mercoledì 30 luglio 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: L'ultima follia di Verybad (ZCSC129)




Il centoventinovesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor e l'uomo con il fucile, nonché la prima parte della storia "La diabolica invenzione".

 DIMENSIONE ALLUCINANTE

 Adolfo Verybad, il geniale scienziato, ha inventato un siero che miniaturizza cose e persone per trenta ore. Ma il fantastico siero fa gola anche al corrotto tenente Castle e al suo complice sergente Craven, che rapiscono Verybad e lo rimpiccioliscono. Zagor, però, si getta al loro inseguimento.
Anch’egli rimpicciolito, penetra nel covo di Castle per liberare Verybad, affrontando scorpioni, topi e formiche (che per lui sono esseri enormi e pericolosissimi!). Ma deve fare in fretta: se, quando scadrà l’effetto del siero, non berrà l’antidoto, ricrescerà, sì, ma diventerà un mostro e morirà tra atroci tormenti! Fortunatamente, lo Spirito con la Scure riesce a liberare Verybad (che distrugge definitivamente il siero) e a ritornare normale grazie all’antidoto.

           Ben riuscito amalgama di dramma e comicità grazie all’ottimo uso del personaggio di Cico (una caratteristica di Burattini). 
L’idea della miniaturizzazione, presente in diversi racconti e film - ad esempio, Radiazioni BX: distruzione uomo (The Incredible Shrinking Man) del 1957 e Viaggio allucinante (Fantastic Voyage) del 1966 -, è qui ripresa da Burattini per coniugarla magistralmente ai temi più classici della serie: la guarnigione di soldati, la presenza di militari corrotti che non hanno remore pur di arraffare soldi, il ritorno di un personaggio “storico” come il professor Verybad, la gag di Cico con l’unguento magico per conquistare le fanciulle...
     Al di là dell’intreccio della storia, la cosa più appassionante resta comunque la fase di miniaturizzazione di Zagor, che a dover affrontare insoliti nemici come formiche, scorpioni, topi e corvi che gli danno del gran filo da torcere.
Nell’avventura assistiamo al debutto ai pennelli del triestino Franco Devescovi (in prestito dallo staff di Martin Mystère), qui alla sua unica prova zagoriana.

mercoledì 23 luglio 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Neve rosso sangue (ZCSC128)




Il centoventottesimo numero, che troveret in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor e Ladro di Ombre, nonché la prima parte della storia "L'uomo con il fucile".



L’UOMO CON IL FUCILE

Nel Sud del lago Ontario, dove il freddo infuria, la neve cade copiosa e i lupi si aggirano famelici, Zagor e Cico trovano i cadaveri di quattro trappers, uccisi a colpi di fucile. Dal diario di uno di essi il Re di Darkwood apprende che quegli sventurati avevano scoperto una miniera d’oro nel territorio dei Seneca: forse colui che li ha uccisi voleva impadronirsi del loro tesoro...
A Zagor e Cico si aggrega Bull, un mezzosangue la cui moglie indiana è stata uccisa da un misterioso criminale. È lo stesso che ha ucciso i trappers? L’assassino prosegue la sua fuga lasciando dietro di sé una scia di cadaveri e, intanto, Bull racconta la sua triste storia di sofferenza e di emarginazione.
Alla fine, Zagor, Cico e Bull (ai quali si sono aggiunti pure lo sceriffo Brad Stevens e due suoi collaboratori) riescono a raggiungere Palance, l’uomo al quale stanno dando la caccia. Grazie al sacrificio di Bull, Zagor riesce a mettere fuori causa l’avversario, ma scopre che non è stato lui a uccidere i trappers. Il loro assassino è, in realtà, Bull, che in fin di vita racconta la verità: li ha eliminati per impedire che, con la scoperta del giacimento d’oro, i Seneca venissero scacciati dai loro territori...

