Il XXI secolo iniziò con una brutta notizia, della quale si occuparono tutti i media italiani: la morte di Giovanni Luigi Bonelli.
Anche il figlio Sergio ne diede notizia sugli albi della casa editrice. Questo è il trafiletto che apparve in seconda di copertina del numero di Zagor di febbraio di quell'anno.
Soggettista, scrittore e sceneggiatore straordinario, Gian Luigi Bonelli non solo può, a ragion veduta, essere considerato il patriarca del fumetto italiano ma è stato anche, e soprattutto, il papà di Tex Willer, eroe che ha stregato generazioni di lettori, riuscendo a vincolarle a sé, caso più unico che raro nell'universo delle "nuvole parlanti", anche in età adulta (forse solo anche il "nostro" Zagor ci è riuscito...). Chiunque abbia letto un albo di Tex sa bene quali fantastiche avventure abbia saputo inventare Gian Luigi Bonelli con la sua penna.
Nato il 22 dicembre 1908 a Milano, Giovanni Luigi Bonelli aveva esordito nell'editoria alla fine degli anni '20, ma solo nel 1939 aveva compiuto il grande passo: decise di rilevare il settimanale "L'Audace" e diventò editore in proprio. Finalmente poté dare libero sfogo alla sua inesauribile fantasia senza costringimenti di alcun genere e senza dover dare ascolto ai consigli di terzi.
G.L.B., grande appassionato della storia del west in base alle sue sole cognizioni "letterarie", nel 1948 diede vita a Tex Willer, l'antesignano degli eroi western a fumetti. In suo aiuto, dal punto di vista grafico, accorse il disegnatore Aurelio Galleppini (meglio conosciuto come Galep), ideatore delle immortali fisionomie dei personaggi.
Come tutti gli eroi a fumetti dell'epoca, anche Tex era nato pensando ad una sua breve durata editoriale e nessuno si aspettava il successo che si è poi verificato.
Nelle previsioni del suo autore, infatti, sarebbe dovuto durare due o tre anni al massimo. Invece è diventato il fumetto più longevo d'Italia, in edicola ancora oggi.
Egli stesso si definiva "un romanziere prestato ai fumetti". Fra i suoi modelli narrativi citava spesso Jack London, Joseph Conrad, Robert Louis Stevenson, Jules Verne e soprattutto Emilio Salgari, narratore con cui Bonelli aveva molto in comune, in particolare l'abilità di ricreare con la sola forza dell'immaginazione realtà mai viste di persona.
G.L.B., pur non essendosi mai sostanzialmente spostato dalla sua città natale, riuscì a creare un universo realistico ed estremamente credibile di un Lontano Ovest che poteva solo immaginare con la sua fantasia, soprattutto considerando che all'epoca il cinema e la televisione non avevano l'importanza nel forgiare l'immaginario che acquisirono successivamente.
Oltre a Tex, molti altri furono i personaggi creati da G.L.B. o da lui sceneggiati… In questo blog lo voglio ricordare anche come autore zagoriano... Allorquando il figlio Sergio entrò in una, fortunatamente breve, crisi creativa, il padre gli venne in aiuto e sceneggiò nove avventure di Zagor: La lancia spezzata, Le colline fumanti, L'idolo Oneida, I predoni del Big River, I rinnegati, La strega della palude nera, Il piccolo popolo, Le rapide di Kitokawa e Il messaggio tragico.
Avventure, queste, che ancora oggi portano – nel bene o nel male - il suo indelebile marchio di fabbrica (dalle esclamazioni di Zagor quali: Peste! Satanassi! Per mille bisonti!, che mai prima – e nemmeno in seguito – lo Spirito con la Scure aveva pronunciato; alla sin troppo facile “eliminazione” di Cico a favore di altri comprimari ben più “duri” e “collaborativi” con l’eroe principale)…
So long, G.L.B., creatore dell’immortale Tex ma anche indimenticato sceneggiatore di Zagor…