sabato 5 giugno 2021

Corpo speciale (Zagor Gigante 671)

Zagor ritorna in un luogo che ha segnato il suo destino: il villaggio Abenaki sulle rive di un lago dove si consumò la sua vendetta contro Salomon Kinsky e dove morì “Wandering” Fitzy.

Lo Spirito con la Scure scopre che ci sono ancora dei pellerossa che ricordano la strage di molti anni prima… ma che, allo stesso tempo, un corpo speciale dell’esercito, denominato “Snipers Force”, ha stabilito la sua base nei pressi del lago, scontrandosi con i pellerossa…


Ecco giungere finalmente in edicola il numero della Collana Zenith celebrativo del sessantesimo anniversario di Zagor.

Infatti nel mese di giugno del 1961 usciva in edicola “La foresta degli agguati”, il primo numero in formato striscia della Collana Lampo che presentava ai lettori un nuovo personaggio: Zagor, lo Spirito con la Scure! Albetto molto opportunamente allegato, in ristampa anastatica, a questo n. 722/671 come omaggio dell’editore ai lettori zagoriani.

Altro “omaggio” ai lettori è la copertina illustrata da Alessandro Piccinelli che riproduce (contestualizzandola) la cover di Gallieno Ferri di quel mitico n. 1.

Ma veniamo alla storia.

Possiamo innanzitutto dire che sono due le trame che si intersecano: la principale vede il mondo di Zagor “invaso” ancora una volta (dopo i Lupi Neri, la Tropical Force, e gli Iron Wolves) da un corpo speciale dell’esercito americano, la Snipers Force, che – come lascia intendere il nome – è composto da franchi tiratori, armati di modernissimi e letali fucili ad alta precisione.

La trama secondaria, ma sicuramente più ricca di risvolti psicologici, è quella che vede tornare Zagor sulla tomba del suo mentore “Wandering” Fitzy e rievocare il terribile momento della sua morte, preceduto dalla strage ad opera dal giovane Patrick Wilding (che è il vero nome di Zagor) ai danni degli Abenaki di Solomon Kinsky. Due “pesi”, quello della strage e quello della morte dell’amico/padre adottivo, che gravano ancora sull’animo dello Spirito con la Scure. Poco lontano dal quel luogo, Zagor e Cico incontrano i discendenti di quegli stessi Abenaki, uno dei quali in particolare, Odonak, è ancora in cerca dell’autore di quel massacro e dell’uccisione di suo zio e suo cugino.

Le due trame, come dicevo, sono tra loro connesse dal fatto che il fratello e il padre di Odonak sono stati, rispettivamente, uccisi e feriti dai militari della Snipers Force. Colui che comanda questo corpo speciale, il maggiore Bradley, ha deciso di usare come bersagli di allenamento per i suoi uomini proprio i pellerossa, considerati dei selvaggi che la storia ha già destinato all’estinzione. Zagor, ovviamente, riuscirà a porre fine anche a questa nuova minaccia.

Non starò a descrivere la storia nel dettaglio. Dico solo che mi è piaciuta molto e che Moreno Burattini è stato bravo a raccontare in un solo albo di 94 pagine le due vicende: quella piena d’azione con la Snipers Force e quella più introspettiva sulle conseguenze del suo passato di giustiziere.

Per quanto riguarda la prima, segnalo il bel discorso di Zagor (di stampo veramente nolittiano) rivolto al maggiore Bradley: “Hai ai tuoi ordini una masnada di cecchini? Vigliacchi che uccidono da lontano, tenendosi al sicuro?”; “Puah! Uccisioni mirate… a tradimento! Un colpo in fronte a distanza di sicurezza! E, stando a quanto mi dici, anche ai danni di chi non indossa una divisa, obbedendo a un ordine ricevuto, senza sapere perché…”.

Per quanto riguarda la seconda, mi aspettavo che nel finale Zagor rivelasse agli Abenaki di essere lui l’autore della strage di tanti anni prima… Invece, molto più opportunamente, Burattini mostra il lato più umano (e quindi anche fragile) dell’eroe che tace e preferisce mantenere Odonak all’oscuro di quella “macchia” del suo passato che egli ha già ampiamente espiato e della quale non deve più rendere conto agli uomini ma solo al suo Creatore.

I disegni “ferriani” del bravissimo Marco Verni impreziosiscono il tutto… una sola cosa manca, secondo me: il colore (tipico degli albi centenari e di quelli dedicati alle varie ricorrenze, come è questa del sessantennale), che sarebbe stato la vera ciliegina sulla torta di questo numero celebrativo.

Concludo mostrandovi uno schizzo del maggiore Bradley (allora indicato come “capitano”) eseguito da Marco Verni in occasione del Raduno Autunnale del Forum zagoriano SCLS, tenutosi a Bologna nel novembre del 2019, epoca in cui il disegnatore aveva iniziato a lavorare alla presente storia.