          Siamo alla presenza di una storia burattiniana di grande maturità, in cui anche i personaggi di contorno hanno profondità psicologica ed il cui amaro finale conferisce un notevole spessore all’avventura.
È una storia che affascina: abbiamo scenari selvaggi e incontaminati; la vita degli indiani delle riserve e un accenno alle loro usanze; coloni che si spingono intrepidi in terre inesplorate; fuorilegge, bounty killer, azione, tensione e mistero splendidamente dosati, cataclismi ambientali, cattivi credibilissimi e vividamente caratterizzati e, infine, la splendida figura tormentata tra due mondi e due culture del mezzosangue Bull.
Abbiamo anche un Cico simpatico e pasticcione come non mai, e uno Zagor deciso e implacabile ma disposto a rischiare tutto perché le tante vittime della vicenda ricevano giustizia.
Disegni di Gallieno Ferri, poi, sono eccezionali.
Pertanto, questa avventura si può etichettare con una sola parola: capolavoro!

giovedì 17 luglio 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: L'avamposto abbandonato (ZCSC127)





            Il centoventisettesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell'avventura di Zagor con i Malecite", nonché la prima parte della storia "Uno straniero a Pleasant Point". 

 

IL SERGENTE DI FERRO


           Approfittando dell’aiuto di un losco mercante d’armi, i Malecite vogliono mettere in subbuglio la regione. Ma la loro marcia è sbarrata da un avamposto con una strana guarnigione composta da detenuti che hanno sostituito il carcere con la ferma militare. Zagor e Cico, che si trovano nel forte, devono lottare sia contro i Malecite sia contro i soldati, che disertano in massa!
Soltanto pochi valorosi rimangono a proteggere il fortino dai Malecite. Ma il pericolo a volte spinge gli uomini a dare il meglio di sé: il duro sergente Stone e criminali come Torkel e O’Flaherty lotteranno fino alla morte al fianco di Zagor e Cico, per proteggere l’avamposto!

Ultima storia zagoriana sceneggiata da Marcello Toninelli, probabilmente ispirata al film con Gregory Peck “L’avamposto degli uomini perduti”, con alcuni richiami anche a “Quella sporca dozzina” con Lee Marvin.
Il soggetto è classico, ma incisivo quando basta. Buona l’idea dei soldati reclutati dall’esercito per essere “rieducati”, tramutando il periodo di carcerazione in ferma militare. Ci lasceranno tutti la pelle, ma dimostreranno di essere uomini degni di valore, come sottolineano le parole di Zagor: “Forse erano solo avanzi di galera, ma in questa situazione si sono comportati da eroi!”.
         Buone anche alcune figure di comprimari, come il sergente Stone (colui che deve tenere insieme la truppa col proprio carisma e la propria esperienza) e Torkel (con il suo plateale sacrificio finale); Zagor e Cico sono ben tratteggiati nelle loro caratteristiche peculiari, cosa che negli ultimi tempi a Toninelli non sempre riusciva.
In definitiva: non è tra le migliori storie sfornate dallo sceneggiatore senese, ma regge comunque oltre la sufficienza.
“Il sergente di ferro” segna anche l’ultima apparizione sulla serie regolare del disegnatore Francesco Gamba, che d’ora in avanti si occuperà esclusivamente delle avventure della collana Speciale Cico.


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LADRO DI OMBRE

Henry Summers è un giovane pittore di Boston che è venuto nelle terre di Frontiera per dipingere gli indiani, affascinato dalla loro cultura. Zagor lo guida dai Chippewa, che lo soprannominano Ladro di Ombre. È simpatico a tutti e la bella Raggio di Luna è attratta da lui.
Qualcuno, invece, lo odia e vuol farlo eliminare: lo stregone Cervo Che Fugge e il suo complice Scure Rossa riescono a farlo incolpare della morte di Tuono Veloce, ma Zagor riesce a scagionarlo e tutto finisce per il meglio.
Tuttavia, il sakem Lunga Lancia chiede a malincuore a Ladro di Ombre di andarsene, in quanto la tragica morte di Tuono Veloce ha sconvolto tutta la tribù...

