Il centoventisettesimo numero in edicola oggi contiene la conclusione
dell'avventura di Zagor con i
Malecite", nonché la prima parte della storia "Uno straniero a
Pleasant Point".
IL SERGENTE DI FERRO
Approfittando dell’aiuto di un losco mercante
d’armi, i Malecite vogliono mettere in subbuglio la regione. Ma la loro marcia
è sbarrata da un avamposto con una strana guarnigione composta da detenuti che
hanno sostituito il carcere con la ferma militare. Zagor e Cico, che si trovano
nel forte, devono lottare sia contro i Malecite sia contro i soldati, che
disertano in massa!
Soltanto pochi valorosi rimangono a
proteggere il fortino dai Malecite. Ma il pericolo a volte spinge gli uomini a
dare il meglio di sé: il duro sergente Stone e criminali come Torkel e
O’Flaherty lotteranno fino alla morte al fianco di Zagor e Cico, per proteggere
l’avamposto!
Ultima storia zagoriana sceneggiata da Marcello
Toninelli, probabilmente ispirata al film con Gregory Peck “L’avamposto degli
uomini perduti”, con alcuni richiami anche a “Quella sporca dozzina” con Lee
Marvin.
Il soggetto è classico,
ma incisivo quando basta. Buona l’idea dei soldati reclutati dall’esercito per
essere “rieducati”, tramutando il periodo di carcerazione in ferma militare. Ci
lasceranno tutti la pelle, ma dimostreranno di essere uomini degni di valore,
come sottolineano le parole di Zagor: “Forse erano solo avanzi di galera, ma
in questa situazione si sono comportati da eroi!”.
Buone anche alcune figure di comprimari, come il sergente Stone (colui
che deve tenere insieme la truppa col proprio carisma e la propria esperienza)
e Torkel (con il suo plateale sacrificio finale); Zagor e Cico sono ben
tratteggiati nelle loro caratteristiche peculiari, cosa che negli ultimi tempi a Toninelli
non sempre riusciva.
In definitiva: non è
tra le migliori storie sfornate dallo sceneggiatore senese, ma regge comunque
oltre la sufficienza.
“Il sergente
di ferro” segna anche l’ultima apparizione sulla serie regolare del disegnatore
Francesco Gamba, che d’ora in avanti si occuperà esclusivamente delle
avventure della collana
Speciale Cico.
* * *
LADRO DI OMBRE
Henry Summers è un giovane pittore di Boston
che è venuto nelle terre di Frontiera per dipingere gli indiani, affascinato
dalla loro cultura. Zagor lo guida dai Chippewa, che lo soprannominano Ladro di
Ombre. È simpatico a tutti e la bella Raggio di Luna è attratta da lui.
Qualcuno, invece, lo odia e vuol farlo
eliminare: lo stregone Cervo Che Fugge e il suo complice Scure Rossa riescono a
farlo incolpare della morte di Tuono Veloce, ma Zagor riesce a scagionarlo e
tutto finisce per il meglio.
Tuttavia, il sakem Lunga Lancia chiede a
malincuore a Ladro di Ombre di andarsene, in quanto la tragica morte di Tuono
Veloce ha sconvolto tutta la tribù...
Dal maggio
1993 saranno ben poche le storie dello Spirito con la Scure che non saranno
sceneggiate dal dinamico duo Burattini/Boselli e ciò coincide con
il rilancio vero e proprio della collana ed un vigoroso rinnovamento della
stessa che verrà riportata ai fasti del periodo nolittiano. È lo stesso Sergio
Bonelli che conia la parola d’ordine di questo periodo: “Per rinnovare
Zagor, si torna alle origini!”.
Non a caso, nel maggio 1993 vede la
luce sulla collana regolare questa storia scritta da un Mauro Boselli
che riesce a caratterizzare i personaggi della vicenda facendoli sentire vivi,
soffermandosi molto a descrivere i costumi, le abitudini e la mentalità dei
pellerossa.
L’elemento più interessante
dell’avventura è il processo di crescita e maturazione interiore di Henry
Summers/Ladro di Ombre. Egli, infatti, lungi dal considerare gli indiani alla
stregua di selvaggi privi di cultura, addirittura li idealizza, credendoli
privi dei difetti tipici dell’uomo bianco. Questo lo porta a sottovalutare i
pericoli che le persone malvagie (presenti, naturalmente, anche tra i
pellerossa) sono pronte a procurargli pur di sbarazzarsi di lui e perseguire i
propri interessi.
Ladro di Ombre scopre,
pertanto, una verità dolorosa ma al tempo stesso illuminante: gli uomini rossi
non sono animali rozzi e ignoranti come pensano alcuni bianchi, ma non sono
nemmeno individui perfetti e “puri” come credeva lui. Entrambi i popoli sono
composti da individui che, pur con le evidenti differenze esteriori, amano,
odiano, gioiscono e soffrono alla stessa maniera: solo, lo fanno da punti di
vista diversi...
Da ultimo, occorre segnalare che questa avventura vede anche l’esordio
del disegnatore romano Mauro Laurenti che fa sfoggio di disegni dinamici
e molto ben documentati.