venerdì 29 ottobre 2021

Il presagio – Le notti di Londra (Zagor Gigante 672-673)

Un tetro castello apparso tra le nebbie della palude; un cimitero le cui lapidi riportano scolpiti i nomi di alcuni dei più cari amici di Zagor; una minacciosa figura avvolta da un mantello. Queste sinistre visioni e una preoccupante lettera giunta dall’Europa convincono Zagor della necessità di far visita al dottor Metrevelic. Il barone Rakosi è tornato?

Zagor troverà la risposta a Bergville, il villaggio sui Monti Superstizione dove lui e il barone si affrontarono tanti anni or sono e dove il vampiro ha deciso di lanciargli il suo nuovo guanto di sfida…

Successivamente, Zagor e Cico giungono a Londra in cerca di Frida. L’ombra del barone Rakosi incombe su di lei. Intanto il capitano Manfred Moor, promesso sposo della stessa Frida, è scomparso e un assassino terrorizza la città lasciando dietro di sé una scia di giovani donne uccise... e senza una sola goccia di sangue in corpo!

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In attesa dell’albo di novembre che chiuderà la pentalogia vampirica zagoriana iniziata quest’estate, cominciamo ad analizzare la prima parte della saga, pubblicata sui numeri 723/672 e 724/673 della collana.

Intanto diamo qualche numero... Con la presente avventura assistiamo al quinto ritorno del barone vampiro Bela Rakosi, il secondo (ma da me preferito) nemico ancestrale di Zagor, dopo il professor Hellingen; se a queste storie aggiungiamo anche le due che vedevano coinvolta Ylenia Varga, arriviamo a un totale di sette in tutta la saga zagoriana che vedono il nostro eroe affrontare questi terribili succhiasangue non-morti.

Inizialmente Zagor si trova a Darkwood, impegnato con Tonka e i suoi Mohawk a cacciare un enorme orso assassino. L’inseguimento dell’animale li porta ad entrare nella sacra Palude delle Nebbie, dove Zagor, per colpa delle esalazioni mefitiche, ha la visione di un castello e di un cimitero con delle lapidi che portano i nomi del dottor Metrevelic, di Aline e Albert Parkman (personaggi coinvolti abitualmente nelle sue avventure contro il barone Rakosi) e di Frida Lang (suo primo amore mai dimenticato). Le visioni proseguono con un attacco di pipistrelli e con l’apparizione di un’ombra che sembra proprio quella di Rakosi. Il tutto gli costa quasi la vita: attaccato dall’orso assassino (che mi ha ricordato quello presente nel film della Disney “Brave”), viene salvato dall’intervento dei Mohawk con i quali riesce infine ad ucciderlo.

Quella sera, ripresosi dalle ferite, Zagor riceve una lettera proprio da Frida Lang, che lo informa che il fidanzato Manfred, già a suo tempo vittima della vampira Ylenia Varga, ha cominciato ad avere incubi terribili, a non sopportare più la luce del giorno e a veder sparire la sua immagine riflessa nello specchio. La sinistra coincidenza di questa lettera con le visioni avute nella palude porta Zagor a pensare a un coinvolgimento del barone Rakosi. Quindi, lui e Cico partono per Fairmont (luogo del loro primo scontro col vampiro) alla ricerca del dottor Metrevelic, il quale però ha raggiunto la figlia Aline e il genero Albert Parkman a Bergville (la cittadina della loro seconda avventura con Rakosi); pertanto anche i nostri due eroi vi si recano.

Zagor informa il dottore del suo timore di un ritorno di Rakosi, che potrebbe aver steso il suo malefico influsso su Manfred. La conferma di ciò arriva proprio durante una festa di fidanzamento che si sta svolgendo a Bergville, quando il vampiro prende possesso del corpo di Aline e lancia la sua sfida a Zagor! Quando Aline si riprende, rivela di avere visto Frida Lang nella città di Londra. Su consiglio di Metrevelic, all’alba del giorno dopo Zagor e Cico lasciano Bergville con l’intenzione di raggiungere la capitale inglese.

Giunti a Londra a bordo di una nave, i due amici vengono “contattati” da una banda di ragazzini denominata “Gli Irregolari dell’East End” (che richiamano alla memoria “Gli Irregolari di Baker Street” di Sherlock Holmes), al servizio del colonnello Korasi (lontano discendente di Rakosi e ora suo acerrimo nemico, già alleato di Zagor in passato), che li conducono in una lussuosa villa dove vengono accolti dal colonnello e da Frida Lang.

Zagor e Cico vengono aggiornati sulla situazione: Korasi sospetta che il suo malefico avo sia effettivamente a Londra, dato che alcuni mesi prima era giunta da New York la nave mercantile “Demetra” con l’equipaggio sterminato da un misterioso “diavolo”; pochi giorni dopo sono state trovate diverse donne morte dissanguate e il capitano Moor ha cominciato a manifestare i sintomi riferiti da Frida nella sua lettera. La circostanza, poi, che nel frattempo Manfred sia fuggito dalla villa, sarebbe spiegata dal fatto che Rakosi sarebbe entrato in contatto con lui grazie al legame vampirico con Ylenia Varga. Quindi, trovando Manfred confidano di scovare anche Rakosi.

