Sono passati più
di due mesi
dall’ultima serie
di domande/risposte
da parte del nostro
Moreno Burattini su questo blog.
Ora, finalmente,
ecco a voi il sesto capitolo…
1 – In
futuro ci sarà la possibilità di rivedere Fats, il menestrello de "La paura scorre sul fiume" magari
approfondendo la sua vita? Di solito questi personaggi simpatici nascondono un
passato con vicende dolorose…
Di Fats,
musicista di colore, mi sono rimasti in mente i duetti con Cico: il personaggio
potrebbe in effetti tornare a far coppia, canora e avventurosa, con il messicano.
Mi appunto il suggerimento, ma mi appunto anche di chiedere proprio a Maurizio
Colombo (lo sceneggiatore de “La paura corre sul fiume”) di recuperare il suo
menestrello. La serie di Zagor è piena di personaggi grandi e piccoli da
riportare sulla scena.
2 –
Stiamo vivendo una stagione di continui ritorni, tra nemici del passato e
personaggi ricorrenti della saga. Si tratta di una precisa programmazione
editoriale della collana?
I ritorni
di amici e di nemici sono molto richiesti dagli appassionati. La serie si
presta, grazie alla sua ricchezza di figure memorabili, alla loro ricomparsa:
quello dello Spirito con la Scure è un vero e proprio microcosmo. Gli
sceneggiatori sono affascinati, al pari dei lettori, dai villain e dai comprimari, e dunque fanno proposte per utilizzarli.
Abbiamo una collana, quella a colori, dedicata proprio ai personaggi
dell’universo zagoriano. Insomma, anche senza un preciso intento, i grandi
avversari e i grandi alleati fanno continuamente la loro ricomparsa nei
soggetti e nelle sceneggiature, nonostante i filtri (per ogni storia
pubblicata, ci sono state svariate bocciature). Del resto, sono tanti! Queste
nuove apparizioni contribuiscono a consolidare il microcosmo, intrecciando le
storie fra loro e sedimentando un “passato” di trascorsi e di precedenti. Non
c’è la mia precisa volontà di sfruttare i ritorni per, per esempio, fidelizzare
i lettori; c’è la mia precisa volontà di pubblicare, per quanto possibile e nei
limiti della serialità, storie divertenti e interessanti. Se mi viene proposta
(o se viene in mente a me) una avventura divertente e interessante senza
ritorni, la facciamo. Il buon proposito è di mettere in produzione il meglio
che riusciamo a realizzare, poi a storia finita vediamo cosa abbiamo da
presentare nella programmazione.
3 –
Sarà possibile rivedere Miranda, la dark lady della storia "Huron"?
Possibile
lo è certamente. Il suo destino è anche rimasto in sospeso e sarebbe bello
vedere che le è successo Ho anche ricevuto un paio di proposte che la
riguardano. Perciò immagino che qualche sviluppo ci sarà.
4 –
Ritengo la saga atlantidea di Zagor molto bella e avvincente. Sarà possibile
leggere in futuro altre avventure con tematiche riguardanti Atlantide e Mu?
Nel mio
libro “Discorsi sulle nuvole”, da
poco uscito grazie a Cut Up, è contenuto un capitolo appena un po’ polemico
contro chi ha protestato con marce e manifestazioni al grido di “Basta
Atlantide!”. Mi sono chiesto come mai Atlantide sia un argomento che hanno
trattato e trattano tutti (c’è persino su Tex, in una storia di Nolitta) ma
allo stesso tempo sia incredibilmente risultato indigesto a una parte dei
lettori, nonostante Zagor sia una testata che, per le sue caratteristiche
avventurose e fantastiche, si presta straordinariamente alla trattazione del tema.
Non a caso Davide Morosinotto l’ha utilizzato nel suo romanzo “Zagor” senza che io gli abbia detto
niente (da esperto scrittore ha colto da solo l’opportunità). Tuttavia,
esaurito il ciclo con il viaggio in Antartide, per non far venire travasi di
bile agli atlantidofobi mi sono riproposto di non entrare più nell’argomento.
5 –
Riprenderà la pubblicazione degli Zagoroni? Sono ormai passati 5 anni
dall’ultimo…
Gli
Zagoroni sono stati una felice parentesi ma pare che il mercato tenda a
premiare formati più piccoli e più agili. Questa preferenza dei lettori non
riguarda solo Zagor ma tutti i personaggi, tant’è vero che a parte Tex anche
Dylan Dog, Nathan Never e Martin Mystére hanno visto chiudere le loro serie
giganti.
