mercoledì 26 luglio 2023

Braccati! (Zagor Gigante 696bis)

In una villa ai confini di  Darkwood, lo spietato Luther Keenness, appena uscito di prigione, uccide il padre di Connie Mc Murray, dopo avergli fatto aprire la cassaforte. Lo uccide perché in passato era stato suo complice in alcune rapine e infine traditore, passandola liscia mentre egli era finito in prigione.

Connie riesce a scappare dalla casa rubando il suo cavallo. Riunita la sua banda, Luther si mette a caccia della ragazza certo di essere stato riconosciuto.

Zagor si imbatte in Connie che gli racconta l'accaduto, informandolo di essere inseguita da Luther e dai suoi uomini perché considerata una testimone pericolosa. Per acciuffare la ragazza, Luther conta sull’appoggio anche di una banda di pellerossa.

Zagor e la ragazza vengono così braccati dagli indiani e dai banditi, ma ottengono l’aiuto di Tonka e di Cico.

La trama qui sopra riportata, ripresa dalla presentazione dell’albo sul sito della SBE, dice già tutto della storia (tranne il fatto che, come di prammatica, Zagor riuscirà a risolvere la situazione).

Storia piacevole, nella più classica tradizione zagoriana, di pura azione ed avventura, dal ritmo incalzante: non a caso in rete ho letto recensioni positive soprattutto da parte di lettori della vecchia guardia.

La vera novità è rappresentata dal fatto che l’autore del soggetto, della sceneggiatura e dei disegni è un’unica persona, uno dei pilastri zagoriani da ormai quasi trent’anni a questa parte: Raffaele Della Monica. Questa “unicità” di autore completo sulle pagine di Zagor non si verificava dagli anni ’60. allorché Gallieno Ferri sceneggiò e disegnò sette delle prime avventure del personaggio.

Vignetta da pag. 10

La proverbiale cura certosina di Della Monica la ritroviamo anche in questa storia, con disegni ricchi di dettagli: bello l’incipit sotto la tempesta, dal tocco molto gotico; vignette particolareggiate (sia nel ritrarre gli interni - ad es. nella casa all’inizio del racconto o nel conestoga a pag. 45 -, sia negli fondi e nei paesaggi, sia infine nella caratterizzazione dei personaggi); Connie è ritratta con femminilità e a tratti anche con sensualità (tuttavia, in alcune vignette risulta un po’ troppo mascolina, vedi pagg. 10 e 28); le espressione facciali di Cico sono molto azzeccate.

Vignetta da pag. 49

Nella vicenda sono anche presenti alcuni topoi zagoriani, come la pepita d’oro per pagare il traghettatore, l’eroe legato al palo della tortura con le squaws che lo bastonano per punirlo della morte dei loro uomini, il duello con il campione della tribù, il riconoscimento del suo coraggio da parte del capo pellerossa (anche, qui, però, un piccolo appunto: siamo comunque nei dintorni di Darkwood… possibile che i Blackfeet non conoscano lo Spirito con la Scure?!?).

Insomma, pur nella sua inevitabile brevità di sole 94 pagine, una storia niente male e che non annoia.

Vignette da pag. 90

Devo però chiudere questa recensione con un punto dolente (almeno a livello personale).

Può essere che alla maggior parte dei lettori sia passata inosservata, anche se in rete ho trovato almeno un paio di persone che l’hanno fatta notare, ma l’esclamazione (che qui non voglio riportare) proferita da uno della banda di Luther a pag. 90, - così come pronunciata - rasenta la blasfemia.

Per quanto “realisticamente” plausibile in quel contesto, e probabilmente molto usata anche su altri fumetti, a me personalmente ha dato molto fastidio e mi è davvero spiaciuto leggerla su un albo di Zagor. Un conto è quando il nome di Dio, di Gesù o della Madonna viene usato da un personaggio a fumetti come invocazione d’aiuto (“Dio mio!”, “Signore Onnipotente”, “Santa Vergine di Guadalupe”), un altro quando viene utilizzato per imprecare.

Da me interpellato sulla questione, Moreno Burattini mi ha rassicurato sul fatto che non vi è stato alcun intento blasfemo e che, peraltro, Raffaele Della Monica ha fama di essere un buon cattolico e proprio di recente ha realizzato una tela di grandi dimensioni con soggetto sacro per la chiesa della sua parrocchia.

Comunque sia, questo genere di imprecazione la ritengo una caduta di stile che spero non si ripeta più sul mio fumetto preferito.

Ditemi anche voi nei commenti che ne pensate… Sono io che esagero? Possiamo discuterne.