Dal maggio 1993 saranno ben poche le storie dello Spirito con la Scure che non saranno sceneggiate dal dinamico duo Burattini/Boselli e ciò coincide con il rilancio vero e proprio della collana ed un vigoroso rinnovamento della stessa che verrà riportata ai fasti del periodo nolittiano. È lo stesso Sergio Bonelli che conia la parola d’ordine di questo periodo: “Per rinnovare Zagor, si torna alle origini!”.
Non a caso, nel maggio 1993 vede la luce sulla collana regolare questa storia scritta da un Mauro Boselli che riesce a caratterizzare i personaggi della vicenda facendoli sentire vivi, soffermandosi molto a descrivere i costumi, le abitudini e la mentalità dei pellerossa.
L’elemento più interessante dell’avventura è il processo di crescita e maturazione interiore di Henry Summers/Ladro di Ombre. Egli, infatti, lungi dal considerare gli indiani alla stregua di selvaggi privi di cultura, addirittura li idealizza, credendoli privi dei difetti tipici dell’uomo bianco. Questo lo porta a sottovalutare i pericoli che le persone malvagie (presenti, naturalmente, anche tra i pellerossa) sono pronte a procurargli pur di sbarazzarsi di lui e perseguire i propri interessi.
Ladro di Ombre scopre, pertanto, una verità dolorosa ma al tempo stesso illuminante: gli uomini rossi non sono animali rozzi e ignoranti come pensano alcuni bianchi, ma non sono nemmeno individui perfetti e “puri” come credeva lui. Entrambi i popoli sono composti da individui che, pur con le evidenti differenze esteriori, amano, odiano, gioiscono e soffrono alla stessa maniera: solo, lo fanno da punti di vista diversi...
          Da ultimo, occorre segnalare che questa avventura vede anche l’esordio del disegnatore romano Mauro Laurenti che fa sfoggio di disegni dinamici e molto ben documentati.

mercoledì 9 luglio 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Spirito selvaggio (ZCSC126)




Il centoventiseiesimo numero, che troverete in edicola domani, contiene la conclusione dell'avventura di Zagor a Silver Town, le storie complete "Lo spirito della foresta" e "Il passo del diavolo", nonché la prima parte della storia "Il sakem dei Malecite". 

 

UOMINI E BELVE


          Una sanguinaria creatura semina terrore e morte tra i cercatori d’oro di Goldridge. Gli indiani sostengono che si tratti del Wendigo, lo Spirito della Foresta, ma lo spirito è in realtà un povero ragazzo che, dopo la morte dei genitori, uccisi da alcuni banditi, ha vissuto per anni abbandonato in mezzo ai boschi. E sono altri i veri assassini…

            Ultima storia zagoriana degli anni ’90 sceneggiata da Ade Capone, che di lì a poco avrebbe lasciato la Bonelli per la casa editrice Star Comics (con la quale avrebbe creato il suo personaggio più famoso e longevo: Lazarus Ledd).
Una storia che sembra mirare a far riflettere il lettore sulla natura umana che, a volte, è più feroce di quella delle belve...
           La sceneggiatura è stata ampiamente rimaneggiata dall’allora supervisore della collana Renato Queirolo, ed è un’altra storia breve (89 tavole) che ha il pregio di presentare al pubblico un nuovo disegnatore: il romano Stefano Andreucci, piuttosto bravo nello stile classico e tuttavia arioso e movimentato, che ben si addice alle avventure di Zagor.

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UN PATTO INFAME


        I coloni di Haven Gate rischiano di morire di fame. Le scorte di cibo promesse loro dal mercante Mac Farland non sono mai arrivate. Mac Farland, infatti, vuole scacciare i pionieri per impadronirsi dell’oro delle Montagne Lucenti, servendosi anche della banda di predoni indiani guidati da Alce Nero. Ma ha trovato un osso duro sul suo cammino: Za-gor-te-nay!

