Il
centoottantesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell’avventura di Zagor con gli Aztechi, nonché la prima parte della storia “Ultima Thule”.
ULTIMA THULE
Dexter Green e il suo fido braccio destro
Yambo, dopo aver perso le tracce di Richter, intuiscono i suoi veri scopi:
ricostruire la leggendaria Chiave della Conoscenza atlantidea per dominare il
mondo. Per farlo il professore è alla ricerca delle quattro oggetti necessari
allo scopo: due di questi li ha già rintracciati (il Diadema di Dumuzi e
il Bracciale di Aztlan), un terzo è
incastonato nello Scettro di Tin-Hinan,
in possesso della principessa tuareg Marada
e di Andrew Cain, e l’ultimo si
trova in Islanda. Ed è là che Richter è diretto, a bordo della nave “Erebus”.
Quindi Dexter Green organizza una spedizione
all’inseguimento, coinvolgendo la nave “Dragoon”, comandata dal capitano Honest
Joe, con a bordo la sua ciurma, Zagor e Cico, il piccolo mozzo Felix, nonché re
Guthrum e i suoi vichinghi decisi a scoprire la terra dei loro avi.
Partita da Tampa, in Florida, la “Dragoon”
fa tappa nelle Isole Azzorre per recuperare Dexter e Yambo, quindi fa vela
verso il nebbioso Nord Atlantico, regione di leggende, mostri marini e
tempeste. Al largo della Norvegia, i nostri devono affrontare il Maelstrom, lo
spaventoso gorgo marino che inghiotte le imbarcazioni, nei cui abissi senza
fondo rischiano di precipitare.
Giunti alle isole Far Oer, Bork, il
taciturno e colossale servitore di Richter, rapisce Felix e, mentre i compagni di Zagor sono alle prese
con gli abitanti che li hanno scambiati per pirati, costui da solo insegue la “Erebus”
e approda sulle tempestose coste dell’Islanda!
Alla fine anche la “Dragoon” giunge sull’isola
di ghiacciai e vulcani, dove i vichinghi di re Gutrhum faranno sensazione con
un’entrata spettacolare nel porto di Reykjavik e si sbarazzano della nave
rivale, la “Erebus”. Intanto, Felix fugge da solo nel territorio inospitale ma
viene riacciuffato da Bork (che gli si è affezionato) e Zagor segue da lontano
la carovana di Richter, diretta verso l’Herdubreid, un vulcano spento noto come
“il trono degli dèi”.
Intanto Zagor si trova alle prese con i
leggendari fuorilegge della Valle Nascosta, con cui finisce per allearsi contro
Richter che aveva abbandonato il loro attuale capo a morte certa anni addietro
quando cercò già una volta, invano, di svelare i segreti del vulcano. Il capo
dei fuorilegge si rivela poi essere anche il padre di Bork che, scoperta la
malvagità del suo padrone, passa dalla parte dei nostri.
Alla fine, mentre i vichinghi di re Guthrum
e i fuorilegge della Valle Nascosta sconfiggono gli uomini di Richter, nelle
viscere oscure della montagna, si svolge la sfida finale tra Richter (che si è
impossessato del Sigillo di Loki, il terzo oggetto atlantideo) e lo Spirito con
la Scure: proprio quando la situazione sembra disperata, il professor Richter
rimane sepolto dal crollo della montagna causato dalle armi che voleva usare
contro i suoi nemici.
La storia ha una struttura molto complessa, anche se il metodo
utilizzato per raccontarla mi sembra più lineare rispetto a quello usato da Mauro Boselli in passato. Molto buono
l’utilizzo dei personaggi, in particolar modo di Cico; il ritorno di Guthrum
strappa più di un sorriso (anche se alla fine si ha l’impressione che lui e i
suoi vichinghi siano essenzialmente di contorno alla storia), e in generale
tutti i characters sembrano molto
vivi.