            Alla prossima recensione, con l’inizio della trasferta in Europa!!!

 

9 commenti:

  1. Non sono una grande fan delle storie autoconclusive (ovvero che “iniziano e finiscono” in un solo albo) e a ben vedere le storie memorabili di Zagor sono quelle di ben altra lunghezza giacché i numeri centenari, che sono storicamente gli autoconclusivi per eccellenza, non si fanno ricordare granché con forse “Indian Circus” come unica eccezione.

    Questo “Corpo Speciale” non diventerà certo un classico dello Spirito Con La Scure e non è stato scritto con quell’intento, ma si distingue per il raro equilibrio in un ambito un po' asfittico che avrebbe meritato più pagine soprattutto orientate all’approfondimento psicologico dei cattivi di turno.

    E chi sono i "cattivi"? Un esercito parallelo criminoso come tanti se ne sono visti (memorabile la storia con i "Lupi neri"), ma con un quid di originalità inedito: uccidono non per efferato odio razziale, che pure non manca, o per uno scopo immediato, ma per semplice ed agghiacciante esigenza di esercitazione militare.
    Una crudeltà orribile proprio perchè "chirurgica", quotidiana, fine a se stessa.
    Esercitata in un ambito che una nota espressione letteraria definisce come "banalità del male".

    Si tratta di una storia compatta e coesa che bene inizia con la visita alla tomba del primo mentore di Patrick Wilding e dei luoghi della catarsi da cui avrà origine il giustiziere di Darkwood, che ben prosegue senza lasciare spazio alla noia e che meglio finisce lasciando aperte interessanti strade narrative laddove potrebbero interagire dialetticamente in uno scenario psicologico inusuale l’ammirazione incondizionata (?) per Zagor e l’odio per Patrick Wilding…”quel” Patrick Wilding.

    Dai, pollice su, per questa storia il cui unico rammarico è la brevità ma, a ben vedere, potremmo anche intenderla come un bel prologo di successivi e articolati sviluppi di più robusta foliazione.

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    1. Bellissimo intervento, Mario!
      In effetti anche Moreno da detto o scritto, non ricordo se nella rubrica iniziale (in questo momento non ho l'albo sotto mano) o nella presentazione su Youtube, che la storia pone le basi per degli sviluppi futuri.
      Grazie!!!

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    2. Ho fatto un errore di sballio!
      Ho indicato "Indian Circus" come numero centenario, ma sappiamo che non è così.

      Fu il numero 84 e si trattò del primo albo Bonelli a colori non multiplo di cento, venne pubblicato in seguito ad uno storico sondaggio tra i lettori a guisa di "ringraziamento" per la copiosa partecipazione.

      A partire dagli anni novanta ne arriveranno parecchi altri di albi a colori non centenari, ma Zagor ha anche questo primato che ne attesta lo straordinario successo di pubblico all'inizio degli anni '70.
      Ciao!!

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  2. Ancora la retcon:continuiamo così, facciamoci del male, come diceva Nanni Moretti. Caro Baltorr, sono Renato, mi ero ripromesso di non intervenire più dopo la qualifica di detrattore appioppatami dal buon Moreno, ma dopo aver letto" Corpo Speciale", non ho resistito alla tentazione di dire la mia. Ti prego di inoltrare questa mia "supplica" al curatore di Zagor, nella tenue speranza che voglia prenderla in considerazione. Caro Moreno, ti prego lascia perdere. Se Puoi, lascia stare la retcon, la riscrittura zagoriana, il diario di Mike Wilding, il seguito di questa storia, le confessioni che Zagor non ha fatto a Cico, o almeno tieni tutto ciò lontano dalla zenith. Fallo per quei vecchi zagoriani come me che non possono che trasecolare leggendo di un Salomon Kinsky a conoscenza dell ' identità di Zagor prima del loro scontro. Il castello di argomentazioni, con cui cerchi di far amalgamare le sovrapposizioni delle "Origini" allo Zagor nolittiano e post nolittiano, cade in frantumi sommerso da un oceano di contraddizioni. Secondo te, Zagor ha mentito a Cico, senza motivo, sul fatto di cui sopra e su mille altre cose (es. Il ferimento di W F., la presenza di Nipla, l 'uccisione del nano del "segreto di W. F." ecc.) e, incredibilmente, ignora la vera natura del padre: uomo inidoneo alla carriera militare, tutt' altro che un criminale, vittima della circostanza di essere il comandante di un plotone "autogestito". Inoltre nel "400",la magia indiana, che ha salvato il mondo dagli akkroniani, e che nelle "Origini" viene sparsa a piene mani, fa cilecca, producendo un sogno, più che una visione, il cui contenuto, il racconto di Mike Wilding e le sue motivazioni, è falso, non essendo una rivelazione soprannaturale ma un inganno dell ' inconscio di Zagor. Insomma, cosa dobbiamo farne delle storie sul passato di Zagor, prima delle "Origini"? Bruciarle e calpestarne le ceneri? Continuare a " contaminare" la zenith con le verità alternative delle "Origini", a mio avviso, sarebbe un tradimento peggiore del "dark Zagor toninelliano. Se non vuoi farlo per gli zagoriani, come me, fedeli a Nolitta e non alle riscritture migliori" di quanto aveva già detto " sii generoso (per dirla con il sempre venerabile Sergio Bonelli) con quel ragazzino di nome Moreno che, leggendo Zagor, mai avrebbe immaginato che, lontano nel tempo, si potessero scrivere meglio quelle storie. Ti prego : non riscrivere Zagor, scrivilo, cosa che sai fare molto bene, come da un bel po' quel sant'uomo di Rauch. Saluti da un affezionato detrattore. Caro Baltorr scusa se approfitto della tua gentilezza ma è stata la mia zagorianita a scrivere queste righe.