Nella loro ricerca, i nostri vengono affiancati dal sergente Greg Streadle di Scotland Yard (il cui nome richiama l’ispettore Greg Lestrade sempre dei racconti di Sherlock Holmes), che li guida ad una vecchia nave usata un tempo come prigione, la “Sulphur”. Ma è una trappola: ad aspettarli trovano il boss della malavita Barnabas Reed, vampirizzato da Rakosi, e i suoi non-morti, col risultato che Zagor e compagni vengono fatti prigionieri. Grazie all’intervento degli “Irregolari dell’East End” lo Spirito con la Scure e gli altri riescono a liberarsi e a uccidere tutti i vampiri. Prima di morire definitivamente, Reed rivela che Rakosi è già tornato nel suo castello in Ungheria e che, nonostante tutto, ha vinto.

Il significato di questa parole diviene presto chiaro: nel frattempo Manfred Moor ha fatto irruzione nella villa dove si trova Frida, l’ha vampirizzata e si è imbarcato per raggiungere il suo “padrone” Rakosi!

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Si concludono così questi primi due albi dell’avventura in Europa, scritti da Jacopo Rauch e disegnati da Raffaele Della Monica, ormai divenuto il “disegnatore ufficiale” delle storie zagoriane con i vampiri.

La storia è frizzante, senza inutili tempi morti, e riesce a dare il giusto peso a tutti i personaggi, principali e comprimari, presentando il barone Rakosi come una minaccia incombente ma lontana, in attesa nel suo tetro castello pronto per lo scontro finale con Zagor.

Appassionante la caccia all’orso assassino del primo albo ed inquietante la trama inerente la presenza di Rakosi, basata soprattutto su visioni e richiami a vicende avvenute “fuori campo” (le aggressioni alle donne di Londra, l’arrivo del mercantile “Demetra”, la vampirizzazione di Barnabas Reed, molto somigliante al Tom Cruise del film “Intervista col vampiro”).

Molto ben descritta anche la tensione amorosa tra Frida e Zagor, che sembrano sempre irresistibilmente attratti l’uno dall’altra ma inevitabilmente separati dalla “presenza” del fidanzato Manfred.

Pregevoli anche i rimandi all’opera di Bram Stoker, “Dracula”, laddove vediamo i nostri eroi organizzarsi per la caccia del vampiro tra le vie di Londra, la vampirizzazione di Frida che richiama quella di Mina Murray, la “Demetra” che ha lo stesso nome dell’imbarcazione con cui Dracula giunge a Londra… Numerosi anche i già evidenziati riferimenti ai racconti di Sherlock Holmes ad opera di Arthur Conan Doyle.

Molto belli i disegni di Della Monica, dal consueto tratto pulito, sia nella prima parte ambientata tra le foreste e i paesaggi americani, sia nella seconda dove ci vengono mostrati dei suggestivi scorci architettonici di Londra, contrapposti alla sue fumose strade e quartieri malfamati.

 

2 commenti:

  1. Si tratta di due albi interlocutori, un lungo angosciante preludio che introduce gradualmente il lettore verso quello che presumibilmente sarà un epico scontro (finale?) con il suo arcinemico.
    La lettura non annoia anche se forse patisce un po' della quantità di comprimari messi in scena, a mio modo di vedere eccessiva.
    Sarà che non sono più attento e recettivo come una volta ma io con tutti questi soggetti tendo a perdere il filo della narrazione già un po' complicata di per se.
    Per nulla poi ho gradito negli anni il proliferare di vampiri e aspiranti tali a partire da Ylenia Varga, sorta di Zora la vampira in salsa bonelliana.
    E per nulla mi è piaciuto, ormai molti anni fa, lo sviluppo poco definito e un po' ambiguo che ha caratterizzato il ritorno di Frida nella vita dello Spirito Con La Scure.
    Una sorta di "ménage a trois" in cui non sono troppo chiari ruoli, sentimenti e pulsioni.
    In ogni caso, tornando all'oggetto dell'analisi di Baltorr, questo "antipasto" è sicuramente interessante e ben fa sperare nella qualità dei piatti principali.

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    1. Grazie per il commento, Mario. Effettivamente, ad una prima lettura anche a me sono sembrati un po' tanti i comprimari qui coinvolti... quasi una sceneggiatura boselliana... ma ad una rilettura più calma, devo riconfermare che nessuno di quelli più importanti è da considerarsi di troppo o inutile... tutti hanno un loro ruolo ben preciso, determinato e funzionale alla storia.
      Ciao!

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