Eccoci giunti alla
trentottesima puntata
della rubrica
“A domanda… Moreno risponde”!
Questa volta si
parlerà di team-up,
delle migliori
storie zagoriane secondo Moreno,
su quanti
personaggi dovrebbero esserci in una storia,
su come si svolge
il lavoro nella Casa Editrice,
dell’Agenzia Pinkerton,
di Manetola
e, naturalmente, di
molto altro ancora.
Ringrazio a nome
di tutti Moreno Burattini
per la sua consueta
disponibilità.
1 – Caro Moreno, è abbastanza recente
l’uscita in edicola del team-up fra Marcus e Thunderman, e nonostante alcune
critiche che ti sono piovute addosso, ti voglio chiedere quale dei due
personaggi pensi di aver utilizzato nella maniera migliore.
Per quanto le critiche siano inevitabili (anche perché ci
sono alcuni che sembra facciano i detrattori di mestiere, dei veri e propri
crociati), in questo caso, che io ricordi, non me ne è arrivata alcuna eco e rammento
solo commenti positivi - giunti più numerosi del solito. Il che non significa
nulla, ovviamente: la regola dovrebbe essere che un autore non scrive sotto
dettatura né degli entusiasti né degli ipercritici. Spesso chi è abituato a
frequentare forum o gruppi in cui imperversano i commentatori (di solito si
scatenano quelli con il dente avvelenato) crede che l’opinione dei più
chiassosi, pittoreschi ed esagitati corrisponda al parere della maggioranza del
pubblico: garantisco che non è così. In ogni caso, non facciamo fumetti per accontentare
gli incontentabili, ma per tutti. Detto ciò, il mio preferito tra i due
super-nemici da te citati è Thunderman, a cui spero di aver dato uno spessore
maggiore.
2 – Caro Moreno, con quali dei tuoi
colleghi (presenti e passati) ti consideri amico vero?
Il primo fra tutti è (ne parlo al presente) Gallieno Ferri. Poi aggiungerei Mauro Boselli e Antonio Serra. Se dovessi fare l’elenco degli altri a cui sono
legato, però, fare dei torti a chi per brevità non citerei.
3 – Gentile Moreno, questa è una domanda
che potrebbe riguardare l’editore più che il curatore di una serie. Perché, da
ormai molti anni, non esiste più il sommario che si trovava all’interno dei
vari albi e che intitolava varie parti di una storia, in grassetto in alto?
Perché la legge dell’editoria che imponeva la suddivisione in
sezioni delle pubblicazioni come Zagor è cambiata, e non c’è più bisogno di
dividere in tre parti i nostri albi.
4 – Caro Moreno, è
ormai evidente che la decadenza della serie Zagor sia sotto gli occhi di tutti.
Da storie che possono piacere o non piacere, ad altre che sono assolutamente
inguardabili senza riuscire a trovare pareri contrastanti su questo. Sono
lontani i tempi della seconda odissea americana, così come lo sono quelli del
rinascimento zagoriano. Sfortunatamente, perché lo dico da vero appassionato
dello Spirito con la Scure, stiamo andando sempre più verso la decadenza totale
della serie. Le scrivo perché, sempre da fan di Zagor, non posso proprio
credere che ci stiamo avviando verso gli ultimi fuochi di una serie che proprio
quest’anno compie i suoi sessant’anni. Con l’arrivo della trimestralità dei
Maxi, chiamati Zagor Più, con diverse storie in giacenza da smaltire, con poche
altre messe in cantiere, ho paura che la fine di Zagor sia sempre più vicina.
Il rischio chiusura sembra avvicinarsi sempre più e, come curatore della serie,
sente anche lei questa pressione e questo maleodore di chiusura dei battenti?
Da fan di Zagor mi dispiacerebbe molto, ma sento la paura che la strada sia
proprio quella. Spero di essere smentito e di trovare conforto nelle sue
parole, visto che non può che saperne molte più di me, di cose riguardanti il
nostro caro Spirito con la Scure.
