Il centotrentaduesimo
numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor e il passaggio a nord ovest, nonché la prima
parte della storia "I fiordi delle nebbie".
L’ESPLORATORE SCOMPARSO
Da due
anni, Rochas manca da Darkwood: è partito con la spedizione artica di Lord
Fraser, alla ricerca del leggendario Passaggio a Nord Ovest. Ma la nave è
intrappolata fra i ghiacci. Lady Emma, la moglie di Fraser, aiutata dal suo
segretario Nat Murdo, segretamente innamorato di lei, ha organizzato una
spedizione di soccorso, assumendo Fishleg e l’equipaggio della sua Golden Baby.
Anche Zagor e Cico si uniscono a loro.
Lungo è il viaggio della Golden Baby per
raggiungere l’Aurora di Lord Fraser, fra spettacolari canyon di ghiaccio e
immani tempeste, illuminati dalla stupenda aurora boreale. Ma Lady Emma è
determinata a ritrovare il marito scomparso.
Dopo alcune
settimane di navigazione, giunto nel Canale di Peel, Fishleg dà l’ordine di
fermare la nave. La spedizione di soccorso, composta da Zagor, Cico, Zarkoff,
Nat Murdo, Ramath e altri marinai prosegue sul pack. Durante il percorso, gli
uomini vengono aggrediti dagli Inuit dello spietato Staff. Nel corso dello
scontro, alla deriva su un lastrone di ghiaccio, Zagor e Nat Murdo perdono
contatto con gli altri e, qualche ora dopo, approdano sull’isola di Re
Guglielmo, sulla costa opposta a quella in cui si trova l’Aurora. Inaspettatamente, Nat Murdo tenta di uccidere
Zagor spingendolo in un burrone.
Intanto, Cico e gli
altri si ritrovano al villaggio dei pacifici Inuit di Akutan. Zagor, che per
fortuna si è salvato, riprende la marcia in direzione dell’Aurora e, allo
stremo delle forze, viene raccolto da Rochas. Quest’ultimo gli racconta come
alcuni marinai, capeggiati dal bieco Tyler, si siano ammutinati e, con
l’appoggio degli Inuit di Staff, abbiano lasciato la nave. Ma i guai non sono
ancora finiti: gli Inuit di Staff ritornano e, dopo una furiosa battaglia,
riescono a catturare i nostri.
Al villaggio di
Staff, Zagor e i suoi amici scoprono che la leggendaria Sfinge dei Ghiacci è in
realtà una scultura di pietra con il volto del capitano Hudson e che quegli
Inuit sono i discendenti dei marinai della Discovery. Nel villaggio trovano
anche Nat Murdo, alleatosi con gli uomini di Tyler per togliere di mezzo Fraser
e rubargli la moglie, di cui è invaghito. Zagor riesce a ribaltare la
situazione, grazie al decisivo arrivo di Zarkoff e degli altri marinai, ma
Murdo riesce a fuggire. Alcuni giorni dopo, il traditore giunge di nascosto al
villaggio di Akutan e gli rapisce la moglie, Anya.
Zagor, Cico e
Akutan, preso commiato da Fishleg e Lord Fraser, si gettano sulla pista di
Murdo…
Il 1994 segna
un anno importante per Zagor. Infatti, con una copertina molto evocativa che
ritrae Zagor e Cico in marcia sopra una cartina dell’America Settentrionale,
nel mese di aprile ha inizio quella che è comunemente denominata la “seconda
odissea americana” dello Spirito con la Scure (che verrà narrata nell’arco di
14 storie, pubblicate su 31 numeri della serie regolare, dal 345 dell’aprile
1994 al 375 dell’ottobre 1996).
Questo nuovo,
lungo viaggio era già stato anticipato da Sergio Bonelli a più riprese
nelle pagine della posta sin dal 1991 ed era giustamente tanta l’attesa per
questo evento. Per i lettori fu veramente bello imbarcarsi finalmente sulla
Golden Baby di Fishleg insieme a Zagor e Cico e partire per questa nuova
avventura, accompagnati dalla fluente sceneggiatura di Mauro Boselli e
dai magici disegni di Carlo Marcello.
Devo dire che nessuna storia meglio di questa poteva aprire il
cosiddetto “secondo periodo d’oro” del nostro Zagor, con una bellissima
ambientazione, una trama coinvolgente e personaggi ben caratterizzati.
Favoloso l’inizio, con
il raduno dei trapper; grande atmosfera nelle pagine ambientate a Port Whale e
molto realistico il successivo viaggio per mare.
Poi, dallo sbarco sulla
banchisa abbiamo una emozione dietro l’altra: l’attacco degli Inuit dagli occhi
azzurri, il tradimento di Nat Murdo e soprattutto la lenta e sofferente marcia
di Zagor verso l’ignoto dopo essere uscito indenne dalla caduta nel crepaccio,
la spettacolare desolazione artica, l’accecante luce e l’irradiazione solare
che si contrappongono al freddo e al gelo.
Tutte le fila della storia
sono mosse con grandissima maestria e il finale nella Sfinge dei Ghiacci è
semplicemente fantastico. Un’avventura avvincente, quindi, dove viene
introdotto uno dei personaggi più controversi dell’intera collana, quel Nat
Murdo che per molti anni rappresenterà prima un degno
avversario e poi una sorta di alleato.