Eccoci giunti alla quarantacinquesima puntata
della rubrica
“A domanda… Moreno risponde”!
Grazie alla grandissima disponibilità di
Moreno Burattini
e alla vostra collaborazione nel porre sempre domande interessanti
siamo arrivati a quota 900!!!
Un traguardo davvero significativo,
che sta ad indicare quanto sia sempre vivo
l’interesse dei lettori
per un personaggio come Zagor
che ormai ha ampiamente superato
i 60 anni di presenza
ininterrotta nelle edicole italiane.
Vi aggiorno inoltre sull’ “andamento”
del flusso delle vostre domande:
ad oggi è già completa la serie n. 46
(che provvederò quanto prima a far avere
a Moreno per la redazione delle risposte)
mentre la n. 47 è arrivata a quota 12 (su 20).
Vi invito quindi ad inviare sempre nuovi quesiti,
chiedendovi tuttavia di pazientare sui tempi
“tecnici” di pubblicazione delle risposte.
1 – Leggendo il fumetto “Feticcio di fuoco”, ho notato che i primi tre fotogrammi a pagina 96 sono esattamente gli stessi dei primi tre fotogrammi a pagina 15 del primo fumetto di Zagor, “La foresta degli agguati”. Non sto dicendo che solo le scene siano le stesse: Zagor sta guardando dall’albero i nemici che guidano Cico catturato, ma mi sembra che il luogo sia lo stesso. Rami su un albero, cespugli, sentieri, quasi ogni dettaglio è esattamente lo stesso. Queste due scene si svolgono nello stesso luogo?
No. Nelle grandi foreste ci sono molti scenari che si assomigliano. Semplicemente ho chiesto agli Esposito di “citare” le vignette di Ferri, per recuperare (o cercare di farlo) vecchie atmosfere. Chiedo spesso ai disegnatori di ispirarsi agli scenari, alle inquadrature, al dinamismo del grande Gallieno. A volte fornisco proprio le vignette da ricreare: mi interessa, ovviamente, soltanto la suggestione, ma talora gli illustratori scelgono di essere aderenti anche nei dettagli.
2 – Caro Moreno, non volendo entrare nelle situazioni interne della Casa Editrice con cui collabora, ho intenzione di chiederle se il lavoro del letterista, pur di non farlo rimanere a disposizione di una sola storia, possa venire dirottato su altre, in particolar modo sulla serie mensile. Un esempio lampante è aver trovato ben tre letteristi diversi per tre albi mensili, come quelli della trasferta nei Carpazi di Zagor contro il Vampiro. Le chiedo quindi se il lavoro computerizzato del lettering al giorno d’oggi possa non far differire troppo lo stile, se fosse stato utilizzato, dei vari letteristi tanto da assegnare loro tre parti di una stessa storia, contando sul fatto che non vengano riconosciuti cambiamenti?
Abbiamo uno staff di letteristi attivi su più serie e di solito interscambiabili, ma ovviamente, anche per facilitare il loro lavoro (devono “entrare” nella storia, riconoscere i personaggi), cerchiamo di far letterare ogni avventura da un letterista solo. In caso di necessità, di particolare urgenza, può anche verificarsi l’eventualità di dover dividere un albo tra più letteristi, ma è meglio se ne occupa solo uno. Ad ogni modo, i letteristi usano tutti lo stesso font per cui, anche nel caso di un lavoro a più mani, non ci sarebbero stacchi percepibili agli occhi dei lettori. I più attenti però, chissà, potrebbero notare lievi differenze nel modo di posizionare i baloon.
3 – Gentile Moreno, io sono anche un forte sostenitore di Tex. E per questo voglio congratularmi con lei per l’iniziativa delle strisce di Tex da lei sceneggiate. A proposito, le chiedo quanto abbia influito in positivo aver già sperimentato tale formula con il personaggio Zagor e poi traslata in su Tex? Inoltre, aggiungo una curiosità che vorrei soddisfare: tale storia, che non rimarrà negli annali, non nei miei almeno, in quanto ha a mio parere un buon inizio ma uno svolgimento fin troppo scontato e con un finale attivo, credibile, ma banale e che sa di “già visto”, è stata sceneggiata e disegnata appositamente per la serie a strisce oppure è stata dirottata sulle stesse, essendo stata precedentemente immaginata come appartenente ad un Magazine o ad un Color Tex di storie brevi o di qualche altra pubblicazione texiana?
