Eccoci giunti alla
trentesima puntata di
“A domanda… Moreno risponde”!
Grazie alla
grandissima disponibilità di
Moreno Burattini
e alla vostra
collaborazione nel porre sempre domande interessanti
siamo arrivati a
quota 600!!!
Un traguardo
davvero significativo,
che sta ad
indicare quanto sia sempre vivo
l’interesse dei
lettori
per un personaggio
come Zagor
che a giugno di
quest’anno taglierà un altro “traguardo”
ancora più
significativo: quello dei 60 anni di presenza
ininterrotta nelle
edicole italiane.
Vi aggiorno inoltre
sull’ “andamento”
del flusso delle
vostre domande:
ad oggi sono già complete
le serie nn. 31 e 32,
(la prima delle
quali già fra le mani di Moreno
per la redazione
delle risposte)
mentre la n. 33 è arrivata a quota 14 (su
20).
Vi invito quindi ad
inviare sempre nuovi quesiti,
chiedendovi tuttavia
di pazientare sui tempi
“tecnici” di
pubblicazione delle risposte.
1 – Caro Moreno, ti chiedo una curiosità: come mai, quando non
disegna in coppia con Gianni Sedioli,
a Marco Verni vengono assegnate solo
storie sceneggiate dalla tua mano?
Non c’è
una ragione precisa, se non che ci troviamo bene a lavorare insieme. E, lo dico
con legittima soddisfazione, Marco
per primo mi chiede di restare fidanzati.
2 – Gentilissimo Moreno, mi preme sapere una cosa riguardante lo
speciale “La nave del mistero”. In particolar modo, vorrei un approfondimento
riguardante la polvere magica che viene soffiata in faccia alle persone. Si
tratta di un composto africano, del quale non vengono però chiarite le basi, in
quanto chi lo utilizza alla fine della storia muore. Detto questo, mi sembra
chiaro che ci sia stata una (voluta) mancanza di chiarezza nei confronti della
polvere in questione. So che lo sceneggiatore della storia non sei tu, ma cosa
ne diresti di prendere spunto da questo mistero per poter portare alla luce le
capacità ipnotiche di tale sostanza?
Essendo
una polvere magica, mi pare chiedere troppo a chi mago non è (e né io né Giovanni Eccher, sceneggiatore di
quella storia, lo siamo) di svelarne la ricetta. Del resto nessuno sa di cosa
sia fatta la “polvere di fata” che fa volare Peter Pan, o il filtro che trasforma
Marnie Bannister in Satanik o la mistura che fa diventare Mister Hyde il dottor
Jeckyll. Mi vengono in mente il filtro della leggenda di Tristano e Isotta, i pharmaka della Maga Circe, la pozione di
Asterix. La letteratura, il cinema, i fumetti sono pieni di filtri diabolici
(per citare il titolo di una storia di Zagor in cui compare un intruglio del
genere). Non mi pare il caso di indagare oltre!
3 – Ciao Moreno, ti scrivo per proporti un’idea che mi è venuta in
mente e che spero tu possa prendere in considerazione. Molti personaggi
importanti sono morti, durante la saga zagoriana (Wakopa, Manetola, Tawar,
Walter Doney, ecc.). Si sono visti in più avventure, ma quello che mi chiedo è
se sia possibile raccontare le loro gesta, sconosciute a noi lettori,
attraverso racconti intorno al fuoco, raduni dei trappers, banchetti indiani,
tanto da portare un ricordo anche nelle nuove generazioni che non li hanno
potuti conoscere? Non sto certo dicendo che debba essere incentrato tutto sulle
loro antiche gesta, ma anche sul fatto che da quelle azioni possa nascere una
storia attuale di Zagor.
Mi pare
un buon suggerimento. Tra i personaggi da te citati, uno sta per tornare alla
ribalta (non risorge ma si parla a lungo di lui).
