lunedì 22 febbraio 2021

Benvenuti a Heavenwood (Zagor Gigante 665/667)

In una capanna in mezzo ai boschi, è avvenuto un massacro. Zagor arriva appena in tempo per sentire le ultime parole di una delle vittime: c’è una “mela marcia” nella vicina città di Heavenwood. Dove tutti sembrano brave persone, ma la puzza di bruciato si fa presto sentire, insieme al sibilo delle pallottole…

Zagor prosegue le sue indagini nella cittadina, dove tutti sembrano brave persone ma in cui, invece, in parecchi hanno qualcosa da nascondere. Più si scava, più il verminaio esce allo scoperto. Lo Spirito con la Scure cerca un assassino, ma scopre delle complicità. Per di più, c’è un mistero legato alla tribù indiana che vive nella foresta a non troppa distanza dall’abitato: chi ha ridotto quelli che erano fieri pellerossa ai fantasmi di loro stessi, schiavi dell’alcool?

A Heavenwood, in realtà, esiste una vera e propria consorteria del malaffare che tiene in pugno la città, ma che agisce dietro una parvenza di rispettabilità. Nelle sue indagini tese a risolvere il mistero di alcuni omicidi e quello della tribù indiana schiavizzata da qualcuno per i suoi scopi oscuri, Zagor viene aiutato da una figura nell’ombra: di chi si tratta? Anche sulla sua identità, come su quella dei responsabili e dei mandanti delle uccisioni, dei soprusi e degli attentati, viene alla fine fatta chiarezza.

Giusto quattro anni fa, il 17 febbraio 2017, postavo sul mio profilo Facebook la fotografia che vedete qui sotto, scattata in occasione di una cena nel corso della manifestazione fumettistica “Lucca Collezionando”.

La foto ritrae il sottoscritto insieme a Marcello Mangiantini, che in quell’occasione mi rivelò di avere da poco iniziato a disegnare una storia di Zagor di ambientazione western, sceneggiata da Tito Faraci e il cui titolo di lavorazione era La mela marcia.

La “stranezza” di questo titolo mi incuriosì molto e per tutto questo periodo sono rimasto in attesa di poter leggere questa storia, domandandomi come sarebbe stata.

Ecco che, a quattro anni di distanza, quell’avventura è stata finalmente pubblicata negli albi di Zagor usciti in edicola da dicembre 2020 a febbraio 2021, con i titoli Benvenuti a Heavenwood, Nessuno è innocente e Lupi e agnelli.

Che dire di questa storia? La trama è sicuramente avvincente: al lettore viene lasciato subodorare che qualcosa non “gira” per il verso giusto nella cittadina di Heavenwood, che esiste un complotto nascosto… teso a che cosa e chi vi sia coinvolto lo si scopre solo un po’ alla volta, e in questo Faraci è stato molto abile.

Però devo anche osservare che la storia, personalmente, la trovo poco “zagoriana”. Nel senso che la trama è a mio giudizio fin troppo elaborata, con la presenza di diversi comprimari tutti ben caratterizzati ed importanti (i vari maggiorenti della cittadina, il gestore dell’emporio Jack Benson, gli operai della segheria, gli indiani soggiogati dall’alcool), ma con uno Zagor spesso lasciato sullo sfondo della vicenda…

Con questo non voglio dire che una storia di Zagor debba per forza essere “sempliciotta”, tutt’altro, ma lineare sì, senza troppe sottotrame o ingarbugliamenti della vicenda. Non so, magari mi sbaglio e il mio giudizio è errato… Attendo eventuali pareri e commenti contrari a quanto ho sostenuto.

Molto ben riuscite (e pienamente “zagoriane”) sono, invece, le varie gag di Cico facente funzioni di commesso dell’emporio, tutte davvero divertenti! La comicità è sicuramente nelle corde di Tito Faraci, avendone già dato prova nelle miniserie “Cico a spasso nel tempo”.

In conclusione, si tratta di una storia nel complesso piacevole, ma che considero più come una “interpretazione” di Faraci del personaggio dello Spirito con la Scure che non un’avventura pienamente appartenente al “canone” dello stesso.

Risultato nel complesso positivo anche quello di Marcello Mangiantini ai disegni: bravissimo nel creare paesaggi, ambienti, abiti ed arredi e nella caratterizzazione dei personaggi, il disegnatore sembra essere finalmente riuscito a dare un volto uniforme al nostro Zagor nelle varie vignette (pecca che avevo evidenziato in mie precedenti recensioni) anche se può ancora migliorare.

Le copertine illustrate da Alessandro Piccinelli sono una più bella dell’altra, anche fin troppo “epiche” in rapporto alla trama dell’avventura contenuta negli albi.

 


1 commento:

  1. A volte si tende ad osare troppo ed a perdersi con troppi personaggi di mezzo. Per questo penso che la sceneggiatura avrebbe potuto essere tranquillamente riassunta e sintetizzata.

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