Sicuramente uno dei motivi per cui Mauro Boselli ha pensato a me nell’affidarmi la breve avventura pubblicata nel formato a striscia è stata l’esperienza fatta dal sottoscritto con le strisce inedite di Zagor. Un secondo motivo è che serviva qualcuno che potesse realizzare una storia in tempi piuttosto stretti, e io ero a portata di mano, disponibile al tour de force. Non so se il racconto “Il ponte minato” verrà ristampato (andrebbe chiesto a Boselli). La storia è stata concepita come evento promozionale per il lancio delle strisce anastatiche mandate in edicola da RCS e avendo a disposizione solo 64 tavole (divise su sei albetti da 32 strisce ciascuno) sarebbe stato difficile realizzare qualcosa che restasse negli annali (del resto, la saga di Tex è sterminata e negli annali non c’è posto per tutti gli episodi). E sul “già visto” mi lasci dire che il western texiano si basa molto sul deja vu che il lettore trova rassicurate ritrovare. A me basterebbe aver fatto un lavoro quantomeno dignitoso. Ma su questo giudicheranno i lettori.
4 – Gentile Moreno, dato che hai un’esperienza trentennale come sceneggiatore, immagino ti sia più facile (per modo di dire, immagino che non sia facile per niente) revisionare e correggere le sceneggiature e i soggetti dei vari collaboratori. Come funziona invece con i disegni? Che tipo di intervento viene fatto, ad esempio, sulle inquadrature, sulla continuità narrativa e così via? Grazie.
Se ho, come dici, un’esperienza trentennale come sceneggiatore, ne ho una almeno cinquantennale come lettore. Perciò, valutando i disegni, mi metto soprattutto nei panni di chi, una volta pubblicati, li troverà in edicola. Quindi mi chiedo se ciò che si vede sia chiaro e comprensibile, se dalla sequenza delle vignette scaturisca una narrazione fluida ed efficace. Ma controllo anche le espressioni di Zagor e Cico, perché so che gli appassionati amano riconoscere i nostri eroi anche da quelle, oltre che dai lineamenti dei volti. Il controllo dei disegni avviene in due fasi. La grande maggioranza dei disegnatori invia in anteprima le matite: io le guardo e suggerisco delle correzioni (di solito si tratta di piccoli interventi su un numero limitato di vignette). Poi un mese o due prima della stampa, leggo tutta la storia, completa di testi e di disegni, e segnalo puntigliosamente tutte le magagne che riscontro. In alcuni casi le rimedia il disegnatore stesso, in altri provvedono i nostri grafici.
5 – Caro Moreno, potrebbe essere pubblicata una carta geografica di Darkwood? Naturalmente non dettagliata, poiché la foresta di Zagor è un luogo “inesauribile” di sorprese che ha bisogno di indeterminatezza, credo; ma con l’indicazione di dove sono collocati tutti i luoghi che abbiamo conosciuto.
Sarebbe bello ma mi sembra un’impresa irrealizzabile. Quanto meno ciclopica. Servirebbe un cartografo che si armasse di tanta pazienza, rileggesse tutta la serie (extra compresi) e si impegnasse in un lavoro lunghissimo. Se qualche super appassionato si vuol cimentare…
6 – Caro Moreno, a chi si è prevalentemente ispirato per le fattezze fisiche, e dunque facciali, del personaggio Mortimer?
Ho dato carta bianca a Ferri. Farina del suo sacco, dunque. Marco Verni, giunto dopo due storie ferriane, ha modificato un po’ la fisionomia dando al personaggio quella definitiva.
7 – Moreno, sono un tuo grande estimatore e secondo me sei stato l’unico ad unire lo stile di scrittura nolittiano ad uno più moderno. La mia domanda è la seguente: non sono un grande fan dei team-up o crossover, tranne due, “I tre Bill” e il recentissimo “Bandera!”. Due storie scritte da un autore che conosce bene entrambi i personaggi (I tre Bill perché cresciuto con Bonelli). Io vorrei un incontro tra il Comandante Mark e Zagor. Ma non un incontro fatto con il misurino, un tot di pagine a Mark ed un tot a Zagor. Piuttosto, come nei due casi citati poco sopra, una storia di Zagor in cui c’è Mark. Tu sei l’unico in grado di poter sceneggiare un incontro del genere. Quindi, c’è qualche possibilità di vederlo? Ai tempi del Boston Tea Party, Mark ha 18 anni circa, negli anni ‘30 dell’ 800 ne avrebbe una settantina.
