giovedì 23 dicembre 2021

IL RITORNO DI LAPALETTE (Color Zagor 14)

Il Conte di Lapalette, ladro gentiluomo vecchio amico di Zagor, penetra nella villa del misterioso dottor Warren, a Chicago, e scopre un segreto mortale, incrociando la sua strada con quella di Zagor giunto in città sulle tracce di alcune ragazze indiane rapite.

Altre ragazze, del resto, sono scomparse nei mesi precedenti fra i bassifondi cittadini.

Warren ha al suo servizio una banda di criminali che cercano di fermare lo Spirito con la Scure alla ricerca della verità, in un susseguirsi di scontri e inseguimenti.

La tradizione dei Color Zagor prevede che ogni albo sia dedicato a un co-protgonista della saga: questa volta è il turno del conte di Lapalette, gentleman cambrioleur sui generis, incontrato da Zagor per la prima volta nella città di Chicago nel corso dell’avventura I ricattatori/Solo contro tutti (Zenith 86/87-Zagor 35/36).

Era, quindi, inevitabile che le loro strade si incontrassero nuovamente quando lo Spirito con la Scure si trova costretto a recarsi nella medesima città sulle tracce dei rapitori di alcune  ragazze pellerossa. Il mandante si scopre essere il giovane dottor Warren che, mediante esperimenti effettuati su giovani donne (prostitute cittadine e squaw indiane), vuole riportare in vita la moglie defunta, custodita in una cilindro di vetro ricolmo di un misterioso liquido conservante.

L’avventura in sé è piacevole e scorrevole, non presentando difficoltà di lettura. I ruoli dei personaggi sono ben delineati, il mistero dietro la scomparsa delle ragazze è presto svelato e il catastrofico finale arriva dopo una movimentata serie di inseguimenti, agguati, pestaggi e sparatorie.

Il villain di turno è ben caratterizzato, con il suo dramma interiore (esternato in molti soliloqui mentali) che lo ha portato dall’essere un medico che salvava la vita alle persone a folle uccisore di ragazze pur di ottenere un risultato impossibile: la resurrezione dell’amata consorte.

Insomma, lo sceneggiatore Francesco Testi si riconferma un buon storyteller e raggiunge abbondantemente la sufficienza.

I disegni di Alessandro Chiarolla risentono forse un po’ dell’età dell’autore e dell’inusuale (per lui) ambientazione urbana, ma i colori della GFB Comics, a mio parere, li impreziosiscono. Belle le figure femminili e molto ben reso il finale catastrofico.

In conclusione, voglio proporvi una vignetta dell’albo:

Non appena l’ho vista mi è tornato alla mente uno dei supercriminali della DC Comics: Mister Freeze.

Questi era uno studioso di criogenia che, durante un incidente, divenne impossibilitato a sopportare le temperature sopra lo zero, motivo per cui indossò un’apposita tuta che gli permise di mantenersi a un temperatura per lui non letale. Egli era sposato con Nora, una dolce e bellissima donna che contrasse una terribile quanto rara malattia terminale; non potendo accettare di perderla, sfruttando i suoi studi criogenici, Mister Freeze la ibernò nel ghiaccio, dedicando la sua vita al crimine nella speranza di trovare abbastanza fondi da permettersi una cura per la moglie.

Ora guardate queste due vignette di Mister Freeze e della moglie e ditemi se non notate una certa somiglianza con quella postata più sopra…


Il mondo della DC Comics, dopo Joker, Flash e la Justice League, fa ancora una volta capolino (anche se in maniera solo referenziale) nelle storie di Casa Bonelli…

 


9 commenti:

  1. Ciao Marco, la trama è quella del magnifico film gotico del 1960 "Il Mulino Delle Donne Di Pietra" con una bellissima e disturbante (per un uomo normale*) Scilla Gabel.
    La differenza è che nel film era figlia e non moglie.
    Questo albo però non l'ho letto e non so se lo leggerò quindi non dirò nulla a riguardo.

    *Spero si possa dire...