Prima e unica storia sceneggiata dal sardo Bepi Vigna, co-creatore del personaggio di Nathan Never insieme a Michele Medda e Antonio Serra.
Purtroppo questa sua avventura zagoriana è abbastanza ordinaria e non riesce ad appassionare il lettore.
L’investitura del nuovo saggio capo indiano, osteggiata dal perfido e sconsiderato rivale in combutta con i bianchi, è una situazione già ampiamente sfruttata nelle storie zagoriane. Tuttavia, l’idea di un paese che rischia di morire di fame perché i rifornimenti non arrivano poteva essere originale, se fosse stata meglio gestita in fase di sceneggiatura... L’incipit, infatti, appare alquanto affrettato, l’azione nella città fantasma è piuttosto frammentata, Zagor viene colto di sorpresa come un novellino, il finale è privo di azione (ma tutto sommato originale).
Degno, comunque, di nota è l’esordio del disegnatore agrigentino Gaetano Cassaro (già disegnatore di Martin Mystère che – come scrisse Sergio Bonelli in una rubrica della posta - non si era “mai trovato a suo agio con computer ed auto moderne" ed aveva ora "trovato la sua strada disegnando indiani e foreste”).

giovedì 3 luglio 2014

Zagor Collezione Storica a Colori: Abisso di tenebra (ZCSC125)




Il centoventicinquesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione dell'avventura di Zagor alla miniera di Pegleg, la storia completa "Nodo scorsoio", nonché la prima parte della storia "Tragedia a Silver Town".


NODO SCORSOIO


         Josef Polanski è un ricco commerciante che vuole assicurarsi con ogni mezzo il monopolio delle pellicce a Darkwood. Ma Zagor interviene in soccorso dei suoi amici trapper: salva la vita a Rochas e si introduce nel fortino di Polanski, distruggendolo!

Mi duole scriverlo parlando dell'amico Moreno Burattini, ma il mio giudizio su questa storia è quello di una mera sufficienza. Zagor si comporta in modo troppo violento, e l’avventura sembra costituita da una sequenza di eventi che si susseguono velocemente senza approfondimento alcuno e senza un minimo di pathos.
Posso pensare che queste difformità dal “canone zagoriano” e nel ritmo narrativo siano state dovute ad alcuni tagli redazionali, dato che Burattini stesso ebbe a dire che non era pienamente in sintonia con gli interventi del curatore dell’epoca (Renato Queirolo) e che, addirittura, gli sembrava di non riconoscersi in certe storie (come questa) che uscivano con il suo nome…

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TRAGEDIA A SILVER TOWN


          Zagor salva la vita a Linda, figlia di Walter Hill, il direttore della banca di Silver Town. Per suo padre lavora Greg Rydell, un bravo ragazzo; tutto il contrario del fratello Mark che, con due complici, rapina la banca di Silver Town e rapisce Linda!
Zagor si mette sulla pista dei rapitori quando, incredibilmente, Mark Rydell gli dà una mano, liberando la ragazza e mettendosi dalla sua parte. Il Re di Darkwood riesce a eliminare i complici di Mark, ma, una volta tornati in paese, una sorpresa sconvolgente lo aspetta…

 Pur con i limiti della sua brevità, questa è una buona storia di Burattini, classica e nolittiana quanto basta per far felici i lettori.
Abbiamo una gag iniziale in cui Cico e Trampy divertono con il loro siparietto sul sequestro del cane; abbiamo uno Zagor carico di umanità che perdona un bandito redento, pur senza calpestare i propri principi; abbiamo un finale bello e sconvolgente, in cui abbiamo un ribaltamento dei ruoli: nonostante qualche indizio sparso qua e là lungo la narrazione, la sorpresa per il colpo di scena rimane e si scopre sorprendentemente che il fratello ritenuto “buono” è cattivo, e viceversa.
Come ha scritto Angelo Palumbo nello Zagor Index 301-400, “nelle mani di un profondo conoscitore della serie come Burattini, l’ordinaria storia di una rapina in banca finisce con l’arricchirsi di interessanti risvolti psicologici”.
Grande Donatelli ai disegni.