 

6 commenti:

  1. Ciao baltorr mi chiamo Matteo Agostini . A me la storia nel complesso non mi è dispiaciuta la trovo gradevole una lettura rilassante estiva . Quanto alla frase può capitare che sfugga all' attenzione di chi scrive e chi corregge anche se a dire la verità è la prima volta che succede da che leggo zagor più di trent'anni perdoniamo volentieri l errore

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  2. Forse che noi non si dice "sant'Iddio?", e gli americani invece di "Iddio", specie nei film e nei romanzi, vi sostituiscono "Cristo!": è assolutamente analogo; e qui l'autore/disegnatore ha caratterizzato benissimo l'espressione inquadrandola dalla prospettiva statunitense; inoltre, bisognerebbe sempre considerare le cose alla luce della ragione: come Epitteto insegna, uno può anche dire che il nostro modo di scrivere fa schifo, ma noi non siamo la nostra scrittura; essa è altro da noi; e se ci dicono che fa schifo, i casi sono due: o è vero e dobbiamo porvi rimedio, o è falso, e allora non dobbiamo fare nulla.

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  3. Quell'espressione non mi ha certo turbato, però stupito sì, perché in effetti non corrisponde allo stile bonelliano. Perfino nei fumetti della linea Audace, caratterizzata proprio dalle espressioni forti e perfino volgari, non ricordo di aver trovato esclamazioni come questa.
    Non vorrei però che di finisse a parlare solo di questo, dimenticando il resto della storia: lineare e tradizionale certo, ma con un perfetto ritmo narrativo e ottimamente disegnata.
    Mi piace segnalare una vignetta "balisticamente impossibile": l'ultima di pagina 31. Il proiettile non può essere diretto in alto e contemporaneamente passare tra le zampe del cavallo. È un trucco grafico, come la scala di Penrose. Ferri aveva fatto una cosa simile sulla copertina de L'UOMO CON IL FUCILE. Mi piace l'idea che i grandi del passato e del presente usino gli stessi artifizi grafici.

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  4. Riporto il commento di Raffaele Della Monica su questa recensione scritto sulla pagina FB di Moreno Burattini:

    Sono certo che l’espressione “Cristo Santo”, non sia una bestemmia. Altrimenti me ne scuserei. Ringrazio per le altre critiche, peraltro positive.

    Questa la mia risposta:

    Caro Raffaele, intanto ti ringrazio per essere stato uno degli autori zagoriani che mi hanno fatto degli auguri “speciali” in occasione del mio sessantesimo compleanno nello scorso mese di marzo.
    Poi ti ringrazio anche per questo tuo commento e desidero precisare alcune cose (oltre a quelle già scritte nel mio blog).
    Innanzitutto non ho scritto che l’espressione usata sia una bestemmia, bensì che “rasenta la blasfemia”. Questo perché il Catechismo della Chiesa Cattolica ci insegna, al n. 2143, che “Il nome del Signore è santo. Per questo l’uomo non può abusarne. Lo deve custodire nella memoria in un silenzio di adorazione piena d’amore. Non lo inserirà tra le sue parole, se non per benedirlo, lodarlo e glorificarlo”. Al n. 2146 si dice: “Il secondo comandamento proibisce l’abuso del nome di Dio, cioè ogni uso sconveniente del nome di Dio, di Gesù Cristo, della Vergine Maria e di tutti i santi”.
    Se al n. 2148 si precisa che la bestemmia “consiste nel proferire contro Dio – interiormente o esteriormente – parole di odio, di rimprovero, di sfida, nel parlare male di Dio, nel mancare di rispetto verso di lui nei propositi, nell’abusare del nome di Dio” (e in effetti l’espressione usata a pag. 90 del fumetto NON è una bestemmia - cosa che, ripeto, non l’ho mai sostenuta e non è quello che ho scritto nella mia recensione), è pur vero che al n. 2149, sempre del Catechismo, si legge: “Le imprecazioni, in cui viene inserito il nome di Dio senza intenzione di bestemmia, sono una mancanza di rispetto verso il Signore”.
    Ecco il motivo della mia doglianza. Tutto qui. Quel tipo di espressione è un’imprecazione in cui viene inserito il nome di Gesù non per lodarlo o per invocarne l’aiuto, ma quale moto di stizza o disappunto. E la mia sensibilità personale ha fatto sì che la cosa mi abbia dato un certo fastidio.
    Per il resto, sono sicuro che non ci sia stata un’intenzione negativa da parte tua e nel rinnovarti i complimenti per la storia nel suo complesso, ti rinnovo anche la mia stima.

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  5. In merito a un'altra mia osservazione contenuta in questo articolo, Della Monica ha precisato:

    Per quanto riguarda la tribù dei Blackfeet che non riconoscono Zagor, ci avevo pensato. Si tratta di un espediente narrativo occorrente alla storia. I Blackfeet occupavano un territorio molto ad Ovest rispetto a Darkwood. Erano Indiani della prateria. Questa unica tribù, si era trasferita da poco tempo ai confini di Darkwood. Viene anche detto a pag. 17.
    Per questo non conoscono le gesta di Zagor.

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  6. Nel 2023 stiamo ancora a parlare di blasfemi e "buon cattolico" ? Ma per favore.

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