Partendo dal presupposto che Zagor ha visitato le rovine di Forte Ontario nello Speciale “Soldati fantasma” (2002), sicuramente mi piacerebbe scrivere un incontro fra lui e un vetusto Mark. Ci sarebbe il problema che il Comandante non potrebbe combattere al pari dello Spirito con la Scure, per evidenti motivi anagrafici, e dunque sarebbe un ottuagenario da proteggere più che un alleato su cui contare in battaglia. Però, ammesso che la Casa editrice sia interessata a produrre un team up del genere, resta il fatto che i diritti del Comandante Mark, che io sappia, non sono di proprietà della Bonelli. Ci sarebbero perciò un po’ di accordi da stringere e contratti da firmare con chi li detiene. Una faccenda complicata, a mio avviso.
8 – Abbiamo rivisto il geniale fumettista Michele Rubini nel racconto “Attacco notturno”. C’è la possibilità per lui di tornare nella collana Zenith?
Non si può escludere, ma per il momento non c’è niente del genere in programma.
9 – Quando rivedremo Trampy? Non lo vediamo dal racconto “Mistero sul Monte Naatani”.
Fosse per me ci sarebbe Trampy in ogni storia. Poi non tutti gli sceneggiatori sono così tanto attratti dal personaggio, come in generale non tutti sono ugualmente a loro agio con Cico. Prima o poi tornerà (me lo segno). Nell’attesa, ci sono decine e decine di suoi sketches da rileggere!
10 – Negli episodi “Discesa nel Maelstrom” e “I fuorilegge della Valle Nascosta” in Islanda, Zagor sperimenta un naufragio in una barca. È assistito da un monaco irlandese, che lo chiama “Patrick” in onore di San Patrick. Prima di svenire, Zagor sognò suo padre al posto del monaco. Inoltre, il monaco dice che ci sono molti angeli in cielo che custodiscono Zagor. Qual è la vera natura di questo misterioso uomo? È un normale monaco irlandese o il suo personaggio ha un significato più profondo?
Suggerisco di indagare presso Mauro Boselli, sceneggiatore di quel racconto e grande esperto di mitologie nordiche.
11 – L’aspetto grafico di Zagor verso la fine degli anni 60 è cambiato, sia nei tratti di Ferri che di Donatelli, consolidando l’immagine classica degli anni 70 che perdura ancora adesso. Tu sai come è andata? È stata una decisione presa a tavolino anche con Nolitta? Oppure è stato un processo naturale dei due disegnatori? Ferri e Donatelli si confrontavano su queste scelte per avere, pur nelle differenze, una linea comune?
L’evoluzione del tratto dei disegnatori nel corso degli anni è cosa naturale e inevitabile. Sicuramente non c’è stata nessuna pianificazione a tavolino, anche se magari Nolitta avrà consigliato al primo Ferri di alleggerire un po’ il nero ereditato dalle precedenti esperienze francesi del disegnatore. Secondo me, Ferri e Donatelli non hanno studiato nessuna linea evolutiva comune ma, da grandi professionisti qual erano, si sono guardati a vicenda prendendo ciascuno atto dell’evoluzione del tratto dell’altro.
12 – Caro Moreno, rileggendo i vecchi albi mi soffermo sempre sulla Posta di Nolitta. Trovo che alcune di queste pagine abbiano un grande valore di testimonianza storica che aumenta sempre più con il passare del tempo. Alcune poi sono particolarmente toccanti, come quando viene citato un compagno che è venuto a mancare (Pratt e Donatelli ad esempio). Esiste una raccolta di questi scritti? O potrebbe essere un progetto realizzabile in futuro anche per omaggiare la figura di Guido Nolitta?
Esiste un volume realizzato nel 2018 dal forum Zagor-Te-Nay che raccoglie le rubriche di Nolitta su Zagor e TuttoZagor. Si intitola “Quando i social non esistevano”. Temo sia difficile da reperire. Concordo sul valore della testimonianza rappresentata dalle “Poste” di Sergio Bonelli.