4 – Gentile Moreno, intendo
farti richiesta di due ritorni, che potrebbero tranquillamente venire cassati
dal curatore di questo blog, in quanto sono apparsi soltanto una volta e che
non sono “importanti” al pari di altri per i quali hai già ricevuto tantissime
domande. Quindi, pur sapendo che questa mia domanda non possa vedere la luce,
ci provo a chiederti lumi al riguardo di una storia di sessanta anni fa. Eh
già, perché il prossimo anno ne compirà proprio sessanta, il nostro Zagor, e
come primo avversario ebbe Kanoxen. Lo stesso Kanoxen il cui figlio, Nakawa,
apparve in seguito e che è uno dei soggetti di questa questione. Dopo aver
provato, invano, a vendicarsi di Zagor ed a distruggere Fort Henry, soltanto
con un discorso finale sul chiarimento riguardo alla morte di suo padre ha finito
col farlo desistere dai suoi insani propositi. Tenuto conto del fatto che, se
non è riapparso (a differenza del padre, pur se in flashback) in tutti questi
anni nessuno ha trovato lo spunto giusto per inscenare una sua riapparizione,
mi chiedo se sia divenuto alleato dello Spirito con la Scure oppure
semplicemente ha voluto tenere una tregua con lui e con il resto delle persone,
diventando magari un’eremita o rintanandosi coi suoi alleati indiani in qualche
tepee isolato. Mi chiedo, quindi, se il ricordo di questo nome riesca a
suscitare in te la volontà di rivederlo sulla scena? Inoltre, sempre parlando
della stessa storia, un altro personaggio, pur non apparendo, è stato
fondamentale per aizzare i propositi di vendetta di Nakawa. Sto ovviamente
parlando di Nemis, la strega alla quale Zagor ha scombinato i piani di
contrabbando, e che dopo sessanta anni non ha ancora debuttato sulle pagine di
Zagor. Avrà sicuramente fatto giustizia di lei, il buon Wilding, ma una cosa
non narrata non significa che non sia successa e, quindi, chiedo, sempre
secondo la sua volontà, e sempre ribadendo che non si è sentito il bisogno dopo
sessanta anni di ripescarla, di poter narrare questo incontro-scontro, e quindi
il debutto ufficiale, e non solo per nome, della strega Nemis? Ringraziando te
ed il gestore di questo blog per aver dato l’opportunità a noi lettori di porre
delle domande, e scusandomi per le mie lungaggini, spero di poter presto sapere
le sue risposte in proposito. A presto.
Quello di
Nemis potrebbe in effetti essere un mistero da chiarire, grazie per il
suggerimento! Nakawa mi sembra invece un personaggio tanto pittoresco nella
caratterizzazione esteriore (il copricapo, il cane, il corvo) quanto debole in
quella interiore. Non ho mai digerito il fatto che, dopo essersi macchiato di
stragi e violenze, quando si incontra faccia a faccia con Zagor ai due basta
chiarire che si è trattato di un equivoco (“non ho ucciso io tuo padre”, “ah,
allora mi sono sbagliato, scusa”) perché tutto finisca a tarallucci e vino. Storie
di altri tempi, indubbiamente.
5 – Gentile Moreno, in una delle sue risposte a questo blog ha
parlato di cristallizzazione dei personaggi di Zagor. Zagor stesso avrà, più o
meno, dai 30 ai 35 anni. Cico di più. I comprimari storici e fissi sono più o meno
rimasti uguali nonostante il passare del tempo. Quelli che appaiono meno, come
Ines e Rolando, sono leggermente cresciuti rispetto alla loro prima
apparizione. Offord, che divenne O’Druff, addirittura, per non farsi
riconoscere, si fece crescere la barba, ma divenne proprio un'altra persona in
quanto si era addirittura abbassato. Questo per chiedere se la
cristallizzazione del tempo non vale per tutti, o solo per le persone che si
vedono più spesso?
Ho
discusso il problema con Rauch,
quando si è trattato di far crescere Ines e Rolando, e ci siamo convinti a
vicenda che nel caso dei due giovani adolescenti il passaggio di pochi anni
(tre o quattro) basta a mutare decisamente l’aspetto degli individui. Questo lo
vediamo nella nostra vita quotidiana: i nostri figli sembrano bambini a dodici
anni e uomini a sedici. Negli adulti, quattro anni non modificano così tanto le
sembianze. Nel caso di Offord, se si tratta del militare di “Sentiero di
guerra”, andrebbe capito se un medesimo consulto c’è stato fra Marcello Toninelli, sceneggiatore di
quella storia, e il supervisore dell’epoca (anni Novanta), Decio Canzio, e che cosa si sono detti, e quanto del suo, nel
creare una apparente incongruenza, ci abbia messo il disegnatore. Proprio in
questi giorni è riapparsa nella collana “Zagor Classic” la storia di Iron-Man,
e mi sono meravigliato nel vedere come, alla sua prima apparizione, fosse
vecchio Tonka, poi ringiovanito nei successivi ritorni. Ora, è chiaro che un
eroe e i comprimari che lo circondano dovrebbero restare sempre uguali a loro
stessi (vale per Zagor e Cico ma anche per Diabolik ed Eva o per Tex e Carson),
dato che il loro ruolo pretende una immediata riconoscibilità, oltre al fatto
che serve anche quella prestanza fisica che non può essere messa a rischio dal
mal di schiena causato dall’età. Zagor è stato sottoposto a un macchinario
delle Amazzoni che, per fortuna, gli ha guarito ogni cicatrice, e anche questo
va messo agli atti. Poi, però, le esigenze narrative impongono il passare del
tempo (ci sono i figli dei nemici, per esempio) ed è evidente che se c’è il
ritorno in un luogo dove si manca da parecchio, degli anni saranno pur passati.
