ATTENZIONE: SPOILER!
Zagor viene attirato con l’inganno in una
piccola cittadina dove Mike Gordon, alias Supermike, un imprevedibile
avversario protagonista in passato di una memorabile sfida contro lo Spirito
con la Scure (nei nn. 122/125 della collana), gli fa ritrovare un biglietto che sembra
essere la richiesta di una gara di rivincita, per la quale sono già stati
stabiliti il giorno e il luogo (la Radura della Piccola Acqua, al prossimo
Raduno di Primavera), ritenendo ingiusto il verdetto finale delle sette prove
con le quali lui e Zagor si erano a suo tempo affrontati.
Supermike, ora spalleggiato dal suo robusto
servitore di colore di nome Nestor, riesce beffardamente a sfuggire alla caccia
del Re di Darkwood, gettatosi subito al suo inseguimento. Intanto, però, una
misteriosa banda di indiani ferisce gravemente un trapper, che viene ricoverato
a Pleasant Point. Secondo l’uomo, i pellerossa obbediscono agli ordini di un
enigmatico “Spirito Giallo” (il soprannome di Supermike presso gli indiani) e
sono intenzionati ad attaccare la capanna di due trappers amici di Zagor: Doc
Lester e Pablo Rochas. Lo Spirito con la Scure parte, allora, in soccorso dei
due.
Nel frattempo, poiché Supermike intende
radunare un pubblico che assista alla nuove sette sfide, rapisce prima il
colonnello Clark e il colonnello Faulkner e poi anche Cico: tutti loro erano
presenti all’epoca del primo duello e Mike Gordon intende anche usarli come
ostaggi per costringere il Re di Darkwood a scendere nell’agone. I tre vengono
rinchiusi in un luogo segreto, sotto la sorveglianza di Nestor.
Supermike si avvale anche dell’alleanza con la
banda di predoni pellerossa, guidati dal feroce Tumak, che ha incaricato di far
prigionieri Rochas e Doc Lester (i motivi sono i medesimi per cui ha rapito
Cico, Clark e Faulkner). Zagor, sulle tracce dei due trappers, scopre strada
facendo che gli indiani hanno razziato il carico di un carro e i cavalli, dopo
averne ucciso il conducente, e si domanda come sia possibile che Supermike si
sia alleato con tali soggetti, dato che lui non è un assassino…
Intanto i predoni di Tumak sono riusciti a catturare
Rochas e Doc Lester, e proprio quest’ultimo viene obbligato a sottoporsi a un
crudele gioco: darsi alla fuga braccato dai guerrieri, risoluti a divertirsi
cercando di catturarlo di nuovo. Zagor arriva in suo aiuto proprio in quel
momento e riesce a fuggire con l’amico mountain-man. Invia quindi Doc a cercare
rinforzi presso i militari di stanza a Darkwood e torna indietro con lo scopo
di liberare anche Rochas.
Il tentativo di fuga fallisce a causa
dell’arrivo di Supermike che mette Zagor fuori combattimento, mentre i
pellerossa di Tumak riacciuffano Rochas. Quindi tornano tutti all’accampamento
dei predoni. Lì Supermike racconta, a uno Zagor prigioniero, i retroscena della
sua falsa “conversione da penitente” (vista
nei nn. 226/229). Dopo un
tentativo di fuga mal riuscito, Zagor e Rochas vengono condotti nella stessa
prigione di Cico, Clark e Faulkner.
Lì, Supermike rivela a Zagor di essersi
alleato con Tumak promettendogli un carico di fucili che lui e i suoi guerrieri
riceveranno solo a sfida conclusa (comunque vada a finire), con l’impegno poi
di andarsene da Darkwood. Quindi Zagor trova sul terreno della prigione una
vecchia chiave arrugginita e se ne impossessa…
È ormai giunto il giorno del raduno, e il
gruppo dei prigionieri viene scortato da Tumak e i suoi guerrieri in direzione
della Radura della Piccola Acqua; i predoni circondano la radura e prendono in ostaggio
i capi indiani di Darkwood, ai quali vengono aggiunti Cico, Rochas, Clark e
Faulkner; Supermike si nasconde nella botola dalla quale era “comparso” Zagor
nel corso della sua prima apparizione a Darkwood e si mostra “prodigiosamente” ai
partecipanti al raduno, spiegando le sue intenzioni: vuole ottenere da Zagor la
gara della rivincita e lo affronterà lungo un percorso di sei prove... che
in caso di pareggio potrebbero portare a una settima sfida, combattuta
all’ultimo sangue!
Vorrebbe anche umiliare fin da subito
l’avversario, facendolo comparire legato ed impotente, ma Zagor nel frattempo è
riuscito a liberarsi dai legacci (grazie alla chiave arrugginita di cui si era
impossessato) e a mettere fuori combattimento Nestor. Ecco, quindi, che fa a sua
volta un’entrata trionfale e tiene un discorso (rivolto soprattutto ai
pellerossa) in cui dichiara di accettare la sfida perché intende impartire a
Supermike una severa lezione che non dimenticherà.