13 – Adesso che si è creato un ponte tra l’universo di Zagor e quello di Tex perché non farlo attraversare anche da altri personaggi? Ad esempio nella saga standard di Zagor introdurre un giovane Kit Carson (me lo immagino già a mangiare bistecche e patatine e bere boccali di birra con Cico), o un giovane Mefisto (chissà ... magari discepolo e alleato di Hellingen), per citare due tra i personaggi “anziani” più importanti di Tex…
Tutto molto divertente da immaginare, più difficile da realizzare, con il rischio di inflazionare i contatti fra i due microcosmi, sminuendo il valore dell’incontro avvenuto in “Bandera!” (e disturbando i tradizionalisti che vedono questi contatti come il fumo negli occhi).
14 – Come qualsiasi Zagoriano DOC che si rispetti ha fatto almeno una volta nella vita, anche io mi sto cimentando nell’arduo compito di creare una catalogazione che mi permetta di scorrere velocemente i titoli e... ricordare. Zagor infatti ha ormai superato i 500 racconti e la vecchiaia, mia non di Zagor, incombe! In attesa dell’enciclopedia zagoriana, puoi spendere qualche parola sul sistema di archiviazione e catalogazione che utilizzate in Bonelli e che immagino vi consenta di recuperare in modo agevole tutte le informazioni e relazioni contenute nelle vecchie storie che serviranno per realizzarne di nuove? Ovviamente per quanto concerne Zagor immagino che tu non ne abbia bisogno, ma i tuoi collaboratori sicuramente sì!
Mi chiedi qualcosa che è al di là delle mie competenze e delle mie forze. Esiste un ufficio in cui tre validi archivisti lavorano tutto il giorno a catalogare, ricercare, archiviare ogni pagina (scritta e disegnata) in 80 anni di attività della Casa editrice. Hanno a disposizione computer potentissimi e programmi appositi su cui nulla ti so dire. Io consulto e scartabello ancora gli albi su carta.
15 – Caro Moreno, immagino che siano già in programma storie con la ciurma della “Golden Baby”, ma le piacerebbe utilizzare la stessa ciurma come protagonista della storia raccoglitrice di uno dei prossimi “Racconti di Darkwood”, dove potrebbero essere loro a narrare le gesta dello Spirito con la Scure attraverso brevi racconti?
È un buon consiglio, lo terrò presente. La “Golden Baby” in effetti tornerà entro un paio di anni.
16 – Caro Moreno, nel 6° numero delle “Darkwood Novels” apprendiamo che Zagor, insieme a Cico, ha visitato spesso la fattoria di Fiore della Notte, Brezza di Luna e Terence Foster. Rivedremo questi tre personaggi nella serie Zenith o in qualche altra?
Per il momento non è previsto il loro ritorno, ma può accadere.
17 – Quanti anni ha il giornalista Roger Hodgson di “Darkwood Novels”? È più giovane o più vecchio di Zagor? E poi: Roger Hodgson troverà mai Zagor?
Roger Hodgson sembra un po’ più vecchio di Zagor. Sul fatto che lo ritrovi, chissà.
18 – Caro Moreno, prendendo spunto dall’intervista del Signor Baltorr sulla saga di Hellingen, qual è la sua storia preferita del Mad Doctor e quale quella meno bella? E perché? Ovviamente, tralasciando quelle sceneggiate da Lei.
La mia storia preferita di Hellingen è “Ora Zero”. Lì Hellingen è finalmente “maturo” (le prime due storie lo avevano presentato e inquadrato, ma in “Ora Zero” è lui). La meno bella è quella di Boselli, ma solo perché sono più belle le altre (come richiesto, ho escluso le mie).
19 – Gentile Moreno, mi è sorto un dubbio che spero tu possa riuscire a placare. Nelle storie brevi de “I Racconti di Darkwood” esse vengono create apposta per far combaciare il racconto-cornice, o è proprio il racconto-cornice ad essere sceneggiato e disegnato in virtù delle scelte delle storie brevi che vi vengono proposte?
Stabilito che c’è un magazzino di storie brevi da cui attingere, con racconti nati indipendentemente fra di loro, io penso a una possibile cornice che sia convincente come “contenitore”, poi scelgo gli episodi da inserire che meglio si adattano.
20 – Caro Moreno, la citazione della morte di Samuelson dell’equipaggio della “Golden Baby”, avvenuta nel Maxi “La nave fantasma”, è stata voluta dallo sceneggiatore Antonio Zamberletti o è stata un’aggiunta dell’ultimo minuto da parte di Lei curatore?
Opera di Zamberletti, che ha tenuto conto delle storie pregresse.