Qualche volta qualcuno invecchia. Stiamo al gioco.
6 – Caro Moreno, tempo fa hai parlato del fatto che la serie degli
speciali di Zagor, inizialmente incentrati su qualcosa di particolare, oggi
come oggi non lo sono più, tanto da farti pensare di rendervi protagonisti i
luoghi passati dello Spirito con la Scure. Più che questo, ti chiedo se sia
possibile che, in questi anni, per raggiungere il numero preciso di pagine, non
siano state tagliate alcune scene od alcune pagine, a discapito del consecutivo
svolgimento dell’avventura. Un esempio su tutti, “L’orda selvaggia”, dove nel
finale si passa da un momento di azione a far circondare i nemici senza che ciò
sia stato fatto in maniera chiara e limpida, ovvero senza renderlo su carta, ma
semplicemente “tagliando”, appunto, una parte per rientrare nel numero di
pagine giusto. È così?
A volte
(non solo durante la mia gestione, ma anche in passato, perfino ai tempi in cui
Sergio Bonelli controllava
personalmente la testa) alcuni tagli di sequenza sono stati fatti. Un volume
della collana “Gli archivi Bonelli” della Rizzoli-Lizard, dedicato a Guido Nolitta, ha addirittura pubblicato,
tirando fuori dagli armadi, una sequenza di decine di tavole di una storia
nolittiana di Tex (quella degli “Uomini giaguaro”) tagliata da Decio Canzio per accorciare un racconto
troppo lungo. Si sa (ne hanno parlato più volte i diritti interessati) di
rimaneggiamenti operati da Sergio nella storia di esordio di Castelli in casa Bonelli, “Molok”.
Potrei citare altri casi, tra cui uno che mi ha riguardato personalmente: il
finale di “Nodo scorsoio” (spiego tutto nel mio libro “Io e Zagor”). Tagli del
genere si possono fare per eccessiva lunghezza, per adattare a format un
racconto nato per un altro, ma anche perché, a ben guardare, c’è qualcosa di
sbagliato nello svolgimento di una trama e, spostando una scena ed eliminandone
un’altra tutto torna meglio. Il punto è proprio questo: se si fanno degli
interventi, li si fa (almeno nelle intenzioni) a fin di bene. Ora, tu citi
“L’orda selvaggia”, che è uno Speciale del 2005. Giuro che non ricordo se siano
stati effettuati dei tagli e, se sì, quanto consistenti. Non ero neppure io il
curatore (lo sono diventato nel 2007). Però posso assicurare che il risultato è
stato valutato in rapporto alla situazione preesistente, impossibile da
ricostruire ma certamente tale da giustificare gli interventi. Non credo proprio
che possa essere stata mandata in edicola una storia (stante il controllo di
gente pignola come Boselli, Canzio e Bonelli) tagliata a tal punto da non farsi comprendere. Le
soluzioni trovate saranno state almeno soddisfacenti (ne sono così sicuro che
non vado neppure a rileggere quella storia di cui, però, ho un buon ricordo).
7 – Ciao Moreno, ti voglio scrivere in merito alle Dime Novels
create da Eddy Rufus, e che sono apparse soltanto negli Stati Uniti, nella
lunga saga di Zagor. Utilizzando suo figlio, o ancora meglio personaggi dalla
fisionomia simile, se non uguale, a quella di Guido Nolitta e Gallieno
Ferri, potrebbero le stesse avventure venire ristampate e tradotte negli
altri paesi nel mondo, come ad esempio l’Europa? In Turchia, in Croazia, per
esempio, così come avvenuto oggi, ed essendo ben consapevole che allora c’erano
poche possibilità di una così vasta produzione come quella Bonelliana, pensi
che potrebbe far piacere a Zagor trovarsi di fronte le sue avventure in terra
straniera?
