua siamo nel solco della tradizione più rigorosa che spegne l'attenzione del lettore.
      Un Nolitta tardivo e attardato sulle pagine di Mister No, su Zagor non poteva continuare a sfornare capolavori.

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    2. Dovrei rileggerla che onestamente ricordo poco! Quando tipo più o meno 10 anni fa in non ricordo assolutamente che sito rimasi stupito nel leggere questa storia liquidata come un western in stile "Soldato blu" o qualcosa di simile in accezione non positiva. A ripensarci non aveva effettivamente tutti i torti, anzi.

      "Negli altri western zagoriani citati veniva comunque mantenuto un certo eccesso "espressionista" coerente con la serie."

      Già! Come in "Arrestate Billy Boy" con i tentativi di liberazione di Billy da parte degli uomini dei Kirby! XD Mentre in "Libertà o morte" la storia ha comunque un piglio piuttosto avventuroso.
      Non a caso comunque SR è forse la storia di Nolitta che più spacca i lettori mi pare.

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