Non vedo assolutamente questa decadenza, quindi non saprei di
che cosa stiamo parlando. Anzi, mi pare evidente l’esatto contrario. Vedo solo
i problemi derivati dalla chiusura delle edicole e del generale arretramento
delle vendite di tutto ciò che è stampato su carta (fenomeno di erosione che
dura da anni e che riguarda tutte le testate del mondo), in favore di altri
media (social, piattaforme on line), problemi che certo non possono essere
imputabili agli autori di Zagor: anzi, viste le condizioni in cui operiamo,
Zagor si difende alla grande. Il clima di una volta era molto più favorevole ed
era più facile suscitare entusiasmi. Certi lettori nostalgici erano più giovani
e ricordano i vecchi tempi rimpiangendo la loro verde età. Ciò nonostante, il
sessantennale ha trovato un eroe vitale come pochi altri: siamo tra i fumetti
più venduti in Italia, la seconda testata della Bonelli per numero di tavole
prodotte e albi pubblicati, protagonisti di team-up (tre quest’anno: con Flash,
Dragonero e Tex) e di iniziative editoriali diversificate (volumi, ristampe, miniserie,
gadget, saggistica, audiolibri), oggetto di interesse di TV, giornali,
youtubers… dov’è il cattivo odore di chiusura dei battenti? Mah. La
trimestralità di una testata (Zagor Più) al posto della quadrimestralità di
un’altra (Maxi Zagor) sarebbe segno di un fallimento imminente? E perché mai?
Boh. E storie in giacenza da smaltire ci sono sempre state, perché ne abbiamo
prodotte tante: produrne tante è sintomo di fallimento? E da dove nascerebbe la
convinzione che non ne produciamo più di nuove? In questo momento io ne sto
scrivendo dieci. Certamente un giorno chiuderemo (e fra cento milioni di anni
la Via Lattea si scontrerà con la galassia Andromeda) ma per ora non se ne
parla.
5 – Caro Moreno, qual è la miglior
storia, per te, dei seguenti autori zagoriani sulla serie: Nolitta, Ferri, Bonelli, Castelli, Sclavi, Toninelli, Boselli, tu stesso, Rauch,
Mignacco, Perniola, Zamberletti?
Di Nolitta,
“Odissea americana”. Di Ferri,
inteso come sceneggiatore, “I due sosia”. Di Bonelli padre, “L’abisso verde”. Di Castelli, “Molok”. Di Sclavi,
“Lupo solitario”. Di Toninelli,
“Fuga nella prateria”. Di Boselli,
“L’esploratore scomparso”. Del sottoscritto,
“La palude dei forzati”. Di Rauch,
“Il giorno dell’invasione”. Di Mignacco,
“Vento ribelle”. Di Perniola, “Corsa
mortale”. Di Zamberletti, “Il
ritorno di Blondie”.
6 – Gentile Moreno, nell’eventualità
dell’apparizione di un suo erede come sceneggiatore, quali qualità dovrebbe
possedere?
Non ho niente da lasciare in eredità, gli eredi già ci sono (Jacopo Rauch, per esempio), e basterà
che il mio successore sia un pochino più bravo di me e in grado di interpretare
meglio i segni dei tempi. Non è che ci voglia molto.
7 – Caro Moreno, cosa ne pensi di una
collana semestrale intitolata “I Viaggi di Zagor”, completamente slegata dalle
avventure della serie regolare e che veda il protagonista al di fuori del
proprio habitat naturale, ovvero in storie che lo vedano viaggiare in luoghi
lontani dalla propria foresta?
Le indicazioni che riceviamo e che mi vengono date vanno in
direzione opposta: i lettori apprezzano di più lo Zagor inserito nel suo
contesto darkwoodiano. Poi, qualche escursione fuori porta gliela facciamo fare
lo stesso, senza bisogno di una serie apposita. Ciò detto, se mi chiedessero di
inaugurarla, sarei lieto di farlo e credo che l’eroe si presti a ogni tipo di
trasferta.
