I due giovani fratelli Bryan e Kevin Arshaw
hanno una vendetta da compiere: uccidere i cinque cacciatori di taglie che,
anni prima, avevano assassinato i loro genitori e il cugino Randy. Quest’ultimo
era il figlio dello zio Jacob, che ha cresciuto Bryan e Kevin. Ed è lo stesso
Jacob che tenta di fermare la mano vendicativa dei nipoti, con l’aiuto di
Zagor.
I due fratelli, però, sembrano inarrestabili
e non mollano le loro prede. Una di queste, Dunstan, ha un figlio di nome Charlie:
gli Arshaw dovranno confrontarsi proprio con lui, una volta che, a causa delle
loro azioni, si ritroverà precipitato in una spirale di odio senza fine...
Questa seconda storia zagoriana di Roberto Altariva si lascia leggere piacevolmente.
La trama, ricca di personaggi ben caratterizzati e supportata da
una sceneggiatura calibrata, ha un bell’intreccio giallo e presenta alcuni
colpi di scena e capovolgimenti di ruolo tra buoni e cattivi del tutto
inaspettati. La rivelazione del vero assassino, poi, è davvero sorprendente!
Da evidenziare il fatto che la spirale di odio che si
auto-alimenta, vendetta dopo vendetta, conduce la narrazione ad un finale
amaro, quasi pedagogico, sia per il lettore che per i personaggi stessi.
Come è stato fatto notare da alcuni lettori, forse Zagor in
questa storia si fa sorprendere dai vari avversari un po’ troppe volte, ma
personalmente la cosa non mi ha dato fastidio più di tanto, anche perché si
trattava sempre di situazioni funzionali alla narrazione.
Anche Cico è stato gestito bene, pasticcione (ma non troppo) e
personaggio attivo nel corso dell’intera vicenda.
Il tutto accompagnato dai disegni sempre, a parer mio,
affascinanti di Alessandro Chiarolla.
Chiudo condividendo con voi una riflessione dello sceneggiatore che
ho trovato interessante.
Ad un forumista di SCLS che osservava come non gli fosse
piaciuta l’ultima frase pronunciata da Zagor (“Mi auguro che un giorno tu possa trovare la tua redenzione!... Io sto
cercando ancora la mia!”), in quanto – secondo lui – lo Spirito con la
Scure non sta ancora cercando la sua redenzione dato che i responsabili della
morte dei suoi genitori, che egli ha ucciso, erano guidati da un bianco che ha
preferito commettere un duplice omicidio piuttosto che portare Mike Wilding davanti
a un giudice, Roberto Altariva ha
replicato così:
“Questa critica mi ha
lasciato molto perplesso. In Zagor
Racconta... lo Spirito con la Scure dice chiaramente: "[...] ora, un
nuovo sentimento si agitava nel mio animo senza concedermi un attimo di pace...
il rimorso! [...] Fu allora che balenò dentro di me una improvvisa decisione:
avrei cercato di cancellare il male che avevo fatto con la mia sete di
vendetta...".
Insomma, che l’elemento
iniziale che porta Zagor a diventare quello che è sia un personale desiderio di
redenzione per ciò che ha fatto, a me sembra evidente in quelle frasi. Poi, è
chiaro, che non si dispera certo per la morte di Salomon Kinsky, ma piuttosto
per quella di Fitzy e per aver seminato morte e distruzione nel villaggio
indiano, quando gli riesce molto più difficile, scoperta la verità, attribuire
colpe nette e non sfumate”.
Anche a me pare evidente che il desiderio di redenzione di Zagor
è ancora radicato in lui ed è proprio uno degli elementi (insieme ad altri,
quali - ad es. - il rispetto e la tolleranza) che lo spinge a continuare nella
sua ricerca di giustizia.