Confesso
di non aver capito la domanda, per cui non sono certo di rispondere nel senso
giusto. Le Dime Novels di Eddy Rufus esistono solo nella realtà immaginaria
dell’avventura (di Nolitta e Bignotti) intitolata “Zagor Story”.
Anche Eddy Rufus è un personaggio immaginario, del resto (il figlio è comparso
nel primo Maxi de “I racconti di Darkwood”). Non esistono testi da tradurre,
voglio dire. Certo, sarebbe bello immaginarne alcuni (e vedere lo Spirito con
la Scure che fa il nodo alla proboscide di un elefante, come mi pare venga
detto in “Zagor Story”). Le Dime Novels furono un fenomeno editoriale
statunitense, erede della tradizione dei “Penny Dreadful” anglosassoni. In
altri paesi del mondo ci furono, è vero, delle imitazioni o delle pubblicazioni
simili, con pubblicazioni a dispense di vario genere, ma non credo che si possa
parlare di fenomeni paragonabili.
8 – Da molto tempo lei è curatore di Zagor. Numerose saranno state
le proposte di nuove storie da parte di altri sceneggiatori, poi accettate e
pubblicate. Fra queste, quale è una che le ha fatto dire, o pensare, più o meno
la seguente frase: “Questa avventura avrei tanto voluto pensarla e scriverla
io”?
Ce ne
sono tante, per fortuna. Tolgo dal conto tutte le storie di Boselli, dato che Mauro ha sempre gestito le sue storie direttamente, senza il mio
controllo, ma parecchie delle sue avrei tanto voluto scriverle personalmente.
Fra quelle degli altri, mi sarebbe piaciuto inventare io il personaggio di
Henry Raven, che compare sul color “La vendetta di Gambit”, scritto da Jacopo Rauch.
9 – Caro Moreno, hai parlato in passato di aver chiesto ed ottenuto
cose come lo Zagorone oppure storie gialle, ma ciò che ti chiedo è una cosa che
non ti è stata accettata (una storia, un argomento, una miniserie) pur avendola
proposta e che pensi ancora oggi potrebbe invece andare benissimo per Zagor?
C’è una
vecchia storia riguardante la “Maschera di Ferro”, che venne bocciata dal
curatore dell’epoca, Mauro Boselli,
e che invece, magari, potrebbe essere fattibile. Ma c’erano delle problematiche
da risolvere. Altri spunti sarebbero quelli del viaggio nel tempo, ma mi rendo
conto che, oltre a infrangere uno dei tabù di Sergio Bonelli, proietterei Zagor fuori dalla sua dimensione
darkwoodiana che invece è da salvaguardare. Un’ottima miniserie potrebbe
riguardare un viaggio in Italia da ambientare durante la prossima trasferta
europea, estrapolandolo in una collana a parte (dato che il tour italiano,
sulla serie regolare, non ci sarà). Lo proporrò, vedremo. Ci sono poi decine di
spunti per Cico che, purtroppo, resteranno lettera morta per la mancanza di una
serie dedicata al messicano.
10 – Caro Moreno, ricordo che in una lettera della posta, molti
anni fa, Sergio Bonelli disse che,
dopo il Signore Nero, niente più fantasy nudo e crudo avrebbe fatto capolino su
Zagor. Non mi sto riferendo al ritorno di Kandrax, ma al sequel proprio della
suddetta avventura che, inevitabilmente, farà virare le scene verso un genere
non propriamente, a mio avviso, adatto per Zagor. Non avendola ancora letta non
posso certo darne giudizi, ma sapendo che si tratterà di un genere che a me
dispiace, sarò curioso di sfogliare le sue pagine e di, magari, cambiare idea.
So che è stata sicuramente una buona idea a dare vita al seguito, ma non pensi
che possa ciò deludere i veri affezionati di Zagor che non amano questo genere,
pur capendo che Zagor è pieno di diversi generi narrativi al proprio interno?
Non
ricordo quella risposta di Sergio
riguardante il Signore Nero, ma naturalmente non ho difficoltà a credere che
sia stata data. Stiamo parlando, evidentemente, di una opinione vecchia di
parecchi anni. Sui “veti” di Bonelli
ho già spiegato più volte, anche in questo spazio, come egli stesso non li
considerasse eterni, quasi fossero leggi della fisica (che sarebbero comunque
messe in discussione dalla quantistica), ma contingenti a una data situazione.