Hanno finalmente inizio le prove:
1) il tiro con l’arco; i due avversari dovranno scagliare delle
frecce in direzione di Molti Occhi, e perderà la prova colui le cui frecce si
allontaneranno troppo dal “bersaglio”… dopo alcuni tiri, Zagor rinuncia alla
gara per timore che Supermike possa sbagliare e uccidere l’amico stregone… come
da regolamento, la vittoria viene assegnata allo Spirito Giallo!
2) lotta; ciascuno dei due contendenti affronta quattro
pellerossa dei rispettivi schieramenti, e Zagor riesce a sconfiggere i suoi
avversari prima di Supermike… la vittoria è sua!
3) braccio di ferro; qui, purtroppo, per quanto la gara sia
combattuta, Zagor soccombe e vince Supermike!
4) nuoto e corsa; i due sfidanti dovranno immergersi nella pozza
della sorgente della Piccola Acqua, raggiungere il fiume sotterraneo che scorre
sotto di essa e fuoriuscire da una cascata a un miglio di distanza, quindi fare
ritorno di corsa alla radura… il primo che ci riuscirà sarà il vincitore… e,
per quanto in iniziale svantaggio, Zagor riesce ad arrivare per primo alla
meta!
5) lancio del giavellotto; prova molto semplice, destinata a
dare la vittoria a chi lancerà il giavellotto più lontano… Zagor trionfa per
soli venti pollici!
6) scherma; duello al primo sangue o quando uno dei due perderà
la spada… sebbene tecnicamente meno preparato del suo avversario, Zagor, con
un’acrobazia fa sì che Supermike rimanga disarmato… vincendo così anche la
sesta prova (evento paradossalmente contraddetto dall’immagine sulla
copertina dell’ultimo albo!).
La tenzone termina, quindi, con Zagor che si
aggiudica quattro prove su sei! Supermike è sconfitto e la settima prova non
dovrà essere disputata. Tumak, però, che ha sempre tramato nell’ombra e che
vuole comunque uccidere lo Spirito con la Scure e impossessarsi dei fucili
promessi, spara a Zagor! Supermike si intromette e uccide Tumak con la
sciabola, venendo però colpito dal proiettile destinato al Re di Darkwood!
I guerrieri di Tumak, decisi a vendicare il
loro capo, attaccano lo Spirito con la Scure, i suoi amici e i sakem di
Darkwood. Inizia l’impari battaglia, ma grazie all’improvviso intervento di Doc
Lester e dei soldati di Fort Glory guidati dal capitano Spencer, gli avversari
vengono soverchiati e messi in fuga. Zagor cattura Nestor e poi si reca da
Supermike: costui è solo ferito, anche se seriamente, e rivela che, qualora
avesse vinto, non avrebbe mai consegnato i fucili a Tumak (li ha infatti distrutti),
sapendo che questi aveva ucciso e razziato contravvenendo agli accordi presi; a
riprova della sua buona fede, ha fatto recapitare una lettera a Fort Glory
nella quale mette le guarnigioni di Darkwood sulle tracce dei predoni indiani,
rivelandone la pericolosità!
Ora verrà curato dalle ferite e finirà in
prigione, ma con la segreta convinzione che prima o poi potrà lanciare una terza
sfida al Signore di Darkwood!
* * *
Cari amici
zagoriani, ecco a voi la più lunga avventura dello Spirito con la Scure che sia
mai stata scritta e disegnata!!!
Eh sì, perché
con questo terzo ritorno di Supermike, lungo ben 518 pagine, lo sceneggiatore Moreno Burattini
e il disegnatore Marco Verni hanno battuto il precedente record detenuto dalla
storia “Incubi!” pubblicata nel 1988 (513 pagine). E se devo dire che,
inizialmente, leggendo i vari albi mese dopo mese, avevo avuto la sensazione
che le vicende narrate nel secondo, terzo e quarto albo andassero ad aggiungere
degli elementi che apparentemente sembravano solo “allungare” la storia senza
però aggiungere nulla di veramente importante, a una rilettura complessiva
della vicenda ho compreso che si è trattato di personaggi, indizi, frasi e
situazioni che poi hanno avuto tutti la loro ragione d’essere nel corpus della storia (e non un mero
inserimento per arrivare a battere il record di cui sopra). Anzi, tutti questi
elementi vanno a rendere l’attesa della sfida finale molto più emozionante.