8 – Buongiorno. Vorrei complimentarmi
con il signor Moreno per la bellissima e struggente storia “Mortimer ultimo
atto”. L’ho riletta e mi sono commosso come la prima volta. Credo che sia pari
a “La marcia della disperazione” di Nolitta
quanto a momenti che mi hanno fatto commuovere. Ancora un grazie per queste
emozioni.
Non scherziamo, nel senso che con “La marcia della
disperazione” non c’è confronto. Ciò detto, grazie per le belle parole (che
rincuorano).
9 – Caro Moreno, qual è secondo lei il
numero massimo di personaggi da poter utilizzare in una storia senza strafare?
Immagino che tutti quelli che appaiono debbano avere una qualche utilità nel
racconto, ma se ce ne fossero troppi da risultare poi non tutti caratterizzati
nella maniera migliore, è un problema? Come andrebbe risolto?
Meno personaggi ci sono, meglio è. Poi, vanno inseriti tutti
quelli che servono. A volte, anche una figura minore è necessaria per fare da
sponda a un dialogo o a dare informazioni. Ma inserire nomi e facce per far
numero, lo trovo sbagliato.
10 – Caro Moreno, l’incontro di Zagor
con Kendra de “Gli occhi del destino” è avvenuto prima che Zagor incontrasse
Cico?
Non ci sono indizi per stabilirlo.
11 – La storia disegnata da Mauro Laurenti è in preparazione?
Mauro è stato occupato su Tex e su Dampyr per molti mesi, a breve
dovrebbe tornare a disegnare Zagor.
12 – Caro Moreno, è chiaro che molti
fan vorrebbero i sequel di quel personaggio o di quell’avventura, ma come nasce
un sequel? Viene lasciata aperta una porta alla fine della prima avventura? Non
si fa morire il personaggio? Si fa caso alle richieste dei lettori? Per
esempio, lei ha detto che per Change è previsto un ritorno ma mi è parso di
capire che solo il 50% (percentuale casuale) ne sia rimasto entusiasta. Bisogna
accontentare anche una ristretta cerchia ma le chiedo se basta un numero di
richieste di ritorni oppure di buone idee riguardanti comprimari non del tutto
piaciuti rispetto alla prima apparizione?
Non saprei come si possa stabilire la percentuale dei lettori
riguardo al gradimento di Change. Ci si basa sui commenti di dieci (sempre i
soliti) sui forum? E le altre decine di migliaia che comprano o leggono senza
commentare? Escludiamo perciò i referendum a maggioranza di questo tipo. Anche
perché ci può essere un sequel non richiesto da nessuno che si rivela una buona
storia. Diciamo che se qualcuno chiede un sequel (può essere anche una persona
sola) questo dà un input a un autore. Input che può nascere anche spontaneamente
senza suggerimenti. Le storie nascondo da un’idea, che viene valutata. Se
l’idea è (o sembra) buona, si procede, indipendentemente dal fatto che si
tratti della proposta di un sequel o di una trama originale, e
indipendentemente dal fatto che ci siano richieste da parte dei lettori. I
lettori propongono tanti sequel, poi bisogna vedere se gli input forniti danno
origine a soggetti convincenti.
13 – Caro Moreno, come si svolge il
lavoro, a grandi linee, all’interno della Casa Editrice Bonelli? Come siete
organizzati dal più alto in carica in giù? E come viene stilata la scaletta
della creazione di un albo di Zagor?