Per fare un esempio, più volte era stata esclusa la possibilità di uno
Zagorone, poi ne sono stati fatti tre. Più volte era stato detto no al ritorno
di Mefisto, e alla fine è stato accettato. L’argomento è stato sviscerato in
questo articolo: http://morenoburattini.blogspot.com/2018/04/quelli-che-tutto-sanno.html. Riguardo al fantasy in particolare, mi permetto di far
notare come, dopo il Signore Nero ci sono stati lo Speciale “Il principe degli
elfi”, scritto da Mauro Boselli nel
1999, e la saga degli eroi del Ramo Rosso, datata 2001, pubblicati mentre Sergio era vivo e vegeto: storie,
eppure, da lui approvate. Aggiungo “Il
castello nel cielo”, sceneggiato da me nel 2011, da Sergio collocato in una evidenza particolare proprio come primo
Zagorone. Questa storia fece meritare allo Spirito con la Scure l’invito al festival
di Parma Fantasy: ne parlo qui: http://morenoburattini.blogspot.com/2011/06/professionisti-parma.html, manifestazione in cui venne organizzata una mostra sul tema,
appunto, di Zagor e il fantasy. Si era nel 2011, Sergio approvò. A Nolitta
si deve peraltro proprio l’ideazione di Darkwood come crocevia di storie di
tutti i generi, per cui fra le tante contaminazioni possibili c’è anche quella
del fantasy, che mi pare sia, probabilmente, il genere meno rappresentato (non
credo che stiamo esagerando su questo versante, insomma). Chi non apprezza il
fantasy farà come fanno quelli che non apprezzano il western, l’horror o la
fantascienza: porterà pazienza e aspetterà la storia successiva. Faccio notare
come Golnor sia una invenzione di Tiziano
Sclavi, e abbia dunque illustri natali: non vedo perché la saga zagoriana
debba privarsene. La storia che uscirà durante il prossimo anno (a grande
distanza temporale, dunque, sia dalla storia del Signore Nero, che è del 1981, sia
di Zenith 666, che è del 2016) sarà comunque molto più western che fantasy, per
mia precisa indicazione allo sceneggiatore Luigi
Mignacco.
11 – Caro curatore dello Spirito con la Scure preferito di noi
lettori, ho notato con piacere che la musica, attraverso Fats, “Guitar” Jim ed
altri è sempre stata parte di Zagor. Fra i suddetti altri, mi viene in mente
Benny Pitt, il simpatico menestrello irlandese apparso nella storia “I
Sabotatori” del grande
Ade Capone.
Ha saputo utilizzare il suo mandolino come arma, ha creato canzoncine carine e,
pur non essendo stato certo lui uno dei protagonisti di tale vicenda, mi ha
personalmente colpito
e gradirei poterlo
rivedere. È un personaggio spumeggiante, legato alla terra natia del nostro
eroe, con degli allacci alla sua infanzia, magari. Sua madre potrebbe avergli
insegnato qualche canzone e Zagor se la potrebbe far ricantare, così come
Carson fa spesso con “The Girl I Left Behind Me”…
Segno in
agenda anche il recupero di Benny Pitt, grazie.
12 – Gentile Moreno, innanzitutto ti ringrazio per aver risposto
alle mie precedenti domande, spero quindi di rivedere prima o poi King Mac Kay.
Ora vorrei farti una domanda che riguarda il mai dimenticato Gallieno Ferri. Ho trovato in rete un
disegno bellissimo di Tarzan firmato G.FERRI e attribuito, sempre in rete, al
nostro grande Gallieno. Parlandone
su Facebook, è venuto fuori che molto probabilmente è invece di un altro grande
disegnatore sempre Ferri di cognome
ma Germano di nome. Ne sai qualcosa
in merito? Ti ringrazio e alla prossima.
So che Germano Ferri è un talentuoso
disegnatore di cui il mio amico Marco
Pugacioff parla diffusamente qui: https://marcopugacioff.blogspot.com/2016/11/germano-ferri.html.
13 – Caro Moreno, vorrei domandarti se Mike Deodato possa essere uno di quei disegnatori, del quale ho
notato alcuni disegni molti belli riguardanti Tex, che tu voglia far entrare
nella schiera degli zagoriani.