6 – È
da tanto che Zagor non va in vacanza nei Caraibi: a quando una bella storia tra
pirati, zombies e a difesa degli schiavi delle locali piantagioni?
Zagor è
stato nel Caraibi nel 2009, nove anni fa, che per i tempi della nostra serie
corrisponde all’altro ieri. Gli zombi sono comunque in arrivo - a Darkwood,
però. E riguardo alla schiavitù c’è una storia piuttosto engagée in attesa dell’edicola.
7 –
Caro Moreno, cosa pensi dell’idea che il Tessitore possa diventare uno dei
nemici più pericolosi come Blofeld per Bond? Lui e la sua organizzazione hanno
un grande potenziale per essere l’arcinemesi criminale di Zagor. Chi disegnerà
questa storia, forse Verni?
Il
Tessitore tornerà perché, com’è evidente dal finale del ritorno di Smirnoff, ci
sono un sacco di cose ancora da raccontare. Luigi Mignacco si è incaricato di
scrivere il seguito, che però non ha ancora un disegnatore, in attesa che si
sblocchino le altre storie in corso. Abbiamo così tante idee che ci ingolfiamo.
8 – Un
personaggio femminile che mi piacerebbe rivedere è quello di Conchita, apparso
in una breve storia a conclusione dell'avventura contro Capitan Serpente. È
possibile ?
Vale il
discorso fatto per Miranda. Faccio notare come soltanto dando retta ai
suggerimenti, tutti giusti, ricevuti in queste domande, ci sarebbero altri cinque
o sei ritorni da mettere in cantiere. Salvo poi trovare chi si lamenta delle
troppe ricomparse dei vecchi personaggi e ci accusa di non inventarne di nuovi.
Come se far tornare un character del
passato non costasse fatica: a volte è più faticoso che scrivere una storia ex novo.
9 –
Bella (ed inaspettata) la notizia del ritorno su Zagor di Devescovi. Puoi
accennare a cosa sta lavorando?
Per il
momento sta realizzando una storia breve (40 tavole) per un Maxi della serie “I racconti di Darkwood”.
10 – È
un po’ che non viene pubblicato Chiarolla, disegnatore dallo stile particolare
che apprezzo molto. Quando e in che occasione lo rivedremo?
Tornerà
con una storia in tre albi nel corso del 2019.
11 – Già
si sa che, tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, Zagor sarà
impegnato nel lontano ovest, nella storia disegnata da Kerac. Ci saranno subito
dopo delle tappe di riavvicinamento a Darkwood, magari con un vecchio nemico ad
aspettarlo a casa (soluzione che prediligerei) oppure lo rivedremo muoversi
nella sua foresta a partire dal mese seguente, senza alcuna spiegazione di
sorta?
La storia
di Bane Kerac racconterà la quarta parte della trasferta fuori da Darkwood
iniziata con “Terre fredde”. Per
giustificare agli occhi dei lettori che non hanno seguito i Maxi del 2018 il
fatto che Zagor si trovi nel Sud-Ovest ho pensato a un escamotage che spero
apprezzerete.
12 –
Come sono andati gli albi di Cico? (spero bene).
Benino.
Il problema è che i lettori di Zagor preferiscono il formato tradizionale, a
quanto pare.
13 – La
mia edicola è letteralmente inondata di pubblicazioni di Tex a colori in ogni
formato… È impensabile sperare in una riedizione delle più belle storie del
Nostro, a colori formato Bonelli?
Tutt’altro
che impensabile.
14 – A
me piacciono molto le atmosfere urban. In attesa di vedere Zagor
andare da Frida nel Palazzo dell’Imperatore a Vienna, non è in programma alcuna
storia in città?
Va bene
Londra?
15 –
Volevo chiedere a Moreno se ha mai trovato una risposta alla morte di Makuaty,
l’unica a ripercuotersi anche nella nostra realtà, nella storia di Sclavi sul
ritorno di Hellingen.
Makuaty,
sciamano dei Mohawk già presente in “Terrore
dal sesto pianeta”, viene ripreso da Tiziano Sclavi per farne un
personaggio della storia più sclaviana di Zagor, “Incubi”. Muore, viene riportato in vita… tutto collassa, tutto è
illusione, tutto accade in una diversa realtà, nell’universo parallelo creato
dalla mente di Hellingen che non vuole accettare di essere stato disintegrato
nella cabina degli akkroniani. Faccio mia una frase della recensione di uBC: “Quasi tutta la storia si svolge in universi paralleli al nostro, ed
è inutile cercare incongruenze in realtà alternative e impossibili”. Non è che non ho mai trovato
una risposta, non l’ho neppure cercata.