Ci sono tre direttori (una trinità con funzioni e ruoli
diversi): Davide Bonelli, Simone Airoldi, Michele Masiero. Poi ci sono i curatori delle testate che ricevono
direttive (uno sono io, riguardo alle testate zagoriane) ma che, nell’ambito
delle deleghe a loro affidate, hanno autonomia per operare in modo da garantire
la consegna degli albi secondo il calendario stabilito, gestendo il lavoro di
sceneggiatori e disegnatori. C’è poi tutto il lavoro redazionale: grafica,
lettering, correzione, revisione, archivio, stampa, amministrazione. Ci sono
responsabili per ogni settore, tutti interagiscono con tutti, coordinati da Luca Del Savio. Io propongo una
programmazione ai miei referenti e cerchiamo di fare in modo di starci con i
tempi. Stefania Bajocchi, per
esempio, organizza il lavoro in modo che ogni albo venga consegnato alla stampa
in tempo. Siamo una squadra numerosa!
14 – Gentile Moreno, siccome la saga di
Zagor prevede la variabilità dei generi, lei in quale di questi generi pensa di
aver dato il meglio di sé?
Secondo me, in due: giallo e umorismo.
15 – Caro Moreno, le copertine di una
storia, o di parte di essa se pubblicata a puntate, risultano essere talvolta
anche migliori della storia stessa. Non si rischia quindi, secondo te, di
“fregare” il lettore proponendo una copertina divina ma facendolo rimanere
deluso per il racconto in se stesso?
Una copertina deve attirare il lettore, e in questo Ferri era maestro. Lasciamo fare al
copertinista il suo lavoro meglio che può, e speriamo che anche gli autori
delle pagine interne facciano altrettanto. Del resto, questo problema (se di
problema si tratta) non riguarda soltanto Zagor, e non soltanto i fumetti. Si
potrebbe dire lo stesso delle stratosferiche copertine di Emanuele Taglietti o
Alessandro Biffignandi per le pubblicazioni di Renzo Barbieri (quelle sexy
della Ediperiodici), per certi manifesti di film, per tutte le pubblicità in generale.
16 – Nella storia “Il segreto della
mappa” incontriamo un agente dell’agenzia investigativa Pinkerton. L’agenzia
Pinkerton è stata fondata nel 1850, ed è noto che le avventure di Zagor sono
avvenute circa 20 anni prima, in un momento in cui Allan Pinkerton era ancora
un giovanotto. Come spieghi la presenza di Pinkerton in questa storia, se nelle
avventure di Tex Willer dove incontriamo anche Allan Pinkerton è chiaro che
l’agenzia è stata fondata negli anni ‘50 dell’Ottocento (e l’incontro di Zagor
e Tex nel dicembre 2021 ci dice che i due fanno parte dello stesso universo)?
Grazie!
“Il segreto della mappa” è una storia del 1987. L’attenzione
agli anacronismi e all’aderenza con la realtà storica si è andata accentuando
sempre più nel corso degli anni, in passato non era così stringente. Basterà
pensare che su Zagor si usano armi automatiche con venti o trenta anni di
anticipo (fu stabilito così da Nolitta
nel 1961). Sulla copertina del n° 32, “Il fuggiasco” (1968), compare una
mitragliatrice Gatling, costruita per la prima volta nel 1861. Gli esempi
potrebbero essere tanti. Diciamo che oggi come oggi io scarto di continuo
soggetti che prevedano l’uso di fotografie, che divennero diffuse negli USA
solo nella seconda metà dell’Ottocento, o sceneggiature in cui si canti “Oh
Susanna” (che è del 1848), dunque facendo attenzione a questo tipo di cose,
mentre in passato altri curatori non sono stati così pignoli. Va detto che
anch’io, talvolta, accetto delle “licenze poetiche” dato che, in fondo,
Darkwood è il regno della fantasia.
17 – Caro Moreno, cosa la colpì di
Zagor e delle sue avventure quando lo lesse le prime volte, tanto da farla
diventare uno dei suoi più avidi fan?
Il “sense od wonder” che trasmettevano le storie di Nolitta e Ferri, unite alla gradevolezza di racconti facili da seguire ma mai
banali, con in più tanto umorismo.
