giovedì 9 settembre 2021

Agosto, Zagor mio non ti conosco… (Color Zagor n. 13 + Zagor Più n. 2)

 Con il titolo del post ho voluto parafrasare quello del romanzo di Achille Campanile (Agosto, moglie mia non ti conosco) per sottolineare il fatto che lo scorso mese ho un po’ lasciato in disparte le letture zagoriane, preferendo dedicarmi ad altro.

Ma ormai giunti ai primi di settembre, ho subito recuperato terreno ed eccomi qui a recensire i due albi fuori serie usciti ad agosto: il Color Zagor n. 13 e lo Zagor Più n. 2.

LA PRIGIONIERA DEGLI HURON

Chi è veramente Banack, il primo compagno d’avventure di Zagor, quando ancora il re di Darkwood non aveva incontrato Cico?

Quali avventure i due hanno vissuto insieme?

È lo stesso Spirito con la Scure a raccontarlo al suo amico messicano, narrandogli la drammatica ricerca di una ragazza scomparsa durante la quale il giovane Spirito con la Scure è affiancato dal misterioso guerriero irochese.

Un lungo inseguimento, pieno di colpi di scena, che cambierà la vita di tutti e tre.

Come da tradizione, anche questo Color punta i suoi riflettori su uno dei comprimari della saga dello Spirito con la Scure: il pellerossa Banack. Cogliendo contemporaneamente l’occasione per celebrare ancora una volta il sessantennale di Zagor, la storia scritta da Luigi Mignacco svela anche un altro tassello del passato dell’eroe che, proprio durante il suo sodalizio con Banack, aveva liberato la squaw Shikan rapita dagli Huron. Costei è forse il personaggio più bello dell’avventura: già apparsa in uno dei “Racconti di Darkwood” nel Maxi Zagor n. 31 del 2017, qui costituisce l’elemento eucatastofico (cioè la risoluzione positiva) della vicenda, andando a recuperare la voce che aveva perduta da bambina a causa del trauma subito dall’aver assistito al massacro della sua famiglia. La storia è semplice e lineare, ricolma di azione e non priva di momenti coinvolgenti (molto bella, ad esempio, la scena della ragazzina che abbraccia spontaneamente Zagor intervenuto a salvarla).

I disegni sono opera dell’esordiente zagoriana Val Romeo, che a mio giudizio supera la prova a pieni voti: anche se a volte il viso di Zagor è un po’ troppo giovanile (ma ci può stare, dato che l’avventura è ambientata in un periodo antecedente l’incontro con Cico), la sua espressività è ottima, come ad es. nella vignetta qui sotto.

Splendida anche la figura di Shikan ormai adulta, che mi sembra quasi rappresentare la stessa disegnatrice… Voi che ne pensate?


* * *

LA PALUDE DEI MISTERI

Antiche leggende la cui origine si è persa nella notte dei tempi narrano di misteriose, sfuggenti creature che vivono nelle oscure profondità delle foreste o nelle vicinanze di laghi o fiumi.

Edgar Allan Poe si è forse imbattuto nelle tracce di una di queste e chiede a Zagor e Cico di seguirlo nelle sue ricerche.

I tre amici si inoltreranno in un territorio selvaggio, quasi inesplorato e pieno di insidie, dove ogni ombra può nascondere quella che i pellerossa temono e venerano come una divinità: la misteriosa donna delle paludi.

Questo secondo numero della collana “Zagor Più” presenta una storia completa di 190 tavole disegnata dal veterano Alessandro Chiarolla in ottima forma e sceneggiata da Antonio Zamberletti (che già in passato ha portato i lettori zagoriani a confrontarsi con tanti “misteri”: la belva del Gevaudan, il Triangolo delle Bermude, bambini con poteri soprannaturali…), il quale questa volta ci narra la leggenda indiana di Wa-Nake, lo spirito delle acque e delle paludi, una donna dotata di una bellezza da togliere il fiato nonché di artigli micidiali, creata dal Grande Spirito prima dell’Uomo. Ella non tollera i malvagi ed i violenti, che punisce senza pietà, mentre difende i deboli contro i quali questi si accaniscono.

Tale mitica figura rimane sempre sullo sfondo di una vicenda che vede coinvolti, con narrazioni inizialmente indipendenti e poi convergenti in un unico finale, tantissimi personaggi, tutti molto ben caratterizzati: Zagor e Cico, convocati da Edgar Allan Poe (nella duplice veste di scrittore e di Agente Raven di “Altrove”) per investigare sull’esistenza di Wa-Nake; il sergente Bennett, che un paio d’anni prima fu soccorso dallo spirito dell’acqua e che vuole liberarsi dei propri incubi; tre banditi che assalgono il carro di una famiglia di coloni, i Harmon (il cui figlio verrà salvato da Wa-Nake); Boone e i suoi sgherri (ladri e trafficanti di armi); il pellerossa Uyapi e sua nipote Dalyn, che guideranno Zagor e i suoi amici nella palude.

Una storia avvincente, con agguati, scontri, rapimenti e salvataggi, ribaltamenti di situazioni, che tiene incollato il lettore alle pagine, senza un attimo di respiro (soprattutto nella sua seconda parte).

Alla fine, eliminati tutti i cattivi e risoltasi positivamente la vicenda, ai protagonisti sopravvissuti rimane la domanda: la bellissima Wa-Nake è reale o no? Solo Poe potrà dire di conoscere la verità, che però custodirà gelosamente per sé e per i suoi racconti visionari…

Solo un appunto “negativo” su quelli che mi sono parsi due errori (non so se dovuti alla sceneggiatura originale o a interventi redazionali successivi): mentre a pag. 48 Zagor afferma di avere consegnato i tre banditi allo sceriffo della cittadina di Fort Corey, a pag. 68 lo stesso sceriffo incontra Zagor e gli domanda chi è e cosa fa da quelle parti, come se non si fossero mai conosciuti prima (la spiegazione “a posteriori” potrebbe essere quella che, quando Zagor ha consegnato i banditi, lo sceriffo non fosse personalmente presente nel proprio ufficio…); alle pagg. 172/173 Zagor salva per l’ennesima volta il piccolo Joey Harmon e lo affida a Poe, ma alla successiva pag. 182 lo Spirito con la Scure pensa  tra sé che bisogna ancora ritrovarlo e riportarlo a casa… Piccolezze, naturalmente, che non vanno a inficiare il risultato di un’altra bella storia di questo sessantennale zagoriano!

 

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