Zagor e Cico giungono a Port Whale dopo aver ricevuto una lettera in cui il capitano Fishleg, in viaggio per mare, chiede loro di vigilare su sua nipote Virginia, che sembra essersi cacciata nei guai… e in effetti, la ragazza si trova coinvolta nella caccia a una perla dai riflessi color sangue, da cui dipende il destino di un regno nelle lontane regioni del Sud Est Asiatico, e su cui in parecchi vogliono mettere le mani… dayaki inviati dal raja di Sarawak, nomadi gitani, una principessa malese, un gigantesco cinese, un misterioso avventuriero inglese…
Ultima recensione zagoriana del 2023: l’universo salgariano confluisce in quello zagoriano!
In questo Zagor Color il già collaudato duo Samuel Marolla e Paolo Bisi (Hellgate brucia!, Spettri per “Digging” Bill e Zombi a Darkwood) ci propongono una bella storia avventurosa in cui lo Spirito con la Scure, giunto in aiuto di Virginia (la nipote del capitano Fishleg) per recuperare un gioiello chiamato “La Perla Sanguinosa”, incrocia la sua strada con colui che diverrà il braccio destro di Sandokan: Yanez De Gomera!
Inoltre la storia è colma di altri “richiami” salgariani: Mompracem, Sarawak, Labuan, Sandokan stesso che compare in penombra nell’ultima striscia… c’è persino una tigre coprotagonista! Insomma, una manna per gli appassionati del ciclo della Tigre della Malesia ma anche per il “normale” lettore di storie di pura avventura.
Inseguimenti, agguati, colpi di scena si susseguono tenendo il lettore incollato alle pagine dell’albo, ricco di dialoghi e situazioni brillanti. Divertentissimo anche Cico che torna a travestirsi un paio di volte come era uso di Nolitta.
A parte qualche volto di Zagor non sempre riuscitissimo (a mio parere), molto bravo si dimostra Paolo Bisi sia nel disegnare i personaggi sia nell’illustrare le scene più interessanti della storia (ad esempio l’atmosfera notturna a Port Whale, l’incendio sulla nave del sultano, l’accampamento dei gitani).
Al netto della mia recensione, ritengo invece particolarmente interessante lo scambio di chiarimenti, in merito a questa storia, che ha avuto luogo sul Forum www.spiritoconlascure.it tra alcuni utenti e lo sceneggiatore Samuel Marolla. Talmente interessante che voglio proporvelo qui di seguito…
Il forumista Wakopa pone questa osservazione: “Effettivamente posticcio e fastidioso il pippone femminista con tanto di citazione storica; questo credo che attenga più che ad un contagio da parte del curatore, proprio ad un’attitudine dell'autore ad inserire forzatamente linguaggi e temi correnti, che suonano davvero fastidiosi in un fumetto vintage ambientato nell’800. Ma con le critiche mi fermo qui, perché la storia è davvero bella, sicuramente una delle migliori del 2023”.
Samuel Marolla risponde: “Devo discolpare invece la cura editoriale. Il pippone è mio. Volevo proprio una Virginia femminista antelitteram e, avendo lei studiato, ci sta che conosca invece le citazioni della Wollstonecraft (peraltro madre della più famosa Mary Shelley, autrice di Frankenstein). Si tratta naturalmente ANCHE di una strizzata d’occhio ai tempi moderni. Secondo me ci sta, nel rapporto tempestoso che ho voluto creare fra lei e Zagor in quest’albo. La cura editoriale invece mi ha censurato un epiteto salgariano, il CANE IDROFOBO che Yanez usava spesso per insultare i nemici”.
