Il duecentodecimo numero in edicola oggi contiene la
conclusione dell’avventura di Zagor con
il ritorno di Marcel Dutronc, nonché la prima parte della storia “Rotta verso
Panama”.
NEL
REGNO DEI CAJUN
L’eroe di Darkwood giunge a New Orleans
sulle tracce di Dexter Green e Yambo decisi a imbarcarsi alla volta di Panama.
In attesa di una nave che gli permetta di
proseguire l’inseguimento, lo Spirito con la Scure salva dal fuoco Marcel
Dutronc, una sua vecchia conoscenza, che ignoti sicari hanno cercato di
togliere di torno, e subito dopo viene coinvolto da un altro vecchio amico, il
maggiore Ellis, nella ricerca della scomparsa baronessa Moreau, una nobildonna
francese da poco giunta in Louisiana, vittima di un complotto politico internazionale.
Nelle paludi si è nascosto anche un antico
nemico dell’eroe di Darkwood, l’aristocratico Alphonse de Marigny, evaso dal
penitenziario e in cerca di rivalsa; deciso a riportare la Louisiana sotto il
controllo della Francia, ha riorganizzato la congrega dei “Fratelli del fiume”
e ha ordinato l’uccisione del “traditore” Dutronc (salvato da Zagor). Assoldata
una banda di cajun, capitanata dal sanguinario Varant, de Marigny ha anche fatto
rapire la baronessa Moreau con lo scopo di creare un incidente diplomatico e
convincere suo marito ad appoggiare la causa dell’indipendenza della Louisiana.
Zagor e i soldati del maggiore Ellis,
guidati dall’ex capo cajun Badeaux, si inoltrano nel bayou, dove de Marigny
scatena contro di loro gli uomini di Varant, che cercano inutilmente di fare
strage tra gli avversari facendo esplodere un magazzino abbandonato. Dopo varie
scaramucce e tradimenti, Zagor viene dapprima catturato da de Marigny e poi
liberato da Ellis e i suoi uomini.
De Marigny fugge verso il villaggio dei
cajun portando con sé la baronessa Moreau e la getta nelle sabbie mobili per
impedire a Zagor, nel salvarla, di continuare l’inseguimento.
Zagor e Badeaux decidono di recarsi da soli
al villaggio per la resa dei conti finale, rispettivamente con de Marigny e
Varant. Badeaux sconfigge in duello Varant e viene così riconfermato capo dei
cajun; de Marigny ferisce Zagor a tradimento e fugge un’altra volta a cavallo.
Raggiunto da uno Zagor sanguinante,
l’aristocratico sta per finirlo a fucilate quando, dalla palude, emerge il
famigerato e gigantesco coccodrillo bianco chiamato Le Roi che divora de
Marigny mettendo la parola fine sulla vicenda.
Questa storia
funge sostanzialmente da prologo al lungo viaggio che condurrà lo Spirito con
la Scure, attraverso il Sudamerica, fino agli estremi confini del mondo.
Trattasi anche
del debutto di Mirko
Perniola come sceneggiatore sulla serie regolare zagoriana, dopo aver già
scritto un Maxi nel 2008, un Almanacco nel 2010 e uno Speciale all’inizio del 2011;
è anche l’ultima storia zagoriana pubblicata (per ora) di Diego Paolucci (che qui funge da mero soggettista).
Sul punto devo dire che il soggetto mi è parso buono,
mentre la sceneggiatura ha un ritmo brioso e
incalzante, rendendo la lettura molto godibile, senza pesantezze o dialoghi
artefatti.
Tornano in
scena i Fratelli del Fiume di
nolittiana memoria (nn. 101/103), sempre impegnati in una congiura tesa a
raggiungere il loro obiettivo primario: l’indipendenza della Louisiana dagli
Stati Uniti ed il suo ritorno sotto il dominio francese. Peccato che vogliano
realizzare questo risultato utilizzando, anziché armi politiche, metodi
sostanzialmente terroristici.
Ho apprezzato,
quindi, il ritorno di personaggi quali Ellis, de Marigny e Dutronc (anche se,
quest’ultimo, scompare troppo presto dalla scena: lo avrei visto meglio
utilizzato facendolo partecipare con Zagor alla ricerca della baronessa).
De Marigny (evaso
dal carcere di Alligator
Bayou già citato nella storia La vendetta di Mortimer -
nn.407/408) è sempre la carogna che ci ricordavamo e la sua fine è
emblematica: viene ucciso dal gigantesco coccodrillo Le Roi, considerato dagli
abitanti del bayou il vero “spirito” di quegli stessi luoghi che proprio il
nobile considerava di sua esclusiva appartenenza.
Anche i nuovi
comprimari introdotti (la Moreaux, Varant, Badeaux e Lawren) sono ben
tratteggiati. Forse risulta un po’ troppo scontato il ruolo di traditore del
colonnello Lawren, e ciò vanifica un po’ il colpo di scena del suo
disvelamento.
Il finale, peraltro
godibile sia a livello di azione che di realizzazione visiva, appare tuttavia
compresso e accelerato. Esiste però un’attenuante: l’opera era stata pensata
per la pubblicazione su un Maxi
e solo successivamente, per esigenze editoriali, spostata sulla serie mensile
con l’inserimento di alcune scene di raccordo alla trama principale. Certamente
una maggiore economia sulla parte iniziale (qui prodromica alla trasferta in
Sudamerica) avrebbe consentito di godere di un epilogo più articolato o
semplicemente più dilatato.
Il tratto di Marcello Mangiantini
è piacevole e molto accurato nelle ambientazioni e nelle scene di massa, mentre
risulta ancora un po’ “ingessato” nella raffigurazione dei personaggi ed
altalenante nel rendere il volto di Zagor; sempre in merito ai volti, c’è da
dire che quello del personaggio di Dutronc è dotato di fattezze troppo giovani
rispetto al modello originario di Donatelli. In generale, però, i disegni dell’artista
pistoiese sono sicuramente migliorati nel tempo.
Chiudo proponendovi la breve spiegazione
data da Moreno Burattini sul
passaggio di pubblicazione della storia dal Maxi, originariamente previsto,
alla serie regolare:
“Nella parte iniziale, quando Zagor e Cico arrivano con il
battello e sbarcano dandosi appuntamento in una taverna, ho riscritto i
dialoghi facendo in modo da rispettare le espressioni e le posizioni dei
personaggi nelle vignette. Poi sono state tolte due tavole divenute
inutilizzabili ed è stata aggiunta la sequenza in cui Zagor interroga lo
schiavo Moses. Fatti questi aggiustamenti, la storia sembra pensata per essere
stata inserita nella serie proprio in quel punto, cosa che non è. Ci saranno
altre aggiunte anche nei prossimi albi”.
Storia intrigante ed avvincente con la sottotrama dei cajun. Peccato per il ritmo qua e la e che MD si riveli più che altro un personaggio di raccordo tra vecchi e nuovi. Sempre suggestiva l' ambientazione.
RispondiElimina"Esiste però un’attenuante: l’opera era stata pensata per la pubblicazione su un Maxi e solo successivamente, per esigenze editoriali, spostata sulla serie mensile con l’inserimento di alcune scene di raccordo alla trama principale."
Decisamente curioso! Non l' avrei mai detto!
"Certamente una maggiore economia sulla parte iniziale (qui prodromica alla trasferta in Sudamerica) avrebbe consentito di godere di un epilogo più articolato o semplicemente più dilatato."
Quoto!