La vicenda si dipana in maniera coinvolgente, con continui cambi
di locations che la arricchiscono
ulteriormente, e sembra di leggere un grande romanzo di avventura alla Jules
Verne o alla Edgar Allan Poe, con ambientazioni nuove e affascinanti,
riferimenti storici, etnologici e letterari. Boselli poi, seppure in una storia in cui tutto sommato Zagor è e
rimane il vero protagonista, scrive come sua abitudine una storia corale, in
cui l’eroe trova sempre nuovi alleati che lo affiancano di volta in volta
durante l’avventura.
Il personaggio di Ritcher, a mio parere, inizia ad acquistare
quel carisma da avversario importante che ancora non aveva e – nonostante la
sua apparente morte – sappiamo già che tornerà ad affrontare lo Spirito con la
Scure. Il finale quasi “supereroistico” (Richter/Loki – Zagor/Thor) ha fatto
storcere il naso a più di un lettore ma personalmente devo dire che, se si
lasciano da parte i richiami agli omonimi personaggi della Marvel Comics e se
si fa riferimento alla sola mitologia norrena, la trovata di Boselli non è poi così “scandalosa”.
Il disegnatore Raffaele
Della Monica, dal canto suo, svolge un ottimo lavoro: anatomie ben riuscite,
volti espressivi, scene d’azione dinamiche, il veliero reso con incredibile
maestria, i paesaggi assolutamente suggestivi ed in generale una cura per il
particolare davvero encomiabile.
Per
concludere, segnalo una frase di Dexter Green sulla frequenza con cui Zagor ha avuto a che fare con i misteri di
Atlantide (“Ancor più incredibile che tu,
Zagor, ti sia trovato in mezzo a queste avventure straordinarie!... Quasi fossi
un predestinato! Ti sei mai chiesto perché?...”) che lascia presagire
rivelazioni future sullo Spirito con la Scure e le sue origini...
Baltorr puoi dirci esattamente di quante pagine è composta la storia sul ritorno.di Hellingen? Già che ci siamo dicci anche il numero di pagine della storia "La terra di Baffin"....
RispondiEliminaIl numero esatto delle pagine di Zagor contro Hellingen non lo so. La storia inizia sull'albo di settembre (dove finisce quella precedente) e terminerà su quello di dicembre.
EliminaNella terra di Baffin sono 246 pagine di lavorazione (ma potrebbero anche diventare 260)...
Baltorr,dicci un po',ma di che cosa si occupa,esattamente,lo spassosissimo Tino Adamo all'interno della redazione bonelliana? Vedremo in futuro disegnata una storia dal nostro esilarante amico? Dicci...
RispondiEliminaIl simpaticissimo Tino Adamo è un redattore della SBE che si occupa di correggere e revisionare le tavole di vari personaggi (insomma, lo stesso lavoro di Roberto Piere).
EliminaChissà mai che in futuro vedremo una storia disegnata da lui...
Il primo all' albo all' uscita lo lessi tipo tre volte per il fascino e i rimandi alle precedenti storie su Atlantide *___* ! Successivamente la storia continuava a coinvolgermi, almeno fino al finale in sospeso. Pensavo infatti che questo ciclo dedicato al continente perduto fosse l' ultimo e una fine non fine mi lasciò l' amaro in bocca.
RispondiEliminaRileggendola di recente mi è sempre piaciuta e la trovo la migliore di questa mini-trasferta un po al disotto delle due precedenti. Concordo sia sull' atmosfera da romanzo che sul fatto che Richter qui è dove è caratterizzato al meglio! Bell' uso degli spazi ed è stato bello rivedere dopo un botto Gudrum e i suoi anche se in effetti più per folklore che per altro XD.
Grande la scena disegnata da Della Monica del Maelstrom.
Concordo anche sul prof alla fine. Sebbene all' epoca lasciò anche me un po interdetto, oggi non mi pare scandaloso ne il suo abbigliamento da scienziato di Atlantide, comunque non esagerato, ne il fatto che venendo a contatto con la scienza atlantidea sia potuto impazzire.
Tornando ai personaggi, ben caratterizzato Borg che all' inizio vediamo giusto come guardiaspalle di Richter, ma che poi di essere ben più di una sola montagna di muscoli.
Boselli poi allarga il parco-salvatori di Zagor. XD Dopo infatti Tawar, il signore dei serpenti e Shonta Quassan, ecco il frate. ^^