Il quarantaseiesimo
numero in edicola oggi contiene la maggior parte della storia della marcia
della disperazione.
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LA RADURA DELLE VOCI
Una carovana
di ricchi e annoiati europei guidata dal cinico Memphis Joe, si è inoltrata nel
territorio dei Kiowa, e fa strage di bisonti, mettendo in pericolo la
sopravvivenza della tribù. Winter Snake, il sakem dei Kiowa, è pronto ad
attaccare i bianchi. Per evitare un massacro, Zagor cerca di convincerli a
tornare indietro, ma Memphis Joe cattura lui e Cico e li getta in pasto alle
formiche rosse!
La bella Frida
Lang, una delle nobildonne europee che si è innamorata di Zagor, salva la vita
ai nostri due eroi. Ma ormai il destino della carovana sembra segnato: i Kiowa
di Winter Snake hanno sferrato l’attacco. Zagor tenta il tutto per tutto per
salvare gli europei (anche perché, se saranno massacrati, il governo americano
scatenerà una rappresaglia contro gli indiani), e gli aristocratici scoprono
loro malgrado cosa significhi la lotta per la vita, nella terra di frontiera...
Winter Snake
stringe la carovana in una morsa mortale e Zagor passa con Frida quella che
potrebbe essere l’ultima
notte della loro vita. Ma dopo un nuovo, sanguinoso scontro, Winter Snake si
ritiene soddisfatto e propone un accordo ai bianchi: lascerà tornare a casa
sani e salvi i superstiti, se gli sarà consegnato Memphis Joe. Costui,
tuttavia, viene ucciso dai nobili dopo che lo Spirito con la Scure si è
rifiutato di darlo in mano agli indiani.
Allora Zagor
decide di offrire la sua vita in cambio di quella di tutti gli altri e si
consegna spontaneamente a Winter Snake. Il nostro eroe viene torturato, ma
nessun Kiowa ha il coraggio di ucciderlo... in un leale duello con Winter
Snake, Zagor trionfa e lascia generosamente in vita il sakem.
Nell’epilogo
al forte, Zagor dice dolcemente addio a Frida (che, invece, sarebbe disposta a
sposarlo) e se ne va libero da qualsiasi costrizione...
Siamo in
presenza di uno dei capolavori della saga zagoriana.
Un’avventura
lunga (ben 402 pagine), epica, senza una scena fuori posto o ridondante, con
tantissimi momenti coinvolgenti: la strage dei bisonti, le formiche rosse,
l’amore tra Frida e Zagor (quale emozione, all’epoca della mia prima
lettura...), la marcia della disperazione, il palo della tortura...
Qualcuno ha
detto che l’unico neo è rappresentato dal finale al forte, con il forzato addio
di Zagor a Frida... ma secondo me queste scene non stonano affatto nell’economia
della storia e sono ormai entrate a far parte della leggenda zagoriana...