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    1. Grazie per la segnalazione, Mario! Ammetto che non conoscevo questo film e allora sono subito andato a controllare su internet. Effettivamente, la trama riportata da wikipedia è moooolto simile a quella del Color:

      "Una ricerca sull'arte popolare olandese porta lo studente Hans von Armin a conoscere Gregorius Wahl, uno scultore che vive con la giovane e bella figlia Elfi. Gregorius possiede un imponente carillon all'interno di un mulino in cui allo scoccare delle ore compaiono delle statue a grandezza naturale di celebri eroine del passato. Hans ben presto verrà sedotto dalla giovane Elfi ma, la giovane fanciulla venendo poi respinta, morirà, a causa di una malattia, che la porta a delle crisi. Quando, poco tempo dopo, il ragazzo torna al mulino resta stupefatto: Elfi è incredibilmente viva! Il giovane sconvolto crede di trovarsi in una allucinazione e verrà scacciato dal padre, Gregorius. Nel suo soggiorno olandese il ragazzo frequenterà due giovani del posto, Ralf e Liselotte (con cui era già amico d'infanzia) e, spesso, non può fare a meno di interrogarsi sullo strano caso di Elfi. Dopo la scomparsa di Liselotte, il giovane fa un'amara scoperta: le statue del mulino del professor Wahl sono costruite sul cadavere di svariate ragazze assassinate da questi. L'uomo utilizzava il sangue di queste fanciulle per curare la malattia di Elfi, affetta da una rara malattia ematica e riportata in vita, di tanto in tanto, grazie ai globuli rossi di una delle malcapitate. Hans riesce a salvare Liselotte poco prima che Gregorius la uccida e la trasformi in statua: Gregorius rendedosi conto ormai che la figlia non potrà mai più tornare in vita causerà l'incendio del mulino, il ragazzo fuggirà dal mulino in fiamme insieme a Ralf e Liselotte mentre Gregorius morirà nell'incendio stringendo tra le braccia il corpo esanime di Elfi".

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    2. Questa sì che sarebbe una bella domanda da porre a Moreno o direttamente a Francesco Testi.

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    3. Ciao Baltorr. Onestamente non sapevo neppure che il film citato esistesse, senza contare che le differenze sono evidenti, a partire dal fatto che Elfi torni davvero in vita! Hai invece colto bene il legame con Mister Freeze, l'unica vera fonte d'ispirazione che ho avuto per la storia: ho sempre adorato il personaggio e volevo affrontare una tematica simile nel mondo di Zagor. Quindi io e lo sceneggiatore del film in oggetto siamo semplicemente sulla stessa lunghezza d'onda. Mi fa piacere che la mia storia ti sia piaciuta e ti auguro buone feste.

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    4. Carissimo Francesco, ben ritrovato!
      Grazie mille per il tuo intervento e i tuoi chiarimenti, che impreziosiscono ancora di più questa recensione!
      Ancora complimenti per la storia e ricambio di cuore gli auguri di Buone Feste!

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    5. Rispondo a Francesco Testi: è normale che Zagor ciclicamente proponga interpretazioni di trame cinematografiche, era così anche ai tempi della golden age, basti pensare a Molok che nient'altro è che Frankenstein, al mostro di Dark Canal, al Vampiro e ad altri episodi che adesso mi sfuggono.
      Anche Tex molto spesso ha fatto citazioni a classici del cinema western, mi viene in mente El Muerto e I Diavoli Rossi laddove si cita Sergio Leone e John Ford.
      Questo per dirti che la mia osservazione non va letta in chiave di demerito e non ho dato giudizi su una storia che non ho letto.
      Peccato che tu non conosca il piccolo cult movie "Il Mulino Delle Donne Di Pietra", indimenticabile.

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    6. Grazie per la tua risposta, caro Mario. E spero che la legga anche Francesco (il quale non mi pare abbia potuto percepire come critica negativa la tua osservazione). Ciao!

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  2. Onestamente non ho visto quel film ma ammetto di non essere un appassionato di cinema ma la mia unica passione è la lettura e devo fare i complimenti al bravo Francesco Testi per questo color molto avvincente la trama se non sbaglio Francesco è anche l autore dello speciale le creature del buio molto ben scritto anche questo saluti cordiali da Matteo

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