18 – Caro Moreno, Sergio Bonelli disse di avere avuto il rimpianto di avere fatto
uscire di scena Manetola così presto, ritenendo di poterlo poi utilizzare in
altre avventure. Crede che averlo fatto morire sia stato un pro od un contro
per la saga zagoriana? Le sarebbe piaciuto utilizzarlo al presente, visto che
ha ripreso in mano Liberty Sam? A grandi linee, di quali situazioni sarebbe
potuto essere protagonista?
La morte di certi personaggi a volte è un bene perché dà
un’impronta realistica e drammatica alle storie. Nel caso di Manetola credo che
Nolitta abbia fatto la scelta
giusta, consegnando l’eroe alla leggenda. È in lavorazione una storia (di Rauch e Di Vitto) in cui Manetola torna retrospettivamente.
19 – Caro Moreno, nella prima storia,
quando Zagor e Cico si incontrarono, Zagor era già conosciuto a Darkwood come
lo Spirito con la Scure. Dalla storia “Il re di Darkwood”/“Le Origini 6” alla storia “La foresta degli
agguati”, si può concludere che sono passati circa 5 anni, che è un sacco di
tempo. Di quel periodo ci sono storie “La palude maledetta”, “I misteri di
Redstone”, “Il mio nome è Banack”, “La congiura degli dei” e “Sulle piste del
Nord”. La mia domanda è: un giorno avremo una miniserie che ci mostrerà più
eventi che hanno contribuito alla creazione della leggenda dello Spirito con la
Scure, l’avventura prima de “La foresta degli agguati”? Nel corso degli anni
abbiamo visto molti personaggi che Zagor ha conosciuto in quel periodo e in
qualsiasi momento sarebbe interessante che tu ci rivelassi queste avventure:
Bud Shanks (“Un nido di vipere”), Rocky Buck (“Il popolo della notte”), Gunny
Malone, Trapper Rover, Orso Selvaggio, Chandler (“I misteri di Redstone”),
Mulligan (“La mano di Allah”)... La lista potrebbe continuare... Questo
potrebbe davvero fare grandi storie!
L’idea di fare una seconda miniserie che prosegua “Zagor: le
origini” raccontando il periodo fra la prima apparizione dello Spirito con la
Scure al raduno dei sakem e il suo incontro con Cico è stata già da tempo da me
consegnata, con altre proposte, nelle mani dei megadirettori galattici.
20 – Caro Moreno, ma veramente il 90%
dei lettori non ama le trasferte, come da te scritto? Bazzicando forum e pagine
facebook mi pare il contrario; anzi, all’annuncio che la prossima trasferta
sarebbe stata molto breve molti si sono lamentati, io per primo. Vorrei
invitarti ad approfondire la questione.
Non credo di aver mai stabilito la percentuale del gradimento
delle trasferte da parte dei lettori (si veda quanto ho scritto in alcune
risposte precedenti). Vero è che i lettori si esprimono a favore di tutto e
contro a tutto (di solito a favore di ciò che non facciamo e contro ciò che
facciamo), però in generale c’è una sorta di convinzione (generata dal successo
di alcune iniziative o l’insuccesso di altre, anche al di fuori di Zagor) che
il pubblico delle edicole preferisca “riconoscere” i propri eroi nella loro
“confezione” più tradizionale, più rassicurante. Riguardo alla brevità della
prossima trasferta, stiamo parlando comunque di cinque mesi in cui si
attraversa mezza Europa e si gettano le basi per eventuali recuperi
retrospettivi di avventure non raccontate. Vedrai nell’albo di dicembre Zagor,
rientrato a Darkwood, narrare di un viaggio di ritorno costellato di tappe di
cui un giorno potremo tornare a parlare. E, in ogni caso, ci sono altre due
trasferte (neppure troppo brevi) in terre lontane (a Est e a Ovest) che
riporteranno Zagor lontano da casa.