Il fatto
che io possa voler far entrare nello staff un disegnatore piuttosto che un
altro non significa che il disegnatore stesso sia del parere di entrarci, che
le sue tariffe siano compatibili con il nostro budget, che le sue prove poi lo
dimostrino realmente adatto o realmente disposto a mettersi al servizio della tradizione
zagoriana, che ci siano lo spazio e l’occasione. Ciò detto, l’opera di Mike Deodato ha tutta la mia
ammirazione.
14 – Dopo che Zagor è stato salvato e curato dalle amazzoni con le
loro apparecchiature Atlantidee, sicuramente ne è uscito rinvigorito e
potenziato (credo che Supermike lo scoprirà sulla sua pelle quanto Zagor sia
più forte). È possibile che questa “cura” gli abbia potenziato anche il suo
“sesto senso” come succede nei fumetti americani?
Possibilissimo.
Ma vista l’avversione della falange luddista del nostro pubblico, meno si parla
di macchine, meglio è.
15 – Per vendicare il padre, Zagor provoca a sua volta la morte di
molti indiani Abenaki. A parte il fatto che non sappiamo se siano colpevoli o
innocenti dello sterminio dei suoi genitori, visto che sono passati diversi
anni e che quegli indiani potrebbero non essere gli stessi, sorge una domanda:
nessuno di quegli indiani ha dei figli? Figli che si sono ritrovati orfani
proprio a causa di Zagor (o di Patrick Wilding) e che vedono nel misterioso
assassino del loro padre il Kinsky della situazione? Potrebbero crescere con
l’odio e il desiderio di vendetta e, un giorno, scoprire che il misterioso
signore di Darkwood è lo stesso uomo che tanti anni prima li ha resi orfani.
Ovviamente il “come” lo scoprirebbero è tutto da inventare, ma come sarebbe un
eventuale scontro tra questo ipotetico orfano, che ha tutte le ragioni per
odiare Zagor, e Zagor stesso? Come si comporterebbe lo Spirito con la Scure?
Avrai
prestissimo grosse sorprese da questo punto di vista.
16 – Ciao
Moreno, nella magnifica storia “Lo zoo di Kaufman” avevi inserito dei
personaggi molto interessanti, anche non completamente cattivi, come il Samoano
di cui ora non ricordo il nome. Lo rivedremo in futuro?
Potrebbe essere. Era ben caratterizzato.
17 – Moreno, anche se non sempre sono d’accordo con le tue scelte,
ti faccio i complimenti per l’evidente Amore che ci metti nel curare e
diffondere il nostro Zagor. Ora la mia domanda.
Personalmente credo che il fumetto (italiano) ha un futuro nerissimo se non si
aggiorna nella sua forma. Una sua forma moderna potrebbe essere il cinema,
sempre più trainante se di qualità e quindi con costi altissimi (il film “Avengers
1” è stato
il trampolino per rilanciare alla grande le testate fumettistiche Marvel -
e non solo - ad esso connesse), una serie web o un telefilm nella forma
classica (entrambi con costi comunque alti ma nel primo caso si scavalcano i
costi di distribuzione), un cartoon di animazione 3D, un videogame specifico
freeware con i soli contenuti speciali a pagamento, una versione mono-vignetta
con audio per cellulari o comunque una forma ancora inesplorata o
embrionale di fumetto che deve ancora svilupparsi. In Bonelli, quindi, si
stanno esplorando queste strade per non lasciare che il mondo dei fumetti muoia
con noi cinquantenni? Hai mai fatto una proposta di tale genere per far
sopravvivere Zagor, personaggio che si presta molto bene a questo tipo di
esperimenti multimediali (dal kolossal cinematografico al cartoon 3D al
videogame d’avventura) e anche Cico, che in quanto a simpatia e ilarità non ha
nulla da invidiare ai personaggi cinematografici di Iron Man o Ant Man? La
Sergio Bonelli Editore è lungimirante nel cercare dei giovani talenti italiani,
anche se sconosciuti, in grado di proporre sotto una veste multimediale più
moderna i contenuti delle avventure dello Spirito con la Scure, facendo da
scuola e da battistrada in questo settore? Ovviamente niente porcherie tipo il
Tex con Giuliano Gemma o i filmacci di Dylan Dog o animazioni inutilmente
riservate “closed source” tipo Bonelli Kids, oso sperare...