16 – In
una tua risposta precedente, Moreno, citavi la pubblicazione di due storie di
Fishleg. La seconda storia sarà pubblicata sul mensile o su una collana extra?
Inoltre, se possibile, quale è più o meno la data di uscita?
Una delle
storie che citavo è già uscita: si tratta di “Ombre sulla Golden Baby”. L’altra, a mio avviso molto interessante,
è in attesa di pubblicazione. Potrebbe essere un Maxi del 2020.
17 – Leggendo il romanzo di Zagor
non ho compreso bene lo spazio temporale che trascorre tra la morte di Fitzy e
l’incontro di Zagor con Ayane. Mi sbaglierò senz’altro, ma mi ha dato
l’impressione come se il tutto fosse accaduto nell’arco di solo giorno, o della
notte stessa. Cosa che, se fosse vera, risulterebbe incompatibile con la
sinossi ideata da Nolitta in Zagor racconta... Grazie della risposta.
Il
romanzo di Zagor racconta una storia (certamente di breve durata) collocabile
subito dopo la morte di Wandering Fitzy. La sinossi di Nolitta in realtà deriva
da un racconto che lo stesso Spirito con a Scure fa a beneficio di Cico. Dunque
Bonelli non mostra ciò che davvero è accaduto ma la versione che Zagor ne dà,
sorvolando per brevità su molti fatti per arrivare al dunque, o tacendo
volontariamente qualcosa per motivi suoi. Per esempio, Nolitta nulla dice di
come Pat abbia imparato a volare tra i rami o perché abbia costruito una scure
dalla foggia insolita. Insomma, “Zagor
racconta” è una storia riferita, non mostrata in diretta, e si presta a
tutte le integrazioni del caso.
18 – C’è
la possibilità che Zagor e Cico ritornino nel regno di Golnor?
C’è la
certezza, dato che Giuliano Piccininno la sta appunto disegnando.
19 – Ci sarà una storia sul passato di Supermike?
A qualcosa accenneremo nel ritorno che è in lavorazione.
20 – In
relazione alle eventuali domande da rivolgere al nostro Moreno, ecco la mia qui
di seguito: Zagor è l’eroe positivo per eccellenza, classico nel suo codice
morale, moderno sia per la concezione dell’universo che lo circonda e
dell’interazione con esso, sia per l’umanità e l’emotività che lo
contraddistinguono. Tra le sue peculiarità mi è sempre piaciuta la capacità di
indignarsi e d’infuriarsi innanzi alle vittime dei soprusi, non temendo di
manifestare sentimenti e stati d’animo, a volte reagendo con veemenza sul piano
del trasporto emozionale con tutta la collera possibile per poi ritrovare in
extremis il proprio equilibrio, dimostrandosi una volta di più l’eroe (umano)
di sempre. Per fare una banale citazione, mi sovviene il richiamo ad una
vecchia storia degli anni ottanta, “Il filtro
diabolico”, in cui lo scontro finale con il villain di turno (“Bimbo”
Sullivan) fu particolarmente intenso a causa dei tormenti fatti patire da
questi al nostro eroe nel corso di quell’avventura. Ricordo di essermi
immedesimato così tanto nello stato d’animo del protagonista in occasione della
resa dei conti, che vissi tale epilogo con totale trasporto, in completa
simbiosi con le emozioni ivi narrate delle quali, ancora oggi, rammento
l’appagante soddisfazione di fine lettura. Di contro, negli ultimi tempi, ho
avuto come l’impressione che tale prerogativa, vuoi per una maggior incidenza
del “politically correct” sugli albi della collana, vuoi chissà, per esigenze
redazionali, si sia andata ad affievolire e che le reazioni emozionali del
nostro, per quanto esacerbate dai drammatici eventi in cui viene coinvolto,
rispetto alle premesse narrative ed alle aspettative createsi nel corso
dell’avventura siano, nel finale, sempre piuttosto “misurate”, “contenute”,
“ponderate”. Mi sarei aspettato ad esempio una resa dei conti un po’ più
“tosta” nell’ultimo scontro con Mortimer (reo dell’uccisione proditoria di
alcuni cari amici dell’eroe), o un confronto più “deciso” con il sempiterno
nemico (clone) Hellingen (reso ancora più odioso dalle rivelazioni sul suo passato)
o ancora, rievocando l’avventura in edicola, una riscossa un po’più “risoluta”
nei confronti dell’uomo pipistrello, sia pur lasciandone, come avvenuto, la