In merito allo stesso argomento il forumista MarioCX osserva: “Mi sia consentito dire che francamente questi atteggiamenti delle "personagge"(*) bonelliane li trovo troppo ossequiosi verso ideologie che girano di questi tempi laddove tutti si genuflettono acriticamente alle peggio stupidaggini e tuoni e fulmini a chi esce dal coro con la più pacata e timida obiezione. Probabilmente non avrei mai dovuto fare questo post perché adesso verrò accusato di ogni nefandezza "patriarcale" o peggio, ma tant'è. Dite un po' quello che volete. (*) Si leggono ogni dove termini come "ministre", "avvocate", "notaie" perché non si potrebbe usare "personagge"? Il più è capire o meno se ci vuole la "i", un dilemma che non mi leverà il sonno. Ah! Trent’anni fa invece la moda lessicale vietava con stizza e rabbia la declinazione al femminile, il diktat era di nominare solo la carica e quindi una donna era "ministro", "avvocato" "notaio"”.
Samuel Marolla ha risposto: “Guarda, Mario, io sono molto critico sulla deriva woke americana (che ormai da tempo sfiora, persino peggiorando se stessa, anche l'Italia). Però allo stesso tempo ritengo che gli estremismi woke non debbano ottenere l’effetto opposto, cioè quello di non valorizzare una nuova sensibilità di oggi molto diffusa da parte del pubblico, e, in questo caso, quella di vedere personaggi femminili (oppure minoranze etniche o di orientamento sessuale) maggiormente rappresentati nel fumetto moderno. È anche per questo che - salvo smentita - credo di aver inserito, per primo, dei personaggi gay in Zagor. Forse è stato poco notato, ma si tratta di una coppia di uomini che sfugge dall'assedio zombi in "Zombi a Darkwood". Non è questione di piegarsi a una moda sbagliata, bensì di includere appunto anche sensibilità di persone che finora erano state poco rappresentate. Inoltre, Virginia è Virginia. È una ragazza intelligente, intraprendente (beffa Zagor al loro primo incontro), colta, energica, e con un carattere forte; ricordiamoci che è stata LEI a trascinare Zagor su quella famosa scialuppa per appoliparselo... Quindi non trovo in alcun modo dissonante, a livello narrativo, l’esplorare maggiormente il carattere effervescente di Virginia soprattutto considerando che il Color è a lei dedicato. Avendo studiato in un collegio ed essendo una ragazza molto sveglia, non è così strano che si sia interessata dei diritti delle donne, tema che appunto è nato ben 50 anni prima delle vicende narrate. Io la vedo così, indipendentemente da mode del momento (che non mi interessano granché)”.
E ancora…
“Ripeto: sono contrario all’ideologia woke, che sta creando disastri clamorosi. L’ideologia woke è un estremismo e, come tutti gli estremismi, fa danni. Ma questa ideologia va tenuta concettualmente ben distinta dalla moderna sensibilità narrativa (sia dei fruitori che, in conseguenza, degli autori) che, secondo me molto giustamente, tende a essere inclusiva nei confronti di gruppi o categorie di persone storicamente marginalizzate (o mal rappresentate) nei prodotti di entertainment, fumetto compreso. Ribadisco anche che Virginia non è mai stata una damigella in pericolo che sta chiusa in casa a fare l’uncinetto aspettando l’eroico salvatore. Ha studiato, è intelligente, è sveglia, ha viaggiato molto e ha amici di ogni etnia; quindi si presume che conosca il mondo, e che conosca le eventuali tendenze culturali dell’epoca. Il manifesto per i diritti delle donne della Wollstonecraft è di 50 anni prima, e intorno al 1870 alcuni stati americani avevano già allargato il voto alle donne, quindi evidentemente se ne parlava. Pertanto è non solo possibile ma è anzi probabile che un personaggio come Virginia conoscesse queste tendenze e ne fosse favorevole”.