La
Bonelli si è ormai trasformata in una “media company” e sempre più
diversificherà le sue produzioni. E’ stata una coraggiosa scelta di Davide Bonelli, vista l’impossibilità
di continuare a sorreggere l’azienda soltanto sulla produzione per le edicole.
Si stanno facendo, e sempre più se ne faranno, investimenti in ogni direzione
del multimediale. Già si è visto qualcosa, nei prossini mesi e anni
affioreranno in superficie progetti stupefacenti che stanno venendo assemblati
in immersione. Io, però, spero di poter andare in pensione, tra dieci anni,
lavorando ancora ai fumetti di carta.
18 – Ciao Moreno, intendo scriverti per provare a capire la tua
linea di pensiero al riguardo dei personaggi buoni o cattivi, e non
inframmezzati da mille e mille sfaccettature che non li possono rendere al 100%
né in un modo né nell’altro. Nel corso della storia zagoriana molti amici,
molti nemici, hanno sicuramente avuto delle sfumature di personalità che non li
hanno fatti apparire come buoni o cattivi totali. Per riprendere l’esempio di
Mike Wilding, avendo comunque capito i motivi della tua scelta narrativa, ti
chiedo se non avesse potuto rimanere nel mezzo fra il buono ed il cattivo? In
più, pur essendo un fumetto, non credi che possano essere più intriganti i
personaggi che non si sa bene da quale parte stanno?
Mike
Wilding ha avuto le sue colpe, non essendo riuscito a imporsi sui suoi soldati
e avendo, più o meno a malincuore, partecipato alla strage degli Abenaki. Un
uomo migliore avrebbe saputo, forse, tenere in pugno la situazione. Mi pare che
zone d’ombra ne abbia anche lui. Casomai è la caratterizzazione da “perfetto
cattivo” (il responsabile di un eccidio) che alcuni avrebbero voluto o creduto
di aver letto in “Zagor Racconta…”, a essere senza sfumature. In ogni caso, ci
sono storie in cui i personaggi ambigui hanno la loro ragione d’essere, altri
in cui è meglio se il cattivo è cattivo davvero, e viene punito. Personalmente,
come lettore, se posso esprimere una opinione, mi piacciono i cattivi veri, a
tutto tondo.
19 – Carissimo Moreno, ultimamente ho visionato “In vacanza su
Marte” con Boldi e De Sica. Mi sono sempre chiesto, e spero anche tu, come mai
Zagor non sia stato inviato su un altro pianeta (e non intendo un’altra
dimensione) a differenza degli Akkroniani o dei numerosi alieni che sono
arrivati a Darkwood. È il ricettacolo dei mostri provenienti dallo spazio
profondo, ma una “fantastica” gita su qualche pianeta al di fuori della terra,
con in aggiunta quell’(in)sano trash proveniente da questo e dai precedenti
cinepanettoni, ti aggrada come idea?
A parte
l’idiosincrasia di parte del pubblico zagoriano verso la fantascienza (e il
viaggio nello spazio sarebbe davvero il non plus ultra della fantascienza), il
problema è quello, ribadito più volte, della difficoltà di non stravolgere il
personaggio estrapolandolo dal suo ambiente, quello della foresta di Darkwood.
Zagor deve dare mazzate con la scure. Nello spazio, non so come ci riuscirebbe.
Inoltre si deve considerare che qualunque pianeta alieno possa andare a
visitare, gli stessi scenari sono possibili proprio a Darkwood, dato che
abbiamo visto di tutto (per esempio, mi sembrano alieni gli scenari della
“Terra da cui non si torna”). Aggiungo che Cico, a cui peraltro fanno pensare
Boldi e De Sica, nello spazio e su un pianeta alieno c’è stato.
20 – Caro Moreno, mi piacerebbe scoprire qualcosa sul passato del
Colonnello Alan Maddenbrook, padre di Walter, apparso in due storie zagoriane
ma del quale, oltre al carattere austero ed al volere a tutti i costi che il
figlio prosegua la carriera militare, ed alla paura di vederlo viaggiare con
due amici per mete sconosciute, sappiamo ben poco. Da parte di un affezionato
lettore, che si ricorda di questo personaggio non sfruttato nelle storie
recenti, al pari del figlio, saresti interessato a narrarne le gesta passate
oppure ad averlo protagonista di un’avventura al presente con rimandi alla sua
vita nell’esercito?
Un
suggerimento che accetto volentieri.