Così, albo
dopo albo, l’avventura entra sempre più nel vivo e, dopo aver messo tutte le
pedine sulla scacchiera (ho particolarmente apprezzato la figura di Tumak,
quasi un “terzo incomodo” tra i due principali avversari, che scopriamo vuole
giocare una “partita” tutta sua), nel terzo e quarto albo Moreno Burattini riesce a dare
finalmente motivazione e verosimiglianza all’idea alquanto strana del compianto
Alfredo Castelli (cui la storia è
dedicata nell’ultima pagina dell’ultimo albo), che aveva trasformato Supermike
in un “superpenitente” con tanto di saio, e nel contempo approfondisce il
carattere psicologico (e patologico) di Mike Gordon, dandogli una maggiore
profondità rispetto persino al modello di Guido
Nolitta.
Si tratta, in
definitiva, di quattro albi importanti, per quanto apparentemente possano dare
una sensazione di “lungaggine”, senza dei quali – però – tutto l’impianto
narrativo crollerebbe.
Quando poi nel
quinto albo hanno inizio le varie, adrenaliniche, prove (che sembrano scelte
quasi con un criterio “olimpionico”, come suggeritomi dall’amico Angelo Palumbo),
e dopo l’esultanza dovuta all’entrata in scena a sorpresa di Zagor, tutti noi
lettori abbiamo sofferto con lui nel corso delle stesse. In particolare, la
scena in cui l’eroe viene battuto a braccio di ferro mi ha davvero procurato un
brivido… e ho persino cominciato a pensare che Zagor avrebbe anche potuto
uscire sconfitto sulla lunga distanza… e che si sarebbe per forza dovuti
arrivare alla settima prova (quella all’ultimo sangue).
E invece il
bravo sceneggiatore mi ha spiazzato con l’imprevedibile vittoria anticipata di
Zagor. Anche Supermike, in realtà, alla fine ne esce bene (come avete letto
poco fa nel riassunto della storia)… Ma, anche qui, quando l’ho visto colpito
al petto da una fucilata, ho pensato che morisse davvero (magari dicendo
beffardamente allo Spirito con la Scure: “Ti
ho salvato la vita… Anche in questo mio ultimo gesto mi sono dimostrato
veramente “super”!”). E invece Moreno Burattini lo lascia in vita… Solamente
ferito, verrà curato, finirà in prigione, ma pronto a ritornare per una terza
sfida. Supermike è troppo una “simpatica canaglia” per uscire di scena
definitivamente!!!
Insomma, era
molto difficile far tornare un personaggio come Supermike riuscendo a collegare
il nuovo episodio con i due precedenti senza rischiare di ripetere cose già
viste. A mio parere Moreno ci è riuscito ottimamente e va quindi
promosso a pienissimi voti (ammesso che ce ne fosse ancora bisogno…)!
Ciò detto in
merito alla storia, qui di seguito vado invece ad elencare le “scene” e i
“momenti” che da lettore zagoriano ho più apprezzato.
Del primo
albo: la lunga gag di Cico all’inizio della storia (come usava Nolitta); la sequenza onirica nella quale
Zagor ha un incubo in cui appare manifestamente inferiore a Supermike; la
commovente visita di Zagor sulla tomba di Jenny a Pleasant Point, sulla quale
depone una rosa.
Del secondo
albo: la scelta di attirare Cico presso la Radura dell’Albero Morto, che
richiama alla mente il mitico primo numero a colori della serie, “Indian
Circus”.
Del terzo e
quarto albo: la ricostruzione del passato di Supermike all’epoca in cui si
professava un “superpenitente”, colmando così una lacuna sulle motivazioni
dell’avversario.
Del quinto
albo: l’entrata in scena di Zagor, che “demolisce” Supermike con il suo
discorso, non riconoscendolo come un degno avversario ma solo come un bambino
capriccioso bisognoso di una sonora lezione; bellissima la frase in cui Zagor dichiara
di aver affrontato innumerevoli nemici nel corso della sua vita, ma tutti erano
mossi da uno scopo da realizzare, fosse pure il desiderio di potere, di
arricchirsi, di ribellarsi, di vendicarsi… ha anche incontrato carogne animate
da puro odio, da perfidia o da cattiveria… Supermike, invece, agisce soltanto
per vanità e per appagare la sua assurda ansia di primeggiare, incurante dei
danni che la sua voglia di autoesaltazione arreca agli altri.
Dal sesto
albo: oltre al bel finale, meritano una menzione la buffa riproposizione della
scena con la pallottola che colpisce accidentalmente il cappello di Faulkner
(come nel corso della prima sfida) e i ricordi delle volte in cui Zagor ha
combattuto armato di spade, sciabole e fioretti.
Per
concludere, una parola merita sicuramente l’egregio lavoro di Marco Verni
ai disegni. Tutti i personaggi sono da lui ottimamente caratterizzati e
l’equilibrio tra bianco e nero è perfetto. In alcune vignette, poi, mi è
sembrato davvero di rivedere il Gallieno
Ferri dei tempi migliori. Nessun altro avrebbe potuto fare meglio di Marco
nel disegnare questa avventura, nella quale ha superato se stesso!