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  3. Io ho trovato questa storia molto coerente con lo spirito zagoriano, buoni cattivi sofferenza (perchè agli zagoriani veri piace vedere zagor che soffre prima di far fuori tutti i cattivi), oltre che il lato umano con i ricordi del passato (che ci fanno rivivere le vecchie storie arricchendole di nuovi particolari).
    Per quanto riguarda il discorso del detrattore posso dire che ho sempre letto zagor (dal 1961 ad oggi) solo per trascorrere momenti spensierati di lettura, non facendomi troppe seghe mentali sulle coerenze o incoerenze altrimenti avrei letto trattati di giurisprudenza e non fumetti. Anzi per spezzare una lancia a favore di Moreno posso dire che lo zagor di oggi è molto più coerente dello zagor di Nolitta che ai tempi che furono era pieno di ingenuità che oggi farebbero ridere (senza togliere nulla al maestro) e sarebbero improponibili per lettori che non siano solo dei nostalgici sessantenni. Saluti Baltorr

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    1. Grazie Armando per aveer scritto il tuo parere! Ciao!

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  4. Ciao, Renato. Sono anche io un fan di Zagor da quando l'ho scoperto da piccolo. Continuo a esserlo oggi, e sono grato a Burattini e Boselli che nel '94 hanno salvato Zagor dalla chiusura. Ho vissuto negli anni '80 la gestione Toninelli con sofferenza perchè mi mancava lo Zagor di Nolitta. Su quanto scrivi in modo accalorato vorrei dirti di metterti l'animo in pace: anche Nolitta in Zagor commetteva delle incoerenze, e da lettore attento mi davano fastidio: in un numero (credo "Ombre") Cico dice di conoscere la California, e nel numero 100 dice a Guitar Jim che non ne sa nulla; in "Fucilazione" (giugno '70) Cico dice di essere figlio unico, in "Cico Story" (giugno '79) veniamo a sapere che aveva molti fratelli; era lo stesso Nolitta a scrivere queste storie. Chi ti dice che Nolitta non avrebbe rivisto le origini di Zagor? Anche Gianluigi Bonelli commise degli strafalcioni su Tex (vedi "Tra due bandiere", dove Tex rievoca un periodo in cui il figlio Kit già esisteva, ma nel racconto Tex era ancora un single). Gli autori ci regalano emozioni, e se si creano, anche volontariamente, delle incoerenze, è per regalare ancora emozioni ai lettori dopo tanti anni. E' vero, sappiamo da "Zagor racconta..." che Salomon Kinski non era a conoscenza del figlio di Mike Wilding... Ma oggi, dopo il tuo commento, ho ripassato un po' di pagine di "Furore!", e devo dirti di aver provato un'emozione nel vedere il giovane Zagor accecato dalla vendetta, pur trovando delle diversità col racconto originale. Credo che, nonostante tutto, Burattini ci abbia regalato tante belle storie, se Zagor è ancora in edicola. Godiamocelo e chiudiamo un occhio! Sappiamo che non è facile scrivere Zagor, e che Nolitta aveva un dono unico: meglio Burattini che gli autori del passato, come Toninelli, Sclavi o Castelli! Lo stesso primo Zagor di Nolitta era molto diverso dopo "Indian Circus" nel periodo in cui Nolitta lo scriveva... Io stesso, pur appassionato di Zagor, se fossi un autore lo scriverei in modo diverso da Burattini e da Nolitta, ma chi dice che sarebbe apprezzato? Magari potessi scrivere le storie come le scriveva Nolitta! Un saluto! Giancarlo (Roma)

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  5. Ciao Giancarlo! Grazie per l'intervento!!!

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