Il forumista Carlo Monni interviene, poi, per contestare alcuni errori: “Mi perdoni Marolla, ma qui vorrei sottolineare alcuni errori storici, geografici e non solo presenti nella sua storia, che peraltro ho apprezzato molto: 1) Sarawak non è un'isola, ma uno Stato costiero del Borneo oggi appartenente alla Federazione della Malaysia e confina via terra con il Sabah, altro Stato malese, e con il Brunei. 2) James Brooke non ha affatto sobillato le rivolte interne al Sarawak, ma ha anzi aiutato il suo governatore, zio del Sultano del Brunei e fu quindi nominato nuovo governatore di Sarawak e nel 1844 Sarawak fu resa indipendente dal Brunei e Brooke elevato a Rajah come ricompensa per aver rimesso sul trono il legittimo Sultano detronizzato da un colpo di stato. Qui è difficile stabilire la verità perché le fonti discordano: secondo alcune di esse si trattò di un atto volontario del sovrano mentre secondo altre fu imposto da Brooke con la forza. 3) A quanto pare, né Brooke né i suoi successori furono dei tiranni, non nel senso tradizionale del termine almeno: governarono in maniera paternalistica, ma rispettando i diritti delle tribù native e servendosi di un Consiglio di Capi come organo consultivo. L'ultimo erede al trono di Sarawak, Anthony Brooke, si oppose senza successo alla cessione di Sarawak al Regno Unito come colonia nel 1946. 4) James Brooke fu nominato Cavaliere Comandante dell' Ordine del Bagno nel 1847 e poté quindi fregiarsi del prefisso Sir davanti al nome. Il 1847 è un po' troppo avanti per la cronologia di Zagor, ma non facciamo i sofisti. 5) Il titolo di Lord prima del cognome si usa solo per i Pari del Regno. Per i Cavalieri si usa sempre e solo Sir davanti al nome proprio. Quindi, niente Lord Brooke, ma Sir James o semplicemente Brooke”.
Samuel Marolla replica prontamente: “1) come ho già evidenziato, la definizione di "isola" per Sarawak è stata inserita in post editing, non è mia. 2) 3) 4) 5) se la prenda con Salgari, non con me. Io mi sono limitato a inserire personaggi, vicende, trascorsi, contesti salgariani. James Brooke è il super villain della saga di Sandokan, e Zagor, opera di finzione (a meno che lei non mi dica che Darkwood esiste veramente), qui incontra appunto l'opera di finzione salgariana, non i libri di storia. Non siamo nella vita vera. "That's the fiction baby!" (semicit)”.
Il forumista Carlo Monni pertanto risponde: “Che tu avessi ripreso da Salgari era evidentissimo ed in Salgari abbondano le contraddizioni cronologiche si sa. Se la cosa mi desse fastidio non sarei stato un suo avido lettore tradizione di famiglia peraltro, fin da bambino e non sarei nemmeno un affezionato lettore di Zagor da più di 57 anni. La cosa che mi ha dato veramente da pensare è la citazione di Brooke come Sir James che daterebbe la tua storia al 1847, un po' troppo in là secondo me. La saga di Sandokan inizia ufficialmente nel 1849, anno di ambientazione de "Le Tigri di Mompracem", e non ci sono problemi, ma per Zagor il periodo è un po' troppo in avanti. La prendo come una licenza poetica. Ciò che mi preme comunque dirti è che hai fatto un gran bel lavoro. Sono contento che tu abbia inserito Sandokan nel mondo zagoriano e ti dico che sarei molto deluso se la cosa non avesse un seguito”.
L’ultima parola la lasciamo a Samuel Marolla: “Tutto chiaro e non discuto sui dettagli, non sono un saggista né uno storico. La sintesi del mio pensiero è un po' grossolana: diciamo che come autore, alla coerenza storico-geografica al 100% prediligo molto di più far galoppare la fantasia, pur rimanendo in un CONTESTO storico-geografico corretto e documentato. Evidentemente sono salgariano dentro”.
Chiudo osservando da parte mia: che bello sarebbe se tutte le critiche/osservazioni alle storie zagoriane da parte degli appassionati e le repliche degli autori si svolgessero in questo modo pacato e civile…
Buon Anno Nuovo a tutti!!!