dipartita per mano del complice Thunderman. Storie (che, si badi bene, ho
comunque apprezzato e che meritano un sicuro plauso) dalle premesse brillanti
ed emotivamente coinvolgenti ma dalle conclusioni, a mio parere, un po’ troppo
basate sul “fair play” o lasciate nella determinazione dell’evento decisivo,
alle circostanze del “fato” (la caduta accidentale, il masso provvidenziale
ecc.). Ovviamente capisco che a far agire il nostro paladino in modo un po’ più
“strong” si rischierebbe di urtare la sensibilità di alcuni lettori; (ci sono
sempre quelli che legati alle ingenuità degli esordi vorrebbero uno SCLS alla
“Bud Spencer”: cazzotti inverosimili, fagioli e risate) e naturalmente non dico
che si debba tracimare nello splatter o nel cattivo gusto, ma a me piacerebbe
vedere ogni tanto uno Zagor “scatenato e inarrestabile” contro cui niente può
l’antagonista di turno, un eroe trasportato dall’ira e furente in cui il fine
prestabilito (la giustizia) giustifichi ogni mezzo, dal cui contegno emergano
la disperazione e il dolore sofferto per le perdite o le malefatte subite, ma
anche la redenzione, il risveglio e l’umanità proprie personaggio che lo hanno
sempre contraddistinto e fatto amare al grande pubblico, differenziandolo da
altri suoi colleghi di carta (e di scuderia). È una cosa fattibile? Lo vedremo
? Con cordialità ringrazio…
La mia
opinione sul politicamente corretto è politicamente scorretta, perciò se
dipendesse soltanto da me sarei politicamente scorrettissimo, almeno nella
logica del “quando ci vuole, ci vuole”. Però mi rendo conto che bisogna stare
attenti a non urtare la sensibilità dei lettori più delicati d’animo. Anzi,
sono stato più volte vittima di vibrate proteste, per esempio per il finale di
“Catene” o per il cruento sacrificio
azteco nella storia ambientata nello Yucatan (forse qualcuno ricorderà la
lettera scandalizzata del mitico “signor Emilio”). Riguardo al finale di “Catene”, dove Zagor tende una trappola
esplosiva ad alcuni spietati schiavisti, ho risposto rammentando ai detrattori
come ne “Il fiore che uccide”
Nolitta si sia liberato dei cattivi facendo crollare una diga che ha travolto
un intero villaggio. Ma, appunto, una volta si poteva oggi non più. Ricordo che
in “Mine Town”, il n°2 di Ken
Parker, Lungo Fucile eliminava due carogne facendo saltare in aria la stanza
dove si trovavano. Personalmente ho sempre trovato giusta e coraggiosa questa
cruda trovata. Tuttavia, nella rubrica "Berardi risponde" che apre il
secondo volume della recente riedizione Mondadori, lo sceneggiatore viene
chiamato a giustificarsi e replica così: “Sì,
lo ammetto, ero un ragazzo baldanzoso. Con una gran voglia di cambiare le
storture della vita. L’accettazione (non la rassegnazione) s’è fatta strada
dentro di me con il passare degli anni. Saggio non lo sono mai diventato, ma
migliorato sì. La riflessione e la pacatezza permettono al pensiero di sedimentarsi
e di scegliere comportamenti più consoni. Però guardo con nostalgia a quegli
atteggiamenti più irruenti”. Insomma, Berardi si scusa. Io, per “Catene”, no. Ho ricevuto perfino lettere
di proteste per il fatto che “Wandering” Fitzy sia stato mostrato a letto con
una donna nel Color della scorsa estate. Se mi trovo dunque d’accordo sulle
argomentazioni di fondo, non capisco del tutto le obiezioni alla presunta
“mollezza” dello Zagor di certe mie storie. Nell’ultima storia con Mortimer la
scena della disperazione dello Spirito con la Scure di fronte al cadavere del
trapper Doney mi è parsa molto forte. Non vedo neppure dove Zagor non sia stato
duro nello scontro con Thunderman o Marcus. Ricordo scene che avevo timore a
mandare in edicola nel Maxi di Prisco con i Cherokee o in quello a New York
disegnato da Mangiantini. Insomma, nei limiti consentiti dagli attuali paletti,
mi sforzo di consegnare al lettore uno Zagor tosto. Poi, certo, ognuno valuta
come crede. Nella miniserie “Zagor Le
origini” mi sono comunque preso qualche libertà in più.